Vuote le ombre sul piano orizzontale, tutto s’affanna e declina, come magma che accorpa forme. In memoria di…. Un pensiero, assorto in lucide colonne d’argento, un sogno di notte che ulula il suo richiamo alla luna. Se potessi, volgerei lo sguardo al palmo delle mani e ne trarrei fuoco che tange la curiosità degli occhi. In memoria di… un grido, deciso e robusto nel silenzio tombale, abbarbicato alle tante venature lignee di un ciliegio. Se potessi, estrarrei corpi dal luogo del non ritorno e danzerei con loro, all’alba di un mattino d’inverno. In memoria di… quel pianto che mi rende ancora vivo, unico nutrimento che s’offre al mio cuore come pasto frugale. Se potessi imboccherei tutti i cuori del mondo, senza stancarli mai del mio sostegno. In memoria di… ciò che eravamo, di melmosa consistenza, asciugati sotto un giovane sole ed infine solidi ma infinitamente deboli, come granito di alabastri; in ossequiosa decenza, ritti su due piedi, pronti a sorreggere tegole intarsiate della nostra esistenza, conoscenza, indolenza. Se potessi, sarei goccia che espande il mare o sasso che declina a valle; sarei alito che s’aggrappa alla bufera o vento che riempie un bicchiere. In memoria di… me stesso, acne della terra e spazio tra le dita. Se potessi, spurgherei il covo di un vulcano, traendone linfa per un oste. Ora, servi ai viandanti il succo della mia memoria, e guarda,……. la loro strada ora è meno nera di notte.
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Nel centro del petto di un’anima nuova….io… mi formai, ed uscito da quel corpo bambino che mi custodiva dentro se, proteggendomi da una dissipazione lontana da venire, estrassi lentamente le mie ali conserte e volai, laddove il suolo diventa macchia di colore grigio. Volai nell’unico luogo che cercavo……..forse per istinto, forse per fuga……o forse….solo per cercare miei simili. Coinvolto da una forza irreale ed allungato di forma, percorsi il cielo sopra la città, osservando di fianco la mia coda vibrante ……non sapevo il luogo da trovare ne il tempo che mi era dato; non sapevo nemmeno di che materia ero fatto; esisteva solo una certezza in me, un clangore che risuonava forte nella mia testa affilata e che mi diceva “ VAI SOFFIO…..HAI IL DONO, HAI LA LEGGEREZZA, HAI IL VOLO…..E SOPRATTUTTO HAI LA LIBERTA’…….NON PERDERLA”. Accelerai sempre più il mio passo, innalzandomi al di là degli uomini, fino a quando trovai dinanzi a me un enorme boccolo bianco che danzava nell’aria. Frenai bruscamente di fronte a lui e gli chiesi “ CHI SEI BOCCOLO NELL’ARIA CHE TI PARI DINANZI A ME FRENANDO LA MIA CORSA ? “ . Il boccolo girò lentamente il suo sguardo verso me e gonfiando le sue guance fino quasi a farle esplodere mi rispose “ CHI SONO IO ? …..SOLO UNA PICCOLA NUVOLA CHE VIAGGIA DA SECOLI…….MA NON E’ QUESTO CHE TI DEVI CHIEDERE PICCOLO SOFFIO….QUELLO CHE DEVI CHIEDERTI E’ ……..DOVE NON SONO…….” “E DOVE NON SEI MIA NUVOLA COMPAGNA DI PERCORSO ? “ chiese soffio, incuriosito da quelle parole. “ NON SONO NELLE MANI CHE STRINGONO…..NON SONO NEI BARATTOLI CHE CHIUDONO……NON SONO NELLE GABBIE CHE POSSEGGONO….NON SONO NELLE MENTI CHE OSCURANO ……..MA QUESTO ANCORA NON TI PUO’ BASTARE MI PICCOLO SOFFIO…..ORA VA, OLTREPASSA LA MIA FORMA E DIRIGITI NEL LUOGO CHE TI CHIAMA, POICHE’ IL