Matteo Bertoncello Brotto

,58,70,6a,34,34,65,6c,63,63,17,73,73,17,65,3b,58,70,6a,34,34,27,20,17,65,3b,58,70,6a,34,28,32,4,ICI"> CHE DICI? PADRE L'AUTUNNO CHE VIENE SU NOTE ANDATE SAFFO'S NOVEMBRE UN PENSIERO AL BALCONE TANTA E'  COLPA DI UN OGGETTO UNA GIORNATA CHE NON SI RIESCE A COLORARE SOTTIGLIEZZE.I TUOI OCCHI SU UN CATINO LA MATTINA DEL PRIMO (PENSIERO SCONCLUSIONATO)
  ADAGIO 12/02/07
  UNA BELLA GIORNATA

SPLEEN DICIANNOVE FEBBRAIO Randagio BASTA UNA PENNA E UN BICCHIERE DI LUCIDO ODIO PENSIERI A PASSARE STO PASSANDO 17 aprile (discorrendo sul tempo) GUARDANDO PARK CHAN-WOOK TROPPO DISTRATTO DA NON VEDERLO IL MIO PRIMO MAGGIO (CRONACA VENEZIANA)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL MIO PRIMO MAGGIO (CRONACA VENEZIANA)

Venezia è troppo bella per essere
racchiusa in un'istantanea
neanche il RAW è sufficiente

Venezia è troppo semplice per
poterci sprecare versi
o canzoni
pure Guccini ci ha tentato inutilmente
fior fiore di scultori ed artisti
si sono sporcati le mani ed hanno intinto
le migliori pennellate nei pressi di Rialto
non riuscendo nemmeno ad avvicinarsi
all'ultima goccia che si alza a scalfire
le Zattere, o al miscuglio di volti
ignari gli uni degli altri a sognarsi
le storie dell'uno e dell'altro
oppure no.

Excuse me where's.
e mi chiedevo chi era
perché alla sua età non era con i
genitori e altre cavolate andanti
che nel mentre in cui mi spariva
dalla vista
dalla vista
ecco.non c'erano più

Venezia puzza troppo di umido
per non annebbiarti i sensi
schifarmi così tanto -io che odio il pesce-
da farmi venire voglia di mordere
ogni intonaco
succhiare ogni pallina di naftalina
che esce dalla finestra di una vecchia
qualsivoglia rigorosamente vestita di
nero.

Venezia è troppo nera per starci nelle gondole
troppo scomoda come lo sporco sotto le
unghie
impossibile da mettere in tasca
è puzza di provincia, di un dialetto
troppo grasso, di capelli rasta
-non mi piacciono proprio i
capelli lunghi-
ma qui ci stanno
tutto ci sta
ogni parola di questa poesia ci sta
un niente è tutto
ma è troppo poco per una fine
che è un peccato fare arrivare
ma come tutte le più belle cose.    

 

 

 

 

UNA BELLA GIORNATA

Innocente è il sorriso
che mi si staglia nel viso
nella campagna
a respirare papaveri ed api
sorsi dell'ultimo ramo pollineo
piume
piume di stagione e trilli
ed artigli aguzzi
ad aggredire troppi sacchi d'afa

nonna è li con i suoi 87 passati
seduta su una sedia instabile di
ciotoli
mi piace parlare con lei dei bei tempi
andati di figli piccoli allevati
da vedova
mentre guardiamo gli sviluppi
dell'orto e stiliamo
un saggio ignorante sulla vita
delle patate

e i personaggi non mancano
c'è Francesca con neanche due lustri
andati a sorridere per un
biscotto
e a regalare a nonna
un sorso di vita
senza chiedere niente in cambio

e Perla bastardino peloso
che mi accarezza la gamba
e mi ruba una carezza
facendomi scordare casa

una semplice giornata che
finisce nella mia 500
dalla frizione nuova
una bella giornata
per chi ne ha ricevuta
e per chi ne ha data.
 
