Elio di Nunzio
il suo sito personale: http://www.eliodinunzio.biz/
 

13 Settembre 1975
 
… Giammai avrei creduto di incontrare un poeta così giovane e appassionato! Me ne meravigliai … quasi a sorriderne: un uomo d’altri tempi!
 Il giovanissimo Elio Di Nunzio ha un grande genio.. una dote innata che lo porta a raccontar della vita con squisiti versi. Elio è una persona dolce, sensibile, profonda, solitario ma socievole, riflessivo ma esuberante, rispettoso dei valori umani ma amante della bella vita: una persona molto passionale dunque, ma capace di veder chiare le cose e di trasmetterle così a suo modo.
Chi si avvicina a leggere le sue poesie, i suoi racconti, potrebbe riscontrar fascino e maraviglia nelle sue parole, ma scioccamente allontanarsene per incapacità di comprenderne ricchezza e significato.
Ma Elio è un poeta semplice, egli stesso ci rende possibile la comprensione attraverso le sempre “azzeccate metafore ”, cariche di significato e..  intrise di quotidiana realtà.
Ricercati i suoi termini ma altresì spontanei… egli scrive in ogni tempo e in ogni dove e non trascura nulla della vita curandone ogni dettaglio: la luna, il sole, l’amore, la musica e poi il vento, la pioggia e il pericolo…
I suoi occhi guardano con cuore e… raccontano con esasperata passione , ..  lo fa con fierezza, “ suo cotanto ardir” di chi è stato tante volte in silenzio ad osservare e ne ha dato il giusto senso... magia della vera poesia..
.“Come di quel vulcano, …direbbe lui,.. la cui attività era ferma da tempo.. ed improvvisamente eruttò …. Tedio e lucerna di quel cielo buio.. compagno dei  lucenti guizzi di fuoco!”
 

XII EDIZIONE PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE   - “JACQUES PRE’VERT 2006”

 

“Capita..!” “Solo .. nella notte” “Magico volo”

Lumi miei..

   

 

 

 
Capita a volte …
Svegliarsi e aver perso il filo,
poi ritrovarne un bandolo…
ritrovarsi soli
 mentre una brezza fredda
e suadente
oscura la nostra ilarità
o ne indebolisce
voce, emozioni e fantasie ………
Capita …...
Sentire ciò che gli altri
non immaginano,
respirare il nostro respiro
e sospirare il fiato
di chi
non si rammarica di noi …..
Capita a volte ……
Affannarsi in una lunga corsa
senza senso e meta
trascurando paesaggi campestri,
viandanti e addobbi diversi……
Capita …
E dimentichiamo “noi” ..
il senso del bello,
il bello del giusto e ..
il giusto amor
quantunque si lasci amare …
Spesso capita!
 
 

 

 

 

 

 
 
Piogge d’estate
 e burrasche silenti
tracciarono il mio percorso
quella sera ..
Il candido pianeta avea il cipiglio,
 e scoscese dirupi
ne angustiavano scenari
e ansimante poesia..
Presi così
a seguir  lo  strano volo
senza ricercar sentieri
e misure
 come l’eroico antenato
che ne avvide la fine sua ..
La deliziosa creatura
 dalle ali spiegate
svolazzava senza prender respiro
 e preferiva sfiorar i presenti
per non incappar  in velenosi deterrenti..
In modesto servir
 provai a porgere
un sano bocciuolo ricco
 e dalle certe tinture,
 ma ne seguiron coraggiosi presagi,
 voli impazziti
e deleterie impennate..
Forse a tal costume
 ne regalai meritata pace
 e articolato rivangare,
come quell’antenato
 ebbe a meritar dopo l’incauta corsa
 e la pregiudicata battaglia ..
Augurai mille di quei voli e ..
 medaglie al valore per le vincenti battaglie…
 e numerosi rifugi in quel tristo abdicar!
 

 

 
 
 
La pioggia lenta
 angustiava i miei languidi sensi,
l’orgoglio
 e la viltà delle tenebre
dettava ogni condizione
e ne istruiva ogni nobile nota …
 come l’incauto giocoliere
all’ironico musicante
biasima con fragore…
Quell’immagine screpolata  a me tanto cara
non sorrideva alle emozioni
e  ne recriminava dettagli e talento
nella palude delle  mie sprezzanti illustrazioni,
ieri tanto ricche…
oggi fluide come la grossolana opera incompiuta
di chi n’ebbe più nulla da dire…
Intirizzito dal freddo
osannavo l’indifferente suo ardore,…
e ne osservavo ogni movenza
 come volessi aspettare un presagio
o un inquieta evoluzione…
Indossava la notturna maschera
trascinandone cenci
 o canovacci gualciti,
segni di arrendevoli fumate,
 notti lunghe e solitarie..;
l’accomodante veste da camera
 ne raccontava
delle sue notti impavide
 e delle fughe dal fatale turbamento …,
Il suono del suo stesso arido strumento
 impazzava in quella quiete
e affogava ogni disegno e sagoma :           
esausto,
 l’organo prensile ne sorreggeva
 capo e fiato,
impegnato a sgualcir il tristo viso stanco…,
in una nube di pallida melanconia
 spuntava violaceo ed intorpidito
il suo fiuto prepotente …
a ricordar il suo trillo suadente,
il suo fare esuberante ..
e a ribadire la grandezza del suo amore..
e gli occhi così socchiusi
 parean patire dei suoi trascorsi,
 rigonfi come di lucciconi
tratteneano i dolori di già obliati…
Debuttava così, ..
 in tanto rassegnato abbandono,
il suo riso sincero e spontaneo,
 coinvolgente e fragoroso,
che deturpava i precedenti almanacchi
e seduceva la mia passione per il suo candore…
ciò che avevo perso e trascurato…!
Allora rimossi le mie assopite natiche
e con premura
 ed accorta cura
gli augurai una buona fuga dalle antiche angustie…
e i giovani dissapori! 
Buona notte…

 

Lumi miei..

 

 

Oh! Mio fiero talento!

Ho provato a dipinger il dolce frastuono dei miei pensieri, ..

ho provato a parlare dei colori stinti delle mie opere ..

Solo la luce del mio tiepido delirio

ne ha scoperto taluni di quegli ardui spigoli,

ne ha lumato le dolci fantasie

e costretto le mie decise convinzioni

a proiettare nei cieli felici di quel cantare

dubbi e speranze,

amore e passioni..

A dir bene

il tristo color di quei riflessi

mi riporta agli antichi esordi..

puri e lontani,

consapevoli e innocenti,

rassegnati ma ribelli… e poi..

Lui…

Carisma di quei giorni

Che portasti il mio fuoco

Ad arder la mia anima,

le mie sorgenti a placarlo

e quel nefasto inverno a batter l’arido ceppo

nella bottega del maestro cantore!

..e le urla solitarie, nel mentre,

con forza intonavano strazio ed angoscia,

e ornavano audaci arrembaggi

a piratesche imbarcazioni o

spregievole marmaglia..

già,.. vite già vissute

ed equestri battaglie,

orgoglio dei codardi

e onta per il modesto celebratore,

ma  nobile trofeo a quell’osare

per un’agognata vinta disputa!

 

 

 

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