Alberto Bertoni

ACQUA

sensazioni

Le parole della mente

Marta

SIAM

Mary y Romiro

 

Agosto 2001                        ACQUA

  

Che strana è questa vita, capace di manifestarsi in tante forme diverse e in diversi modi.

Ogni giorno mi capita di vedere e parlare con la gente, gente bella e gente brutta, persone nobili o uomini squallidi, riferimenti della società o emarginati senza una vita, ma ogni giorno mi scopro ancora capace di apprezzare.

...apprezzare che ognuna di queste persone porta dentro di se un bagaglio inestimabile di esperienze e conoscenze, esperienze che IO non ho mai fatto e che forse non avrò mai occasione di affrontare o conoscere, che non avrò mai l’opportunità di acquisire.

...ognuna di queste persone ha un suo valore intrinseco anche se può apparire insignificante agli occhi della nostra società...

...anche IO ho un valore!  

Da ogni persona e in ogni momento si può imparare qualcosa, qualcosa che ti porta a riflettere, a rivalutare i precedenti giudizi e in alcune occasioni a condizionare il proprio modo di pensare e influenzare le proprie decisioni.

Dai rapporti con le persone si impara a valutare e conoscere le persone stesse; ci sono uomini che vivono come la polvere, come l’aria o come l’acqua.

C’è chi, come la polvere, vive appoggiato nello stesso posto finchè qualcun altro non decide di spostarlo e farlo vivere da un’altra parte.

C’è chi vive come l’aria, che non ha una direzione e lascia che la vita lo diriga verso il traguardo più facile.

C’è chi vive come l’acqua, la puoi contenere nel palmo della mano ma se cerchi di imprigionarla, sfugge spezzandosi in mille gocce... e più cerchi di tenerla in pugno e più diventa difficile da trattenere.

Forse ognuno di noi assume tutte queste forme nei diversi momenti della vita...

...e ogni volta che cercano di imprigionarmi IO mi spezzo per sfuggire, mi spezzo in mille gocce poi mi spezzo ancora in gocce sempre più piccole, sempre più leggere... sempre più insignificanti...

                                         ...questo è un periodo della vita...

 

...ma la speranza è di trovare un giorno un elemento capace di farmi riacquistare  tutta la mia integrità e tutta la mia forza di volontà, prima che sia troppo tardi, prima che migliaia di gocce diventino solo una informe nube di vapore senza consistenza.

 

...ma quante sono le cose che posso chiedere ad una vita sola?!

...quante cose posso tenere tra le braccia?

 ...quante cose posso trattenere con una mano?!

 ...e come faccio a decidere quali siano le cose per cui  valga la pena di tentare?!

 

settembre 2001

                                                 sensazioni

  

Eccomi qui, nel posto che preferisco a fare quello che preferisco fare.

Cosa altro deve essere la vita se non il semplice stare bene…

Cosa altro deve essere se non poter chiudere gli occhi e sentirsi pieni… di tutto il mondo.

 

Cosa altro deve essere la vita, se non gustare il profumo della terra, dei fiori e dell’aria, vedere i colori del mondo in tutto la loro luce.

 

Cosa altro deve essere la vita, se non chiudere gli occhi e poter godere del silenzio, lasciar scorrere dentro noi stessi tutta la nostra mente, la memoria, le immagini e i sentimenti, lasciare che il pensiero riempia tutto il nostro corpo confondendoci con l’aria… volare via!

 

Cosa altro deve essere la vita, se non poter passare il tempo seduto sulla riva, guardando il lento muoversi del fiume nella naturale semplicità del suo vivere, il Sole tiepido sulla pelle, l’Acqua fresca che disseta le giornate aride e le foglie degli alberi che mi salutano mosse dal vento.

 

Cosa altro deve essere la vita, se non godere dell’abbraccio delle persone amate, sentire la sicurezza di una persona amica, gioire degli spontanei sorrisi di un bambino, poter ammirare lo stupendo viso di una fanciulla e perdersi nel guardare i suoi occhi.