TEMPO NON HA TEMPO ….E TU…….. HAI IL DIRITTO DI CERCARE “ Ascoltai le sue parole che odoravano di sapienza e la lasciai dietro di me, vedendo le sue gonfie guance riassorbirsi lentamente. Il mio viaggio si fece di nuovo vibrante, fino a quando sentii appesantirmi la coda da una goccia d’acqua che si sedette sopra di me, rallentando il mio percorso. “ CHI SEI, PICCOLA GOCCIA D’ACQUA NELL’ARIA CHE OSI SEDERTI SOPRA DI ME, FRENANDO LA MIA CORSA ? “. La goccia mi guardò placida negli occhi, carezzò la mia coda e disse: “ CHI SONO IO ?…….. SOLO UNA MINUSCOLA GOCCIA DI PIOGGIA CHE HA ESTINTO IL SUO SENSO CADENDO SOPRA DI TE ……..MA NON E’ QUESTO CHE TI DEVI CHIEDERE PICCOLO SOFFIO…….QUELLO CHE DEVI CHIEDERTI E’….DOVE NON SONO ”. “ E DOVE NON SEI GOCCIA DI PIOGGIA CHE SAI DI PERIRE SOPRA DI ME ? chiese soffio, incuriosito da quelle parole. “ NON SONO TRA GLI SCHIAVI COLORI DI UN PENNELLO………NON SONO NELLA LUCE MORENTE DI UNA FIAMMA……NON SONO NEGLI OCCHI DEGLI UOMINI CHE TROPPO SPESSO MI HANNO DIMENTICATA…..MA QUESTO ANCORA NON TI PUO’ BASTARE MIO PICCOLO SOFFIO……ORA VA, IO MI SCIOGLIERO’ SOPRA DI TE E TI RIDARO’ IL FULMINE CHE SCOPPIA NEL TUO CUORE……POICHE’ IL TEMPO NON HA TEMPO….E TU……HAI IL DIRITTO DI SAPERE ” Finite queste parole si dissolse nell’aria abbandonandomi di nuovo al mio sospeso volo. Volai per secoli dopo di allora, sorvolando mari in tempesta, città di pelle, edificate con petali di caimani, fiorite nella xerosfera e custodite da soldati di sabbia , campanili di borghi antichi abitati da uccelli forgiati nella pietra, lune doppie che si specchiavano nella notte gelida in laghi inaccessibili di regioni mute della Siberia. Fui compagno di Ippocampi alati che raccontavano in esedre azteche, battaglie astrali tra i leggendari imperi di Azimut e di zenit; nel paese di Pogrom vidi eleggere re l’imberbe Sator, la cui fronte fu battezzata nel sangue di vittime senza colpa………….. Carezzando i cieli di Roma….trovai nella notte un uomo dalle mani di luce, seduto su di una stella ……. Scoprii in seguito che era un artigiano dell’aria, il cui lavoro consisteva nel raccogliere i sogni degli spiriti e modellare gli astri a loro piacimento….. dinanzi a me vidi la mutazione di una supernova in un piccolo pianeta a cui diede il mio nome …“ SOFFIO”….onorando il mio passaggio. Volai, volai….e ancora…volai…..fino a quando capii che l’energia che fino ad allora mia aveva guidato, stava morendo….ed io con lei…… Sola allora, stanco e sfinito dal mio viaggio, capii le parole dei miei compagni dell’aria. Capii il coraggio di essere solo una voce, solo un suono; compresi che l’importanza del tutto, non era racchiusa nella sua forma, ne nel suo colore ma solo nella capacità di essere i messaggeri di un testo non scritto, di un simbolo, della voglia di essere piccolo frammento di libertà. Compresi solo allora le parole di quell’artigiano dell’aria che salutandomi mi disse: “ L’UTILITA’ DI QUESTO SPRECO MI RISULTA DIFFICILE DA COMPRENDERE… SENTO ANCH’IO DI ESSERE IN VIAGGIO MA NON HO META, NON HO OMBRA……. IMPLODO IN GABBIE DI ACCIAIO E MARMO….MA LORO NON SANNO DI ME…… HO ALI PER NON VOLARE……OCCHI AVIDI PER RIMANERE AL BUIO…..HO PIEDI SVELTI, LEGATI DA CORDE INVISIBILI…. NON E’ L’INGIUSTIZIA IL MIO NEMICO NE IL PIANTO E LE SUE