Paolo De Martin

 

achilea alte vie fame asfaltagiornali Passi segreti quasi sera sasso

 

 

achilea

è bimba che guarda il cane
di terra creano doni
rara bellezza di sangue
bianco come grandine
saluto alpino di rifugi
abbaio e sorriso vero
parole assenti di sentieri
effetto grappa achilea
medicina antica bianca
scaccia pioggia&amori
 

alte vie

sogno le alte vie dei boschi
le strade che salgono le paure
gli occhi di cervo lontano
parole uscite dalla cima
colori che si fanno versi e rupi
falco che piega al vento
aria azzurra che si fa notte
terra di 45kb di parole
trappole di larici e occhi di marzo
nei ruscelli di roccia aurina
cielo dei nostri orizzonti&schermo
 

 

 

 

 

fame

prima di tutto ho fame
poi vengono le parole

ho speso il mio tempo
a comprare insalata
quando c’era nell’orto

e a mangiare carote col ciuffo
per fa rabbia al dentista
 

asfaltagiornali

inizia nell’asfalto delle strade
dentro città lontane dalle siepi
è la guerra dei teleserali
del petrolio & calimero
dalla faccia bella di gioielli e polli

passo l’autostrada
nella finta primavera lombarda
al tramonto si attraversa il ponte
sulla fila di fumo e auto

due quartieri divisi
dal muro di lamiere in coda
gomme e acciai leggeri

auto e cuori blindati
autoblindati
nell’asfalto di Baghdad
sale nell’aria della sera

case che si guardano
nello stesso rumore
armi che costano più di anelli
per donne che si guardano sole

dai balconi non sentono
non possono più parlare
è l’ora del ritorno
a casa dai telegiornali

si arriva così in città
passando per un cimitero
di gente ancora viva

 


 

Passi segreti

Restano le parole nuove
che non escono dal calice
bandiere scritte dai sogni


l’emozione diventa neve
il grido si alza
vuole pace e fieno
trema la montagna e parla


il sole è ancora freddo
non voglio un altro inverno
attendo i fiori gialli dal silenzio
grande orto della terra dura


come i suoni e la memoria
i segni perdono le parole
sono versi lunghi e rari, occhi
chiusi dagli orgogli


nelle ombre abbiamo voce
siamo poeti di case libere ?
osti senza domande
Terra senza profeti


sera quasi dritta con te, paura
aria di valle aurina
brucia il mondo delle fate
 

 

 

 

 

quasi sera

quasi sera viviamo
poi la strada ci insegue
dentro una cantina ci inebria
accolta dagli agguati di luna
c’è un diritto di vita nel vino

Eufrate

qualcuno ha perduto le orme
il corpo nel fiume risuona

 

sasso

voglio essere solo un sasso
fuori duro come mistero
resto solitudine del bosco

dentro tutto è pace
perfetta letizia di neve
fresco e caldo vivono
insieme

passano sopra me i viandanti
ma non fanno male

finisco nel ruscello Tures
ed è piacere di acqua&terra
incontro altri amici
sassi più grandi

ci strofiniamo nel flutto di
scintille che schizzano via

sono un sasso eppure
vedo la luce
 

 

 

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