 

Cosa altro deve essere la vita, se non poter chiudere gli occhi ed entrare in un mondo che sia solo mio, fatto di musica e soddisfazioni, profumi e colori… e rendersi conto poi che le nostre debolezze non sono altro che le paure di vivere in un mondo che a volte fa paura e che chiede più di quanto noi vorremmo dare…

… rendersi conto che ogni azione che facciamo, ogni parola che diciamo può portare una modifica nell’ambiente che ci circonda, facendoci guadagnare nuove sensazioni ed esperienze uniche o alterando il sottile equilibrio che ci lega agli altri.

 

Cosa altro deve essere la mia vita, se non il sorriso della gente che ho conosciuto, l’amore che ho ricevuto, i luoghi che ho visto, la gente che ho amato, le esperienze che mi hanno fatto crescere e che ogni giorno mi danno ancora nuovo entusiasmo… quante sensazioni tutto ciò mi ha regalato!

 

Potrei essere felice qui, in questo posto, in riva al fiume, sotto il grande amico albero, a fare quello che preferisco fare, ma oggi purtroppo sono una nuvola e non riesco proprio ad affrontare il volere della tempesta, dovrò cedere… e piangere… perché è così che lei vuole!

…domani forse, riuscirò a tornare qui insieme a Marta e camminare fiero a fianco del grande fiume.

 

Cosa altro dovrebbe essere la vita, se non l’Acqua per la Terra, il Vento per le Nuvole e Sole per la Vita… di cosa altro dovremmo avere bisogno?

 

A cosa serve tutto ciò che non è sensazione, tutto quello che non posso portare dentro di me dovunque vada e in qualunque momento?

…ma adesso qui fa freddo e devo aprire gli occhi… accidenti, è ancora tutto come prima!

la parte inutile della vita è ancora qui e mi sta aspettando… mi sta chiamando!

Domani sicuramente sarò diverso, avrò conosciuto una sensazione in più, ma queste saranno le cose a cui vorrò pensare prima di compiere il mio ultimo passo, queste saranno le uniche cose che  rimarranno per sempre soltanto mie.

 

 

10 Dicembre 2001                        Le parole della mente

  

 

...il silenzio è la voce del pensiero,

il pensiero sono le parole della mente.

 

è solo nel silenzio che gli altri sensi raggiungono la massima espressione,

è proprio quando la parola non può esprimere l’intenzione che

la mente spinge il corpo ad esprimersi con manifestazioni diverse.

 

in silenzio lo sguardo assume significati fondamentali,

in silenzio ogni piccolo rumore è un messaggio di ciò che ci è vicino,

in silenzio una carezza riesce a dire più di quanto non spieghino mille dolci parole.

è nel silenzio e nel buio che più si può avvertire una presenza,

è nel silenzio che si sviluppa un senso che normalmente non ci appartiene,

...un presentimento,

come se stando in silenzio ad aspettare qualcosa,

si riescano ad unire tutti i sensi in una sola ed unica sensazione che

non  siamo soliti usare.

 

è proprio nel vuoto del silenzio che la mente prende il sopravvento,

quando anche la parola viene a mancare la mente non si ferma,

il pensiero non aspetta mai la razionalità delle logiche espressioni,

il pensiero non ha vergogne,

non ha limitazioni,

non ha punteggiatura,

il pensiero può essere irrazionale,

può non avere logica,

...e per questo è geniale,

il pensiero è libero per definizione!

 

nemmeno quando il corpo giace in un’altra dimensione la mente smette di parlare,

sogna,

forse spera,

forse desidera,

o forse semplicemente,

come l’acqua del mio fiume

non può mai smettere di fluire

 

Io  penso che l’incontrollabilità del pensiero sia il motore della nostra vita,

il pensiero è fantasia,

e la fantasia è l’atteggiamento con cui la mente affronta ciò che non conosce,

...è l’essenza della curiosità. 

 

...per fortuna o purtroppo,

nel silenzio ci si trova soli contro se stessi e in quel momento

non si può fuggire dall’affrontare ciò che si è veramente.

 

 

                                                                                                   15\10\1999

                                      Marta

Marta restava per ore seduta sotto il grande amico faggio che viveva ormai da decenni sulla sponda sinistra del fiume, le piaceva trascorrere qui gran parte del suo tempo, ammirare il cielo immenso e le nuvole che con pigra rassegnazione si lasciavano sospingere dal vento.

"Le nuvole sono una magia..." pensava Marta con lo spontaneo sentimento dei suoi tredici anni.

