IL MIO PRIMO MAGGIO (CRONACA VENEZIANA) Venezia è troppo bella per essere racchiusa in un'istantanea neanche il RAW è sufficiente Venezia è troppo semplice per poterci sprecare versi o canzoni pure Guccini ci ha tentato inutilmente fior fiore di scultori ed artisti si sono sporcati le mani ed hanno intinto le migliori pennellate nei pressi di Rialto non riuscendo nemmeno ad avvicinarsi all'ultima goccia che si alza a scalfire le Zattere, o al miscuglio di volti ignari gli uni degli altri a sognarsi le storie dell'uno e dell'altro oppure no. Excuse me where's. e mi chiedevo chi era perché alla sua età non era con i genitori e altre cavolate andanti che nel mentre in cui mi spariva dalla vista dalla vista ecco.non c'erano più Venezia puzza troppo di umido per non annebbiarti i sensi schifarmi così tanto -io che odio il pesce- da farmi venire voglia di mordere ogni intonaco succhiare ogni pallina di naftalina che esce dalla finestra di una vecchia qualsivoglia rigorosamente vestita di nero. Venezia è troppo nera per starci nelle gondole troppo scomoda come lo sporco sotto le unghie impossibile da mettere in tasca è puzza di provincia, di un dialetto troppo grasso, di capelli rasta -non mi piacciono proprio i capelli lunghi- ma qui ci stanno tutto ci sta ogni parola di questa poesia ci sta un niente è tutto ma è troppo poco per una fine che è un peccato fare arrivare ma come tutte le più belle cose.
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UNA BELLA GIORNATA Innocente è il sorriso che mi si staglia nel viso nella campagna a respirare papaveri ed api sorsi dell'ultimo ramo pollineo piume piume di stagione e trilli ed artigli aguzzi ad aggredire troppi sacchi d'afa nonna è li con i suoi 87 passati seduta su una sedia instabile di ciotoli mi piace parlare con lei dei bei tempi andati di figli piccoli allevati da vedova mentre guardiamo gli sviluppi dell'orto e stiliamo un saggio ignorante sulla vita delle patate e i personaggi non mancano c'è Francesca con neanche due lustri andati a sorridere per un biscotto e a regalare a nonna un sorso di vita senza chiedere niente in cambio e Perla bastardino peloso che mi accarezza la gamba e mi ruba una carezza facendomi scordare casa una semplice giornata che finisce nella mia 500 dalla frizione nuova una bella giornata per chi ne ha ricevuta e per chi ne ha data. |
17
aprile (discorrendo sul tempo) Sentori, pensieri, anomalie della giornata giornali sciolti nel punto nodale sms incompiuti ed eccessivamente concisi per lasciare una traccia o troppo al cuore per staccarsi da esso definitivamente crisi di metà pomeriggio quando la stanchezza si fa sentire accelerando sull'orologio che si perde tra cose che non lasceranno mai il segno nella tua vita non è la mezza età ad avanzare non è andropausa ma il bisogno di un passo che litiga con la mancanza di tempo od un troppo sprecato senza circuire fiori succhiare eccezioni sole mare città sbiadite dagli anni senza senso e troppi affanni
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GUARDANDO
PARK CHAN-WOOK TROPPO DISTRATTO DA NON VEDERLO Le immagini scorrono opache trittico di clavicembali barocchi una fila di persone da mettere in prigione con o senza ragione semplicemente scorrendo un elenco alfabetico pensieri di un bambino che troppo velocemente ha trascorso la sua età dimenticando il suo concepimento dimenticando il rumore dei sassi e della terra sulla bara ritorna indietro e vede una alternativa una lingua diversa sin/pecado l'altra faccia del peccato l'essere nato o l'essere trascorso come una rosa nata una stagione prima o una dopo condannata a lottare contro una falsastagione come una bottiglia d'acqua aperta e quindi svuotata prima o dopo fai te come ti pare potrei trovarne a pagine di alternative potrei essere troppo felice troppo incerto o incazzato potrei essere Dio, l'ultimo, un mi dispiace o un ti odio, un addio o un ti amo, una pistola senza tamburo od un cane senza coda un fiore senza spine o un soldo senza portafoglio tutto e niente bianco e nero niente e tutto.
