Stefano Medel 1-2-3-4

 

Sera Buio Ungheria Scende la sera Africa Che ci fai Festa A natale Sembra strano Quando
La vita Cielo Non si sa mai È passato così tanto tempo Finalmente marzo È primavera, Strade americane Notte Quando sei solo, Cosa c’è
Stanco La sera, Ahi C’è Intanto il tempo È già mattina T’ho persa Ma cosa è successo, Hippy Non so
Notte Stanza amica Fuori nuvolo Amici Notte, Mattino Fiera Qui Calma La notte mi circonda
In autunno Mattina Notte Ascolti Ieri          

 

 

Ieri,
sembra poco
fa,
ieri,
era tutto bello;
ieri,
era diverso,
ieri,
ridevi,
era solo ieri,
adesso,
pare passato un secolo,
e tutto sembra sogno,
finito
male.

 

 

 


 

 
Notte
Cupa,
profonda,
misteriosa;
immenso,
mantello,
nella
notte,
velo
di
tenebra;
e scappo
via,
coi
miei
sogni.
 

 

 



 

Ascolti,
cosa ,
il nulla,
il nulla,
notturno;
silenzio,
o quasi,
non c'è mai,
vera calma,
in città;
qualche
auto,
fila,
nella
notte;
chissà,
quale avventura,
l??attende;
o forse torna
a casa,
alla
svelta,
volando,
verso la cena,
ancora calda;
notte.


 
In autunno,
tutto riposa,
tutto è dormiente,
giace,
la natura,
in attesa della prossima
primavera,
la stò già aspettando;
giorni tristi,
e tetri,
dipende;
tutto sa di incolore
di grigio,
di nebbie,
di fumè;
malinconia
d'autunno,
ma anche ,
serenità,
tranquillità autunnale,
se uno riesce,
a godersela.


 

 


 

Mattina,
purtroppo,
il lunedì,
con le sue mene;
i guai soliti,
che ritornano
a crucciarti;
la notte volata via,
festa
alle spalle;
fuori,
al luce fioca e
la foschia d??autunno;
poche foglie,
tutto morente,
tutto passato,
silenzio,
non voglio nulla,
solo
pensare a me,
a cose mie;
solo per me.


 
Calma,
calma,
voglio solo,
calma,
nel mio giorno,
nella mia rabbia;
nelle cose che non vanno,
nelle amicizie perdute,
fare con calma.


 

 

 

 

La notte mi circonda,
stanco,
voglio,
solo,
nascondermi al mondo,
non farmi trovare,
perdermi
nel nulla;
niente;
sognare,
il passato;
com'era;
la mia vita;
il mio vecchio mondo.


 

Fiera,
banchetti,
voci,
casini,
musichette da stereo,
auto da tutte le parti,
città,
mezza chiusa,
burattino,
chiasso;
gente che guarda,
e compra stentatamente,
con parsimonia;
natale,
in fondo,
è ancora lontanuccio.
 

 

 

 


 

Qui,
adesso,
silenzio,
notte,
sonno
improvviso,
le ore,
sono corse via,
finita
festa
triste dei morti;
hai pensato a
loro almeno,
già qualcosa,
felice di aver ricordato i tuoi morti,
era quello
che nonna voleva da te;
adesso,
è la notte,
notte;
silenzio,
silenzio notturno.


 

 

 

 

Notte,

che mi avvolge,

in un lenzuolo nero;

e dimentico ogni cosa,

in questo grembo della terra;

e i miei pensieri

diventano,

tutt’uno,

con le stelle;

incubi,

e mostri,

sono al realtà,

ora;

riposare,

sognare,

scordare;

non pensare;

ignoro

il mondo,

finalmente,

finalmente,

non so più cosa sia.

 

 

 

 

 

Mattino,
dietro il velo tenue della
fine della notte;
ombre fugaci;
presto il giorno
apparirà,
senza sole,
autunno;
triste,
grigio,
terra bagnata di pioggia,
presto sarà il tempo,
delle foglie morte,
delle panchine svuotate;
del silenzio,
il giorno dei morti.


 

Fuori nuvolo,

forse,

o forse no;

una mattina scialba,

d’una domenica

come altre,

che rompe ,più di quanto dà;

con le sue ore vuote,

l’ozio e il tempo sfaccendato,

mascherato da festa;

il non sapere mai che fare,

dove andare,

che inventare;

noia sospesa,

mescolata al caffè mattutino;

domenica,

passasse in un instante,

e se ne andasse,

a tediare altrove.

