Luna pensosa Su ramo solitario Dell’albero piú alto. Cosí sono.
Con calma indifferenza Guardo mondi lontani E rido di pene d´amore invane. Dolce l´aria che respiro ora, E nuovo é il pensiero.
Nuvole corrono Su questo cielo E mi coprono Con dolce mano materna; Ma nuvole bianche E soffici Come coperta calda di bambino.
Un´allodola Si posa accanto... Ma non invidio ora; Resta qui, Sia il tuo canto il suono della mia vita.
Ricordo lamenti e Sofferenze dentro il petto che di promessa vergine Nutriva speranze. E caldi sussurri sognati E in breve svaniti, Come nuvole grigie di temporale mite.
Fresca aria ora Su pelle arsa da Infuocati e tristissimi pensieri.
Luna pensosa Su ramo solitario Dell’albero piú alto. E quieta, che ormai Non teme piú di Guardare al cielo E sorridere.
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Fuoco proibito, Che in te nuova vita arde E mondi crescono, Sfida ancora fiero Con viscere ed osso, E senti in te potenza divina
Come fonte solitaria nasci, e immensa poi; A te, nuovi fratelli si uniscono e Giovani figli Irrompono potenti In terra inaridita E sanno godere poi, dell’eternità del mare.
Nuove menti forgi e Aridi pensieri disseti, Creatore di uomini, Nuovo Prometeo.
E tu, padre, arrossisci? Ti adiri di fronte Alle sue creazioni o Invidi la perfezione Uguale eppur diversa alla sua immagine Che sorge da potenza divina?
Nasconditi, Zeus, Dietro le vecchie rovine, Ormai desolate, Che erano un tempo La temuta dimora e Leva timidamente gli occhi Verso la ciclica eternità del divenire umano.
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