Confesso | I_buchi_della_rete | Ode_ad_un_amico |
Dallo specchio vien riflessa la figura che conosco, i miei anni ho nelle ossa m`ancor vita non tradisco e mentre aspetto il triste evento, mi prostro, genuflesso, dei peccati chiedo scusa, in verita`, confesso.
Per mia madre, quanto amore, il suo dolor non mi da` pace, la famiglia, la mia forza, dentro al buio l`unica luce. Ho vissuto nel piacere, per il gusto dei momenti, ma un uomo senza fede e` solo un mendicante, un viandante solitario che pezzente o benestante, vive come l`ombra che si aggira fra la gente.
Oggi pago le mie scelte, le mie colpe da incosciente, le strapago mille volte vita da`, poi si riprende, e` una legge che la natura ad ogni uomo riconosce, quando si vive all`avventura tutto appare, poi svanisce.
Qua s`arresta il mio compiuto, la mia vita e` tutta qua, un corpo detenuto e un cervello in liberta`, un vigliacco coraggioso, criminale un poco asceta, un vecchio Peter Pan, menestrello e mai poeta.
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La sbarra grigia al mur affissa, d`acre odor l`aria dipinge, tempo mogio in ozio passo e il rancor, all`alba sorge. Mangio rabbia ad ogni pasto, il mio sonno e` senza oblio, nelle notti sono desto e in silenzio, prego Dio. Dentro i buchi della rete, la mia posta, la poesia, cieli opachi frasi tristi e scorre mesta, vita mia..
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Il rimpianto m`attanaglia, or coscienza me lo impone, la memoria si risveglia sull amico senza nome, alla penna lo consegno, al ricordo permanente, perche` viva dentro un foglio chi aveva tutto e ora e` il niente.
Un ragazzo come tanti poco meno di ventenni che cammina come un zombie, nel Viet-Nam dei nostri tempi, fra i quartieri di Milano costruiti sempre uguali da politici corrotti e architetti criminali, immortalato sulle altari di chi il pensiero vuol guidare, con gli spot pubblicitari del piu` bello e del danaro. Ma la sua mente non si guida, non e` una macchina di serie, e combatte con la droga costruendo su macerie.
Dentro un parco comunale ora buca la sua vena, e con un viaggio artificiale va a iniziar l`ultima cena.
Con accanto una siringa giace il corpo martoriato e par che morte ricomponga\ cio` che vita ha consumato.
Sulla lapide hanno scritto Una frase solamente: “Chi era morto anche in vita ora e` morto veramente” e sua madre inginocchiata
innanzi al crocefisso
prega: ti ha lasciato, cara droga”
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