 

 

 

 

Amici,

molto importanti;

li vedo quando posso;

ricordando i vecchi tempi,

della scuola;

il professore,

Franco,

un po’ più rugoso,

un po’ più appassito,

ogni volta;

anche se per me,

è sempre

un po’ uguale,

perché lo guardo,

con gli occhi dell’amicizia,

e della nostalgia;

potessimo,

tornare indietro,

adesso,subito;

altro che questi giorni,

questa realtà,

balorda;

questa gentaglia,

che non vale la pena,

di citarla;

meglio i tempi,

d’un tempo,

quello ch’erano,

i vecchi tempi,

meglio che adesso;

meglio che qui;

e ripensi ai giorni,

al mare,

passato.

 

 

 

 

 

 

Notte,

bene o male,

scesa

la notte,

così puoi

scappare,

dai pensieri,

dal giorno finito;

dalle cose che non vanno;

e non sono,

mai quello

che sembrano;

la vita degli altri,

noi non la conosciamo,

non conosciamo,

veramente,

i loro problemi,

non conosciamo la storia,

e i dolori,

e cosa vuol dire andare avanti;

i guai degli altri,

non li conosciamo,

né li vogliamo vedere;

soli,

di solito ,soli,

soli sulla faccia della

terra.

 

 

 

 

Stanza amica

Mia,

tra le ombre della notte;

che mi fanno compagnia,

e mi proteggono;

popolate da figure,

da fantasmi,

dai ricordi,

dalle immagini

del passato,

dai volti cari,

che ritrovo,

nel mio silenzio;

dai pensieri a me graditi;

dal fatto che il mondo,

è chiuso fuori;

stanzetta,

amica mia.

 

Ma cosa è successo,

cosa

è avvenuto,

che ci fai qui,

mezzo avvilito,

mezzo

spaventato,

che fi fai,

in mezzo a questo sudicio

paese;

al diavolo la gente;

vai fuori  e ridi  e respira,

e butta via gli obblighi,

riprenditi al vita.

 

 

 

 

 

 

Hippy

Hippy.

Figli dei fiori,

speranze e fantasie,

idealismi,

negli anni sessanta,

lotte  e sofferenza;

volontà

di fare qualcosa,

di cambiare il mondo;

oggi tutto finito,

andato;

voci spente,

chissà dove sono,

che fine hanno

fatto;

chissà se credono ancora;

eppure erano grandi,

nei loro sogni,

nello sforzo

per un mondo migliore.

 

 

 

 

 

È già mattina,

sonno,

voglia di sbadigliare,

di non pensare,

di scordare il mondo là fuori;

di rannicchiarti,

e fuggire via ,

in un altro sogno.

 

 

 

T’ho persa,

per sempre Etty mia;

t’ho persa,

perché così doveva essere,

perché le cose,

a volte,

girano male;

perché c’era distanza;

perché il destino,

era contro di me;

e magari,

non ero il tuo tipo;

Etty,

dove sei che farai,

già in vacanza stai;

tra gli ombrelloni,

ed i pedalò;

i venditori di

stupidate,

e i gelati cono;

forse non ti rivedrò;

ma non ti dimenticherò

 

 

 

 

Intanto il tempo

Se ne và;

e tu sei lontano,

di più dall’infanzia,

sei meno ragazzo,

e sempre

più

vecchiotto;

intanto,

il tempo,

se ne và;

di corsa;

e ti lascia solo le bucce,

del mondo,

ch’era una volta.

 

 

 

 

 

Non so

Dove stia di casa la verità;

non l’ho in tasca,

e non sputo

sentenze;

non so

che razza di mondo sia,

questo,

un mondo sporco e traditore;

un mondo dove

c’è bisogno di tutto,

e poco di tutto,

dove c’è guerra

tra poveracci;

dove

devi stare attento,

e se rimani solo,

è un guaio;

non

so cosa voglia dire,

tutto questo;

ma so che è giusta,

la mia vita,

alla faccia di tutti

quelli che dicono di no;

e non accetto nulla,

che non sia voluto,

da me;

nulla

in cui non creda,

nulla.

 

 

 

 

 

Ahi

Ahi,

il primo

giorno dell’anno,

è andato,

senza

danno;

ahi

ahi;

il pomeriggio incalza;

e la sera incombe,

la festa,

stà andando

alla fine,

ahi

ahi,

qui

la festa

stà finendo,

e non stai più ridendo;

ma che è,

sempre festa è per te,

se saprai,

esagerare,

e fare,

quello

che vuoi fare.