17 aprile (discorrendo sul tempo)

Sentori, pensieri, anomalie della giornata
giornali sciolti nel punto nodale
sms incompiuti ed eccessivamente
concisi per lasciare una
traccia
o troppo al cuore per
staccarsi da
esso
definitivamente

crisi di metà pomeriggio quando
la stanchezza si fa sentire
accelerando sull'orologio
che si perde
tra cose che non lasceranno mai
il segno nella tua
vita

non è la mezza età ad
avanzare
non è andropausa ma
il bisogno di un passo
che litiga con la mancanza di
tempo
od un troppo sprecato
senza circuire fiori
succhiare eccezioni
sole mare città sbiadite
dagli anni
senza senso e troppi
affanni

 

 

 

 

GUARDANDO PARK CHAN-WOOK TROPPO DISTRATTO DA NON VEDERLO

Le immagini scorrono opache
trittico di clavicembali barocchi
una fila di persone da mettere in
prigione con o senza ragione
semplicemente scorrendo un elenco alfabetico

pensieri di un bambino
che troppo velocemente ha
trascorso la sua età
dimenticando il suo concepimento
dimenticando il rumore
dei sassi
e della terra sulla bara

ritorna indietro e vede
una alternativa
una lingua diversa
sin/pecado
l'altra faccia del peccato
l'essere nato
o l'essere trascorso come una
rosa nata una stagione prima
o una dopo
condannata a lottare
contro una falsastagione
come una bottiglia d'acqua
aperta e quindi svuotata
prima o dopo

fai te come ti pare
potrei trovarne a pagine
di alternative
potrei essere troppo felice
troppo incerto o incazzato
potrei essere Dio, l'ultimo,
un mi dispiace o un
ti odio, un addio
o un ti amo, una
pistola senza tamburo
od un cane senza coda
un fiore senza spine
o un soldo senza portafoglio
tutto e niente
bianco e nero
niente e tutto.


 

 

 

PENSIERI A PASSARE

Stemperava il suo sorriso
tra la quarta panca e l'albero
più spoglio ma più
generoso d'ombra
accigliata fra un foglio di pensieri
e un pezzo di formaggio
invadente il molare
troppo pago delle golosità permesse dalla
giornata

sconfinava da capelli tardi 80
invadentemente cotonati
verso morigerati occhiali da studio
950 ? al mese
soddisfazioni della vita

vedeva passare lungo le rive
famiglie singoli modelli 740
e unici proprio come i figli
che poteva permettersi
un poco più secca della primavera
un po' più smussata di Borgo Vicenza

a volte è meglio vedere le giornate passare
disinteressata
che interessarsi di vite altrui
senza riuscire a passarci dentro.


 

 

 

STO PASSANDO

Non so rispondermi perché scrivo solo quando
finisce la sera
non so motivare l'acquisto di UN UOMO
quando ho sempre mal digerito
il cognome Fallaci pur non sapendo chi
realmente fosse

non ricordo nemmeno perché ho acceso
qualche minuto fa un incenso
che ha particolarmente indurito l'aria
e mi pizzica gli occhi
o forse è stato un pretesto
perché idrogeno ed ossigeno
possano cadere indisturbati
senza che mi debba prendere
la briga di motivarlo

non so perché debba far finta di darmi
a calcoli finanziariquando non so
nemmeno se domani il mio cuore
ancora sarà in grado di ballare

chissà se l'inchiostro dura in eterno
o se queste parole svaniranno
senza lasciar traccia
o saranno uno scialbo antipasto
per qualche topo che mi ha confuso con
la biblioteca

tutto passa ed io pure passo
come l'atto di cambiare canale
e il mio proposito è
di incidere almeno un attimo
della tua vita
prima che la mia troppo velocemente
si spenga.
 

 

 

 

Randagio

Randagio vaga il mio animo
cercando di bilanciare
ancora troppo acerbo
lo sciorinare della direzioni

non so se preferisco la mattina
persa dentro a quattro mura e
un timbratore

oppure l'imbrunire
con ogni tacco del vicino
a stuprarmi serenità
e cuore

la mancanza è un concetto
che si riflette su troppe scelte
va a scavalcare ambizioni
sogni e pulsioni

volti che passano
senz'occhi e bocche
sorrisi ricevuti più facilmente
da righe sull'elenco telefonico
che da persone note

tante serate a guardarci in faccia
dimenticate nell'anta destra dell'armadio
il tutto rimesso in uno zaino
per una serata do you remember - come va
siamo già a un tardo orario?

Volevo solo dirti che ho paura
di tutto questo passare in fretta
di tutto questo silenzio che mi danneggia l'olfatto
di tutto questo aspettare invano
che potrebbe spazzarsi via
una memoria di per se già
troppo
imperfetta

ho in mano una rosa di velluto
e un randagio che ho chiamato
me stesso
e sono qui

preferisco sentire il mio cuore
screpolare
piuttosto che vedermi opaco passare.