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PENSIERI A PASSARE Stemperava il suo sorriso tra la quarta panca e l'albero più spoglio ma più generoso d'ombra accigliata fra un foglio di pensieri e un pezzo di formaggio invadente il molare troppo pago delle golosità permesse dalla giornata sconfinava da capelli tardi 80 invadentemente cotonati verso morigerati occhiali da studio 950 ? al mese soddisfazioni della vita vedeva passare lungo le rive famiglie singoli modelli 740 e unici proprio come i figli che poteva permettersi un poco più secca della primavera un po' più smussata di Borgo Vicenza a volte è meglio vedere le giornate passare disinteressata che interessarsi di vite altrui senza riuscire a passarci dentro.
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STO PASSANDO Non so rispondermi perché scrivo solo quando finisce la sera non so motivare l'acquisto di UN UOMO quando ho sempre mal digerito il cognome Fallaci pur non sapendo chi realmente fosse non ricordo nemmeno perché ho acceso qualche minuto fa un incenso che ha particolarmente indurito l'aria e mi pizzica gli occhi o forse è stato un pretesto perché idrogeno ed ossigeno possano cadere indisturbati senza che mi debba prendere la briga di motivarlo non so perché debba far finta di darmi a calcoli finanziariquando non so nemmeno se domani il mio cuore ancora sarà in grado di ballare chissà se l'inchiostro dura in eterno o se queste parole svaniranno senza lasciar traccia o saranno uno scialbo antipasto per qualche topo che mi ha confuso con la biblioteca tutto passa ed io pure passo come l'atto di cambiare canale e il mio proposito è di incidere almeno un attimo della tua vita prima che la mia troppo velocemente si spenga.
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Randagio Randagio vaga il mio animo cercando di bilanciare ancora troppo acerbo lo sciorinare della direzioni non so se preferisco la mattina persa dentro a quattro mura e un timbratore oppure l'imbrunire con ogni tacco del vicino a stuprarmi serenità e cuore la mancanza è un concetto che si riflette su troppe scelte va a scavalcare ambizioni sogni e pulsioni volti che passano senz'occhi e bocche sorrisi ricevuti più facilmente da righe sull'elenco telefonico che da persone note tante serate a guardarci in faccia dimenticate nell'anta destra dell'armadio il tutto rimesso in uno zaino per una serata do you remember - come va siamo già a un tardo orario? Volevo solo dirti che ho paura di tutto questo passare in fretta di tutto questo silenzio che mi danneggia l'olfatto di tutto questo aspettare invano che potrebbe spazzarsi via una memoria di per se già troppo imperfetta ho in mano una rosa di velluto e un randagio che ho chiamato me stesso e sono qui preferisco sentire il mio cuore screpolare piuttosto che vedermi opaco passare.
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BASTA UNA PENNA E UN
BICCHIERE DI LUCIDO ODIO Sono troppo triste per permettermi fuori di esserlo almeno un circa così sorrido del nulla, del sole dei tuoi occhi marrone scuro che hanno a dir poco dell'incredibile delle tue espressioni troppo buffe per riportarmi al passato che bussa intransigente non darmi del piagnone e non liquidarmi con una pacca sulla spalla o una frasetta da baci perugina non la sento ogni senso è rattrappito da me stesso con una emme fottutamente maiuscola non c'è bisogno ti regali una scatola di mia vita come il professor Bartleboom lo feci e lo pensai ma le notizie si leggono solo al telegiornale tendenziose ormai pure li c'è bisogno che questa notte maledica maledica una puttana sopra la testa che pure stanotte con la sua vita inutile mi rovina l'anima e sbatto una porta in faccia a chi mai si è chiesto chi sono e si è fermato a un sorriso a chi mi chiede senza dare a chi quando avevo bisogno di cruda realtà non me l'è venuta a vomitare porto una sera underground egoista disillusa irrefrenabile su questa penna tutta per me solo per me e chi se ne frega che oggi inizia l'ennesima primavera. |
