Giuliano
Bartolozzi 1-2-3-4-5-6
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QUANDO. Quando tu sorridi io sorrido. Quando tu mi guardi io ti guardo. Quando mi senti io ti sento. Quando mi tocchi io tocco il cielo. Quando mi parli io ti ascolto. E ancora. Quando tu mi resisti io resisto. Quando tu vuoi io ti voglio. Quando tu vieni io vengo... ...e quando il tempo non passa mai è perché non ci sei. (Della serie "L'Antifona", Settembre 2004).
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PASSAGGIO/PAESAGGIO. Qui, i monti, neri e cupi, si rispecchiano muti su queste acque immote e grevi. La gente, plumbea, passa nei secoli su, per le stesse pietre ....e pietra resta!
Settembre 2004.
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TI CHIEDI DI ME ? MI CHIEDO DI ME ? COSA PENSI DI ME ? COSA PENSO DI ME ? CHE IDEA TI SEI FATTO DI ME ? CHE IDEA MI SON FATTO DI ME ? TI SEMBRO OK ? MI SEMBRO OK ? COSA HAI DA CRITICARMI ? COSA HO DA CRITICARMI ? MI TROVI DOTATO ? MI TROVO DOTATO ? MIEI PREGI E DIFETTI ? MIEI PREGI E DIFETTI ? CHE VALORI INCARNO ? CHE VALORI INCARNO ? MI PRENDI VERAMENTE IN MI PRENDO VERAMENTE CONSIDERAZIONE ? CONSIDERAZIONE ? MI TROVI MIGLIORE O PEGGIORE MI TROVI MIGLIORE O PEGGIORE DEGLI ALTRI ? DEGLI ALTRI ? CHI SONO PER TE ? CHI SONO ?
Maledetto Agosto. |
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Ancora solo l'anno scorso sognavo e poetavo su imprendibili prede, impalpabili corpi, eterei sentimenti. Fluttuavo tra volti confusi, corpi astratti, persone mitiche ed irraggiungibili. Mi perdevo in impossibili incontri, fatui amori, inafferrabili sensazioni. Tutto questo è finito, sepolto per sempre.... Ora ho te!..... (Estate 2004)
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GIU'. Dopo il lungo amore con Pandeia, tanto affanno per veedermi allo specchio della verita'.....
Dopo aver fatto il rabdomante per anni e anni con sete e fame di razionalita'.....
mi sono rannicchiato sulla nuda terra.
Detersomi il sudore del sublime, abbassato lo sguardo all'umile filo d'erba, ho scorto un grano di purezza e che i gioielli s'annidano nella polvere e nella cenere e che da li' risalgono al latte della vita e che i cuori battono dove la terra grida e trema e che la poesia scorre dove regna umilta' e sorriso.... ...ora mi è dura retrocedere!
GIULIANO BARTOLOZZI duesettembreduemilaquattro.
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Come questo vento di
fine aprile
Come il vento, l'aria. |
A cagare!
Vorrei vedermi qui seduto come mi vedrebbe un altro. Vorrei che costui,, pieno di saggezza, mi dicesse cosa vede di me. Vorrei che leggesse il mio cuore e quello del mio amore e mi desse certezze e mi indicasse la Strada. Vorrei che questa strada fosse quella che faccio, che e' quella che voglio seguire. Ma tanto, che vale! Io la seguo lo stesso. Il saggio, quello, che vada a cagare!
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DICIASSETTE MINUTI. Niente era pronto. Niente era pronto da cinque anni. Bisognava fare qualcosa. Qualcosa e Subito! Questo dice la mia Classe, ai quattro venti. Ma erano passati cinque anni gia'.... dall'Errore Fatale! Niente era stato fatto. Niente era pronto. Non si era sparecchiata la cucina che gia' un'altra cena, che non era l'ultima cena di certo, era stata consumata. Ma ora, CHI LAVAVA TUTTI QUEI PIATTI?
Non c'era entusiasmo. Ne' vero, sincero, AGGUERRITO amore! Continuavano sanguinosamente i voli e gli investimenti all'Estero. Chi Rubava non era unico. Sinceramente non so chi restava a guardare. IL CIELO URLAVA, TUTTA LA NATURA GRIDAVA, L'ACQUA, PIANGEVA. Chi realmente sbraitava era senza alcuna importanza. Sbraitavano tutti ma....dove erano?
