Il pianto del manichino | Il mio tempo | Tramonto settentrionale | il mio volo |
Una giacca rossa, come un cuore
estraneo, mi soffoca con dura eleganza. In vetrina vivo all'ombra delle luci di strada, stranito dallo sguardo violento e confuso di qualche esteta. Lo scandalo è che disprezzo il mio splendore, mi tormenta la mia condizione. Muto, tra i miei panni inghiotto lacrime come capricci di plastica, mentre la gente non crede alla mia anima. La sensualità si consuma nel vuoto della sera, quando il mio corpo si rintana dietro una vecchia saracinesca. Intorno a me gli inutili angoli di una parete e la stanchezza. Svuotata la rabbia tra i piedistalli mi abbandono al silenzio che mi fa quasi vergognare d'essere così nudo e solo.
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Accecante sbadiglio
nero lo sbaglio fuoco il tempo suicidio di un sogno parlanti silenzi escogitano il mondo. Rosse le primavere l' Africa è neve l'egoismo ridicola voce l'odio una croce. Miliardi di viventi natura che appare solitudine alle spalle metallo come feto ancora caldo sull'asfalto. Nelle vene paura d'amare pioggia di nevrosi tramonti esplosi senza luce l'ignoto nell'anima il vuoto come cielo il deserto di cera il destino. Proibita l'identità nell'atmosfera il disordine amaro senza gioia il testamento della libertà.
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Così rosso, del rosso di una vendemmia di verità alla soglia delle campagne imbevute di nebbia perduto nel fondo di una lite di confine un sole nudo e pazzo salta sulle braci della sera stringendosi al freddo padano. Viene dall'ignoto il suo esercito carminio che aspetta dalla paglia e dal fango la lucidità per riprendere il sonno tra le pianure. Se ne vanno le schiene di montagna come fuochi abbandonati in sogni lontani, mentre dalle polveri di strada una goffa luce dall'aria veneta porta con sè un tramonto interminabile. |
il mio volo Vita che piangi amore nelle vene agli angoli del silenzio in disparte dal vento corri a salvare le ombre del mio cuore. Non passare senza lasciarmi il guscio del cielo, toccami con le tue croci scottami con le tue piogge sorvolami con i vulcani del tempo. Trattieni il mio respiro in questa terra fammi riflettere nei vetri del destino rendimi forte contro ogni fulmine che invecchia sceglimi per amare il confine e le acque. Ad ogni scalino d'ignoto ad ogni strappo di luce difendimi dall'invisibile oltre lo spazio, dalle linfe oscure che cercano il mio fiato. Vita che disegni il mare nei miei occhi respingi gli abissi e scopri nel sereno di un orizzonte il mio volo. |
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