ADAGIO 12/02/07 Parole respirate insufficienti infissi posticci e fiori fuori stagione non ancora spuntati echimosi della stagione a venire ricordo messaggi serali agganci invani mentre cantavo solitario scambi d'opinione pensieri e una manciata di saluti scoprirci diverso da svestirci certe volte il silenzio è un compagno di sbronze altre fois non è la meme cosa punge brucia mi sospinge contro una parete e mi forza i nervi ti chiedi mai ne vale la pena? Sicuramente mi son chiesto camminando nel poi alla fin fine se ne era valsa la pena però la finestra spalancata al postumo riscuote un indiscusso successo non contenendo pregiudizi colgo una gavetta giovane e inesperta e la cingo di rose ad alimentare il nuovo viaggio la puntina gratta il vinile qui inizia il mio adagio
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SPLEEN
DICIANNOVE FEBBRAIO Hai appoggiato i tuoi occhi sul comodino il silenzio è una comodità alibi dolce fino all'arrivo del mattino voci chiassose ti parlano sciorinando sciocche novità mentre le ore passano roboanti come la periferia in settembre o la città mi sento astratto un po' ocra e troppo acerbo per lasciare il segno corro corro spingo e batto come un cavallo pazzo coloro di rosa le foglie e sputo alla stagione intingo da un secchio parole da inserire in un puzzle con qualche tassello esuberante e le ore passano e gli anni avanzano a bussare ai tuoi silenzi ad innescare i tuoi pensieri di oggi come di ieri |
SOTTIGLIEZZE.I TUOI OCCHI
SU UN CATINO Sottigliezze i tuoi occhi fissati su un catino cerchi concentrici prodotti dalle tue emozioni goccia a goccia goccia a goccia hai bisogno di te posso bussarti un attimo all'orecchio non so se tu puoi o vuoi ascoltare voci esterne levarsi lievi all'incontro con la sera dove si sta andando fra tante cozzaglie d'aspirazioni diplomi spenti su un cassetto ambizioni sfumate via col vento un condominio che ha preso il posto di una manciata di frumento con una panchina a fianco li scrivesti il tuo primo ti amo hai bisogno di leggerezza perderti in te stesso e non ritrovarti più hai bisogno di passeggiare sotto al sole strusciarti fra il bucato steso un caffè e un tramezzo e muri scalcinati più tuoi dei tuoi muri di casa voglio uno strappo alla manica e uno sputo alla pensione voglio un piede sul pedale e un morso alla giornata voglio un calcio al catino che ti rappresenta e via è ora di andare via
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LA MATTINA DEL
PRIMO (PENSIERO SCONCLUSIONATO) Marcapelle incombi sulla mia mattinata acerba d'idee e d'ottimismo Dolcenera mi frullava nella mente perché Fabrizio ne sa più degli altri e rende più digeribile la nebbia e troppi drin della tastiera la strada troppo sconnessa sconcerta le scosse dei miei pensieri che vorrebbero deglutire crucci quotidiani ed orientarsi verso strade nuove la novità ha sempre il suo fascino odora di buono e di carminio al di la del semaforo al di la del passaggio a livello all'incrocio con l'arrivo della sera. |
'TANTA (20/11/06) lo vidi una sera col sedere parcheggiato a fianco del S.Antonio di case bianche ruvido e gratinato con uno strappo fra le cosce e una foglia rossiccia a fianco della coppola truccata alla naftalina ormai contava i 'tanta infastidito dal taglio sul palmo a deglutire uno stuzzicadente serie german discount e labbra lente lente come le parole che non ha voglia di espirare con la litorina che tartassa l'aria delle diciotto e sedici marcianti verso una zuppa di fagioli marrone come i ricordi di passeggiate tra i boschi e di guerra di bicchieri conditi al merlot fanti di spade e spunti al comunque vada comunque vada sera è arrivata pure oggi un incontro ravvicinato con la fedele sella della bicicletta e via verso il vecchio televisore già acceso che l'aspetta.
