Senza
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Nel mio cielo dilaniato da saette di fuoco l'’ira feroce di un antico dio minore. Un bagliore, un raggio di luce accecante un attimo, un solo attimo ed il buio fu la luce la notte fu il giorno il gelo fu il calore l’amaro fu il dolce la paura fu il coraggio. Le lacrime quelle restarono ed erano di gioia. E mentre orgoglioso ostentavi la tua forza proclamavi la tua presenza osannavi la mia esistenza, in quell’attimo, lo stesso attimo, mi regalavi l’abbandono e tutto il suo infinito. E la luce fu ancora buio il calore ritornò gelo il giorno divenne notte il coraggio, il tuo coraggio diventò la mia paura. E restarono ancora le lacrime le lacrime del mio dolore.
22.6.03
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Ti sento quando è buio, quando il corpo cerca il riposo delle membra ma la mente non lo segue, sento che sei nell’aria. Ti vedo, bella e superba com’eri sempre, tra i fuochi della casa, i grigi capelli raccolti sulla nuca. Le tue labbra sottili si contraggono, mi parli e vorrei sentirti e vorrei risponderti e vorrei lenire quel tuo antico dolore da tutti incompreso. Invoco il nome tuo che mi riporta al mio e scopro che tra noi c’è un di più che oltrepassa l’analogia dei nomi e che sa di eterno. E mentre mi perdo nelle tue tasche di cioccolata e naftalina, è di nuovo giorno e tu sei di nuovo in cielo.
22.6.03
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Ti sei posato sul palmo della mia mano come una falena danzando sulle ali della mia fantasia hai percorso il labirinto dei miei pensieri e segnato di rosso vermiglio il corso delle mie vene poi con la dolcezza dell'oblio sei svanito nella luce dei miei occhi mio dolce sogno.
23/6/03
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