Dove erano, se niente era pronto, niente era pronto da ben cinque anni! E bisognava fare qualcosa questo si sapeva. E qualcosa subito!.... come Atto d'Amore...... 28 febbraio 2004.
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SOGNO DEL TRE MARZO. Ho sognato una mia verita'. E' stata una rivelazione, ovviamente, perche' sapevo ma non ne avevo certezze. -------- Mi trovo in uno stato di beatitudine. Il dolore realmente sofferto mi ha purificato. Aspetto un Segno, ma..... Riflesso nello specchio della spiritualita' non vedo nessuno. Solo trasparenza, un cielo, la natura bella, neppure me stesso.... ------------ Dal sogno ho avuto la conferma.
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TERRA. Terra, felice ed infelice terra. Terra d'amore e di disprezzo. Terra conquistata, terra rubata. Terra del mio primo amore, mia terra natia. Terra ove tu riposi, misera terra. Terra di carnevali, lurida terra. Terra di guerra, terra di lussuria. Terra che germina, arida terra. Terra promessa, terra perduta. Terra coperta, terra inquinata. Terra che trema, terra inondata. Fresca terra, putrida terra, ma pur sempre terra, terra, terra, la mia terra.
Febbraio 2004.
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FILI D'ERBA. Fili d'erba. Siamo dei fili d'erba. Radicati alla terra da un piccolo niente. Basta un nulla per spezzarci e per vivere, solo aliti d'aria e gocce. Fili d'erba, non siamo che fili d'erba. Viviamo quel che viviamo e ci sentiamo unici, unici come voi. Solo che voi vi credete immortali, ahime' !. Fili d'erba, uno accanto all'altro, come fratelli. Noi siamo quelli che colorano la vita... Ma voi non sapete, voi non credete, voi non amate! ------------------------------------------------ |
MORTE DI UN BREVE AMORE. Dura quel che dura e il tutto si misura col niente cosi' le salite danno luogo a discese da fiato in gola. Dura quel che dura. Il sorriso si accende e si spegne come un diodo, ad intervalli irregolari, senza preavviso. Dura quel che dura. Sicuro oggi, domani svanito. Il tenue filo che lega un si ad un no attraversa un cielo variabile ed e' interminabile quanto il mondo. Si, dura quel che dura e quel che noi lo facciamo durare. Presto inevitabilmente tutto tace. L'ultimo rumore e' gia' lontano. Lontano, lontano ed irraggiungibile ormai. I passi procedono inesorabilmente in avanti e lasciano dietro solo polvere. Quando qualcosa finisce, si, gia' non fa rumore. Si stempera all'infinito fino a scomparire la', dove non arriva piu' il cuore. --------------------------------..................----------------------------------
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PETALO. Non integro fiore ma semplice parte di esso. Petalo unico, si, solo un petalo, un petalo solo che l'eretto stelo esibe. Io sono fiore essendo petalo e sono unico, lo so, e sono vivo..... Cio' e' quanto basta! ..............................................................................
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UNASEMPLICECANZONEANNISESSANTA.
Il cielo e’ grigio come il mio cuore. Neil Sedaka canta laterzaluna ed io sono qui. Io sono qui, solo píu’ che mai.
E’ che il mio amore e’ scomparso, “desaparecido”, tra la spazzatura di Caracas, forse sbattuto in una delle miriadi di casupole di cartapesta che ornano la citta’, forse anche peggio, chissa’... Forse anche peggio, chissa’!
E’ quasi sera ed io non ho pace. Dovrei essere felice, ringraziare la vita per i frutti che mi offre, ma invano. IO NON HO PACE.
Qualcosa di strano e’ accaduto, ecco perche’.
Come una terracotta in frantumi non so se riusciro’ a ricompormi se il mio amore non tornera’......