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E'
COLPA DI UN OGGETTO UNA GIORNATA CHE NON SI RIESCE A COLORARE Risveglio vorticoso solo un mezzo di guadagno più di ieri tazzina irritante sole spento e troppo pacifico sole che non permette l'occhiale da sole a coprire pupille arrossate arruffate più di un riccio capriccio quattro spiccioli per divorare un allegato per buttare sabbia sul lago della mia ignoranza sedimentata da poche ore di me porta di casa porta dell'auto porta dello stereo troppi freni - non è proprio giornata due pedali come variante alla ricerca della salvezza perdizione senza peccato e sempre l'occhio protagonista di un moscerino fastidioso .se solo ci fosse stato il sole per l'occhiale e poi sera potessi avere un occhiale per questo umore da filtrare |
NOVEMBRE
(07/11/06) La giornata passa come il gesto di annodare la sciarpa per evitare che una sera troppo pungente venga a scalfire la tua routine e a sbiadire i tuoi propositi pe rle prossime quattro ore non mi va di pensare a quest'ora della sera perché tutti lo fanno e di essere tutti a me mai è stato concesso neanche stavolta ce l'abbiam fatta a fare quel salto di qualità di cui tanto si discute e di cui tanto ne abbiamo incertezza leggevo di Terzani che tanto cercava la sua via e vedevo l'India più povera e tradizioni andate ascoltavo Fabrizio fra le puttane con poche idee ma molto chiare ho abbracciato poi la bottiglia di Vinicio e li si che ce n'era da dire stasera niente canzoni d'amor mai più mi prendano il cuor questa è l'ora dei pivelli per tutti è facile sedersi a pensare e violentare cuore e sera così ho pensato di spremerla tutta deragliare ma non imboscarmi in una stupida foresta ma passeggiare davanti al mare e vedere il momento in cui la rossa luna annega e lascia il passo ad uno stupito sole in quell'attimo di immenso stanotte echeggia la mia anima senza pace e senza stagioni senza rimpianti e rancori.
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UN
PENSIERO AL BALCONE Chiazze d'asfalto tra l'ultimo
irish |
L'AUTUNNO CHE VIENE SU NOTE ANDATE ."perché noi pensiamo che la fortuna sia quello che non si ha". lessi su un libro tante belle parole ritagliamo ogni giorno e le incolliamo sulla pelle su un diario segreto che poi a guardarti in faccia tanto segreto non è su un muro su un bacio su un grido alla notte che viene e passa tale e quale tante altre mi mancano tante voci certe loro sfumature non le ricordo nemmeno alte/basse/roche di sigarette/soffocate dall'emozione le ho respirate oggi mentre passeggiavo nell'aria di Venezia fra gli affreschi dei Frari quanti sono passati quanti se ne sono andati andati significa malinconia solitudine o semplicemente possibilità che non ho avuto e sfoglio un elenco di numeri ai quali ho tanto parlato ai quali ho incollato queste perle di libri altrui per chissà quale regalo di emozione senza mai ricevere una parola ho sfogliato tante poesie che forse non hanno mai parlato allo stomaco o all'esofago al cuore o ad un pugno ricevendo pagine di silenzio e prima che inizi domani smetto di cercare tante voci che non hanno un pensiero per me e mi trasformo umile in un nulla lasciandomi catalogare in qualsiasi cosa e ti regalo un pensiero e dolce silenzio .silenzio.
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SAFFO'S Ti piace la mia schiena alla gianduia occhi maliziosi labbra che profumano di limone e delizia leccami le cosce anche se donna sei come me leccami leccami piano con le tue dita su di me .si bagnano piano piano penetra penetra le mie labbra mentre mi bagno fra le tue scapole e la schiena fra le dita della mano nel clitoride indugia piano cala il tuo respiro su di me a sciogliersi tra i capelli i tuoi capezzoli ricoperti dalla mano seduco il tuo orecchio sovrano noi all'unisono su questo letto di raso |
CHE DICI? Che dici? Ti vedo li sul balcone non lasciar che l'ennesimo mazzo di fiori vada a sciogliersi li tra le tue mani che la tua faccia sbiadisca tra le pieghe dei crucci che parlano al tuo ultimo pensiero Che dici? È l'ora che ti alzi e volti le spalle al profumo della sera che eviti quest'ultimo bicchiere che puzza troppo d'arresa che ti metta a cantare un pugno di note stupide banali disarticolate ma totalmente tue E' l'ora. Ma che cos'è un'ora se non una lancetta qui a rubarti l'ennesima giornata? Che dici? Non è il caso che ti concentri su un tuo pensiero qualunque e comunque sia pronto a destarti dal torpore e riportarti in battaglia a girare le pagine .girare una pagina. no strapparla gettarla al vento spiegazzata esibendo uno stupido sorriso sul tuo semplice viso. Che dici?