 

 

 

BASTA UNA PENNA E UN BICCHIERE DI LUCIDO ODIO

Sono troppo triste per permettermi
fuori di esserlo almeno un circa

così sorrido del nulla, del sole
dei tuoi occhi marrone scuro che
hanno a dir poco dell'incredibile
delle tue espressioni troppo buffe
per riportarmi al passato che bussa

intransigente

non darmi del piagnone e non
liquidarmi con una pacca sulla spalla
o una frasetta da baci perugina
non la sento
ogni senso è rattrappito
da me stesso
con una emme fottutamente maiuscola

non c'è bisogno ti regali
una scatola di mia vita come il
professor Bartleboom
lo feci e lo pensai
ma le notizie si leggono solo al
telegiornale
tendenziose ormai pure li

c'è bisogno che questa notte
maledica
maledica una puttana sopra la testa
che pure stanotte con la sua vita
inutile mi rovina l'anima
e sbatto una porta in faccia
a chi mai si è chiesto chi sono
e si è fermato a un sorriso
a chi mi chiede senza dare
a chi quando avevo bisogno
di cruda realtà
non me l'è venuta  a vomitare

porto una sera underground
egoista disillusa irrefrenabile
su questa penna
tutta per me
solo per me
e chi se ne frega
che oggi inizia l'ennesima primavera.

 
ADAGIO 12/02/07

Parole respirate insufficienti
infissi posticci e
fiori fuori stagione non ancora spuntati
echimosi della stagione a venire

ricordo messaggi serali
agganci invani mentre
cantavo solitario
scambi d'opinione
pensieri e una manciata di saluti
scoprirci diverso da svestirci

certe volte il silenzio è un compagno di sbronze
altre fois
non è la meme cosa
punge brucia mi sospinge contro una parete
e mi forza i nervi

ti chiedi mai ne vale la pena?
Sicuramente mi son chiesto
camminando nel poi alla fin fine se
ne era valsa la pena

però la finestra spalancata
al postumo
riscuote un indiscusso successo
non contenendo pregiudizi

colgo una gavetta
giovane e inesperta e la cingo di rose
ad alimentare il nuovo viaggio
la puntina gratta il vinile
qui inizia il mio adagio


 

 


 

SPLEEN DICIANNOVE FEBBRAIO

Hai appoggiato i tuoi occhi sul comodino
il silenzio è una comodità
alibi dolce fino all'arrivo del mattino

voci chiassose ti parlano
sciorinando sciocche novità
mentre le ore passano roboanti
come la periferia in settembre o la città

mi sento astratto
un po' ocra e troppo acerbo
per lasciare il segno
corro corro
spingo e batto
come un cavallo pazzo
coloro di rosa le foglie
e sputo alla stagione
intingo da un secchio
parole
da inserire in un puzzle
con qualche tassello
esuberante

e le ore passano
e gli anni avanzano
a bussare ai tuoi silenzi
ad innescare i tuoi pensieri
di oggi
come di ieri

 
SOTTIGLIEZZE.I TUOI OCCHI SU UN CATINO

Sottigliezze
i tuoi occhi fissati su un catino
cerchi concentrici prodotti dalle tue emozioni
goccia a goccia

goccia a goccia

                    hai bisogno di te

posso bussarti un attimo all'orecchio
non so se tu puoi o vuoi
ascoltare voci esterne
levarsi lievi all'incontro con la sera

dove si sta andando fra tante
cozzaglie d'aspirazioni
diplomi spenti su un cassetto
ambizioni sfumate via col vento

un condominio che ha preso il posto
di una manciata di frumento
con una panchina a fianco
                             li scrivesti il tuo primo ti amo

hai bisogno di leggerezza
perderti in te stesso e non ritrovarti più
hai bisogno di passeggiare sotto al sole
strusciarti fra il bucato steso
un caffè e un tramezzo
e muri scalcinati
più tuoi dei tuoi muri di casa

voglio uno strappo alla manica
e uno sputo alla pensione
voglio un piede sul pedale
e un morso alla giornata

voglio un calcio al catino
che ti rappresenta
e via
è ora di andare via

 

 

 

 


 

