Adriano Giampietro

 

Invocazione alla malinconia Gli orizzonti si chiudono Eri voce inobliabile

MADRE

   

 

 

 
Teneramente mia,
ponte tra sofferte felicità,
ricordo di un sorriso adolescente,
tu che non passi
e indugi tenera nel cuore
fra luminarie e folla che s'addensa
nella sera festiva,
tu non voluto delirio di pace
da me mai tanto amata,
malinconia.
 

 

 

 

 
Fumo sui tetti
e tu cerchi parole d'argento.
Ora dei tetti,
ogni parola cade
bruciata dal rosso dell'Angelus.
Sul ponte calmo
stridono gli sguardi delle donne d'amore.
Addio, addio sole.
Gli orizzonti si chiudono.

 

 
Eri voce inobliabile.
Ora, ricordo di un pianto buono
nell'autunno opaco.
Ora subiscono i giorni
l'uguale monotonia
e l'anima é foglia
che il tempo scarnifica.
Pure se, dall'ombra,
una voce mi chiama
il cuore ha un sobbalzo
e torna l'antico amore
a squassarmi le viscere.
Allora cerco disperatamente
un poco di certezza
per legare la vita
a un approdo terreno.
 
 

 

Mi insegnasti a pregare

con la bocca, dopo col cuore,

e non sapevo di amarti.

Ora che sei lontana

tesso un ponte a me stesso negato.

Non mi salva l'amore, né il gelo,

madre, dolcissimo mito

 

 

 

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