Diana S. 

Libertà Puoi Whisky  Rosa tardiva d’agosto  Questa notte VELIERO IL VIAGGIO LE POVERE GIOIE
IL MARE IL VUOTO UN ABBAGLIO DI LUCE SE MI FISSO L’AMORE DEL MONDO TORNEREMO VIAGGIO DESOLATO      UNA MANO CALDA
Stivali di gomma Rincorrere cani            

 

   

Stivali di gomma

 

I giorni ventosi
di questo ottobre
mi ricordano
quando bambina
stivali di gomma e cappuccio
correvo solitaria
sulla strada dei sassi
piccola piccola
con i miei cipressi
fratelli maestosi
virili e signorili
riservati e sicuri
che quel vento
li avrebbe solo piegati
in una danza leggera
flessuosa e sinuosa
di baci alla luna
di fuochi scoppiettanti
al sole
dei miei giovani anni.


 

 

Rincorrere cani

 

Vorrei stasera

rincorrere cani

latranti di gioia

nel fitto del bosco

per la preda raggiunta

sui muschi odorosi

di antiche cacce

sembianze di fate

giochi di gnomi.

Vorrei affiancare

le tue gambe possenti

tirar  di fucile

e centrare la vita

la mia

sapendo

che la tua mano

sicura

mi guida.

Sono stordita

perché i cani

stridono piano

acuti lamenti

le mie vene

ascoltano calde

il fiutare nel vento

e sul piatto gira

quel disco rotto.

Non credo

alla mia prossima preda

non aspetto nessun colpo

mi siedo

arresa

sull’albero

riposa

il mio fucile.

 

 

VIAGGIO DESOLATO                10/04/1994

 

Ed il mondo è men lieto

senza il tuo respiro

vagito lontano

accesso ai miei ricordi…

perché non torni?

mi brucian le mani

sapendo che il fuoco è spento

forse neppure un lamento ti giunge

di questi giorni bui…

ma niente può comprendere

questo mio stormire di cielo

forse il tuo solo sorriso

mi donerebbe nuova luce…

dove vive

questo eterno silenzio

che non mi placa

che assorda…

ti prego, torna.

 

ho freddo

e forse anche sonno

in questo tempo senza inganni

dove le tue fragili membra

sono come occhi non vedenti…

che tradimento

non dirmi niente

nello stile

di chi

se ne va senza un lamento

quasi un ricordo

o meglio, un sogno….

sì, forse ho sognato

che guardavi lontano

le terre d’oriente

ed io, quella veste leggera

che ti toccava la fronte:

nel sudore

un dolore si confonde

nel tuo fianco

e nel mio cuore.

 

Non ti ho mai detto tanto di me

forse niente

per nasconderci

ci siam rincorsi

come cani nella nebbia…

solo questa volta

ho afferrato

nel buio del vento

il tuo nome ed il mio respiro.

 

Inginocchiata

mi hai vista come non mai

solo forse

come quel giorno

che in un solo gesto

mi dicesti l’amore;

non posso

più di questo lamento

farti giungere al cuore

perso

in chissà quali terre lontane.

ma qualcosa mi convince

che tu mi ascolti

forse un presentimento

d’amore.

 

Ero ignara del tempo

che ruba la vita

nella casa splendente

di fiori

il camino e la scala

il cane ed il gatto…

ti ho rubato un glicine

nel ricordo di noi

e del pensiero

che ad ogni primavera

ti ho raccolto

nel lilla nascente..

“non l’hai colto per me”

mi dicesti a rimprovero

confondendo le acque del cuore..

come vedi,

ho rapito

annusato

setacciato

l’aria frettolosa delle tue pareti

i disegni a te cari

di sfuggita l’Orfeo:

sole e luna

cielo e terra

mistero sorridente

di questo strano incontro.