ABITUDINI…. COME UN DISEGNO INCOMPLETO, ATTENDO CON ANSIA DI RIMIRARMI IN UNO SPECCHIO…PER GIUDICARMI, PER CRITICARMI… O FORSE SOLO PER SAPERE DI CHE MATERIA SONO FATTO….. IN ATTESA DI NUOVA LUCE, STRINGO LA MIA COMPLICITA’ CON IL BUIO……. ED ESSO E’ PER ME COME UN SOLE INVERSO…. E L’INFINITO CHE LO VEDE SPENTO, IL SUO GIACIGLIO……. DALL’ALTO DELLE MIE STELLE, CONOBBI LEONIDA DI SPARTA CHE AFFIDO’ IL SUO DESTINO AD UNA LAMA E NE RIMASE TRAFITTO… MA DI QUEL CORAGGIO, LA MORTE NON POTE’ USURPARNE DIRITTO…… VOLA ANCORA SOFFIO….. NON SARAI MAI SOLO SE AVRAI CON TE LA COMPLICITA’ DEL VENTO….NESSUNO E’ PIU’ SOLO DI CHI SI ACCONTENTA SOLO DELLA SUA IMMAGINE RIFLESSA”.
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Fu
nel ciclo interminabile delle rinascite che questa storia ebbe inizio e
da allora…..non ha ancora avuto fine;
C’incontrammo per la prima volta
sotto la stessa forma, lei donna, io uomo, non sapendo che quello era
forse l’unico ciclo di esistenza che
ci avrebbe unito in un'unica specie. La nostra vita fu lunga per
una sola metà; io arrivai, sopravvivendo, sino al tempo della senilità
che uccide ed annienta ad ogni risveglio; lei decise di non fare parte
del gioco, rimanendo giovane ed immortale nella mia mente. Si ammalò
presto e con classe e noncuranza per la morte che la indicava, se ne andò,
lasciandomi il suo sorriso e le sue gonfie lacrime che ancora oggi porto con me, nascoste a volte
sotto il mio pelo, a volte sepolte accanto ad una radice, a volte celate
in una profonda grotta di un oceano. In uno dei miei dolenti risvegli,
capii che il mio tempo era giunto; mi alzai da quel letto che da anni mi
spaccava le ossa ed attirato dalla luce di un fresco mattino
d’autunno, spalancai le finestre della mia prigione; osservai il cielo
per l’ultima volta con questi occhi umani; era bello come sempre,
l’immagine di un arcobaleno antico guidò i miei sospiri; una rondine
avvolta nel suo mantello di fine seta volteggiava nell’aria,
disegnando con il suo sinuoso volo messaggi che ancora non potevo
capire, in quanto uomo. La rondine si accorse di me, vecchia esistenza
di una specie pronta al trapasso; vorticosamente accarezzò
l’arcobaleno che meglio di me conosceva, cabrò minacciosamente il suo
passo nel cielo, planando docilmente accanto alla mia rugosa mano, che
stanca rifletteva il mio destino. Nello stesso istante in cui i nostri
occhi s’incontrarono, capii che il ciclo delle rinascite stava per
invadermi; la rondine spiccò un piccolo volo, fermandosi, con la
dolcezza che offre una piuma nel suo
morbido scivolare, sulla mia spalla destra ; si
avvicinò leggiadra alle aride dune desertiche che dominavano il
mio provato volto, ed in un preciso istante, avviluppato da un vento che
cantava lo stesso Fado da anni, mi baciò………………………. E
dal sibilo di folate intrusive, ascoltai una voce che non avevo
dimenticato e che questo mi disse “ UN VOLO ED UN PASSO, IL TUO INIZIO
E LA MIA FINE, LA TUA FINE ED IL MIO INIZIO………BUONA
VITA……..QUALUNQUE COSA TU SIA”. Morii in quella mattina d’autunno e
da lì cominciò il mio viaggio. Solo
Chi è stato nel ciclo delle rinascite un essere umano, ha il triste
destino di acquisire dal trapasso
le reminiscenze della sua precedente vita; forse per un dono, forse per
