UNHEIMLICH Lievita dal panorama odierno, elettrico, una follia tranquilla, verrebbe da dire mentre ci fermiamo per cercar di comprendere la direzione da usare in una perturbante situazione con azioni sfuggite da qualche tempo alla logica più razionale: ogni spiegazione è giusto che debba arrendersi com'essere sporgente al baratro, in fondo al baratro c'è una bocca, un occhio, forse un morto pezzo di cuore. Il neroinchiostro rende visibile il tuo riflesso il soffio del deserto lentamente incalza come la nebbia dei pianori o quella dei campi ove verzura clonata giunge a falsa maturazione apparire o scomparire, facendo a gara nell'impossibilità che si rende reale - d'un tratto - emozioni forti che spezzano, interagiscono e respingono. All'interno del mondo virtuale nel sogno non hanno corso le categorie dalle modalità ambivalenti, vissuti emozionali - improvviso naufragio autoconvertito contrappunti di vene e dissonanze esuli i polsi dalla scena a densità variabile suggestiva più d'ogni altro moto teso a mostrare l'impotenza di noi cavie segnate a calce dal più breve invito alla deframmentazione tesa a mostrare spiegando spirali opalescenti. Ombre schive sovrastanti amore, abbia inizio il giorno di carni sconsacrate e droghe dal bianco inclinato su relais e scorie di lastre fenoliche e microchip mescolati nella terra a frammenti di bianche ossa calcinate non si è più molto sicuri del ritorno al proprio status originario, di quiete origine della sapienza nel vortice degli input violentemente scagliati nella salita dei gradini d'ardesia bluastra. Su in cima allo ziggurat colpiti dalla luce argentata della luna dal suo suolo butterato, poi la caduta e durante la caduta la percezione d'essere ancora alla moda come straordinario esempio di ri-creazione, fenice, alla luce del pensiero maledetto le protesi impiantate come moltiplicatori di forse nell'affermazione della più radicale instabilità con indefinibili condizioni malformazioni nei nanomeccamismi impazziti in questo universo a stringhe, portatori d'acqua bruciante in sosta davanti al grande fiume. Sito ove le montagne s'inabissano assieme ai pensieri del pensante; ogni pensiero un rischio ancor più d'ogni convenzione, perturbante sicumera degli avatar fuggiti senza più alto né basso oltre i fenomeni razionali d'un gotico inespresso soffocando all'entrata della piazza dei venti per comparire e scomparire senza scomporre l'ombra promessa dalla parabola allo specchio deforme della parola stessa. Inquietudine inquieta davanti alla primeva luce sorgente ove lei nuda si specchia e si. .e si masturba cullata dagli ultrasuoni inondata da raggi portanti di morte e di vita: indifferentemente. (vittorio baccelli, 2003) |
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