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OLMINA. Sono caduta ed eccomi qui distesa, irrigidita, finita,morta. Ho vissuto ed ho vissuto una vita degna come natura comanda (sic) senza chiedere troppo, dando cio' che potevo dare. Ho avuto il mio momento di fulgore. La giovinezza mi ha sorriso benevolmente, sono stata una figlia regolare, onesta. discreta, molto discreta. Mi sono lasciata baciare dal vento irrorare dalla pioggia. irradiare dal sole. Poi, e' venuto il declino, inesorabile. Cosi' e' bastato un temporale che io, semplice foglia, mi sono staccata dal grembo secolare. L'aria mi ha cullato un po'..... tanto perche' il mio distacco non mi apparisse brutale e poi, giunta sulla nuda ed estranea terra, ho capito, ho capito che non c'era piu' nulla da fare e, fra poco, non potro' piu' parlare........ ...............-------------------------------.................... |
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Stanotte ti ho dedicato una poesia. L'ho composta poco a poco. Perla dopo perla, ho stipato il filo della tua collana. Mi mancava solo il fermaglio: scriverla. Ma era cosi' bella nella mia mente che mi sono addormentato cullandomi al suo pensiero e stamane non c'e' verso che la possa rifare. Spero cara Ivana che ti accontenterai di questo semplice bouquet di margherite bianche...
Giuliano.
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Cade la pioggia sul mondo. Volti apatici irrigiditi dall'indifferenza, sorrisi raggelati dall'insoddisfazione.
Cade la pioggia sui colori vitali. Tutto si macchia di un grigio sporco vano e' dare blu al blu.
Cada la pioggia sui sentimenti. Le torri d'amore si sbriciolano ingoiate prima ancora di crescere.
Cade la pioggia sui pensieri. Ci si sveglia al mattino senza un inizio ne' una fine.
Sera. La pioggia che cade e' sangue ma non e' rossa ne' macchia cosi' ci lascia dormire.
Cade lentamente la pioggia della vita. Cancella inesorabilmente le orme del nostro passaggio, peggiore della lava che invece copre. Annulla senza pieta' le prove che stiamo esistendo.
Si, cade la pioggia dove mai era caduta. Non c'e' piu' speranza. Non c'e' piu' SPERANZA!.
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di una bottiglia di vetro trasparente non e' come l'acqua, che riposa sempre su di un fondo fisso.
Tu ti vedi, distorto in mille luci e con te vedi il mondo, quello che ti circonda beninteso.
Questa duplice visione che e' pur sempre realta' fittizia e' creata in virtu' del vuoto che la forma crea, null'altro, e dalla luce che l'alimenta.
Il vuoto, enigmatica essenza del nostro vivere effimero e inconcludente.
Una ricerca continua di colmare lacune d'aria in cui di tanto in tanto scintillano dei veri istanti di vita.
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Nel mio yacht da sogno solco mari inquinati a volte trancio subacquei galleggiano macchie di petrolio e aleggia odore di fogna
Nel mio chalet in montagna adagiato nei conforts offerti dalla modernita' insistente respiro aria radioattiva. Su di me la cappa di raggi ultravioletti getta luce accecante.
Ora son qui sotto gli spots di un niglt. Mescolo Extasy e wiskhey in dosi variabili. Fuori mi aspetta l'ultima notte in un'auto veloce alle tre del mattino.
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Il vantaggio di un email nei messaggi d'amore rispetto ad una lettera ormai obsoleta e' che non esiste la carta su cui possano cadere le lacrime....
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Sono anni che in quest'angolo di paradiso, in questa semi-sconosciuta spiaggia di Eze-sur-mer, inverno ed estate, Pierre passa ore dedicandosi alla sua passione: smuovere piccole e medie pietre dal latto marino per adagiarle con cura sulla riva. Grazie a lui questo bacino e' ormai una laguna. I piedi possono adagiarsi sul fondo senza tagliarsi e percorrendo sentieri tra scogli, da lui tracciati, i visitatori raggiungere il largo e beatemente tornare. Nella trasparenza di queste acque vedi a occhio nudo pesci di ogni tipo, fresche alghe, ricci e vongole. Qui puoi veramente scordare. Il tempo si e' fermato ed i bagnanti nudi e tranquilli desiderano solo riposare. Pierre e' munito di semplici attrezzi da lui creati: un'asta di ferro per far leva, una paletta forata per raccogliere le meduse.... e grandi mani nude, generose, ferite, sempre pronte a fare. In cambio non chiede nulla; solo un saluto e un sorriso da chi lo sta a guardare. Arriva alle dieci, alle tredici mangia e alle diciassette scompare. Il giorno che non viene gli habitues si allarmano, qualcosa qui viene a mancare ed il posto non e' piu' uguale.
