DOMANI
Più non passeranno,
queste giornate ostili,
di nuvole e d'ombra.
Più non torneranno,
se io non vorrò,
colori e risa di primavera.
... e poi perché gioire
mentre nel quotidiano affanno
spirito affoga?
Meglio sfuocar lo sguardo,
sui grigi toni
di mortali rimpianti
ed ingannar l'attesa,
con rassegnazione,
di commiserati istanti.
Ma giunge sogno,
a ridar speranza
e fiato al vivo sentire,
come fluente vita
che più che primavera,
estate afferma,
e calore e conforto
rinnova con impeto vitale.
Così curiosità rinasce
e passione si solleva
e scorre nelle vene,
a scacciar grigiori mai esistiti.
Vita ritorna
e sole porta al domani
che curioso attendo.
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MUSICA
(haiku)
Calde note che
sogno accarezzano
come abbraccio.
Portano di te
il sapore ed il tuo
lieve sentire.
Dolce amore
ti aspetto invano
come mia vita.
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STAGIONI
(haiku)
Dorati raggi
su diafani paesaggi
calda estate
rosse ruggini
si adagiano su foglie
dolce autunno
gelide coltri
e suoni ovattati
freddo inverno
verdi smeraldi
brillare di colori
é primavera
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VERSO CASA
Presto tornerò alla mia montagna,
tra amichevoli foreste silenti,
tra odor di fieno ed erba bagna,
tra ombre foriere di pacati momenti.
Nella quiete dell’antico rifugio,
cercherò di mio cuore il canto,
così da ritemprar senza indugio,
la forza che della mente è vanto.
Per poi scacciar via passioni vuote
che sogno opprimono come sudario
e far vibrare armoniose note,
capaci di placar la nera noia
e tracciare, per me, nuovo sentiero,
sì da ritrovar bellezza e gioia.
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INUTILE
VITA
Qual povero refuso
di tecnologia obsoleta
vaghi confuso
senza trovare la tua meta.
Senti il tempo sfilare
ad aggravar fatica
e cerchi di strafare
per sentir la vita amica.
Ti volti e vedi il vuoto
d'inutile e mal vissuta vita
e allora metti in moto
su assurdi sogni le tue dita
che nevrotiche si muovono,
per rammendare sentimenti
che poco si rinnovano,
per apparir contenti.
Aspetti che finisca,
che la sfida cessi,
perché la vita, come bisca,
ha bui recessi,
ma tu mai ti arrendi,
piuttosto la morte,
e quello che puoi prendi
sfidando infin la sorte.
Finché cuore cede
e d'inutilità sentimento
s'affaccia anche in chi vede
il tuo animo sgomento.
Alla fine sei ormai giunto,
devi cedere il passo
al riposo dal volto smunto
che sull'anima pare un masso.
Arrenditi e fermati,
più non reagire,
riposa tra i beati
e dimentica le tue ire.
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UN
ULTIMO BACIO
Che un ultimo bacio
il tuo cuore rallegri,
come carezza
che fa fusa di gatto.
Un ultimo bacio perché
più non potrò tornare,
a questa sponda amata,
finché tempesta infuria.
Un ultimo bacio,
prima che sogno
ancora sfugga a realtà
e questa si riaffermi.
Un ultimo dolce bacio,
si che addio si stemperi
e passione non travolga
ne corpo ne anima.
Un ultimo bacio
a solo suggello
di quel che mai fu detto,
ma da noi sentito.
Un ultimo bacio,
si che ancor io possa
sentire il sapore
di un amor passato.
" ma no "
no! no! no! no!
non ti darò
nessun ultimo bacio.
Che strazio accolga
il mio partire
e di fusa di gatto
non si senta eco
e come con pugnale
nella carne infilato,
tu possa sentir,
del nostro amore, il gemito.
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FEBBRAIO
Avrei voluto baciarti,
come se quel lontano febbraio
non fosse ancora finito.
Avrei voluto vedere
le tue palpebre socchiuse
e sentire di tue mani la carezza.
Avrei voluto vedere
le tue labbra dischiudersi
nel momento dolce dell'affanno
e avrei voluto sentire ancora
l'avvolgente pressione
dei tuoi caldi baci
e ancora specchiarmi,
e ancora perdermi,
nel tuo forte sguardo,
falsa maschera
d'irreale durezza
che mai fu veramente tua,
come in quel lontano febbraio
in quell'inverno
del mio libero cuore.
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ANCORA
MUSICA
Una musica dolce mi parla di te,
di giorni felici e di ore nostre,
all'affanno rubate.
In questa musica perdo il mio pensiero,
così che ricordo, a realtà si sovrappone
e ancora tuoi colori io vedo,
e tuo odore sento e tuo sapore,
come di lontana primavera,
come se il passato foss'oggi
e del domani nulla importi.
Così sia musica,
a ravvivare invano la speranza,
musica di passata stagione,
forgia e incanto di un lontano amore.
