Che
strana è questa vita, capace di manifestarsi in tante forme diverse e in
diversi modi.
Ogni
giorno mi capita di vedere e parlare con la gente, gente bella e gente brutta,
persone nobili o uomini squallidi, riferimenti della società o emarginati senza
una vita, ma ogni giorno mi scopro ancora capace di apprezzare.
...apprezzare
che ognuna di queste persone porta dentro di se un bagaglio inestimabile di
esperienze e conoscenze, esperienze che IO non ho mai fatto e che forse non avrò
mai occasione di affrontare o conoscere, che non avrò mai l’opportunità di
acquisire.
...ognuna
di queste persone ha un suo valore intrinseco anche se può apparire
insignificante agli occhi della nostra società...
...anche
IO ho un valore!
Da
ogni persona e in ogni momento si può imparare qualcosa, qualcosa che ti porta
a riflettere, a rivalutare i precedenti giudizi e in alcune occasioni a
condizionare il proprio modo di pensare e influenzare le proprie decisioni.
Dai
rapporti con le persone si impara a valutare e conoscere le persone stesse; ci
sono uomini che vivono come la polvere, come l’aria o come l’acqua.
C’è
chi, come la polvere, vive appoggiato nello stesso posto finchè qualcun altro
non decide di spostarlo e farlo vivere da un’altra parte.
C’è
chi vive come l’aria, che non ha una direzione e lascia che la vita lo diriga
verso il traguardo più facile.
C’è
chi vive come l’acqua, la puoi contenere nel palmo della mano ma se cerchi di
imprigionarla, sfugge spezzandosi in mille gocce... e più cerchi di tenerla in
pugno e più diventa difficile da trattenere.
Forse
ognuno di noi assume tutte queste forme nei diversi momenti della vita...
...e
ogni volta che cercano di imprigionarmi IO mi spezzo per sfuggire, mi spezzo in
mille gocce poi mi spezzo ancora in gocce sempre più piccole, sempre più
leggere... sempre più insignificanti...
...questo è un periodo della vita...
...ma
la speranza è di trovare un giorno un elemento capace di farmi riacquistare
tutta la mia integrità e tutta la mia forza di volontà, prima che sia
troppo tardi, prima che migliaia di gocce diventino solo una informe nube di
vapore senza consistenza.
...ma
quante sono le cose che posso chiedere ad una vita sola?!
...quante
cose posso tenere tra le braccia?
...quante
cose posso trattenere con una mano?!
...e come faccio a decidere quali siano le cose per cui valga la pena di tentare?!
settembre
2001
Eccomi
qui, nel posto che preferisco a fare quello che preferisco fare.
Cosa
altro deve essere la vita se non il semplice stare bene…
Cosa
altro deve essere se non poter chiudere gli occhi e sentirsi pieni… di tutto
il mondo.
Cosa
altro deve essere la vita, se non gustare il profumo della terra, dei fiori e
dell’aria, vedere i colori del mondo in tutto la loro luce.
Cosa
altro deve essere la vita, se non chiudere gli occhi e poter godere del
silenzio, lasciar scorrere dentro noi stessi tutta la nostra mente, la memoria,
le immagini e i sentimenti, lasciare che il pensiero riempia tutto il nostro
corpo confondendoci con l’aria… volare via!
Cosa
altro deve essere la vita, se non poter passare il tempo seduto sulla riva,
guardando il lento muoversi del fiume nella naturale semplicità del suo vivere,
il Sole tiepido sulla pelle, l’Acqua fresca che disseta le giornate aride e le
foglie degli alberi che mi salutano mosse dal vento.
Cosa
altro deve essere la vita, se non godere dell’abbraccio delle persone amate,
sentire la sicurezza di una persona amica, gioire degli spontanei sorrisi di un
bambino, poter ammirare lo stupendo viso di una fanciulla e perdersi nel
guardare i suoi occhi.
Cosa
altro deve essere la vita, se non poter chiudere gli occhi ed entrare in un
mondo che sia solo mio, fatto di musica e soddisfazioni, profumi e colori… e
rendersi conto poi che le nostre debolezze non sono altro che le paure di vivere
in un mondo che a volte fa paura e che chiede più di quanto noi vorremmo
dare…
…
rendersi conto che ogni azione che facciamo, ogni parola che diciamo può
portare una modifica nell’ambiente che ci circonda, facendoci guadagnare nuove
sensazioni ed esperienze uniche o alterando il sottile equilibrio
che ci lega agli altri.
Cosa
altro deve essere la mia vita, se non il sorriso della gente che ho conosciuto,
l’amore che ho ricevuto, i luoghi che ho visto, la gente che ho amato, le
esperienze che mi hanno fatto crescere e che ogni giorno mi danno ancora nuovo
entusiasmo… quante sensazioni tutto
ciò mi ha regalato!
Potrei
essere felice qui, in questo posto, in riva al fiume, sotto il grande amico
albero, a fare quello che preferisco fare, ma oggi purtroppo sono una nuvola e
non riesco proprio ad affrontare il volere della tempesta, dovrò cedere… e
piangere… perché è così che lei vuole!
