Elio di Nunzio
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XII EDIZIONE PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE - “JACQUES PRE’VERT 2006”
“Capita..!” | “Solo .. nella notte” | “Magico volo” |
Capita a volte …
Svegliarsi e aver perso il filo,
poi ritrovarne un bandolo…
ritrovarsi soli
mentre una brezza fredda
e suadente
oscura la nostra ilarità
o ne indebolisce
voce, emozioni e fantasie ………
Capita …...
Sentire ciò che gli altri
non immaginano,
respirare il nostro respiro
e sospirare il fiato
di chi
non si rammarica di noi …..
Capita a volte ……
Affannarsi in una lunga corsa
senza senso e meta
trascurando paesaggi campestri,
viandanti e addobbi diversi……
Capita …
E dimentichiamo “noi” ..
il senso del bello,
il bello del giusto e ..
il giusto amor
quantunque si lasci amare …
Spesso capita!
Piogge d’estate
e burrasche silenti
tracciarono il mio percorso
quella sera ..
Il candido pianeta avea il cipiglio,
e scoscese dirupi
ne angustiavano scenari
e ansimante poesia..
Presi così
a seguir lo strano volo
senza ricercar sentieri
e misure
come l’eroico antenato
che ne avvide la fine sua ..
La deliziosa creatura
dalle ali spiegate
svolazzava senza prender respiro
e preferiva sfiorar i presenti
per non incappar in velenosi deterrenti..
In modesto servir
provai a porgere
un sano bocciuolo ricco
e dalle certe tinture,
ma ne seguiron coraggiosi presagi,
voli impazziti
e deleterie impennate..
Forse a tal costume
ne regalai meritata pace
e articolato rivangare,
come quell’antenato
ebbe a meritar dopo l’incauta corsa
e la pregiudicata battaglia ..
Augurai mille di quei voli e ..
medaglie al valore per le vincenti battaglie…
e numerosi rifugi in quel tristo abdicar!
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La pioggia lenta
angustiava i miei languidi sensi,
l’orgoglio
e la viltà delle tenebre
dettava ogni condizione
e ne istruiva ogni nobile nota …
come l’incauto giocoliere
all’ironico musicante
biasima con fragore…
Quell’immagine screpolata a me tanto cara
non sorrideva alle emozioni
e ne recriminava dettagli e talento
nella palude delle mie sprezzanti illustrazioni,
ieri tanto ricche…
oggi fluide come la grossolana opera incompiuta
di chi n’ebbe più nulla da dire…
Intirizzito dal freddo
osannavo l’indifferente suo ardore,…
e ne osservavo ogni movenza
come volessi aspettare un presagio
o un inquieta evoluzione…
Indossava la notturna maschera
trascinandone cenci
o canovacci gualciti,
segni di arrendevoli fumate,
notti lunghe e solitarie..;
l’accomodante veste da camera
ne raccontava
delle sue notti impavide
e delle fughe dal fatale turbamento …,
Il suono del suo stesso arido strumento
impazzava in quella quiete
e affogava ogni disegno e sagoma :
esausto,
l’organo prensile ne sorreggeva
capo e fiato,
impegnato a sgualcir il tristo viso stanco…,
in una nube di pallida melanconia
spuntava violaceo ed intorpidito
il suo fiuto prepotente …
a ricordar il suo trillo suadente,
il suo fare esuberante ..
e a ribadire la grandezza del suo amore..
e gli occhi così socchiusi
parean patire dei suoi trascorsi,
rigonfi come di lucciconi
tratteneano i dolori di già obliati…
Debuttava così, ..
in tanto rassegnato abbandono,
il suo riso sincero e spontaneo,
coinvolgente e fragoroso,
che deturpava i precedenti almanacchi
e seduceva la mia passione per il suo candore…
ciò che avevo perso e trascurato…!
Allora rimossi le mie assopite natiche
e con premura
ed accorta cura
gli augurai una buona fuga dalle antiche angustie…
e i giovani dissapori!
Buona notte…
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Oh! Mio fiero talento! Ho provato a dipinger il dolce frastuono dei miei pensieri, .. ho provato a parlare dei colori stinti delle mie opere .. Solo la luce del mio tiepido delirio ne ha scoperto taluni di quegli ardui spigoli, ne ha lumato le dolci fantasie e costretto le mie decise convinzioni a proiettare nei cieli felici di quel cantare dubbi e speranze, amore e passioni.. A dir bene il tristo color di quei riflessi mi riporta agli antichi esordi.. puri e lontani, consapevoli e innocenti, rassegnati ma ribelli… e poi.. Lui… Carisma di quei giorni Che portasti il mio fuoco Ad arder la mia anima, le mie sorgenti a placarlo e quel nefasto inverno a batter l’arido ceppo nella bottega del maestro cantore! ..e le urla solitarie, nel mentre, con forza intonavano strazio ed angoscia, e ornavano audaci arrembaggi a piratesche imbarcazioni o spregievole marmaglia.. già,.. vite già vissute ed equestri battaglie, orgoglio dei codardi e onta per il modesto celebratore, ma nobile trofeo a quell’osare per un’agognata vinta disputa!
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