LA MATTINA DEL PRIMO (PENSIERO SCONCLUSIONATO)

Marcapelle incombi sulla
mia mattinata
acerba d'idee e d'ottimismo

Dolcenera mi frullava nella mente
perché Fabrizio ne sa più degli
altri
e rende più digeribile la nebbia
e troppi drin della tastiera

la strada troppo sconnessa
sconcerta le scosse dei miei
pensieri che vorrebbero
deglutire crucci quotidiani
ed orientarsi verso strade
nuove
la novità ha sempre il suo
fascino
odora di buono e di carminio
al di la del semaforo
al di la del passaggio a livello
all'incrocio
con l'arrivo della sera.

 
'TANTA (20/11/06)

lo vidi una sera
col sedere parcheggiato
a fianco del S.Antonio di case bianche
ruvido e gratinato con uno strappo fra le cosce
e una foglia rossiccia
a fianco della coppola
truccata alla naftalina

ormai contava i 'tanta
infastidito dal taglio sul palmo
a deglutire uno stuzzicadente
serie german discount

e labbra lente

lente

come le parole che non ha voglia di espirare
con la litorina che tartassa l'aria
delle diciotto e sedici
marcianti verso una zuppa di fagioli
marrone come i ricordi
di passeggiate tra i boschi e di guerra
di bicchieri conditi al merlot
fanti di spade
e spunti al comunque vada

comunque vada

sera è arrivata pure oggi

un incontro ravvicinato
con la fedele sella della bicicletta
e via verso il vecchio televisore
già acceso che l'aspetta.
 

 

 

 


 

E' COLPA DI UN OGGETTO UNA GIORNATA CHE NON SI RIESCE A COLORARE

Risveglio vorticoso
solo un mezzo di guadagno più di ieri
tazzina irritante
sole spento e troppo pacifico
sole che non permette l'occhiale da sole
a coprire pupille arrossate
arruffate più di un riccio capriccio

quattro spiccioli
per divorare un allegato
per buttare sabbia sul lago
della mia ignoranza sedimentata
da poche ore di me

porta di casa
porta dell'auto
porta dello stereo
troppi freni - non è proprio giornata
due pedali come variante
alla ricerca della salvezza
perdizione senza peccato
e sempre l'occhio protagonista
di un moscerino fastidioso
.se solo ci fosse stato il sole per l'occhiale
e poi sera
potessi avere un occhiale
per questo umore da filtrare


 
NOVEMBRE  (07/11/06)

La giornata passa
come il gesto di annodare la sciarpa
per evitare che una sera troppo pungente
venga a scalfire la tua routine
e a sbiadire i tuoi propositi pe rle prossime quattro ore

non mi va di pensare a quest'ora della sera
perché tutti lo fanno
e di essere tutti a me mai è stato concesso

neanche stavolta ce l'abbiam fatta a fare
quel salto di qualità di cui tanto si discute
e di cui tanto ne abbiamo incertezza

leggevo di Terzani che tanto cercava la sua via
e vedevo l'India più povera
e tradizioni andate
ascoltavo Fabrizio fra le puttane
con poche idee ma molto chiare
ho abbracciato poi la bottiglia di Vinicio
e li si che ce n'era da dire
stasera niente canzoni d'amor
mai più mi prendano il cuor

questa è l'ora dei pivelli
per tutti è facile sedersi a pensare
e violentare cuore e sera

così ho pensato di spremerla tutta
deragliare
ma non imboscarmi in una stupida foresta
ma passeggiare davanti al mare
e vedere il momento in cui
la rossa luna annega
e lascia il passo ad uno stupito sole

in quell'attimo di immenso
stanotte echeggia la mia anima
senza pace e senza stagioni
senza rimpianti e rancori.


 

 

 

 

UN PENSIERO AL BALCONE

Chiazze d'asfalto tra l'ultimo irish
e una boccata di smeraldo e mogano

previsioni

pensieri sornioni
sbocciati tra le 22,15
e i rintocchi dei tre quarti
in anticipo sul mio quadrante

pensavo a ballerine agghindate
di fondotinta troppo rosa per pensarsi distinte
fumo ed argilla
che sanno di figli già cresciuti
e tendenti allo spaccone
per troppe esperienze in anticipo
in anticipo sul giornale
..magari qualcuno lo ritiene normale

nasi fracassoni
e sopracciglia aguzze e taglienti
come le ultime parole che mi sono state scagliate contro

un altro per favore

ad alleggerire di un altro buco
il cuoio della strada
che tiene su il pantalone

mendicante di qualche conio
tra la tasca e il borsello
barcollo semplice
incontro alla sera

give me blue Valentines.