Quest'uomo chiamato Pierre ma da tutti sconosciuto e' acqua, e' terra, e' cielo. e' sale.
Nizza, giugno 2003.
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Sfrecciando veloce nella strada di rinnovata giovinezza le due case rosse appaiono... ascoltando Avitabile, spesso.
Piu' che cemento e colore sono un sentimento per me e una speranza di una promessa ardente.
L'emozione repentina e irrefrenabile sviluppa sul mio volto fattosi di cera una silenziosa lacrima subito cancellata dal vento del finestrino aperto, per fortuna!
Oh case rotte fatte carne sorgenti di luce senza tempo alimentata dal desiderio che rigenera. Ipotetiche realta' avverabili solo con te....
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Ogni qualvolta penso al mio passato compongo un puzzle sempre diverso. Non saprei dire se migliore o peggiore. Sono certo pero' che col tempo alcune sue parti si sbiadiscono altre si ravvivano con nuove esperienze. Ogni pezzo che va ad arricchire il quadro non e' solamente materia e realta' ma anche immaginazione. Per questo posso asserire che ogni qualvolta penso al mio passato compio l'atto unico ed irrepetibile della creazione.
Nizza, giovedi' 10 luglio 2003 ore 7.30.
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Dedicata.
Sto tendendo lentamente nel firmamento, a tua insaputa, una fittissima rete intessuta del mio sentimento per te, ove raccogliere tutti i frammenti,visibili ed invisibili, del tuo cuore ramingo. Col tempo, mi prometto di ricomportelo, giungendone amorevolmente i pezzi coi miei baci, al fine di offrirtelo sul piatto fatto della mia carne fremente, in segno della ferita che mi hai aperto e che mi consuma. Un week-end di paura.
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Le anime ferite d'amore son come spasmi di dolore. Sono terribili. Non danno tregua.
Vagano inquiete tra noi finche' incontrano pace e li' si spengono nel silenzio.
Si, le anime ferite d'amore cercano e trovano e cosi' si sfogano.
Gli uomini, indaffarati ad odiarsi, non se ne accorgono.
(Venerdi').
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Se guardate alla finestra vedrete volare felice un avvoltoio con brandelli del mio cuore nel becco.
Io sono vivo ma ormai senza amore.
Mi hanno squarciato il torace, estirpato l'organo pulsante che, grondante di sangue, hanno scagliato con violenza in alto nel cielo caldo ed accecante di questa torrida estate.
Io vago errando per spiaggie e citta' come il vecchio Edipo di Sofocle. Senza piu' un volto da sognare. Senza piu' un nome da poter invocare.
Nizza, 16 luglio 2003.
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Sono in biblioteca ed apro un libro. Vedo il cielo e, curioso, ci passo le dita. I miei polpastrelli percorrono, sognando, quel cielo. In un tratto azzurro intenso, con mio gran stupore, le mia dita ci si affondano, vi penetrano... Che bello! Dopo le dita é la volta del braccio, della testa, del corpo intero! Ora sono tutto nel cielo azzurro, nell'aria densa e pura. Vago da qualche parte spinto dal vento. Io mi lascio andare dolcemente e dimentico, dimentico tutto... Sono forse Aria? o Azzurro? o Uccello ad ali spiegate? o Spirito? Nella mia culla eterea vago, vago sempre piu' in alto, sempre piu' in alto. Lassu', lassu' !
Passa qualcuno, vede il libro aperto, lo chiude!
Che bello! Ora non potro' piu' tornare! Mi hanno chiuso la porta ed io restero' fuori, per sempre, nel Cielo......
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Io, coi miei anni, alla finestra, guardo il balcone di fronte.
La donna che ha appena finito di stendere è mia madre che non c'è piu'. Dentro casa c'è un bimbo che sono io che sta a giocare tutto solo. D'improvviso io bimbo sento delle voci provenienti dal cortile. Mi affaccio e vedo mia sorella che gioca coi suoi amici io la chiamo ma lei sembra che non mi senta. Troppo piccolo per farmi notare.
Ritorno a costruire il castello di cartone ed mondo tutto mio. Su di una mensola c'è una foto, sono io a 20 anni militare, accanto a quella di mio padre. Io non le posso vedere perché risalgono a molti anni dopo.