"Mi piacerebbe essere una nuvola, poter girare il mondo, volare via dai luoghi che non mi piacciono, fuggire dalle cose che mi fanno soffrire e poter assumere tutte le forme che il cielo vorrà darmi.

Le nuvole non hanno mai problemi, si divertono soltanto, non devono impegnarsi

nemmeno per spostarsi perchè a loro è sufficiente FARSI PORTARE, sono belle

e leggere più dell'aria che le accompagna".

Il Sole del tardo pomeriggio era tiepido e tingeva di rosa tutto l'orizzonte, Marta, sdraiata supina sul morbido prato, continuava a guardare il lento muoversi delle nuvole....................si addormentò e così iniziò il suo sogno....................... 

 

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Marta, sdraiata supina sul morbido prato, continuava a guardare il lento muoversi delle nuvole e pensando ad alta voce....

"mi piacerebbe essere una nuvola, poter girare il mondo, volare via dai luoghi che non mi piacciono, fuggire via dalle cose che mi fanno soffrire;

le nuvole non hanno problemi, si divertono soltanto, non devono impegnarsi nemmeno per spostarsi, a loro basta FARSI PORTARE..."

Proprio in quel momento stava passando una nuvola a forma di farfalla e sentite le parole della ragazza si liberò per un attimo dalla corrente e si fermò proprio sopra di lei.

- ciao ragazzina

= ciao nuvola

- come ti chiami?

= io sono Marta, tu come ti chiami?

- io... nuvola

= si, lo so che sei una nuvola ma il tuo nome qual è?

- io sono solo una nuvola, una nuvola non ha un nome, una nuvola è

  una nuvola QUALUNQUE in mezzo ad ALTRE nuvole qualunque.

= Beh, forse in effetti il nome non è così importante...

- Ho sentito che anche tu vorresti essere una nuvola, vorresti venire qui su con noi.

= Oh si, mi piacerebbe molto, io vivo una vita noiosa, sono sempre qui da sola... non mi sto proprio divertendo!!

- Ah, ho capito, ma pensi che qui in cielo si stia meglio?

= Beh... penso proprio di si, tu per esempio dove stai andando?

  ...e quanti luoghi hai già visto? ...e quante cose ancora ti aspettano?

- Sai Marta, io non ho ancora visto niente del mondo, sono nata già da diverso tempo ma HO CONTINUATO A GIRARE SEMPRE IN QUESTA VALLE e adesso avrei anche timore di uscirne, NON SO COSA C'E` AL DI FUORI... ti garantisco che non è poi così bello essere una nuvola!

Nella mia vita credo di aver capito tante cose, ho già visto molte ragazze come te che sognano in riva al fiume ma non si rendono conto della fortuna che loro hanno nel poter prendere le proprie decisioni stando CON I PIEDI PER TERRA.

= Beh nuvola.. non capisco.

- Vedi Marta, tu sei invidiosa della mia condizione di nuvola ma non riesci a

capire che quassù` io non ci sto tanto bene... voglio scendere!!!

...SEGUIRE LA CORRENTE, lasciarsi portate dal vento e ASPETTARE che sia qualcun altro a decidere quando muoversi e` davvero tremendo.

Tu stando con i piedi per terra puoi andare nella DIREZIONE che più` ti piace,

PUOI SCEGLIERE QUANDO e DOVE ANDARE senza dover per forza ASPETTARE                     E DIPENDERE.

Noi nuvole affrontiamo la vita IN DIFESA, siamo sfuggevoli e non prendiamo mai di petto i problemi perché questi ci distruggono, non li affrontiamo mai ma

sempre cerchiamo di aggirarli, non prendiamo decisioni, ci lasciamo semplicemente portare dagli EVENTI CHE CI CIRCONDANO.

Penso che tutti abbiano un modello a cui, dopo essersi ispirati, vorrebbero arrivare e anche io sai, anche io ho il mio modello.

= Davvero nuvola, io ancora non riesco a credere!  ...quale sarebbe il tuo modello?

- Il nostro amico FIUME... così io voglio diventare, così io voglio vivere, lo voglio e so che un giorno ci riuscirò!

= Ma nuvola, il fiume percorre da secoli sempre la stessa strada, farà` una vita anche più noiosa della tua.

- No Marta, al contrario!