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PITOSFORI
Pitosfori in fiore,
fragranza di tempi lontani,
odorosa memoria
di antichi volti,
sfocati e rugosi
e piccoli gesti,
di patriarcale amore.
Ricordi di un passato,
più antico del tempo stesso
che pure,
nel fluire,
certo non indugia.
Sapori di estati remote,
dell'odore di mare intrise
e di fresche ombre,
a contrastare,
del mezzogiorno,
la calura.
Sciabordio d'acque
e gracidar di gabbiani
a salutar tramonto.
Suoni lontani,
dal tempo sfumati,
di memoria antica.
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PACE
VORREI
Pace vorrei,
per il mio spirito inquieto,
che mal s'adatta a sopportar,
dell'oggi,
l'acida arroganza
di chi delega il pensiero
a folle minoranza
che di rozzezza fa bandiera,
e sguaiata marcia
per abbattere,
di normalità l'aspirazione
ed imporre come regola
violenta stravaganza.
Si che si vanta chi,
con becera baldanza
l'umanità altrui rifiuta,
schernendo legge
e facendo d'ogni principio
dileggio e farsa.
Strano mondo,
di miti fasulli,
che fa eroe chi,
invece d'essere,
soltanto appare,
o erba fuma,
per ritrovar se stesso,
tra condiscendenti,
stupidi sorrisi
di brava gente inetta.
Strana società
che nell'ardore di scienze e leggi,
tutto spersonalizza
e a nome proprio,
matricola contrappone.
Strano comune sentire
che fede infama,
stato offende,
famiglia nega,
uomo annulla.
Eppur questo mio tempo,
con tutto il cuore,
io amo
e, con spirito inquieto,
combatto
e d'adeguarmi a moda mi rifiuto,
si che speranza di mutar scenario
mai muoia
ed almeno per nostri figli,
miglior futuro rechi.
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TEMPO
Vento di primavera,
di colori profumato,
visione di vita
in riflessi di smeraldo.
Vento d’estate,
odoroso di salmastro,
di giallo di campo
e d’azzurro cielo.
Vento d’autunno,
di rugginose fragranze carico,
dal caldo gusto di vita
e di frutti maturi.
Vento d’inverno,
di caldi ricordi ammantato,
gelido soffi,
a scacciar gli affanni …
e ad annunciar primavera,
si che cerchio si chiude,
e ruota gira,
e tempo,
indomito,
scorre. |
L'OBLIO INTERROTTO
Tempo è trascorso,
eppure,
pensar di te ancor mi duole.
Tempo
che oblio porta,
per risanar ferite,
ma che a volte tradisce,
con ricordi
che del dolore recano il segno.
Così nell'azzurro dei tuoi occhi ricado
e nel grano dei tuoi capelli ancora mi perdo
e cuore pulsa
e del tuo ridere odo l'eco.
Triste è l'oblio
che per lenire,
a me il tuo volto ruba.
E cielo e grano nella memoria si perdono,
sino a nuovo sogno
che ancora,
mi parlerà di te.
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L'ESTATE CONTINUA
Nel vento freddo,
guardando il cupo orizzonte,
rammento di un luglio il cielo
e i tuoi lucenti capelli,
sciolti dalla brezza della sera.
Nel gelo della pioggia,
bagnato e infreddolito,
ripenso al mare d'agosto,
alla tua pelle ambrata
che delle onde ha la fragranza.
Nella morsa della nebbia,
viaggio spaurito,
rivedendo pastelli sfumati
di un'alba d'estate
e il tuo seno tra candide coltri.
Inverno ancora avanza,
ma il suo passo cadenzato,
a primavera conduce.
Primavera che noi più non avremo,
ma nostra estate ancor non è finita.
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11 SETTEMBRE
(il cameriere)
Amico mio,
di scuola antico compagno.
Come fiore di ciliegio
che in breve, vita diffonde
e aroma spande
e bellezza
e sfioritura presto accoglie,
così repentinamente,
la tua strada,
per cieca perfidia,
hai terminato.
Tu che felice in paradiso,
le tue speranze avevi realizzato.
Da solo,
in terra straniera,
ad inseguire del tuo sogno il destino.
E fu quel primo giorno ...
Ricordi?
Dal novantesimo piano
m'avevi telefonato:
"È come in un film!",
mi dicesti.
Il tuo cuore,
di gioia pregno,
ancor non conosceva
del dolore il vero strazio.
Ancor giunto non era
quel martedì,
di vita oltraggio,
in cui dal paradiso,
come goccia di pioggia,
saresti sceso.
Quel martedì di fine estate,
ultimo giorno,
in cui,
nel tuo stupito dolore,
spiccasti il volo,
e mentre la terra incontro ti veniva,
il vento i tuoi capelli scompigliava,
come dolce carezza di madre
che paura scaccia.
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DISINCANTO
Vorrei per te colorar le mie parole
ed all'aria metterle ad asciugare
sinchè, brillanti, risplendano nel sole
e vento nel cielo le faccia volare.
