Nessuna Grazia
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Addio Pilota Anche se non farà ritorno il tuo giurato sposo, non è fuggito senza di te. Si è fenduto in aria con la sua marionetta, a vincere la sfida d?adorarti, riecheggiarti. È normale compatire, render nuovo e sorvolare le sterminanti vicende senza letizia, ripescare la sfera affettiva sommersa nella fanghiglia disseccata. Un'unica percezione, cullarsi e perdere l'equilibrio sul tuo corpo fragile in una perfezione d'Amore. È fissa la prostrazione di rimanere impigliati soli, reclamando un filo di voce, un bacio tenue ad infondere calore nell'attimo sprofondato nella sua assenza e nel suo aereo che si scorpora dal suolo e dalla vita.
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il dipinto della ballerina Distaccava la realtà dal suo corpo, la ballerina nella sua danza condotta in finitezza facendo apparire più sottile l'emozione evasiva. Incurante dei boccioli di rosa voluti dal destino nella sua chioma evanescente, sottraeva un pensiero non eterno, al tempo andato. Distaccava la realtà dal suo sogno angoscioso, la ballerina tesa, in valico tra il principio e la fine in un soffio vitale sospeso e impaziente. Ormai è ceduta nel coraggio, indubbia dei suoi passi falsi portandosi in grembo la fantasia dell'acclamazione. Come un pittore, muoversi in un giro di colori, di prospettive, e le orme marcate su quella tela incisero il suo avvenire. |
Eri
sola
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Straccioni |
Non fermarti C'è bisogno di resistere Anche se si è ad un passo Da ogni varco, Verso la fine Che ci sorteggia A destino In ogni luogo.
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La maestra d'italiano La maestra d?italiano Ha sprecato la realtà Dietro le mezze lenti, Scaltre, ad ogni sguardo Ad ogni ghigno innocente. Gioca tuttora, Come un ingenuo, Con le lettere affluire Nei solchi pensieri Sfregati, sulla lavagna. Ora attende La sua ora E il suo giudizio, Adagiata nel riposo Della susseguirsi ininterrotto Dei suoi discepoli.
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Come vigliacchi. Come Eroi
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Timidezza |
Prigionieri astratti Mentre i murales Sconfinavano la frontiera Dei nostri ideali S'assaggiava l'acido Piovere a dirotto. S'udiva la decomposizione Dei vagoni di ruggine Accumulati alla stazione E il fumo aggrovigliarsi Dal treno degli addii. Espressioni brevi Costruirsi nei crocchi Degli indigenti ad elemosinare Anche le preghiere Sprecate al limitare Delle coscienze dei Signori. Sostare qui è Pretendere inutilmente La libertà di non essere durato In questo squarcio Esistenziale, In questa città priva Della comprensione. Venire al mondo e Cessare di sussistere Con il pianto, lo scopo Delle generazioni susseguirsi Nell'invisibile ghetto, Nell'impercettibile colorazione Della vita. Ecco perché si trattiene La speranza eterna, In ogni sembianza, In ogni simbolo.
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Sono andato via Ho esaurito quel tempo Che ci congiungeva in legame, Non ho più ritrovato La mia vaga immagine Rivestire quella panchina, Giacere, nella coltre d'inverno. Le nostre controverse Abitudini opposte, Ma riverberate Nello specchio dell'amore Si sono sdoppiate Verso diverse mete. Ed il bocciolo di rosa Che si raffigurava Nei tuoi occhi Ha ritrovato lo sfogo D'essere sradicato Dal suo terreno vergine. Ormai siamo orfani Di quella passione Abbandonata in un litigio. |
La mia scia |
Cos'è un poeta Cos'è Un poeta È un giornalista Intendo a narrare Gli animi dell'inconscio, Il dolore nostalgico Di ricercare medesimo Senza riconquistare L'essere corporeo. Cos'è Un poeta È essere condannato A paragonare ambiguità Cercando d'illustrare L'immaginario collettivo. Scolpire la sua realtà Attraverso l'apparenza Fatale. Cos'è Un poeta È l'ombra tenue Accartocciata nello sciame Inquieto della civiltà, L'onda infranta Sugli scogli intensi Immersi nel petrolio Del suo spirito.
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Grovigli d'un arco vitale Grovigli di linee Di lana corrosa, s'intrecciano ad insaputa nella tua mano attempata contenuta in sé a ricamare un'intera biografia. Confuse matasse A racimolarsi da sole In quelle strade dove I nostri tragitti sono venuti Al mondo per condurci Spensierati, alla realtà. Non abbandonarti A te stessa come un nomade Disposto ad emigrare Mentalmente senza sosta Senza un luogo di pace Ma accudiamoci, a vicenda. Non siamo in solitudine, non siamo in equilibrio col silenzio, ma siamo spighe nei campi aridi e ottimisti di raccolti, come gli intrecci elaborati in uno scialle che ci ricoprirà in difesa dell'imminente falciatura. |
Fotografia di una vita |
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