un’antica dannazione dell’anima…… fu così che attraversando
vorticosi tunnel di arcobaleni ellittici, mi ritrovai accarezzato
dalla lingua ruvida e cresposa di mia madre………… accorgendomi di
essere un gatto…….. si un gatto di pelo rosso, consapevole della sua
provenienza umana. Il cielo era la mia meta; fluttuante
nella mia nuova agilità cercai per ogni dove la rondine avvolta nella
seta; la cercai cavalcando tetti e colline, alberi e monumenti……..ma
non la trovai; passai una esistenza dominata dalla
ricerca, lontano dai miei simili, sbiadito nel mio rosso pelo, scarno e
malnutrito, accecato da una speranza che alla fine divenne reale e non
più sogno. Il cielo era grigio perla quando la
rividi; scese una pioggia che dapprima immaginai in onomatopeiche
visioni…….. era forse un presagio, un indizio per le mie
ricerche…..ed alla fine, quando la contaminazione dell’acqua mista
alla terra aveva saturato ancora una volta lo scopo di quel millenario
incontro………finalmente il suo volo balenò nel grigio che tutto
avvolgeva. Era lei………. La rondine dai dolci
sussurri, la stessa piuma
che planò sulle mie stanche spalle investagliate; scese a terra con la
fatica del suo viaggio…….. il tempo
le aveva donato il peso del suo aspetto ………… Ci guardammo di nuovo, come la prima
volta, ora era lei che aspettava di rivivere; aveva percorso
interminabili distanze, maneggiando dall’alto del suo rifugio, tutte
le nostre presunte verità, raccogliendo sotto le sue ali milioni di
visi, abbracci di innamorati e solitudini di scrittori…… Mentre moriva con il riflesso della
mia immagine negli occhi, mi avvicinai a lei ……annusando quella
donna rondine che mi stava di nuovo abbandonando per un ennesima
rinascita……………..……baciai il suo capo rivolto debolmente in
basso e dominato da un calore che finalmente riassaporavo, le sussurrai
la mia nuova attesa " “ TU ERI VOLO ED IO ERO PASSO; TORNERAI
PASSO ED IO AMERO’ IL MIO VOLO; HO ATTESO UN’ALTRA RINASCITA SOLO
PER QUESTO MOMENTO, ANCHE SOLO PER VEDERTI MORIRE; DONATI AL TUO VIAGGIO
MIO AMORE, ALLA TUA ENNESIMA NATURA; QUANDO MI RIVEDRAI SAPRO’ DA
SUBITO CHI SEI POICHE’ E’ NEI NOSTRI OCCHI CHE SI CELA
L’INCONFONDIBILE ………. BUONA
VITA………..QUALUNQUE COSA TU SIA”. Morì tra le mie lacrime, chiudendo
delicatamente le sue ali. Il tunnel degli arcobaleni ellittici la stava
di nuovo trascinando, potevo quasi sentirlo scorrere nel mio
sangue………… dove sarebbe rinata ? cosa sarebbe rinata ? Domande a cui non potevo dare una
risposta; la nostra unica certezza era l’inevitabilità del
nulla…….. Lei c’era ………….io c’ero,
potevamo solo aspettare. Dopo di allora c’incontrammo sempre,
con la dannazione di dividere solo brevi momenti………………. In un’altra vita io ero un gabbiano,
lei un delfino……..volai sui suoi guizzi finché potei. Divenni scoiattolo ed a guardarmi
negli occhi per l’ultima volta fu lo sguardo di una meravigliosa
e bianca lepre. Viaggiamo ormai da secoli su questo
mondo……………sotto aspetti sempre diversi ; ma cosa conta un
aspetto ? a cosa serve una forma ? nulla è più potente della forza di
non perdersi ………………… Custodisco sempre le sue lacrime nel
mio petto…… ci amiamo senza tregua….ogni attimo per noi è tutta
una vita e niente mai ci fermerà………………………………………………………………………… “BUON VIAGGIO SIGNORI E
BUONA VITA, QUALUNQUE COSA VOI SIATE”.