Il Fiume e` sempre stato per gli uomini simbolo di vita, di forza, di autorità`.

il fiume e` imprevedibile, tutti lo rispettano e lo temono perchè è potente e

tenace; quando decide di bucare una montagna insiste, continua e continua fino a

raggiungere il suo scopo. 

Al fiume non importa se gli uomini cercano di metterlo in difficoltà sbarrandogli la strada, lui piano piano si insinua occupando tutto lo spazio che è a sua disposizione e al momento buono, senza preavviso esplode nella sua piena forza per raggiungere il suo obiettivo.

Capisci adesso?

IL FIUME, SE VUOLE, PUO` CAMBIARE LA VITA DELLE PERSONE CHE GLI STANNO VICINO SENZA CHE LORO RIESCANO A SOTTOMETTERLO, può esprimere tutta la sua forza ma anche tutta la sua dolcezza, la sua acqua può dare la vita, può dare gioia e divertimento, è utile agli uomini per lavorare ma E` BUONO CON LORO SOLO SE LORO HANNO RISPETTO DI LUI altrimenti lui si arrabbia e sa essere veramente cattivo.

 

Insomma Marta, è così che io voglio diventare ma finché non mi trasformerò in

una goccia d'acqua non potrò mai essere come lui, non potrò scavare le valli e le montagne, non potrò dissetare la terra e nemmeno sarò in grado di generare la vita, non attraverserò i laghi e mai vedrò il mare...

Noi nuvole siamo belle ma siamo deboli, effimere e sfuggevoli...

Il nostro amico Fiume invece anche con il fragore a volte fastidioso del suo passaggio è sempre rispettato e riesce ad ottenere ciò che vuole.

Capisci Marta, io sono bella ma sono solo una semplice nuvola?!

 

...e dimmi adesso... tu, cosa vorresti diventare nella vita?

 

                                                    ...una nuvola o un fiume?

 

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Il cielo si era completamente coperto, il vento soffiava più forte e aveva reso

l'aria carica e frizzante, Marta si era svegliata con le prime gocce di pioggia

sul viso.

La sua nuvola non c'era più ma Marta adesso sapeva che poteva affrontare il

futuro con una nuova idea scegliendo la strada che più le piaceva e vivendo la

sua vita... come un fiume o una nuvola. 

  Auguri Marta  

  

                                  SIAM

  

C’era un volta, in un luogo lontano dell'Asia meridionale chiamato Siam, un Re di nome Khrongsak che con l'amata Regina Thaashwe al  suo fianco, era sovrano del Suo mondo.

Il Re possedeva immense fortune e ricchezze incalcolabili, era padrone incontrastato di sterminati territori, di laghi e foreste, di mari e montagne; nel suo regno tutti i popoli vivevano sottomessi al suo volere perchè il Re non sapeva amare altri che la sua Regina e le sue ricchezze, il mondo che lo circondava serviva soltanto a fornirgli il continuo benessere.

Una mattina di Settembre come tante altre il Re fu svegliato da un incubo che pareva una maledizione, si alzò e guardò fuori dalla finestra, il cielo diventava nero, il vento aumentava e cominciò la pioggia, in un momento fu vera tempesta, la Natura si accaniva contro il Re con tutta la sua forza , distrusse case e palazzi e devastò la reggia di Khrongsak tanto che il Re dovette fuggire dal palazzo e cercare salvezza in un altro rifugio.

Quell'inferno durò solo pochi minuti e così come era venuto se ne andò lasciandosi dietro soltanto distruzione.

Khrongsak si rese conto che la tempesta aveva colpito solo lui distruggendo i sontuosi palazzi con i loro eleganti giardini, la Foresta ne trasse giovamento e i contadini, al sicuro sulle scarne palafitte, gioirono per le loro terre finalmente dissetate.

Khrongsak pianse le  sue ricchezze perdute ma più di ogni ricchezza pianse la sua Regina, Thaashwe era stata rapita dalla Tempesta e il Re non sapeva se la Natura l'avrebbe mai restituita.

Il sovrano, con l'immenso potere che poteva esercitare nel suo regno, questa volta non poteva fare niente altro che piangere, piangere fino ad impazzire dalla collera per aver trovato un nemico così forte ed invincibile che era riuscito in pochi istanti a cambiare la sua vita in modo tanto doloroso.

