Nicola Mistrorigo  

"Salve a tutti, mi chiamo Nicola Mistrorigo, sono un ragazzo di ventidue anni e frequento la facoltà di Ingegneria a Padova, un ambiente piuttosto rigido che però non ha piegato la mia fantasia e la mia voglia di emozioni.
Come vedete la foto in alto è abbastanza datata ma, vi dirò, oltre ad essere ancora una delle mie preferite, vi dà l'idea di quale fosse la mia età quando cominciai a muovere i primi passi nella poesia.
Ne ho scritte tante di poesie e ne ho lette ancor di più; le ho sempre tenute con me nel mio cuore ma, ora sento il bisogno di condividerle con tutti!
Solo un egoista saprebbe  trattenere le sue poesie che sono più leggere dell'aria  e tendono a salire sempre più in alto, voi siete liberi di seguirle o di farvele sfuggire, comunque loro saranno sempre lassù per vedere il mondo dall'alto e da un altro punto di vista.
Vi invio oggi le mie prime dieci poesie e se vi piaceranno anche loro saranno felici."

 

Tormenti lo sguardo Odore industriale Rosso Divino Sorriso LA FALSA MASCHERA DELLE OPINIONI ALTRUI Bugiardo
velocità Concerto il profugo Due mesi tragica terra
VOLARE
 
CHIAPAS

 

 

Tormenti


Ci sono certi momenti
ci sono certe persone
quì certo nascono i tormenti
che soffocano le idee
vestite di vuoto in dispersione

Sono sottili filamenti
tesi nei tempi e nei modi
tendono l'identità dei momenti
per far delle mie idee
rette fatte di segmenti
 
 
 

 

lo sguardo

anni aspettai
poi li vidi, li toccai
lì i tuoi, davanti ai miei
nel pensiero io vorrei...
vorrei parlare senza bocca
vorrei sentire quel colore
di smeraldo, i tuoi occhi

 

Odore industriale

Al mio paese oggi il pane pare sia progresso
tanto, dovunque, ne hanno fame fino all'eccesso
e il profumo dei campi sarà l'odore del cesso

Soldi su soldi creano nuovi ricchi al soldo
schiavi del chiarore, del rumore, dell'ODORE INDUSTRIALE
nuova nebbia crepuscolare, nuovo inverno caldo
.......

 

 

 

 

 

Rosso Divino

Rosso divino alla sera si stende
il sole è acciaccato e coperto di bende
la terra battuta si specchia nel cielo
l'ombra lunga nei campi è un telo
i solchi creano sbarre, le nebbie tende
prigione immobile nello spazio che attende

 

 

 

 

Sorriso


Guardo quel sorriso
mezzaluna fertile
feconda il tuo viso

Mi chiedo "è possibile?"
Di quell'atto impensabile
sen'ha soltanto coscienza
taluno la maestranza
di un'arma similmente
la pallottola più penetrante

Guardo quel sorriso
spicchio di luna
illumina il tuo viso

Ci riprovo, ma all'improvviso
serio il volto, immobile viso
e i collinari zigomi
ridivengon pianure
meno fertili, meno pure
comuni terreni monotoni

Rivoglio quel sorriso!
Dal tramontar di luna
a nuova alba, sul tuo viso

 

LA FALSA MASCHERA DELLE OPINIONI ALTRUI

Mi chiedo perchè? 
noi, loro, tutti siam quì
pascoliamo di locale
in locale, siam là
ma già l'ansia ci assale
ci diciamo: non c'è vita quì

Mi chiedo perchè?
si sprecano come minuti
inutili "ciao come stai?"
perchè tanto già lo sai!
E alla fine come cornuti
conosciamo solo quello
che gli altri dicon di noi
la falsa maschera delle
opinioni altrui

Mi chiedo perchè?
Non ci sediamo
e ci ubriachiamo
di segreti nascosti
di pensieri mai posti
è così vedremmo 
i duri piangere
i timidi esplodere
gli sfigati sfottere
e i fortunati perdere
noi allora sapremmo 
cos'è la vita:
l'ombra delle verità
nascoste

 

 

 

 