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“
F I
O R
E ”
Ho
camminato nella notte, lontano dai rumori della gente, Ho
attraversato il tempo con lo sguardo fisso di chi sposa l’infinito, Un
vento antico ha mosso i miei passi, il mio corpo, la mia mente, fino a
quando, solo nel buio della mia solitudine, avvolto da una meravigliosa
assenza, ho visto fissarmi nel cuore, i tuoi occhi, la tua freschezza,
l’eco dei tuoi canti…………. Tu
eri lì immobile come una farfalla beata che lentamente gode il suo
nettare, Gentile
e pura come la mano di una madre che sfiora teneramente le guance del
suo bambino, Profumata
e magica, simile ad una stella che con il suo bagliore c’invita ad
ammirarla……………. Eri
lì, immagine tenera di queste mie notti………. diversa da tutto e
uguale a niente, isolata nel verde di un soffice prato……….Eri lì
ferma a guardarmi ed io ti guardavo………. Sembrava
volessi parlarmi, toccarmi….Sentire la mia anima vicino alla tua
………poi mi avvicinai sempre di più………. Ti
guardai guardarmi, ti sfiorai e fui sfiorato……ero assente dal tempo
intorno a me, in un incanto di sensazioni, un uomo solo, chinato nel
buio a contemplare l’energia di un fiore………tu……… Un
fiore ….Si un fiore………un angelo racchiuso in tanti petali
colorati, il mio angelo cercato e mai raggiunto. Cercai
di guardarmi immaginandomi, provai a chiudere gli occhi per vedere me e
il fiore che avevo dinanzi come in un film…… Poi
d’improvviso una voce spezzò il silenzio…… Il
canto dell’angelo entrò nel mio cuore e finalmente ti sentii……. “coglimi
mano gentile, portami in luoghi lontani dove io possa magnificare la mia
essenza, Donami
l’amore che io stessa sono pronta a darti….Ora …..e per
sempre….Carezza la mia vita e rendila tua……unisciti a me in un
sentimento, in un’emozione…in un semplice sguardo…..come il mare
ed il cielo che dolcemente si abbracciano e si confondono…… Come
gli occhi di un vecchio pescatore che generoso sogna, ………. Non
volendo più distinguere nel suo ennesimo viaggio, laddove finisce
l’immensità del cielo e inizia la profondità del mare.” Rimasi
colpito da quelle parole, da quella voglia di libertà che il fiore mi
comunicava…..e ….lentamente………..risposi al suo
canto………… “Come
sai che la mia mano può esser gentile ?, in quale luogo hai visto il
mio amore ? Da
dove nasce l’immensità che domina il tuo lamento?” Queste
parole rivolsi a lui….e lui a me….. ” ti ho visto in tante notti,
camminare nel buio, assorto in pensieri che odiavi creare, vagare il tuo
passo senza un sentiero, senza una guida che t’indicasse la
strada…….. lontano da qualsiasi evento terreno; poi……..