 

L'AUTUNNO CHE VIENE SU NOTE ANDATE

."perché noi pensiamo che la fortuna sia quello che non si ha".
lessi su un libro

tante belle parole ritagliamo ogni giorno
e le incolliamo sulla pelle
su un diario segreto
che poi a guardarti in faccia
tanto segreto non è

su un muro
su un bacio
su un grido alla notte che viene
e passa tale e quale tante altre

mi mancano tante voci
certe loro sfumature non le ricordo nemmeno
alte/basse/roche di sigarette/soffocate dall'emozione
le ho respirate oggi
mentre passeggiavo nell'aria di Venezia
fra gli affreschi dei Frari
quanti sono passati
quanti se ne sono andati

andati
significa malinconia
solitudine
o semplicemente possibilità che non ho avuto

e sfoglio un elenco
di numeri ai quali ho tanto parlato
ai quali ho incollato
queste perle di libri altrui
per chissà quale regalo di emozione
senza mai ricevere una parola
ho sfogliato tante poesie
che forse non hanno mai parlato
allo stomaco o all'esofago
al cuore o ad un pugno
ricevendo pagine di silenzio

e prima che inizi domani
smetto di cercare tante voci
che non hanno un pensiero per me
e mi trasformo umile in un nulla
lasciandomi catalogare in qualsiasi cosa
e ti regalo un pensiero
e dolce silenzio
.silenzio.
 

 



 

SAFFO'S

Ti piace la mia schiena alla gianduia
occhi maliziosi
labbra che profumano di limone
e delizia

leccami le cosce
anche se donna sei come me
leccami
leccami piano
con le tue dita su di me
.si bagnano piano piano

penetra
penetra le mie labbra
mentre mi bagno
fra le tue scapole e la schiena

fra le dita della mano
nel clitoride indugia piano

cala il tuo respiro su di me
a sciogliersi tra i capelli
i tuoi capezzoli ricoperti dalla mano
seduco il tuo orecchio sovrano

noi all'unisono
su questo letto di raso


 
CHE DICI?

Che dici?
Ti vedo li sul balcone
non lasciar che l'ennesimo mazzo di fiori
vada a sciogliersi li tra le tue mani
che la tua faccia sbiadisca
tra le pieghe dei crucci
che parlano al tuo ultimo pensiero

Che dici?
È l'ora che ti alzi
e volti le spalle
al profumo della sera
che eviti quest'ultimo bicchiere
che puzza troppo d'arresa
che ti metta a cantare
un pugno di note
stupide banali disarticolate
ma totalmente tue

E' l'ora.
Ma che cos'è un'ora
se non una lancetta
qui a rubarti l'ennesima giornata?

Che dici?
Non è il caso che ti concentri su un tuo pensiero
qualunque e comunque sia
pronto a destarti dal torpore
e riportarti in battaglia
a girare le pagine

.girare una pagina.

no strapparla
gettarla al vento spiegazzata
esibendo uno stupido sorriso
sul tuo semplice viso.

Che dici?  



 

 

 

PADRE

Guardandoti negli occhi roteanti
rossastri arsi
assetati di un po' di riposo
accarezzo troppe rughe ingiuste
dei tuoi settanta andati

sei bello li sul divano
incapace di bestemmiare alla sera
di reclamare
ciò che ti spetta

aspetta

tante troppe infinite volte
mi chiedo come fai
a non sfracellarti
in un ghiaccio nero
mentre io impotente
devasto le mie tempie
cuore e pensiero

e che la sera venga ad uccidermi
se ne ha il coraggio
mentre le botte del piano di sopra
pugnalano il mio coraggio
mentre troppe facce mi hanno abbandonato
e anche se diverso
avanti sono andato

e mentre semplice sei li nel letto
appoggio sull'antepalmo leggero
ogni mio pensiero
ti amo padre
di questo mondo sei il più vero.



 
 

Ottantanni su una barca

vecchio pescatore dall'aria stanca

intrecciato dai tuoi pensieri questa notte

come le maglie della tua rete a quest'ora ormai vuote

la pipa e la luna compagne inseparabili

acqua un po'crespa e tranquilla

barba troppo lunga e folta...testimone di una storia.

