Un amore dimenticato. | I VECCHI | COME UN AMANTE | IL BIGLIARDO | FONTANA MUTA | LA DONNA SPARITA | |
AMICO | ANNA | BREZZA DI MARE | CERCANDO LEI |
Sento salire la brezza della sera, apro la finestra della stanza buia, improvviso il profumo del mare entra ed invade. Lascio uscire la memoria perché Ritorni a me con qualcosa Gettata via senza rispetto. Respiro del mare la brezza serale nell’attesa di un tempo andato. Sento del cuore la stretta di rimpianti per qualcosa perduto. Stupendo il mare che pur senza sole si tinge di cobalto. L’onda accennata che s’adagia lieve, come i ricordi che riposo cercano nel cuore,stanchi del lungo viaggio del ritorno. Un respiro più forte che ascolto per sopire un rimorso,una colpa, un addio. Un respiro profondo per sapere che malgrado tutto ancora vivo. La brezza è cessata,il mare riposa, la notte si veste di stelle che rotta indicano a solitari naviganti. Cerco la mia nel naufragio imminente.
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Ad ogni donna ho parlato d’amore, ad ognuna ho dato di me qualcosa che nel tempo di me parlasse perché quell’amore non venisse disperso. Di volta in volta ho raccolto i pezzi Del mio cuore e li ho incollati con solitarie lacrime. Ogni volta ad un nuovo volto ho sorriso e ricominciato ad amare. Ho preso il mio cuore e tra le mani di una lei l’ho posato. Senza amore,senza amare non era vita. Poco importa se la solitudine era lì ad aspettarmi per continuar il cammino Di ogni donna ho nel cuore il meglio, il resto,il dolore,l’ho gettato via. Improponibile collage di un amore perfetto, frammenti di mille colori sullo sfondo della malinconica memoria. Ne’ capelli biondi o bruni cercavo. Ne’ occhi scuri o chiari volevo. Volevo solo amore per amore e null’altro. Poi venne lei, mi fermai, mi parlò d’amore. L’ascoltai come s’ascolta il vento, la guardai come si guardano le nuvole e i loro giochi mutevoli... con il silenzio della voce ma con un grido nel cuore: eccoti finalmente amore che cercavo!
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Un amico non lo perdi mai se perderlo non vuoi. Sentirsi vicini anche quando la vita ci allontana, trascinati dal cuore che improvviso batte per chi tra noi si pose. Il tempo avrà di noi pietà perdonando i nostri lunghi silenzi. Sorrideremo al nostro ritrovarci come se l’ultimo saluto ancora spento non fosse. Racconteremo i nostri giorni come parentesi in un discorso mai interrotto davanti al bicchiere di birra in un bar, davanti ad uno di vino al crepitar del ciocco in un camino. Pronto a medicare le ferite dell’altro, perché un amico ti raccoglie quando una donna ti lascia. Un amico non ti dirà mai... Te l’avevo detto. Un amico ti ascolta e ti sorregge mentre stai per cadere Lo schiaffo di un amico lo restituisci con un abbraccio. Un amico non piange con te Ma per te piangerà se lo perdi. Amori come alberi di foreste immense, amicizia come fiore raro tra le pietre.
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Anna sapeva,ma non parlava. Anna torturata e umiliata urlava il suo tacere. Anna uscì dalla macelleria nella via dei signori. Anna tornò a casa col viso devastato. Anna aveva taciuto e sopportato L’ira di chi il silenzio odiava. In silenzio nel grembo portò quella notte dove gli incubi avevano corpo e mani violente. Anna amò il frutto di quella notte piena d’odio, vuota d’amore Dalla macelleria nella via dei signori Anna portò dentro un raggio di pace e di vita. Al primo vagito,perdonò. Al primo sorriso tornò ad amare. Al seno nutrì la speranza di un mondo vuoto dall’odio,colmo d’amore.
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Lascia scorrere la vita senza chiederti
come sarà il domani.
