disfatta
ho scoperto di essere malato da qualche tempo ho sviluppato una forma di bulimia esistenziale guardarsi allo specchio è un'esperienza che mina quei pochi punti di stabilità sui cui tenta di reggersi il mio precario equilibrio psichico immerso nella solitudine vischiosa di certi giorni avverto una sensazione di quasi sicurezza mi muovo disinvolto nel mio non-essere poi all'improvviso la superficie argentata m'inchioda alla realtà senza via di scampo la voce che rimbomba nel buio del mio cranio diventa più insistente la tensione cresce, sino ad accarezzarmi la pelle con un leggero bruciore cerco di sovrapporre la mia immagine sulla realtà circostante avanzo a fatica tra le macerie del mondo esterno i cinque famigerati sensi abbandonano lo stato di torpore risvegliati dal contatto con l'aria aperta e tutto ciò non è bene ne sono sicuro batto in ritirata come il più codardo dei disertori mentre chino lavo i denti osservo il mio volto distorto nel metallo del rubinetto
poi più niente
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mosche
siamo di nuovo uno di fronte all’altro: io ed il foglio bianco. quest’ultimo esercita sul primo un indiscutibile fascino. si manifesta assieme ai primi conati, e poi trova soddisfazione. vomito tutti i pensieri nati e morti nella mia testa. come tante mosche nere si posano sulla pagina bianca. regalo loro uno spazio vuoto da riempire, e a voi il frutto cerebrale della mia solitudine. sospeso tra il timido desiderio nascosto di farvelo assaggiare ed il timore di parlare a voce troppo alta, sussurro nelle vostre orecchie.
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