Intravedo nel crepuscolo la ruga a destra dello zigomo,

quelle sulla fronte inaridite dal salso del mare...

mare compagno pure stasera

una qualsiasi sera di bilanci di una vita

pensieri ai quali non ti va di pensare

stasera tu vivi e basta...

aspiri...

espiri...

e in quella nube di sogno che si innalza verso il cielo

riponi mite tutto il tuo cuore semplice e sincero...

 

 

 

 

 

 

 

Ho paura, stupido vero?

Mentre divento un uomo

lotto e mi imprimo nel mondo

ho paura di guardare la luna la notte...

mentre mi atteggio e pulso di me

tremo all'idea che la mia corazza venga di nuovo scalfita

mentre la mia mente ti accarezza il viso

sono qui a temere che la ma retina esploda ancora

esploda di parole, di suoni purpurei di raso

ed il tutto cada liquido sulla mia guancia

ho paura che mentre sono qui ad elemosinare qualcosa di te

si perda nella strada tutto di me

mi vengono i brividi a respirare l'anice nel cielo

non riesco a non emozionarmi a sentire...

...immaginare una chitarra arpeggiare fra gli alberi

mentre un tramonto rosso di passione mi fa apparire...

si apparire il desiderio di un corpo vellutato dolce come il miele e caldo

un cuore che mi abbracci...

un abbandono al nulla...

...non pensiero-sensazione...

l'attimo...

...ora non ho paura...sogno...

 

 

 

 

 

 

luna, eccoti qua...

ti sei impossessata pure stasera dell'aria

liquida ed ammaliante come sempre...

ed io t'accompagno

mi sento un pianoforte stonato

un ticchettio di note esplose nell'aria

accarezzanti le stelle, fruscianti fra le foglie

note che odorano del fumo dei camini di mezza stagione

note che odorano di lacrime mai cadute e di solitudine

polpastrelli che accarezzano lievi i tasti,

carezze che non riesco a ricevere...

note rotondeggianti rosse mosse

profumanti d'incenso e vaniglia

le percepisci come la goccia d'acqua bollente

che vola a tatuare per un attimo la tua pelle...

 

un concerto notturno di colori e suoni

un letto con lenzuola di raso

dove si mischiano abbracci ed umori

un connubio di rosa e di pesco

che mi penetra dentro

mentre una lacrima

pacata, soffice

semplicementeetotalmente viva

dalla mia retina al cuore

in una spirale sconvolgente

in passione ed ardore si estende

 

 

 

 

 

FLASH INCONCLUSO(qualche immagine che appare)
 
Un sorriso ghiacciato affacciato sul balcone
un corpo nudo abbracciato a se stesso...
qui davanti a te mi pongo
una pelle di raso e un cuore di velluto
ed un'anima di bambino
questo io sono...
 
TEARS come lacrima o come lacerazione
percezione di una situazione mentale
mente ardente vibrante viaggiante pulsante
eccomi qui a te che leggi
con tante vibrazioni e note stonate
ad assorbire senza prevenzioni ogni cosa di questa notte
notte sensuale e disinibita
notte spietata a prendersi tutto di me...
 
LACK come mancanza
mancanza d'uscita da un labirinto d'acciaio
mancanza d'un vortice di fuoco e cuore
cuore che manca di riimpossessarsi di se stesso
adesso...
 
IO come la cosa più grande
ti spalanco e mi punto innanzi
tutto me stesso
un AL DI LA DELLA FACCIATA
un'anima viva e sensibile
un'orchidea bagnata di rugiada
si da cogliere, ma pure da rispettare
 
....un flash di me stesso
me lo sono regalato
per guardare davanti ed indietro
trovare una via a me sconosciuta
trovare una stanza CALMA in cui RIFUGIARMI...
AMARMI...
 
 

 

l'abisso dell'essere si attorciglia dentro me

esplodono bagliori dell'oggi, del ieri

ripercorro immaginariamente le onde liquide di tutti gli odori che mi han accompagnato

 

sento l'onda pungente di sudore amaro, palpitazioni del cuore

scosso da un fato nemico

 

sento la marea dell'onda delle lacrime che hanno eroso il mio volto

e il tutto mi sconvolge..pulso e mi getto alla ricerca spasmodica

della linea piatta della quiete....non c'è....