 

ora è notte

un vento leggero

lambisce

questa primavera frettolosa

nel tuo esistere

tacito

a me

così folgorante:

“quando crederai di esser finito,

sorgerai come stella del mattino”

 

 

 

 

UNA MANO CALDA

 

Vertigini lattee

gli incubi notturni

alcoliche prede

di viscere attorcigliate

sui nidi del cuore.

Mi punge

questo presente

sino a dubitarne

l’esistenza

assenza di tanto

presenza di tutto.

Quali affanni riserba

questa vita ignobile

senza nomi

privilegi di pochi

gli eletti

al sorriso

che più non riesco

più non conosco.

Dammi una mano calda

sulla guancia premi

il freddo del pianto

che non si esprime.

Immota

in questa tetra notte

la vita

che non è più vita

solo sperdersi

di tempi

e di ricordi.

 

 

 

IL VIAGGIO

 

La fretta ti oscura il cervello

l’ingranaggio ti stringe

l’affanno ti uccide

perché non ti guardi un po’ attorno?

i tuoi pensieri son grigie prigioni

ma lì, vicino a te,

esiste un respiro

l’ieri, l’oggi, il domani

nei singoli volti

nel tuo profondo

nell’assurdità del vivere.

 

 

 

 

 

 

20/01/98   Mocambo nel suo Conte

LE POVERE GIOIE

 

Sfilacciamento di note

questa sera

mentre nelle nostre menti

suonano i ricordi

ieri era ieri

poi sarà domani

i tuoi occhi così chiari

segmento di frazioni

le tue mani morbide

mio ingenuo albore

trascinano le note

di quell’orchestra jazz

una bocca un po’ sudata

e le gambe abbacinate

nel bagliore del sorriso

umido

mi manchi

musicante da strada

cavaliere errante

ottocento dimenticato

nei libri di una scuola polverosa

in anni persi

in formule da impresario.

voglia

di un figlio

a cui raccontare

di Lancillotto e Ginevra

dell’edera

nella fontana

muschiata d’amore.

suona suona

tenera melodia

che io senta

la tua poesia

più simile alla mia.

urla urla

più forte

il dolore di quella gente

distrutta per niente

sotto le nostre suole

di giorni televisivi.

piangi piangi

al lume dell’anima tua.

 

Libertà

 

Chiaramente mostrai

la mia parte peggiore

quando incontrai

nello specchio

il silenzio.

Non immaginavo

tale fosse il peso degli anni

ma mi accorsi 

d'improvviso

quanto si semina

col sudore del tempo.

Ho raccolto

a piene mani

ho raccolto,

ma soprattutto

ho ricevuto

nel pianto e nel riso

ciò che oggi io sono.

Non dimenticare,

o mio marinaio,

quanto t’attesi e sognai

nascosta nell’antro

di questa grotta oscura,

quando oggi

vedo riflessi

i bagliori

nel fondo marino.

Ho scoperto che

anche i pesci sanno parlare

come i muti

sanno cantare.

Questa sera

la dedico poi

a coloro che mi han creduto

forse solo per il coraggio

- che io chiamo incoscienza -

di chi vive senza regole

che io chiamo libertà - .  

 

 

Puoi

 

Nei sogni puoi,

raccogliere i pensieri

gli umori

i giochi

le farfalle non volate

i sogni nel grembiule

mentre ancora

la farina spolvera

di grano acerbo.

Ma il pane

nel forno già caldo

attende solo

d'essere sgusciato

quando il profumo indora

l'alba e l'imbrunire..

mi chiama

la dolce madre

che ancora sa di letto caldo

richiama

questo nuovo essere donna

perdente

cosciente

che niente

per niente

le strapperà

via l'anima

per un banale contratto.

Buona notte mio bimbo.

 

 

Whisky

 

Mi lavo

In ogni dispensa

frasi rotte

note lucide

di banconote stropicciate,

sul muro di marmo

lucertole ingiallite

all’ombra del noce in fiore:

quanti profumi

nel campo dei melograni

variopinti di mongolfiere

erranti sopra le nostre teste.