 

velocità

corre veloce il rombo del tuono
tu corri veloce per prenderlo al volo
fermare il tempo del grande frastuono
caos nella mente è il tuo gioco di ruolo
Essì che sei lì e vedi tutto
ma non lo vedi? Sei solo!
Il seme malato fa della strada il suo frutto
coraggio cen'hai, ma stai per prendere il volo 

 

Concerto

Sei tu, ora son certo
i violini suonano insieme
con le trombe stò concerto
I tuoi occhi sono nuovi
nuove le labbra, nuova
quella bianca maglietta 
che il tuo seno preme

Parli e ti riconosco
Eri lì, una volta, bambina
come il seme più nascosto
di un fiore sconosciuto

Che concerto stò sconcerto
che pei fiati non ho fiato
sicchè urlo dentro:"rimpianto!"
trapianto che mi ruba il cuore
ti guardo e mi chiedo:"ti rivedrò
o ti vedrò ancor più nuova?" 
  

 

 

 

 

 

il profugo


Avevi un padre, avevi un signore 
forse un diavolo di dittatore
Avevi una casa, avevi un dottore
e là nel campo anche un trattore
E venne il giorno come la notte
ti dissero: tu non ami, tu odii
Mentre piangevi e correvi via
due mani, una dal cielo insanguinata
brandiva un pugnale acuminato
l'altra da terra meno affilata
portava viveri, portava amore
E tu che non hai più casa ne più dottore
con quel trattore scappi via
poi una nave e un porto di malinconia

 

Due mesi


Ormai sono due mesi
ormai sono milioni 
i migliori, nostri, pensieri persi 
parole lasciate sulla cornetta...
non ti vedo, non ti sento
non ti parlo, non c'è verso

Ormai non conosco più
com'ero e com'eri tu
là il prima, ora il dopo
Dalla nave che affondava
sono fuggito via come un topo
troppo nero mi affollava
nero di vita, nero di cuore
nulla di vero c'era nell'amore
quando ero solo ad amare

Ormai sono due mesi
ma, sono sempre pochi 
i nostri pensieri persi
lasciati sulla cornetta, là...
l'alzo, ne sento l'eco
Parole orfane di soggetto 
cercano invano una fine!
   
 
 
 
 
 

 

tragica terra

La terra trema, il cuore ribolle
sta terra molle il cuore strema
vibra il rumore, sento il tremore
parla il vulcano, un ballar di case
parla il tremore, la gente muore
le bare bianche, la polvere nera
la zona calda, fredda si fà la sera

 

VOLARE

Seduto comodamente bevo
un succo d'arancia fra le nuvole
Fuori l'opaca nebbia offre
uno scorcio di pianura padana
ma, ecco uno squarcio di sereno
e dalla penombra scorgo bianche
cime innevate, che confondono
la luce dei tuoi occhi riflessa
dal finestrino; tu che mi sei accanto
noi che voliamo insieme...
potrebbe essere l'ultimo viaggio
potrebbe essere il nostro destino
una nuova vita aldilà delle nuvole

 

 

 

 

Bugiardo

Hei tu! Insisti nel darmi un nuovo perchè
come se avessi il controllo di che
di rosso e nero sul tavolo verde

Hei tu! Vuoi rifilarmi la tua verità
di frasi fatte non hai scarsità
ti giochi tutto,d'azzardo,quando si perde

Hei tu! Che li seduto ti chiedi perchè
fai questa fine e lo sai altrochè
sei li seduto senza verità
le mani in faccia, le tue falsità

 

CHIAPAS

Ricordi Emiliano, la terra rideva
la storia del mondo di voi non scriveva
i fucili e le spade non fecero male
quando disprezzo, ignoranza, emarginazione
piegarono, umiliarono il popolo del sole

Ricordati Marcos la terra ti vuole
il popolo piange, tu gridi attenzione!
Attento la volpe non è il vero padrone
il pericolo incombe come il vento
la tramontana vuole oscurare il sole

Ricordati Chiapas di alzare quel mento
l'astro dall'alto guiderà il tuo cuore
se la pace e la libertà vanno a rilento
ricorda: i governi passano, ma la cività non muore
finchè lassù in alto brillerà ancora il sole
 

 

 

 

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