Libera quell'alito di innocente follia,
ridi di questo mondo dove tutti sono oscuri
e uguali.
Tieni per te il respiro e il palpito del cuore,
il bacio di tua madre che mai ti tradirà,
la malinconia che ti sarà unica compagna
nei momenti tristi che verranno.
Il sorriso di un bambino ti ricorderà quel che tu
pensavi di aver smarrito e invece era lì,dentro di te
e non lo trovavi.
Non cercarti negli altri che in te si cercano
rubandoti l'anima-
Lascia che una lei viaggi nei sogni che farai.
lascia che sia il cuore a liberare le parole
che per paura d'esser deriso serrasti tra le labbra.
lascia che le parole si trasformino in semi di speranza
per un mondo che tu vorresti migliore.
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Ti amo donna. Ti amo per come sei,per l’età che hai, per quei lati che tieni nascosti e che riveli quando vuoi,se vuoi. Amo di te il seno piccolo o grande perché è il tuo seno. Non mi importa se con il passar del tempo, si fa dolcemente calante,più morbido, è la tua nuova età che nulla toglie alla magia di ciò che sei: donna. Donna con la tua mente,con l’intuito che più veloce del mio ogni dubbio risolve. Avrai sempre un età nuova,sempre di più d’esperienza e saggezza arricchita. A che ti serve apparire quella che in realtà non sei. Quel ritocco al seno calante,quel rifinire il naso che nel tuo volto stona con l’armonia dei lineamenti. Quel ventre appiattito da una fredda lama. Non sarai mai più la donna che un giorno incontrai. Sarai,illudendoti,in sintonia con te stessa, non lo nego. Ti amerai,ma non amerai me che da te aspettavo le tue età nuove da vivere insieme. Oh! Se esistesse un bisturi che dalla mente tua, sapientemente rimuovesse la tua paura per il declino che è dolce come un tramonto quando si ama riamati per ciò che si è, non per la giovinezza che vola via al finir della sua danza incatantrice.
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Vecchi ai quali nessuno da ascolto, superati dal tempo,con le spalle al muro attendono che la clessidra della vita rovesci l’ultimo granello. Vecchi che negli occhi lucidi portano La storia non raccontata degli uomini, del loro tempo. Vecchi che in silenzio amano e il silenzio dal mondo ricevono. Vecchi che il cuore gonfio hanno di malinconia e sulle panchine si lasciano accarezzare da quel sole sempre uguale che bruciò la loro pelle e le loro mani nei campi coltivati, sui campi di battaglia. Vecchi che nella mente portano i volti di chi non c’è più e sopravvissuti ad essi parlano. Vecchi che come isole dimenticate nell’oceano in tempesta del nostro tempo si ergono. Vecchi la cui parola tante nefandezze eviterebbe a questo mondo se solo il mondo avesse orecchie. |
( A quanti come me si mangiano Il fegato con il calcio)
È come un’amante capricciosa e perversa quella sfera lucida e bianca che s’offre a ventidue cuori di passione palpitanti. Con la sua danza deride il maldestro, si concede ai piedi sapienti dell’esperto. Altri cercano di ghermirla,di rubarla, farla propria e con lei fuggire,sospingerla, scagliarla. Scuote la rete che come veste trasparente, si gonfia e ricade morbida e frusciante, novella odalisca. Inebria di gioia gli occhi di parte sognanti, chiude quelli dell’altra delusi e perdenti. Corre libera sul verde tappeto di fiori privo, accarezza l’erba di sole irradiata. Attende senz’ansia d’esser presa e domata. Rimbalza e al cielo sale per ricadere tra braccia forti e sicure alle quali docile s’arrende per esser poi respinta, come ripudiata. Volti sudati,occhi sgranati e rabbiosi la bramano tra colpi proibiti e bocche urlanti di dolore inferto. Lei immobile attende il nuovo amante che sul prato la travolga,sfiorandola, colpendola perché più rapida corra verso nuova e sperata gloria. Quanta passione,rabbia e frustrazione nei cuori inoculi come dolce veleno. Ma di te perfida amante nessuno si stanca, per sempre amata ,odiata, baciata sarai stupenda sfera bianca.