Movimento

lento acceso

di passi giovani

senza termini

riferimenti acuti

di lucidi divani

fra le gambe aperte

il dubbio

della mia gravidanza

un fuoco

scoppiettante di petardi

spenti negli anni.

Dal ponte

ho versato

la mia riserva

di malinconia

fino ad essere

ramo secco

trascinato da corrente fangosa

di questa notte

spettrale di whisky.

La musica muove

le ultime sfere

degli angoli miei vitali

là dove

i petali son tutti sfioriti

nel vento e nel ghiaccio.

Raccoglierò

il profumo

di questa primavera

acerba d’amore

crudele di rancore

sbrano di dolore.

 

 

 

Rosa tardiva d’agosto

 

…coglievo una rosa

tardiva d’agosto

pungendomi fuggii

mentre mi guardavi nascosto

niente ci unì

tutto ci tenne

la rabbia e l’odio

il detto e l’ascosto.

Mi guardavi furtivo

staccato e lontano

solo l’apparire

delle mie forme ondulate

soffuse al chiarore

del flash d’autore

muovevo le gambe

in incroci battuti

dal tempo del cuore

lo stesso ribelle

alle tue frustate d’amore.

Rincorremmo giornate

erbose di vento

talento di giovani anni

corrugati da futili umori

ci dilaniammo

in oscuri presagi

di lacci inesistenti

quando si vola leggeri

su fantasiose sensualità:

non dimenticare

vorrebbe gridare

la mia gola

secca di parole

ma blocca

quel tuo gelido silenzio

di chi non vuol sentire…

i miei occhi

troppo fragili

non possono spiegare

che solo il ricordo

può nutrire di gioia

i momenti bui dell’oggi.

 

 

 

Questa notte

 

Vorrei tornare

questa notte

a quei tanti giorni

felici

di cicche spente

mentre parlavamo leggere

io piccola

voi donne

sull’orlo

di gonne leggere

che danzano sull’aia…

com’eravamo belle

di baci rubate

di pensieri sognate…

ed ora, in quella grigia stanza

anche tu, come lei,

mi lasci

ad appassire

qui sola

senza la gioia

dei vostri

capelli bianchi.

Vola leggera

l’angelo ti accoglie

per ogni tuo filamento di fumo.

 

 

 

VELIERO

 

 

Mirante credevo

silente passaggio

di spini di mare

sopra un veliero

immaginario

lo scenario turco

vela scozzese

un tu inesistente

meditabondo

ricordo

un sentiero

o il sentire

che ora nascondo

per eccesso di quiete

sconfino negli occhi

i segreti passaggi

sotterranei

l’acqua che sgorga

senza rami

il tuo corpo

un riflesso

forse

un gioco di luci.

 

 

 

IL MARE

Rammento i mattini leggeri

l’alba e il tramonto

il racconto

che ora

io mi faccio

d’innanzi allo specchio

del sole profondo

che spunta alla finestra:

che sconcerto

questo vagare

eppure

mai come adesso

son stata

sull’orlo di un fiume

mentre tu eri

per me

il mare

da scordare.

 

 

 

 

IL VUOTO

 

Veleggio

dove mi porta

l’ombra dell’ulivo

profumo profondo

di radici tagliate:

le nuove sono nate

ancor prima di averti

stupite han detto

un nuovo sì al mondo……

vagheggio pensieri

di ieri e di oggi

nell’attesa del vuoto

del solo

del me.

 

UN ABBAGLIO DI LUCE

 

 

Sognami

ancor prima di conoscermi

perché io non potrò

riconoscere il volto

e tantomeno le mani

nel buio fitto

degli anni trascorsi

forse

il suono del passo

mi convincerà

che non era uno scherzo

né un fantasma

quella volta sul fiume

ma uno spino rampicante

che mi toccò il cuore.

Soccorrimi

se vedo un abbaglio di luce

penetrare sordido

nella mia stanza dei giochi

perché potrei anche credere

che sei di nuovo tu.

 

 

 

SE MI FISSO

 

 

Se mi fisso su