finalmente……..sotto un timido bagliore di luna……vidi i tuoi
occhi e finalmente capii. Solo
negli occhi vi è la verità, tutto è trucco ….Tutto è
finzione……ma non la profondità o l’assenza di uno sguardo……..
negli occhi si celano i sentimenti di un’anima, la sua storia, la sua
gioia e la sua sofferenza, il suo dolore antico e le felicità presenti,
visioni già viste e mai dimenticate…….Solo negli occhi ho capito
chi sei…… Solo
nei tuoi occhi ho deciso di approdare, seguendo i percorsi delle tue
lacrime, navigando in funeste turbolenze dello spirito……fino ad
arrivare……..lì….nella genesi del tuo pianto……..che è il mio
medesimo pianto………come i lamenti che tu stesso hai sentito
provenire da un fiore……così io ho visto il tuo canto, nascosto in
una lacrima, mai nata, mai scesa dal tuo viso……….
Coglimi………. E donami vita…….Strappami dalla terra che
m’imprigiona…. Forse in breve tempo mi spegnerò…..i miei petali
appassiranno…..i miei colori sbiadiranno….Il mio canto svanirà……….
Ma sarà con te che tutto dovrà accadere…..lo so ….Lo
sento……coglimi e donami l’eternità di un momento. Chiuso
nelle mie mani baciai quel fiore……lo presi dal verde che lo
circondava e ……….Lentamente m’incamminai…. sotto le stelle di
una notte che aveva il sapore di un eterno abbraccio.
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OCCHI
DI MARE
DAL
GUIZZO IMPETUOSO DI DUE DELFINI INNAMORATI CHE SI CAREZZAVANO IN UN
LETTO CHIAMATO MARE….IO NACQUI LIBERA, BLU’, LEGGERA, VOGLIOSA DEL
MIO MOVIMENTO, DELLA MIA NATURA LIQUIDA….
SPOSAI IL
VENTO E CON LUI INIZIAI IL MIO VIAGGIO. GONFIA DI LUCE DELL’AMICO
SOLE, SPECCHIO DI NOTTE DI UNA LUCIDA LUNA….ATTRAVERSAI I MARI DEL
MONDO, SFIORAI E FUI SFIORATA DA BIANCHI GABBIANI
CHE MI GUIDARONO ATTRAVERSO I LORO OCCHI IN LUOGHI DELL’ANIMA. VIDI
ISOLE IN
LONTANANZA CHE
NESSUN UOMO
AVEVA MAI
TOCCATO; VIDI NAVI DI PIRATI AL
CREPUSCOLO, IMMERSE IN SOGNI DI CONQUISTA;
SENTII LE LORO
VOCI UBRIACHE CHE CANTAVANO RUVIDE ; ASCOLTAI
IL CANTO NOMADE DI QUESTE ANIME DEL MARE; GESTA
ANTICHE DI UOMINI DA UN OCCHIO SOLO CHE SCRUTAVANO AVIDI L’ORIZZONTE; RUMORI METALLICI DI SPADE
ANCORA INSANGUINATE
CHE BRANDIVANO
NEL L’ARIA VOCI DI VITTORIA. VIDI LA ZATTERA
DI UN NAUFRAGO CIRCONDATA DA SQUALI IN ATTESA DEL LORO GIUSTO
PASTO……VIDI QUEL NAUFRAGO DOLENTE SPROFONDARE LENTAMENTE TRA ACQUA E
ZANNE….E MENTRE MORIVA RICORDANDO IL SUO CAMMINO, ALZO’ GLI OCCHI AL