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Ad altri lasciammo la via e il nostro tempo. Ci spingemmo, come branco, più in là per consacrare la nostra età nuova. Le prime sigarette e quel tossire a ricordarci che non eravamo grandi abbastanza. Il colpo secco della stecca sulla biglia e questa a correre veloce sul tappeto verde come il nostro nuovo tempo. I primi amori e subito dimenticati come i primi no incamerati. -Ti amo,mi ami?- -No,amo lui…- Oh! Chissenefrega!Ma dentro sentivi il cuore andar giù come un birillo bevuto. Le prime feste in casa,i primi sguardi, il primo bacio vero,la prima uscita e poi la sera a casa -Perché non mangi?- -Sto male!no,sto bene…- Non sapevamo nemmeno noi come stavamo. Non lo sapemmo mai . E lei dove sarà? Non lo saprò mai il suo nome…non lo scorderò mai . Mi avrà ricordato,almeno una volta? Forse si,ridendo magari di quell’unico bacio a fine primavera,parlando con lui che la prese al posto mio perché prima di me capì cosa voleva. Un colpo secco,la biglia riprese a correre sul tappeto verde come la mia vita che s’era fermata davanti al suo portone.
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Quanto tempo è passato da quando di zampillare hai smesso. Che tristezza fontana mia muta! Ricordo ancora quei giorni andati, tutti intorno a sentire il tuo canto argentato,l’acqua pulita che regalavi al pellegrino e al ladro, al vecchio accaldato alla giovanetta con l’anfora da riempire. Quanta acqua da quella tracimava mentre lei dell’amor nuovo le dolci parole ascoltava. Una voce dalla finestra come richiamo, lei fuggiva e lui sospirando in te si specchiava domandandoti se lei ancor l’amava. Nel bene e nel male cantavi sempre col tuo zampillare allegro. Cantavi nei giorni di pioggia, nei giorni ventosi,nei giorni tristi e oscuri. Simbolo di pace e uguaglianza, dissetasti lo straniero oppressore, il partigiano e il liberatore. Ora non canti più fontana mia, ai tuoi marmorei piedi tracce di vite buttate dentro siringhe mortali. Più non ascolti parole d’amore, di libertà,di pettegolezzi di vecchie annoiate. Più non disseti i monelli che intorno ti correvano inseguendosi. Simbolo di vita,t’hanno resa muta, quasi che la vita stessa più ora non abbia senso.
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Ti amo donna. Ti amo per come sei,per l’età che hai, per quei lati che tieni nascosti e che riveli quando vuoi,se vuoi. Amo di te il seno piccolo o grande perché è il tuo seno. Non mi importa se con il passar del tempo, si fa dolcemente calante,più morbido, è la tua nuova età che nulla toglie alla magia di ciò che sei: donna. Donna con la tua mente,con l’intuito che più veloce del mio ogni dubbio risolve. Avrai sempre un età nuova,sempre di più d’esperienza e saggezza arricchita. A che ti serve apparire quella che in realtà non sei. Quel ritocco al seno calante,quel rifinire il naso che nel tuo volto stona con l’armonia dei lineamenti. Quel ventre appiattito da una fredda lama. Non sarai mai più la donna che un giorno incontrai. Sarai,illudendoti,in sintonia con te stessa, non lo nego. Ti amerai,ma non amerai me che da te aspettavo le tue età nuove da vivere insieme. Oh! Se esistesse un bisturi che dalla mente tua, sapientemente rimuovesse la tua paura per il declino che è dolce come un tramonto quando si ama riamati per ciò che si è, non per la giovinezza che vola via al finir della sua danza incatantrice.
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