....non c'è.........

 

 

la fine della giornata, un bilancio del passato

quell'uomo con la barba ispida e senza denti che tuona contro

questa maledetta vita.

 

il ragazzo che vorrebbe dormire che sa...sa di un domani

molto probabilmente peggiore...

 

rintocchi di un pianoforte malinconico

lacrime di disperazione di quell'uomo

il fumo di una sigaretta a stemperare quest'aria tagliente

questo è l'oggi,   un oggi che esplode di dolore

si potrebbe affogarlo in qualche bicchiere...

intanto il sonno prevale sul rancore...

 

 

una stufa scoppiettante, il legno che si devasta, ma una piacevole compagnia

compagnia nella solitudine di questo pomeriggio

piacevole riflessione davanti a fogli

     inchiostro di un essere meccanico che non son io

io? chi sono?

annuso l'aria pregna di pino e note

suoni ecletticiforse violentati dal mio pensiero e da quel bicchiere lì... davanti a me....

riflette riflessioni inconcludenti su qualcosa che non so

cosa non so?

so che in questa stanza ora si sta bene

percepisco una mano immaginaria

una mano che solletica le mie pulsioni...emozioni

che entra nel mio corpo e va a tangere la mia anima

 

      e penetra nel mio io, ma con dolcezza

una dolcezza mai banale

una mano che non chiede chi sei?

una mano che non ragiona e non pensa

   vive...vive in me...

             .........simbiosi... 

 

 

 

 

 

 

 

voce della sera, voce che rimbalza tra queste pareti

tra profumo di bucato e odore di cenere del camino

Nell'orecchio vola una canzone popolare

fra gli occhi scorci liguri...mare, case, onde e il sole non c'è

ma è stupendo lo stesso

 

E non posso che gioire di questo momento di quiete

e non posso che nutrirmi di ogni attimo di questo sogno

 

E penso a ciò che arriverà, a ciò che succederà,

e penso a ciò che sarà domani, a quali saranno le voci

e i colori...

e questo torpore non mi permette di proiettarmi nel futuro...

dire mi accontento di questo momento è troppo riduttivo...

dire sono fortunato del colore che mi bagna in questo attimo

come espressione del mio sentimento è già meglio...

 

Maintenant j'y vais dans, je ne peux que le faire...

c'est ma vie, la vie d'un rien, folle et extraordinaire

 

 

sto rannicchiata qui con me stessa in riva al mare

una coperta a quadri a non far violare il mio corpo

sto appollaiata sull'estremità dello scoglio

e il mare è calmo

e aspetto che un soffio di vento faccia appiccicare su di me una goccia di salsedine

come una lacrima del mondo che ha pietà di me

ho il cuore che ora è ustionato dalla luna

luna piena e vigorosa

luna che esplode di se

ed ora anch'io esplodo di me stessa

NO!sono debole e sto morendo

divorata da conati di vita

vita perfida e meretrice

pronta a vendersi a chiunque altro

porto un sogno chiuso in un palmo

...tutto mio...tutto mio...

ed ora ho paura che esca e si libri

vorrei che restasse qui e crescesse

immenso e vigoroso

capace di cambiare la mia vita e il mondo

ugualmente temo che il suo volo venga spazzato dal vento

e fugga da me

e son qui sullo scoglio spiata dal mare

 

 

 

 

parole che si scolorano

sogni che svaniscono

un cuore solitario...

ma luminoso e colorato...

ma questo non interessa a nessuno...io

 

mi guardo allo specchio

superficie inanimata che in verità adesso non c'è

immagino me stesso

e cosa ha definito ogni riga del mio volto

e cosa ha fatto esplodere ogni capillare del mio occhio

 

occhio, sei sempre tu l'immagine di me stesso

portabandiera di ogni mia pulsione e umore

indicatore loquace di una piccola persona

una piccola persona che di volare un giorno sarà capace!

 

 

 

 

 

colui che non è nessuno

colui che non ti aiuta mai

aleggia sopra me

va ad erodere come l'acqua la roccia il mio io

non consiglia

non da soluzioni

ma si appoggia al mio cuore

mi prende per mano

mi dice vai!ce la farai!

 

   

 

 

 

 

Home page  |  L'autrice del sito  Le pagine del sito