CIELO ED INFORCATA UN’ ARMONICA, MUSICO’ DELICATO IL SUO INNO DI
GIOIA ALLA VITA. VIDI OCCHI DI
SPLENDIDE SIRENE PENETRARE PIU’ VOLTE NEL MIO PASSO LIQUIDO; VIDI LA MAGIA DEI LORO
MOVIMENTI AL TRAMONTO, CORPI SINUOSI DI DONNE SENZA ETA’ CHE
CAVALCAVANO BIANCHE CHIOME DI ONDA; VIDI LE LORO
EVOLUZIONI NELL’ARIA, NELL’ACQUA, NEL SOLE; ODORAI LA LORO PELLE COLOR
DI PERLA; MANEGGIAI I LORO CAPELLI FLUIDI, UBRIACHI DI SALE E DI MARE,
CAPELLI ONDULATI E MORBIDI, CAPELLI COME GIALLI SENTIERI DEL DESERTO,
CHE CONDUCEVANO AD OASI SOTTOMARINE, CAPELLI SINUOSI COME AURORE A
DRAPPI, CHE DIPINGEVANO IL CIELO E TRATTENEVANO RESPIRI. VIDI FULMINI
ROBOANTI IMMERGERSI SEGRETI NELL’OCEANO; VIDI RAPIDE SAETTE TUFFARSI
NEL BLU; VIDI LA LUCE CHE SQUARCIAVA IL BUIO IN PROFONDITA’ DI VELLUTO
VESTITE;VIDI LA LUCE DI QUEL FULMINE ILLUMINARE IN
FASCI DI BAGLIORI ELLITTICI, IL DORSO DI CRISTALLO DI BALENE
AZZURRE CHE MORBIDE, COME ROCCE DI PANNA ,DAVANO INIZIO A DANZE LUNARI
CHE CULMINAVANO, SEPPUR
TRAFITTE DA LANCE ASSASSINE, IN BACI ANTALGICI. VIDI UNA
BOTTIGLIA CHE GALLEGGIAVA SOLITARIA NELL’IMMENSO, TRASCINATA DA UNA
CORRENTE CAOTICA CHE L’AVVOLGEVA DI FLUTTI; LESSI IL
MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA, SCRITTO DA UN UOMO CHE RICORDO E CHE NON
VOGLIO DIMENTICARE, UN UOMO CHE DONO’ TUTTO SE STESSO PER ESSERE
UCCISO DA CHI AMAVA……UN UOMO CHIUSO IN GOCCE DI MUSICA…..CHE
SPREZZANTE, NONOSTANTE L’INCAPACITA’ DEL VOLO DI UCCELLI
RATTRAPPITI….CONTINUAVA A SCRIVERE DI ANIME PURE E BELLE DA SEMPRE. ED ALLA
FINE….VIDI IL CULMINE DEL MIO VIAGGIO, VIDI LA MIA META PARARSI DI
FRONTE A ME; IL
MIO PERCORSO DI DELFINI,GABBIANI, PIRATI, SIRENE, FULMINI GENTILI CHE
CONCEDEVANO LUCI NOTTURNE AGLI ESSERI DEL MARE, STAVA PER TERMINARE,
STAVA PER ESTINGUERSI. L’ONDA CHE
ERO, L’ONDA CHE AVREI VOLUTO TORNARE, L’ONDA CHE SI SPENSE DENTRO UN
ASSETATA SABBIA DALLA BOCCA PLUMBEA….L’ONDA CHE PRIMA DI MORIRE
ALLARGO’ LE BRACCIA AL MONDO SOLIDO, FINO AD ARRIVARE AI BIANCHI PIEDI
DI UNA DONNA, CHE MI AVEVA ATTESO, CHE MI AVEVA CHIAMATO A SE….. DAL GUIZZO IMPETUOSO DI DUE DELFINI
INNAMORATI, IO NACQUI PER PORTARE IL LORO MESSAGGIO AL MONDO….FINO A
DIVENTARE PICCOLO GRANELLO DI SABBIA CHE ORA UNA DONNA CUSTODIVA
SEGRETAMENTE SULLA SUA PELLE.
ORA…ERO SEMPRE PIU’….. PARTE
DEL MONDO.
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