Ha pubblicato il libro: "Alla gente di questo immondo mondo sperando che il tocco non sia vano"
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Qualche anno prima di incontrare fra le righe dei miei versi un sentimento naturale pensavo che la poesia fosse una materia come le altre e che si potesse studiare come le altre; pensavo che mettere insieme una serie di parole fosse solo un momento di pausa e riflessione come gli altri. Ovviamente, da qualche anno ho cambiato profondamente idea e ho scoperto che per chi scrive poesia è importante perdersi cioè smarrirsi dove, se tutto va bene, può trovare solo l'eventuale lettrice o lettore. Per me la poesia è esattamente quello che dovrebbe essere. L'incontro tra noi due è stato un evento del tutto normale e straordinario.
L'autore
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E UNA E UNA | A MORE | GOCCE DI FIORI | ROSA GIALLA | MIGRANTE | ODORE DI BENEFICIENZA | VERGOGNA | IL VERSO DELLA PACE | VITA | |
ODE A GIOVANNI RABONI |
ora non ci sei Raboni
con Ivan il vento pure tu sei passato parola veloce urlo iridato
la parola sbiadisce fra il letto e il foglio tutto patisce
il fumo del verso non sparisce
mai
finisce
la scatola non merita di ricordare quando non puoi loro parlare
con le tue righe non potrai farli impazzire
mi madre e la sua nuova cucina non è contro di te tutto combina
NUNZIO FESTA
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Il Verso della Pace è un verso a rima baciata, perché l'odore dei poveri è la speranza dei liberi
Il Verso della Pace è un verso a rima alternata, perché dal fango e dalla pece nasce una gioia riconquistata
Il Verso della Pace è un verso a rima incrociata, perché il vento che c'è l'ha donata ha una forza stranamente creatrice
Il Verso della Pace è un verso libero, perché, chi libertà vuole, Pace invoca.
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Mai vinto. Come fantasioso esistere di un Surreale Santo, Scalpello e Incudine.
Da cantieri e officine botteghe e campagne. Rumore di vita. Musica e passioni.
Sogni in galera solcavano squallidi mari per perire in inespugnabili fortezze.
Ora dalle teste più libere frutto di decapitazioni non possono che balzare fuori miseri pensieri.
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Paga come nei vicoli ciechi al piccolo ragazzo il dolore nel samoavar che brucia le foglie pallide
un atto violaceo cupo e non estasiante che il tuo cuore stanco concede al mondo disumano.
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Il tanfo dei vili ritorna e chiede scusa, perdono e diritti ...ma il mare di Napoli è troppo onesto per lui
può avere la forza di pregare da disperato? può avere gli occhi puri di un povero? il governo prepari il benvenuto più riverente ed il popolo gli insulti più aristocratici
Ma non ti preoccupare ti donerò il mio diritto di cittadinanza che mi vergogno di possedere.
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Rosa gialla posso guardarla rosa gialla posso anche toccarla
una rosa gialla immagino nel letto una rosa gialla ritrovo sul petto.
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Più dell'assenzio nobile il saltimbanco prega per noi l'ambulante proletario
giaci prematuro e fiero, non vile ma sicuro come su di un massacro di città
ridi su uno scoglio di velluto pesante e lacero per riposare gli arti stanchi e lo stomaco vuoto
solo tu potrai essere un gran poeta fiore spuntato da una gaia povertà.
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A more con il sole gioco di parole a more con la luna tenti la fortuna a more e a viole provi anche l'odore. A more per amare stupendo, da riprovare.
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Tre scalini squallidi il respiro degli alberi sei gocce di miele e il resto è sentire
è sentire la tosse dei fiori un bagno di segni sul ciglio dei sapori
è sentire leggero l'autunno che pietoso trascina il piccolo affanno
è sentire negli occhi e nella mente due lagrime spente sorridere tanto
È sentire
Che il dolore e l'odore secchino al sole.
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è scivolata la luna nel tombino
a me bambino
per metà destino
non riesco a leggere ma spargere
piangere
maledetto tombino
e questo è il giorno in cui le dita la smettono di falsarmi la vita
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Quanto inutili fuochi di artificio
E una e una la foglia crollata mi imbroglia prima della soglia in disparte germoglia
e una e una sulle macchie risorte per il fuoco contorte senza morte purtroppo ridotte
e una e una un sorriso rinato su un prato in velluto astuto nel mare posato
e una e una nella memoria indecente la lotta insistente non sente l'ostacolo mente
e una e una sale un magro odore un libro scollato un fiore raccolto
per ore e ore scalpellano la fuga e la inducono all'errore.
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