 

 

 

 

 

C’è

Il giorno,

fuori,

ma

per te,

è un po’ inverno,

adesso,

che il tempo è passato,

e gli anni t’hanno portato via,

i giorni

più allegri

e facili,

t’hanno portato via,

i volti dei nonni,

la bontà,

il loro interessamento;

adesso,

sei solo,

in un modo,

o nell’altro;

in mezzo

allo schifo,

e alla

crudeltà

della

società,

della

gente,

che non sa,

e non capisce

nulla di te;

e vai avanti,

nella

notte scura,

con un po’ di paura;

sperando,

la speranza

è importante,

e anche

la fortuna,

non fa mai male.

 

 

 

 

Stanco,

mentre

il

giorno

và morendo,

col buio

della

pioggia

di primavera,

che copre

il cielo;

ma tu non rinunci,

tu cerchi,

sempre la tua libertà;

una possibilità,

di felicità;

il mondo

vada pure

dove vuole.

 

 

 

 

La sera,

è arrivata,

veloce,

inaspettata,

come tutte le cose

della vita,

che corrono via,

e se non le acchiappi,

non riesci  a farle più;

i tuoi anni scappano,

le persone che contavano,

che sono lontane,

o

chissà dove;

gli amici,

che hai perduto di vista,

e non sai più nulla;

tutto corre in fretta,

non c’è tempo,

non c’è tempo.

 

Quando sei solo,

sei tranquillo,

nel silenzio della

tua casa,

fai come vuoi;

ma sei anche vulnerabile,

nessuno ti aiuta,

nessuno,

spende un parola;

nessuno sa niente,

essere soli,

significa,

rischiare,

sempre un po’.

 

 

 

 

Cosa c’è ,

cosa c’è che non và;

era diverso prima,

era differente prima,

era ieri,

tutto più fresco,

più vivo,

c’erano tante cose,

ieri;

adesso sei qui,

un po’ solo,

e le luci si spengono,

le stelle

brillano meno,

quando sei

solo;

coraggio,

vuoi stare amico del mondo,

pensare

ad una feria,

dimenticare.

 

 

 

 

 

Strade americane,

verso l’orizzonte,

striscia di mezzeria,

che và,

verso il cielo;

verso

il messico,

verso la libertà,

con la moto,

o in autobus,

easy reder,

spazi nella prateria ,

verso Los angeles,

verso New Orleans,

verso

un altra vita,

là dall’altra parte

dell’oceano,

sulle

orme di Kerouac;

libero,

libero.

 

 

 

 

Notte,

mille pensieri ed uno,

mille sogni

aleggiano,

nella

stanza,

mille mondi

nel buio;

desideri,

rabbia,

mentre

l’alba s’avvicina.

 

Finalmente marzo,

e con marzo,

il risveglio,

il ritorno del sole,

ancora tiepido,

coi venti impetuosi

e un po’ folli;

col carnevale finito

da un po’;

ma poi

c’è la candelora,

e senti che stà tornando

la bella stagione,

e con essa,

mille speranze,

mille cose da fare

 

 

 

 

È primavera,

o manca ,

ben poco;

è primavera,

e pensi quando piccolo,

guardavi la tv dei piccini,

con la nonna;

e i cartoons di braccobaldo;

e  bastava poco,

allora per essere felici;

e la felicità,

dovrebbe essere,

sempre così,

fatta ,di piccole cose,

di particolari;

essere felice  e fregarsene,

nient’altro.

 

Non si sa mai,

non si sa mai,

quello che la vita,

riserva;

non si sa mai,

quello che può capitar;

oggi stai bene,

ma domani chi lo sa,

magari la sfortuna,

si accanirà;

non si sa mai,

non si sa mai,

quello che accadrà,

come finirà.

 

 

 

 

È passato così tanto tempo,

che persino io,

stento

a rimembrare;

a ripescare le immagini

stinte,

i vecchi sussulti,

il fremito del cuore;

per te,

provato,

mio segreto

amore,

,per il tuo viso,

per i tuoi capelli,

il tuo sguardo

di ragazza seria,

quasi duro;

non posso permettermi di pensare;

ora è tutto finito,

ora il tempo,

ha scavato un solco spietato,

tra di noi;

che mai ci siamo incontrati,

maledetto destino reo,

e fellone;

che ci ha separati,

invece di unirci;

e penso al tuo viso,

perduto

amore;

penso  a te,

etty;

mentre

la primavera,

presto porterà

il risveglio,

ma senza te,

non c’è gioia.

 

 

 

 

 

 

La vita,

è qua;

tra le

pieghe

della

città;

e per te,

un ritorno

a casa;

è per te,

un tramonto

d’agosto;

è un po’

per te;

un amico

ritrovato,

con

cui

parli

un po’;

è

per

te;

qualcosa che ti fa sperare.

