Sono nato in Venezuela, ma sono in Italia da quasi 6 anni. Sono affascinato dalla poesia nonsense, dalla libera associazione di idee ed immagini. Non mi curo particolarmente della metrica, ma è mia prerogativa costruire composizioni rigorosamente in rima. Sebbene molte delle mie composizioni non nascano dal flusso di coscienza che ispira tante poesie nonsense, esse tuttavia rimangono opere del tutto prive di un significato recondito, ma ricche di rimandi ad immagini e sentimenti. Amo definire la mia poesia come “astratta”, le mie influenze stilistiche sono il cut-up di William Borroughs, i mondi surreali e onirici dei videogiochi, la pittura di Jackson Pollock e Wassilj Kandiskij.
Quando tu eri padrone della landa e arrivava il giorno del raccolto I pesci ti osservavano assorti e suonavano le campane a morto Poi le tue mani coperte di sangue sulla ruvida superficie Violavano il silenzio tombale della tua benefattrice
Avevi apposto il sigillo sul corpo della sacra essenza E non mancavi mai di far notare a tutti la sua presenza Ma un giorno le carote e le patate si ribellarono Le loro maledizioni e le loro formule magiche ti sconfissero
Ci sono almeno tre strati di vernice su questo pannello Applicati ripetutamente in senso orizzontale con un pennello Ora il tuo specchio è l’unico custode della tua immagine Assorto nel silenzioso terrore della sua solitudine
Ora i conigli scorrazzano per la landa e sorridono E il tuo spirito per sempre ormai loro negano Costretto a difenderti usando inutili schermaglie Eterno prigioniero di un destino che ti ha voltato le spalle
Chiudi gli occhi, scegli un gioco e senti il sapore Ricomincia da zero, cambia nome, pensiero, colore Ritrova nei ricordi del passato il tuo vecchio ardore Non lasciarti ingannare dal loro falso candore
Gli schiavi che osservi dalla collina sono da anni qui La loro fatica è la loro disgrazia, è sempre stato così Il loro canto sembra annunciare la fine del mondo Forse così esorcizzano il dolore per qualcosa di più profondo
Sono loro i tuoi alleati ora, è ora di rompere il silenzio Devi risalire il fiume, invisibile come il vento E quando la notte cullerà i sogni dei conigli Tu salterai sul corpo indifeso ed affonderai gli artigli
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