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Il dramma | Difesa | Il viandante | Nuvole |
Vagare nell’oceano Delle infinite emozioni, una piccola vela scossa dai venti è la mia anima. Non trovo la giusta Direzione, continuo il mio viaggio senza meta. Tutto è vano Ogni approdo insicuro, colmo di insidie, ogni tentativo di ancorare questa fragile esistenza ad una sponda salda sfuma come un miraggio. E’ penoso vagare Tra le alte onde Scure e minacciose, l’angoscia mi sovrasta non vedo soluzione al mio peregrinare. Continuerò a vagare Nell’oscurità Fino a che non vedrò una luce, prima lontana, poi sempre più intensa, sarà la fine del mio viaggio o l’inizio di un nuovo cammino? Però non avrò più paura Perché non sarò più sola.
Immergersi nella vita, respirare gli aromi, udire il frastuono e le dolci note, ammirare i sorrisi e i colori infiniti. Sentirsi parte dell’immenso, dell’infinito cammino, con le stelle, tutto l’universo che vive in una eterna armonia di suoni e palpiti. Essere una nota nella misteriosa Melodia del cosmo. Non sentirsi più Come uno spettatore Che osserva timoroso Il teatro della vita.
Parole, sguardi, gesti, emozioni, quanto è difficile comunicare! Siamo infiniti esseri, una moltitudine di atomi, me ognuno è una oscura profondità, un groviglio di sentimenti, desideri, pensieri, impossibile da decifrare. Ognuno è nel suo guscio Protetto dalle maschere dell’io. Quanto è difficile comunicare! Facciamo solo tentativi, cerchiamo negli altri parti di noi stessi. Siamo monadi silenziose Che si illudono di amare. Parole, sguardi , gesti, emozioni, tutto si perde nell’indifferenza dell’intero universo.
Per tutta la vita Ho cercato la strada giusta Da percorrere. Ho seguito le diverse indicazioni, ho pagato gli ingenti pedaggi, per scegliere una via forse ho perso la bellezza di un’altra. Per tutta la vita Ho affrontato salite E tratti impervi, pieni di voragini, spesso vi sono caduta dentro, ma con tenacia ne sono uscita ed ho proseguito a camminare. Ben poche volte la mia strada È stata scorrevole, quasi mai sono stata tenuta per mano ma ho dovuto guidare coloro che si sono messi a viaggiare con me. Ora, forse a metà del mio percorso, sento tutta la fatica che mi pervade, mi fa rallentare, non riesco a muovermi ma devo tenere per mano i miei figli e continuare finchè non riusciranno a trovare il loro sentiero. Quando arriverò alla fine Mi rimarrà il profondo desiderio Di condividere il viaggio Con un compagno, per gustare insieme i paesaggi, riposarsi nelle brevi soste, scegliere nuove direzioni. Ma sarà troppo tardi, perché non ci è data la possibilità di viaggiare due volte.
Spesso la vita Ci costringe a fingere, a muoversi su di un palcoscenico, in uno spettacolo allestito da altri, davanti ad un pubblico che ci osserva con attenzione. Noi siamo lì, impacciati, la voce trema, il corpo è insicuro nei suoi movimenti, loro aspettano il minimo errore per deriderci ed umiliarci. Tutta la vita Cerchiamo un personaggio Adatto a noi E speriamo di essere credibili Per guadagnarci un applauso Che ci confermi che abbiamo scelto bene Il ruolo, studiato abbastanza la parte, impostato bene la voce. Diversamente c’è l’angoscia della sconfitta, la paura di non avere il tempo per trovare un altro spettacolo, difficilmente si può recitare lo stesso personaggio, è necessario reinventarsi e ricominciare il dramma. Ognuno è attore di sé E spettatore degli altri E la cosa triste è che non riusciamo Ad essere solidali.
Ho costruito mura imponenti Tra me e il mondo. Ho preferito chiudere I cancelli del mio giardino, troppo fragile è lo stelo della mia anima, troppo impetuosi i venti e le bufere. Ogni volta Che ho fatto entrare qualcuno Ho subito la sua presa avida E ho dovuto ricostruire lentamente I resti e le macerie, dopo che tutto era stato depredato. Ora le mura Saranno più alte, difficilmente si apriranno le porte, guardo il mondo fuori ma niente mi appartiene.
Oggi le nuvole si addensano Scure Sono le benvenute Per la mia anima schiva E ombrosa. La luce abbagliante Del sole di agosto Mi fa sentire nuda, le mura della mia casa sono come di vetro e non trovo protezione. Finalmente le nuvole si addensano, sono un preludio alla dolcezza dell’autunno, al calore della tana, quando è possibile non essere visti e stare sicuri nei propri pensieri.
