Manuel Sossi

 

Ti amo Incoscienza ES CRESCITA VITA DI CHI FABBRICA UTOPIE E’ questo vento

 

 

 

VITA DI CHI FABBRICA UTOPIE

 

E svaniscono col giorno

i sogni della notte,

levatrice di calde emozioni

miste a fragili realtà.

 

Terribili tentativi di plasmare

l’indescrivibile vissuto

s’infrangono sulle rocce ripide

di un viscido mare.

 

Quante risa e quanti strepiti

ancora dovrò scorgere sul mio volto

che legge parole strabiche

su fradici fogli?

 

Quanti litri d’indelebile

inchiostro strazieranno ancora

la mia testa stimolata

dall’infinito pathos?

 

Sguardi melanconici

non meritano gli occhi

di chi vive per

un nostro sorriso.

 

Ecco la vita d’artista:

limpida e chiara

come il fondo del mare

in un giorno di sole.

 

05.07.02

 

 

 

 

 

 

E’ questo vento, che sa di autunnali ripartenze,

a colpirmi col profumo del tuo ardore giovanile

mentre flebili suoni di anime lontane s’intrecciano sull’arenile

di questa vita battuta senza sosta da malinconiche cadenze.

 

In lontananza ascolti il canto di un gabbiano,

rigido nel suo fluttuante volo che irride la tempesta

e fende l’aria come il vago sentor del nostro talamo

che tuona nel cuore e rimbomba, mai domo, nella testa.

 

Si lascia ammirare, il tramonto che scruta la vacuità

di quelle trite parole che giacciono al fondo

come un fremito che non traspare in un sogno di libertà

e non può esprimere, in cattività, il sentimento profondo.

 

E’ Amore che, come un’isola ardua da raggiungere,

nasconde il suo Essere più vissuto e, senza tentennare,

esplode nell’animo come una stella che non può reprimere

il suo ardore e la sua celestiale voglia di volare.

 

Come altre che ci han visti lontani, anche questa notte passerà,

angelo mio, e non basterà un incubo per smemorarmi del tuo cuore,

e un nuovo giorno, con la sua cantilena, all’alba nascerà,

irradiando di profumi e colori il nostro amore.

 

 

 

ES

 

Onda

che induce il mio vascello

ad un eterno naufragar

nel tuo oceano d’irrefrenabile

splendore

 

Brezza

che d’impeto fa volare

questa chiglia sulle acque

di quieti pelagi, con il tuo

ardore

 

Riva

che accoglie la mia prua

dopo procellosi giorni

di lenta stasi, mi accetti col tuo

amore

 

11.03.02

 

 

 

 

 

 

 

CRESCITA

 

Giacere

come una slavina su un monte

attendendo il momento dell’eterno respiro

 

Tramare

nell’ordito di lenti crepuscoli

il ricamo dell’ineluttabile destino

 

Mirare

nel cadenzato scorrere dei giorni

la vivente agonia di una creatura

 

Saltare

come incalzato da febbrili spasmi

su sponde vicine di distanti ruscelli

 

Grondare

come una pianta sorpresa da un temporale

sperando che il futuro non sia l’esizio

 

Infiniti che riflettono

le espressioni di chi non si arrende

a esistere.

 

20.04.02

 

 

 

 

 

 

Ti amo e invano l’orizzonte cerca di occultarti.

Ti amo in mezzo a questo gelo.

 

I miei baci volano col vento

e corrono su strade che non portano a destinazione.

Mi vedo già dimenticato come queste frante bottiglie

e tutto è più triste quando giunge la sera.

 

La mia vita affamata inutilmente si stanca

ed amo quel che non ho. Tu sei così distante.

 

La mia noia passa attraverso lenti crepuscoli

ma risuona la notte e la luna proietta i miei sogni:

le stelle più grandi mi osservano con i tuoi occhi

e riecheggia nell’aria il tuo nome.

 

Ho ascoltato il veliero spinto dal vento:

nel suo dolce andare palpitava il mio amore

ed ho baciato una ad una le stelle.

 

Poi è caduta l’illusione di ogni giorno

e tu giungi come rugiada sulle corolle.

Scavi il mio orizzonte con la tua assenza

e mi sento eternamente in fuga, come l’onda.

 

08.12.2000

 

 

 

   

         

 

>Incoscienza (In memoria di Oscar Wilde)

 

Pubblico ingrato e folla ignorante

nulla vi chiedo, solo un prezioso istante

in cui fermar le vostre esistenze

e chiedervi: perché amate le bigotte astinenze?

 

Il Genio è solo nell’atroce malattia

e nulla vi dona, solo dolce follia;

Egli vi allieta, vi turba e vi uccide

elogia e vanta ma in realtà v’irride.

 

Vanesio, scontroso e chiacchierato

il suo umore è di certo poco amato;

non ascoltatelo: vi offende!

Lo fa con garbo, sicuro, ma è insolente!

 

Amico di tutti e compagno di nessuno

sempre lo vedrete dialogar con qualcuno

che gli rammenta, oh tapino, inavvertitamente

la sua solitudine in mezzo a tanta gente.

 

E solitario vaga nel suo Eden personale

ch’a niuno è concesso pur solo immaginare;

è in alto, è vero, ed è sereno

ma mai assaporar potrà il divino nettare terreno.

 

Only the extraordinary survives…

 

22.02.2001

 

 

 

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