Claudio Tedeschi

 

Gioia_mia.

Contemplando_un_fiore.

Quietami

     

 

 

Quietami

Quietami l'anima
azzurra luce
dei giorni
risorti.
Scava l'aratro
le vergini terre
di domani
che mai potrò
calpestare,
le umili preghiere mie
s'avventurano
verso future
memorie.
Dispiacerebbe al cielo
donare
una goccia
d'eternità
a un suo figlio
capriccioso?

 




 

 
Gioia mia.

Dove sei finita
fragile e ingenua
gioia mia,
nelle limpide  acque
del cielo
tra nuvole di tempesta
e gocce d'arcobaleno,
e non c'è quiete in me
oh gioia mia nel vento
e nelle disperse ore
sfuggite ai quadranti.
Sole e splendore
atroce calore
vacilla il mio cuore,
oh gioia mia di neve
che l'anima mia teme
come tutto
svanir
nel sogno.

 
Contemplando un fiore.

Un fiore sbocciò
e presto riempì
lo spazio del mio sguardo
con la forza del colore.
Non bastò la visione
a convincermi del miracolo
e pensai dubbioso
che l'evento fosse una creazione
della mente,
ma il profumo intenso mi destò
dal sogno momentaneo
gettandomi nella confusione
dei sensi.
Pensai al fiore
come ad uno scherzo
di un demone birichino,
oppure al caso che Dava forma
a questa stranezza,
ma era evidente
che la ragione si era persa
davanti ad un semplice fiore.
Oramai senza speranza
per un istante credetti
che il fiore fosse un dono di Dio,
ma non avendo io alcun merito
scartai l'idea.
Rassegnato
contemplai l'ineffabile bellezza
del fiore
e non pensai più nulla.
 

 

 

 

La proprietà letteraria è dell'autore. Ogni riproduzione è vietata.

 

Home page  |  L'autrice del sito  Le pagine del sito