 

 

 

 

 

 

 

Cielo,

vuoto,

sterile,

ceruleo,

il volto dell’inverno;

neve appena

smessa di cadere;

chiazze palustri

di acqua nivea;

non si sa dove mettere

i piedi;

giorno

triste,

insipido,

slavato;

giorno

di neve,

giorno d’inverno.

 

Sembra strano,

così strano,

ieri avevo,

 la mia prima macchina

di babbo,

e andavo alla

scoperta della

strada,

e del mondo,

uscendo

dal mio piccolo giro,

dal paese,

scoprendo,

le vie del mondo;

i percorsi

mai fatti;

la strada,

che punta all’infinito,

e adesso,

sono qua,

cogli anni alle spalle;

coi ricordi dei vecchi tempi,

con l’acqua che passa sotto i ponti;

con sì  e no;

cose positive

e negative,

e solo guardando dietro,

ritrovo un po’ di serenità,

il futuro non mi piace;

è meglio vivere

lentamente,

un pochino ogni giorno.

 

 

 

Quando

Si fa sera,

di giorno

sei perfetto,

sei contento,

non pensi a nulla;

te ne freghi,

e non dai importanza

 

ai tuoi guai;

ma quando si fa sera,

accidenti,

quando si fa sera;

ascolti il traffico delle auto,

come mille lucciole;

e stai ritornando  a casa tua;

quando si fa sera,

ti viene nostalgia,

di tante

cose,

dell’infanzia,

degli amichetti,

dei cugini,

che adesso,

sono grandi,

e vanno per le vie del mondo;

chissà dove ,

chissà quando.

Dove saranno,

che faranno;

quando si fa sera,

ripensi,

al passato,

forse perché di futuro,

non

te ne rimane tanto;

o comunque ,tante carte le hai giocate,

o perdute;

e ti piace,ricordar ei momenti belli;

l’infanzia è il serbatoio di ricordi positivi,

quando da grandi,

non tutto ci và bene.

 

 

 

 

Festa,

festa,

dammi

un po’ di festa,

natale del cavolo,

che arrivi presto,

e poi,

voli via come un treno;

festa,

dammi

un a risata,

dammi,

lo sguardo d’un bambino,

la sua voglia di ridere,

festa,

dammi

qualcosa

di nuovo

nella

mia

vita,

festa,

festa,

dammi

qualcosa,

almeno;

un ricordo

 

 

 

 

A natale,

vorrei,

che fosse festa

ogni giorno,

senza mai,

il lunedì,

vorrei sognare,

e tornare un po’

bambinetto,

e fregarmene

a più non posso;

a natale,

vorrei

fare cose strane,

che nessuno fa

mai,

magari partire,

e viaggiare,

finchè,

non arriva la fine del natale

 

Africa,

terra dove il tempo,

pare fermarsi,

dove ,

non pare importante;

dove tutto acquista ,

una dimensione

diversa;

se uno

è lontano dalle città;

ma anche

l’Africa cambia,

cambia

rapidamente

aspetto,

con lo smog,

le auto;

il progresso che mangia la foresta;

che uccide gli animali;

col consumismo galoppante,

l’edilizia

forsennata;

addio Africa,

addio;

le savane ,

forse,

presto ,

saranno solo un

ricordo.

 

 

 

 

Che ci fai,

ancora qua,

dimmi

un po’;

e ora

di spiccare

il volo;

ora

di andarsene,

partire

per un viaggio;

partire

Buio,

il momento

del mistero,

notte che nasconde ,

i malvagi,

quando Batman

vola nelle

tenebre,

e la tua fantasia,

vola,

a cavallo

d’una scopa

da strega;

ed il tempo pare fermarsi,

notte magica,

notte amica..

 

Ungheria

Con il grande

Ponte

Sul Danubio,

il fiume grigio

e limaccioso,

non

è proprio

blu;

ma è bello,

lo stesso;

città romantica,

tradizionale,

tra vecchio

e

nuovo;

col suo dialetto

tzigano;

Ungheria,

nell’Europa

dell’Est;

dove

arrivano

la tua

fantasia,

e i tuoi

sogni.

Scende la sera,

velocemente,

fugando la luce

amica,

ma ti porta l’oblio

del sonno,

del riposo,

la notte,

per te

solo,

la notte,

dove sei solo,

coi tuoi pensieri,

i tuoi pensieri.

 

 

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dove

arrivano

la tua

fantasia,

e i tuoi

sogni.

Scende la sera,

velocemente,

fugando la luce

amica,

ma ti porta l’oblio

del sonno,

del riposo,

la notte,

per te

solo,

la notte,

dove sei solo,

coi tuoi pensieri,

i tuoi pensieri.

 

 

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