Da quel giorno di Settembre Khrongsak non fu più felice, non riusciva a darsi pace e la sua tristezza si trasformò in crudeltà verso i suoi sudditi.

Senza la Regina il cielo sopra il Siam non era più limpido e il Re non riusciva più a vedere cosa il futuro avesse riservato per lui, così, al culmine della sua ira decise di convocare a palazzo tutti i suoi sudditi e uno ad uno avrebbero dovuto farlo divertire e far tornare sul suo viso quel sorriso che solo Thaashwe era in grado di provocare; chi non vi fosse riuscito sarebbe stato ucciso.

Dopo aver fatto uccidere 100 umili contadini il Re si vide presentare d’innanzi un piccolo e colorato galletto fiero soltanto della sua piccola cresta e disse:" Come può questo insignificante animale rallegrare un potente sovrano?!"

Il gallo rispose:" Maestà, io mi chiamo Kay e sono un galletto magico, possiedo un potere che Voi non avete e posso ridare al Siam la gioia perduta".

Il Re sentendosi offeso e raggirato dal galletto gli intimò:" Cosa potrà mai avere un animale tanto insignificante che possa stupire un potente sovrano? Bada galletto, ti darò solo una possibilità, se non riuscirai nel tuo compito ti porterò di persona nelle mie cucine!"

Il gallo, per nulla spaventato dalla minacce del sovrano, cominciò a camminare per il salone e avvicinatosi ad una finestra saltò sul davanzale, diede una scossa alla sue penne, rizzò la cresta e la coda e dopo aver gonfiato il petto iniziò a cantare verso il cielo con tutta la sua stridula voce mentre il sovrano incuriosito si domandava dove fosse tutta la magia ed il misterioso potere del presuntuoso animale.

Appena il gallo smise di cantare scese dalla finestra e si avvicinò al sovrano.

In un attimo lo stesso Vento che a Settembre portò la tempesta ricominciò a soffiare ma questa volta, con un fiato delicato spostò l'ombra nera delle nuvole che oscuravano la triste vita del re.

Brillanti raggi di Sole entravano dalla finestra e illuminavano il trono di Khrongsak che chiuse gli occhi con un’espressione piacevole e una smorfia di sorriso e di stupore mentre il Sole restava lì a fissare quel piccolo uomo insignificante dall'alto di un infinito cielo limpido che era magicamente tornato a coprire le terre del Siam.

Il sovrano si alzò dal suo trono ormai solitario e andò alla finestra per ammirare la bellezza degli orizzonti del suo regno che ora sembrava rinato e, meravigliato dagli stupendi paesaggi illuminati, si voltò sorridente verso il galletto che con aria superba se ne stava in piedi sul trono e gli disse con aria benevola:" Bene galletto, tu sei riuscito a ridarmi il sorriso e per questa volta avrai salva la vita" e poi minaccioso..." ma potrai continuare a vivere solo se canterai per me tutte le volte che il cielo si farà scuro".

Il galletto allora gli rispose:" Maestà, se io non canto per voi mi toglierete la vita ma questo non vi ridarà il sorriso e non vi ridarà la vostra regina, quindi che cosa ne guadagnereste?  Io sono un piccolo animale insignificante e se mi ucciderete nessuno se ne dispiacerà ma voi perdereste l'unico sorriso che vi rimane.

Vi propongo un accordo; io resterò per sempre qui con voi e ogni mattina canterò per svegliare il Sole affinchè possa carezzarvi con i suoi raggi ma voi, Maestà, dovete donare il Cuore al vostro popolo e dargli l'amore che un padre buono deve ai suoi figlioli..... se questo non vi aggrada uccidetemi pure!".

 

Il Re comprese che la risposta a quella sfida non era nelle armi o nelle sue ricchezze ma era semplicemente dentro di lui, Lui aveva nascosta nel suo cuore una forza che nessun evento e nessun divertimento avrebbe potuto conferirgli, doveva soltanto liberarla.

Khrongsak era diventato un uomo buono e imparò ad apprezzare la bellezza degli Elementi nella loro naturale semplicità, così, come la Natura con un semplice soffio può cambiare il destino di un uomo, anche il cuore semplice di un uomo può cambiare il destino di un popolo.

                                                                                            Alberto

 

Pensata e scritta per Sibilla

ispirato da un'antica  leggenda Thailandese

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