Vorrei per te dipinger miei pensieri
e in alto dal vento farli portare
fino a raggiunger lidi forestieri
di mari lontani che mai potrò guardare.
Ma quel ch'io anelo il fato nega risoluto
e devastante come risacca di scoglio,
il mio amore strazia e disperde muto,
si che cieco ai colori di mia passione,
sordo al richiamo del mio fatuo amore,
resto in bianco e nero, come un coglione.
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IL PRATICANTE DI KENDO
Scorre
giornata onesta
verso l'ombre della sera,
e giunge a te il momento
di dimenticar gli affanni,
quando, di blu vestito,
lo spirito liberi.
Cali sul volto la grata
e tumultuoso il tuo pensiero
dal profondo sgorga
e l'agir diventa naturale,
riflesso d'umana essenza.
Tonfi ed urla e cozzar d'armi,
accompagnano del sudor l'afrore,
mentre fiato si gonfia
e cuore e vita, impetuosi,
battono il tempo.
Sbatter di piedi
e folate d'indaco
e lampi di bamboo
che ovunque s'abbattono,
che l'anima colpiscono
e il tuo spirito possiedono,
sino a stremata sosta.
Anche stasera,
il tuo limite hai cercato
e forse vinto
ed ora, fino a domani,
meritato riposo attendi,
ma mente fugge
a cercar nuovo confronto,
a contar l?ore che a nuova sfida,
nello scorrer di altra onesta giornata,
ti conducano.
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FIGLIO
Tuoi
siano i sentieri,
da sogno tracciati,
speranza di vita
e progetto
di futura realtà.
Su tua via,
marcia sicuro,
mai solo sarai.
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VENTO 1
(haiku)
Soffia feroce
per sensibili orecchie
satira greve.
Soffia feroce
nelle orecchie dei probi
ma è solo aria.
VENTO 2
(haiku)
Volano alte
dove il vento soffia
le mie passioni.
VENTO 3
(haiku)
Nel vento forte
volano i miei amori
san di bufera.
ROSSO 1
(haiku)
Anima prendono
dolci occhi di bimbo
e rosse gote.
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NUBI
(haiku)
Volano alti
dove il vento soffia
candidi sogni.
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KENDO
(haiku)
Canne battenti
su argentate grate
saettanti men.
Strizzar di polsi
in veloci affondi
di forti kote.
Torcer di braccia
parate e risposte
rimbombanti do.
Vicine guardie
centralità di punte
fulminei tsuki.
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DA UN ALTRO MARE
Argentati riflessi di blu,
a pelo d'acqua indugiano,
trattenendo ammirato sguardo,
mentre il vento alle orecchie porta
melodie tranquille, dell'anima amiche,
di sciabordio d'acque e di risacca lenta
che ad altro luogo,
ad altro tempo,
mi conducono.
Eppure l'odore non combacia.
Il salino monta a tradire l'illusione
e l'assonanza è rotta,
sulle sponde di questo straniero mare,
così uguale,
seppure così diverso e da casa lontano,
col suo montare e tramontar del sole
opposto all'usuale.
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HO VOGLIA
Ho voglia di te,
dei tuoi voluttuosi abbracci
e dei tuoi avvolgenti baci.
Ho voglia di te,
delle tue disinibite carezze,
della tua ingenua passione.
Ho voglia di te,
dei tuoi vitali colori,
dei tuoi profumi di vita.
Ho voglia di te,
del tuo fresco alito,
della tua giovane fragranza.
Ho voglia di te,
primavera.
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EMANUELA
Oggi vorrei dipingerti
sui miei pensieri grigi
che son vuota lavagna.
Userei i colori del bosco
per disegnare i tuoi occhi,
mentre di grano
e dorato miele
la pelle tua
risplendere farei.
Poi ruberei
ai papaveri il colore
per raffigurare
le labbra tue
e per dipingere i capelli
strapperei alla notte
il nero più nero
impastato di stelle.
Stenderei poi
i colori dei fiori
per dipingere infine
le tue parole
e i tuoi gesti
di quotidiano amore.
Oggi ho dipinto
i miei pensieri
e i miei pensieri
ora sanno di te.
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TIEPIDI RAGGI
(haiku)
Tiepidi raggi
su erba scintillante
è primavera.
Tiepidi raggi
sulle spighe dorate
tramonto d'estate.
Tiepidi raggi
sulle foglie ambrate
bosco d'autunno.
Tiepidi raggi
sulle vischiose bacche
sole d'inverno.
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FREDDO
(haiku)
Freddi incanti
sono gli occhi tuoi,
gelida neve.
Pozzi oscuri
dove l'ombra regna
su vuoti sensi.
Bianco ghiaccio
che luce non riflette,
è il cuore tuo.
Solo ragione
spinge la tua mano
senza calore.
È finta gioia
che mai vedrà il sole
di calda estate.
Tardi coscienza
muoverà i suoi passi.
Freddo risveglio!
Buia tempesta,
nell'umido autunno
del tuo rimpianto.
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