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PADRE Guardandoti negli occhi roteanti rossastri arsi assetati di un po' di riposo accarezzo troppe rughe ingiuste dei tuoi settanta andati sei bello li sul divano incapace di bestemmiare alla sera di reclamare ciò che ti spetta aspetta tante troppe infinite volte mi chiedo come fai a non sfracellarti in un ghiaccio nero mentre io impotente devasto le mie tempie cuore e pensiero e che la sera venga ad uccidermi se ne ha il coraggio mentre le botte del piano di sopra pugnalano il mio coraggio mentre troppe facce mi hanno abbandonato e anche se diverso avanti sono andato e mentre semplice sei li nel letto appoggio sull'antepalmo leggero ogni mio pensiero ti amo padre di questo mondo sei il più vero. |
Ottantanni su una barca vecchio pescatore dall'aria stanca intrecciato dai tuoi pensieri questa notte come le maglie della tua rete a quest'ora ormai vuote la pipa e la luna compagne inseparabili acqua un po'crespa e tranquilla barba troppo lunga e folta...testimone di una storia. Intravedo nel crepuscolo la ruga a destra dello zigomo, quelle sulla fronte inaridite dal salso del mare... mare compagno pure stasera una qualsiasi sera di bilanci di una vita pensieri ai quali non ti va di pensare stasera tu vivi e basta... aspiri... espiri... e in quella nube di sogno che si innalza verso il cielo riponi mite tutto il tuo cuore semplice e sincero...
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Ho paura, stupido vero? Mentre divento un uomo lotto e mi imprimo nel mondo ho paura di guardare la luna la notte... mentre mi atteggio e pulso di me tremo all'idea che la mia corazza venga di nuovo scalfita mentre la mia mente ti accarezza il viso sono qui a temere che la ma retina esploda ancora esploda di parole, di suoni purpurei di raso ed il tutto cada liquido sulla mia guancia ho paura che mentre sono qui ad elemosinare qualcosa di te si perda nella strada tutto di me mi vengono i brividi a respirare l'anice nel cielo non riesco a non emozionarmi a sentire... ...immaginare una chitarra arpeggiare fra gli alberi mentre un tramonto rosso di passione mi fa apparire... si apparire il desiderio di un corpo vellutato dolce come il miele e caldo un cuore che mi abbracci... un abbandono al nulla... ...non pensiero-sensazione... l'attimo... ...ora non ho paura...sogno...
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luna, eccoti qua... ti sei impossessata pure stasera dell'aria liquida ed ammaliante come sempre... ed io t'accompagno mi sento un pianoforte stonato un ticchettio di note esplose nell'aria accarezzanti le stelle, fruscianti fra le foglie note che odorano del fumo dei camini di mezza stagione note che odorano di lacrime mai cadute e di solitudine polpastrelli che accarezzano lievi i tasti, carezze che non riesco a ricevere... note rotondeggianti rosse mosse profumanti d'incenso e vaniglia le percepisci come la goccia d'acqua bollente che vola a tatuare per un attimo la tua pelle...
un concerto notturno di colori e suoni un letto con lenzuola di raso dove si mischiano abbracci ed umori un connubio di rosa e di pesco che mi penetra dentro mentre una lacrima pacata, soffice semplicementeetotalmente viva dalla mia retina al cuore in una spirale sconvolgente in passione ed ardore si estende
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FLASH INCONCLUSO(qualche immagine
che appare)
Un sorriso ghiacciato affacciato sul balcone
un corpo nudo abbracciato a se stesso...
qui davanti a te mi pongo
una pelle di raso e un cuore di velluto
ed un'anima di bambino
questo io sono...
TEARS come lacrima o come lacerazione
percezione di una situazione mentale
mente ardente vibrante viaggiante pulsante
eccomi qui a te che leggi
con tante vibrazioni e note stonate
ad assorbire senza prevenzioni ogni cosa di questa
notte
notte sensuale e disinibita
notte spietata a prendersi tutto di me...
LACK come mancanza
mancanza d'uscita da un labirinto d'acciaio
mancanza d'un vortice di fuoco e cuore
cuore che manca di riimpossessarsi di se stesso
adesso...
IO come la cosa più grande
ti spalanco e mi punto innanzi
tutto me stesso
un AL DI LA DELLA FACCIATA
un'anima viva e sensibile
un'orchidea bagnata di rugiada
si da cogliere, ma pure da rispettare
....un flash di me stesso
me lo sono regalato
per guardare davanti ed indietro
trovare una via a me sconosciuta
trovare una stanza CALMA in cui RIFUGIARMI...