Tutto ad un tratto smetto di giocare. Attratto da non so che vado al balcone. Mi vedo di fronte ora, coi miei anni. Mi chiedo chi sara' quel signore che mi sta fissamente osservando....
Io oramai sono il signore di fronte, non posso piu' scappare...almeno per oggi!
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Si puo' fare qualcosa? Qualcosa di diverso dico? E' permesso fare qualcosa di diverso? Lo faccio per me stesso, va beh, ma non basta... Gli altri? Si puo' fare questo qualcosa anche per gli altri? In che misura gli altri accettano questo mio qualcosa? Ci sara' qualcuno, no? Si puo' fare qualcosa anche per qualcun altro, no? Ci sara' qualcuno che possa vedere, che accetti di vedere, che sia curioso di vedere, questa cosa? Arrivera' in tempo questo qualcuno prima che la cosa sia morta? Gia' perche' si fa qualcosa per qualcuno perche' la veda mentre la cosa è viva, non dopo! Anche mentre chi la fa è vivo, non dopo!. Mi spiego? Allora io la cosa, questa cosa un po' diversa , che ho gia' cominciato la porto a termine. Ci sia qualcuno o no. O la va o la spacca! ...................................... Beh ora l'ho fatta, eccola qui!
Si, è quasi conclusa, mancano solo tre righe... Ora non posso piu' tornare indietro. Che piaccia o no l'ho fatta. Fatta. Stop!.
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Dove vivo. Vivo dove, se intravedo da lontano un prato con una striscia rossa attorno che all'avvicinarmi si rivela non, amico, un campo di papaveri, ma una recinzione in plastica.... rossa, naturalmente ed il campo una sterpaglia.
(Ricordi Bresciani). |
Oh poesia e poesia, Insanabile mio delirio!
Oh poesia e amore, Mio irragiungibile zenith!
Oh poesia e cuore, Mio eterno cedere ed offrirmi!
Oh poesia e mente, Mia illogica macchina!
Oh povero povero me, Che non mi resta che vivere!....
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Ti amo, ti odio, Ti odio, ti amo.
Ti amo e ti odio, Ti odio e ti amo.
Ti amo e ti amo, Ti odio e ti amo.
Questo è tutto...
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Il treno Vorrei essere un treno, Senza fermate ne' destino, E quel nulla verso cui andare sia un po' speciale, anzi, divino!....
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lallalalla. ...che nell'acqua torna goccia ...come la tua pelle bianca ...favola trasparente dolce ...eterna chiama bella ...dolce il vederti scivola.
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Mia canzone d'amore.
Baciamoci e arrotoliamoci allacciati nel letto che è il nostro prato. Non ci saranno ostacoli. Ci accompagneranno colori, profumi, visioni e la terra ci apparira' una morbida carezza.
Sara' caleidoscopio per i nostri occhi e battito forte per i nostri due cuori avidi. Scivoleremo nel vortice dei sensi rigenerati, dimentichi di ogni cosa, dimentichi di vivere .
Il nostro tempo non avra' sostantivi Il nostro spazio numeri. Baciamoci e diverremo invulnerabili, senza colpe, perfetti. ....ANCHE SE FOSSE PER UN SOLO ATTIMO.....
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Non ci sara' piu' quel verde, odore di fichi di cachi di alloro di conigli di cani di gatti. Non ci sara' piu' quel vento, odore di pane fresco salame gorgonzola ulive uva. Non ci sara' piu' quel momento, fatto di visi familiari di voci di sorrisi di sguardi. Tutto questo non ci sara' piu'.
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Tempo. Scorre sempre uguale per quelli di prima, di adesso, di poi. Non ha senso se non quello che gli diamo. Noi di qui, noi di la', noi di altrove.
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Anni '70. Piccoli moti di ribellione non fanno una terra pulita. Ben presto torna l'ortica.... ed un caffe' a colazione.....
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Per.
Per moltiplica da' uno, da' tre: P per pi E per quel che è R per erre che non c'è. Ma se per per posso aver tanto, per con piu' ancor di piu' . Per dandomi piu' mi da' piu' tre. P per la solita p, i e u, per quel che sono...
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E' da fare Si puo' e si deve fare molto valido e interessante devi farlo perche' lasciar perdere?
E' da fare non c'è niente da fare è da fare non puoi rifiutarti se sai e puoi farlo lo devi fare!
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