"Michela Zanarella"

Michela Zanarella è nata a Cittadella (Padova) il 01-07-1980.
Ha frequentato l'istituto tecnico commerciale Giacinto Girardi di Cittadella conseguendo il diploma di perito aziendale e corrispondenza in lingue estere nel 1999.
Inizia a scrivere poesie nel 2004 e scopre un talento naturale nella espressione della vita in versi. Ottiene alcuni risultati nel campo della poesia come le menzioni di riconoscimento nei concorsi Beniamino Capparelli nel 2005 e Don Luigi Riva di Varese.
Ottiene pubblicazioni in diverse antologie di poesia a tiratura nazionale. Pubblica una sua prima raccolta di Poesia dal titolo Credo con L'associazione culturale MeEdusa. La raccolta, ottiene un buon riconoscimento popolare con una tiratura di mille copie.
Partecipa attivamente alla diffusione della poesia sia come mezzo di comunicazione sia come elemento di dibattito tra i giovani.
Tra le sue passioni troviamo la letteratura internazionale con particolare interesse per la letteratura francese, lo studio dei grandi pittori della storia, i viaggi e la conoscenza di nuove culture. E' stata ospite alla trasmissione radiofonica di Rosanna Perozzo su Radio cooperativa a Padova. Numerosi gli articoli su quotidiani quali il Mattino di Padova, il Gazzettino di Padova, il Padova, la voce dei Berici. Ha partecipato alla trasmissione televisiva "Poeti e Poesia" di Elio Pecora su Televita, a Roma. Risvegli è la sua seconda raccolta poetica. Ha ottenuto il terzo posto assoluto nel concorso "Citta di Manziana 2007".
Ha ottenuto il terzo posto assoluto nel concorso internazionale "Vitamine per l'anima", nel marzo 2008. Nel premio Onlus Mecenate ha ottenuto il sesto posto assoluto e al concorso Panza isola di Ischia ha ottenuto il quarto posto dalla giuria popolare.Menzione d'onore al premio Mondolibro di Roma, secondo posto al premio Groane 2008,primo posto assoluto al premio"Calogero Rasa" di Palermo, secondo posto al premio "L'aquilaia", Grosseto, secondo posto al premio "Invito alla poesia" di Trieste, menzione speciale al premio "Irpinia mia" di Avellino. Ha iniziato a scrivere i primi racconti nel gennaio 2008. Ha collaborato alla realizzazione del libro "Solitudini dentro" di Carmen Tomasi, ed. Nuovi Poeti. Ora vive e lavora a Roma.
 
 
Il pianto del manichino Il mio tempo Tramonto settentrionale il mio volo    

 

 

 
Una giacca rossa, come un cuore
estraneo, mi soffoca
con dura eleganza.
In vetrina vivo all'ombra delle luci
di strada,
stranito dallo sguardo violento
e confuso di qualche esteta.
Lo scandalo è che disprezzo
il mio splendore,
mi tormenta la mia condizione.
Muto, tra i miei panni
inghiotto lacrime come capricci
di plastica,
mentre la gente non crede
alla mia anima.
La sensualità si consuma
nel vuoto della sera,
quando il mio corpo
si rintana dietro una vecchia
saracinesca.
Intorno a me gli inutili angoli
di una parete
e la stanchezza.
Svuotata la rabbia
tra i piedistalli
mi abbandono al silenzio
che mi fa quasi vergognare
d'essere così nudo
e solo.

 

 

 

 

Accecante sbadiglio
nero lo sbaglio
fuoco il tempo
suicidio di un sogno
parlanti silenzi
escogitano il mondo.
Rosse le primavere
l' Africa è neve
l'egoismo ridicola voce
l'odio una croce.
Miliardi di viventi
natura che appare
solitudine alle spalle
metallo come feto
ancora caldo
sull'asfalto.
Nelle vene paura
d'amare
pioggia di nevrosi
tramonti esplosi
senza luce l'ignoto
nell'anima il vuoto
come cielo il deserto
di cera il destino.
Proibita l'identità
nell'atmosfera il disordine
amaro senza gioia
il testamento della libertà.
 

 


Così rosso, del rosso di una vendemmia
di verità
alla soglia delle campagne
imbevute di nebbia
perduto nel fondo di una lite
di confine
un sole nudo e pazzo
salta sulle braci della sera
stringendosi al freddo padano.
Viene dall'ignoto il suo esercito
carminio
che aspetta dalla paglia
e dal fango la lucidità
per riprendere il sonno
tra le pianure.
Se ne vanno le schiene
di montagna come fuochi abbandonati
in sogni lontani,
mentre dalle polveri di strada
una goffa luce dall'aria veneta
porta con sè un tramonto
interminabile.
 

il mio volo

Vita che piangi amore
nelle vene
agli angoli del silenzio
in disparte dal vento
corri a salvare
le ombre del mio cuore.
Non passare senza
lasciarmi il guscio
del cielo,
toccami con le tue croci
scottami con le tue piogge
sorvolami con i vulcani
del tempo.
Trattieni il mio respiro
in questa terra
fammi riflettere nei vetri
del destino
rendimi forte contro
ogni fulmine che invecchia
sceglimi per amare
il confine e le acque.
Ad ogni scalino d'ignoto
ad ogni strappo di luce
difendimi dall'invisibile
oltre lo spazio,
dalle linfe oscure che cercano
il mio fiato.
Vita che disegni
il mare nei miei occhi
respingi gli abissi
e scopri nel sereno
di un orizzonte
il mio volo.



 

 

 

 

 

 

 

 

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