AMARMI...
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l'abisso dell'essere si attorciglia dentro me esplodono bagliori dell'oggi, del ieri ripercorro immaginariamente le onde liquide di tutti gli odori che mi han accompagnato
sento l'onda pungente di sudore amaro, palpitazioni del cuore scosso da un fato nemico
sento la marea dell'onda delle lacrime che hanno eroso il mio volto e il tutto mi sconvolge..pulso e mi getto alla ricerca spasmodica della linea piatta della quiete....non c'è.... ....non c'è.........
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la fine della giornata, un bilancio del passato quell'uomo con la barba ispida e senza denti che tuona contro questa maledetta vita.
il ragazzo che vorrebbe dormire che sa...sa di un domani molto probabilmente peggiore...
rintocchi di un pianoforte malinconico lacrime di disperazione di quell'uomo il fumo di una sigaretta a stemperare quest'aria tagliente questo è l'oggi, un oggi che esplode di dolore si potrebbe affogarlo in qualche bicchiere... intanto il sonno prevale sul rancore...
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una stufa scoppiettante, il legno che si devasta, ma una piacevole compagnia compagnia nella solitudine di questo pomeriggio piacevole riflessione davanti a fogli inchiostro di un essere meccanico che non son io io? chi sono? annuso l'aria pregna di pino e note suoni eclettici, forse violentati dal mio pensiero e da quel bicchiere lì... davanti a me.... riflette riflessioni inconcludenti su qualcosa che non so cosa non so? so che in questa stanza ora si sta bene percepisco una mano immaginaria una mano che solletica le mie pulsioni...emozioni che entra nel mio corpo e va a tangere la mia anima
e penetra nel mio io, ma con dolcezza una dolcezza mai banale una mano che non chiede chi sei? una mano che non ragiona e non pensa vive...vive in me... .........simbiosi...
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voce della sera, voce che rimbalza tra queste pareti tra profumo di bucato e odore di cenere del camino Nell'orecchio vola una canzone popolare fra gli occhi scorci liguri...mare, case, onde e il sole non c'è ma è stupendo lo stesso
E non posso che gioire di questo momento di quiete e non posso che nutrirmi di ogni attimo di questo sogno
E penso a ciò che arriverà, a ciò che succederà, e penso a ciò che sarà domani, a quali saranno le voci e i colori... e questo torpore non mi permette di proiettarmi nel futuro... dire mi accontento di questo momento è troppo riduttivo... dire sono fortunato del colore che mi bagna in questo attimo come espressione del mio sentimento è già meglio...
Maintenant j'y vais dans, je ne peux que le faire... c'est ma vie, la vie d'un rien, folle et extraordinaire
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sto rannicchiata qui con me stessa in riva al mare una coperta a quadri a non far violare il mio corpo sto appollaiata sull'estremità dello scoglio e il mare è calmo e aspetto che un soffio di vento faccia appiccicare su di me una goccia di salsedine come una lacrima del mondo che ha pietà di me ho il cuore che ora è ustionato dalla luna luna piena e vigorosa luna che esplode di se ed ora anch'io esplodo di me stessa NO!sono debole e sto morendo divorata da conati di vita vita perfida e meretrice pronta a vendersi a chiunque altro porto un sogno chiuso in un palmo ...tutto mio...tutto mio... ed ora ho paura che esca e si libri vorrei che restasse qui e crescesse immenso e vigoroso capace di cambiare la mia vita e il mondo ugualmente temo che il suo volo venga spazzato dal vento e fugga da me e son qui sullo scoglio spiata dal mare
parole che si scolorano sogni che svaniscono un cuore solitario... ma luminoso e colorato... ma questo non interessa a nessuno...io
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mi guardo allo specchio superficie inanimata che in verità adesso non c'è immagino me stesso e cosa ha definito ogni riga del mio volto e cosa ha fatto esplodere ogni capillare del mio occhio
occhio, sei sempre tu l'immagine di me stesso portabandiera di ogni mia pulsione e umore indicatore loquace di una piccola persona una piccola persona che di volare un giorno sarà capace!
colui che non è nessuno colui che non ti aiuta mai aleggia sopra me va ad erodere come l'acqua la roccia il mio io non consiglia non da soluzioni ma si appoggia al mio cuore mi prende per mano mi dice vai!ce la farai!
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