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Sono come uno specchio appannato Dalle illusioni. Solo quando esse svaniranno Allora tornerà a brillare E a riflettere la vita. Ho bevuto con avidità Alla fonte della passione. Era per me una bevanda nuova, il sapore mi deliziava, il profumo mi inebriava. Per lei ho abbandonato Altri cibi e altri sapori, dimenticato la giusta misura…. Ora cerco di non avvicinarmi Più a quella fonte Me le mie labbra Sono di nuovo secche….
Eppure basterebbe Gioire per l’azzurro del cielo, per il profumo dei fiori, per l’incanto di un tramonto…. L’infinita bellezza della natura Dovrebbe bastare A colmare quel vuoto Doloroso Che sento.
Ricordo una bambina Gracile di aspetto E fragile anche dentro. Intorno a lei Solo figure incerte, tormentate, pochi sorrisi, rari gli abbracci. Ricordo una bambina Lottava per sembrare forte, sempre a cercare un rifugio dove non sentire… I libri i suoi più cari amici, dispensavano gioie sognate, momenti felici… Ricordo una bambina Che non trovava Calore tra i grandi. Un giorno cadde In un abbraccio insidioso… E lei diventò sempre più Ombrosa e diffidente… Ricordo una bambina Che avrebbe voluto solo amore E vedere ogni tanto Il sorriso di sua madre….
E un demone entrò nella mia casa, con mille lusinghe confuse il mio cuore. Lo accolsi e gli offrii Tutto ciò che possedevo, gli aprii tutte le stanze e penetrò anche negli angoli più oscuri… Ero felice di aver aperto Finalmente a qualcuno, mi sembrava che portasse la luce dove c’era stato solo il buio, ma i demoni non conoscono la gratitudine amano solo se stessi e il potere che hanno sugli altri. Si è ormai impossessato Di tutti i miei averi, ha cambiato l’ordine delle cose, entra ed esce come vuole, la mia casa è il suo regno. So che se ne andrà Senza avvertirmi, lascerà dietro di sé una casa demolita.
Si può scegliere, restare sicuri nel proprio nido, sotto il calore delle piume, con il cinguettio familiare degli altri uccelli, seguendo il ritmo delle stagioni. Oppure spiccare il volo, verso orizzonti sconosciuti, per conoscere nuove creature, librarsi in cieli più aperti e misurare il proprio coraggio nell’affrontare i pericoli. La vita ci mette alla prova Quando ci costringe A scegliere. Io ho sempre temuto Di non ritrovare il mio nido.
Quante volte Ci illudiamo di aver trovato Gemme preziose! Restiamo abbagliati Dalla loro lucentezza, non ci sembra possibile di avere un così grande tesoro. Ogni pietra Risulta perfetta, di un valore inestimabile, vorremmo mostrarle a tutti, renderli partecipi della nostra ricchezza. Poi un giorno Si rompe l’incanto, tra le dita ci sono solo opachi sassolini, cerchiamo di ritrovare in qualche modo il loro antico splendore, ma ci illudiamo… Avevo un’immensa ricchezza Ma non l’ho saputa investire. Mi resta nell’animo Il riflesso Delle gemme perdute.
Essere sempre inquieti, non trovare mai la giusta collocazione, sentirsi stranieri nella propria casa.. Vortici oscuri, gorghi paurosi risucchiano ogni luce, sono momenti di terrore che paralizzano. Servirebbero delle mani forti Pronte ad afferrarci, braccia solide in cui racchiudersi e nascondersi fino a scomparire. Non avere più paura Di cadere e Ancorarsi saldamente A quelle braccia. E’ questo per me Il senso dell’amore.
Aspetto che la vita Mi sorprenda. Sono come il viandante Seduto sulla riva di un fiume Lento e greve, non mi muovo e lascio che la vita decida cosa portarmi. Saranno le mie vite Passate o l’affascinante E misterioso futuro? Forse, mentre aspetto, dovrei cogliere la bellezza del paesaggio, fare attenzione a chi mi rivolge la parola, cogliere i fiori prima che appassiscano…. Oppure dovrei alzarmi E camminare, fermarmi in un altro punto. E’ da sciocchi limitarsi Ad aspettare, dobbiamo scrutare l’avvenire come esploratori di terre sconosciute. Il saper vivere
Che significa saper vivere? Forse danzare Al ritmo del mondo, adeguarsi al frastuono degli eventi, illudersi di dialogare nella Babele degli uomini? Perché non è apprezzato Colui che preferisce Ascoltare il silenzio? E’ così dolce il rumore Dei pensieri, come le onde del mare in un caldo pomeriggio d’estate. Arrivano lentamente A lambire la riva, poi vanno via Senza lasciare traccia alcuna. Sono pensieri lievi, chiusi nelle stanze della memoria, pronti ad uscire solo se apriamo con le chiavi della solitudine. Il vero dialogo Si ha con se stessi E se questo non è Saper vivere Allora io non sono mai Appartenuta A questo mondo.
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