…domani
forse, riuscirò a tornare qui insieme a Marta e camminare fiero a fianco del
grande fiume.
Cosa
altro dovrebbe essere la vita, se non l’Acqua per la Terra, il Vento per le
Nuvole e Sole per la Vita… di cosa altro dovremmo avere bisogno?
A
cosa serve tutto ciò che non è sensazione,
tutto quello che non posso portare dentro di me dovunque vada e in qualunque
momento?
…ma
adesso qui fa freddo e devo aprire gli occhi… accidenti, è ancora tutto come
prima!
la
parte inutile della vita è ancora qui e mi sta aspettando… mi sta chiamando!
Domani
sicuramente sarò diverso, avrò conosciuto una sensazione in più, ma queste
saranno le cose a cui vorrò pensare prima di compiere il mio ultimo passo,
queste saranno le uniche cose che
rimarranno per sempre soltanto mie.
10
Dicembre 2001
Le
parole della mente
...il
silenzio è la voce del pensiero,
il
pensiero sono le parole della mente.
è
solo nel silenzio che gli altri sensi raggiungono la massima espressione,
è
proprio quando la parola non può esprimere
l’intenzione che
la
mente spinge il corpo ad esprimersi con manifestazioni diverse.
in
silenzio lo sguardo assume significati fondamentali,
in
silenzio ogni piccolo rumore è un messaggio di ciò che ci è vicino,
in
silenzio una carezza riesce a dire più di quanto non spieghino mille dolci
parole.
è
nel silenzio e nel buio che più si può avvertire una presenza,
è
nel silenzio che si sviluppa un senso che normalmente non ci appartiene,
...un
presentimento,
come
se stando in silenzio ad aspettare qualcosa,
si
riescano ad unire tutti i sensi in una sola ed unica sensazione che
non
siamo soliti usare.
è
proprio nel vuoto del silenzio che la mente prende il sopravvento,
quando
anche la parola viene a mancare la mente non si ferma,
il
pensiero non aspetta mai la razionalità delle logiche espressioni,
il
pensiero non ha vergogne,
non
ha limitazioni,
non
ha punteggiatura,
il
pensiero può essere irrazionale,
può
non avere logica,
...e
per questo è geniale,
il
pensiero è libero per definizione!
nemmeno
quando il corpo giace in un’altra dimensione la mente smette di parlare,
sogna,
forse
spera,
forse
desidera,
o
forse semplicemente,
come
l’acqua del mio fiume
non
può mai smettere di fluire
Io
penso che l’incontrollabilità del pensiero sia il motore della nostra
vita,
il
pensiero è fantasia,
e
la fantasia è l’atteggiamento con cui la mente affronta ciò che non conosce,
...è
l’essenza della curiosità.
...per
fortuna o purtroppo,
nel
silenzio ci si trova soli contro se stessi e in quel momento
non
si può fuggire dall’affrontare ciò che si è veramente.
15\10\1999
Marta
restava per ore seduta sotto il grande amico faggio che viveva ormai da decenni
sulla sponda sinistra del fiume, le piaceva trascorrere qui gran parte del suo
tempo, ammirare il cielo immenso e le nuvole che con pigra rassegnazione si
lasciavano sospingere dal vento.
"Le
nuvole sono una magia..." pensava Marta con lo spontaneo sentimento dei
suoi tredici anni.
"Mi
piacerebbe essere una nuvola, poter girare il mondo, volare via dai luoghi che
non mi piacciono, fuggire dalle cose che mi fanno soffrire e poter assumere
tutte le forme che il cielo vorrà darmi.
Le
nuvole non hanno mai problemi, si divertono soltanto, non devono impegnarsi
nemmeno
per spostarsi perchè a loro è sufficiente FARSI PORTARE, sono belle
e
leggere più dell'aria che le accompagna".
Il
Sole del tardo pomeriggio era tiepido e tingeva di rosa tutto l'orizzonte,
Marta, sdraiata supina sul morbido prato, continuava a guardare il lento
muoversi delle nuvole....................si addormentò e così iniziò il suo
sogno.......................
<<<<<<<<<<
Marta,
sdraiata supina sul morbido prato, continuava a guardare il lento muoversi delle
nuvole e pensando ad alta voce....
"mi
piacerebbe essere una nuvola, poter girare il mondo, volare via dai luoghi che
non mi piacciono, fuggire via dalle cose che mi fanno soffrire;
le
nuvole non hanno problemi, si divertono soltanto, non devono impegnarsi nemmeno
per spostarsi, a loro basta FARSI PORTARE..."
Proprio
in quel momento stava passando una nuvola a forma di farfalla e sentite le
parole della ragazza si liberò per un attimo dalla corrente e si fermò proprio
sopra di lei.
-
ciao ragazzina
=
ciao nuvola
-
come ti chiami?
=
io sono Marta, tu come ti chiami?
-
io... nuvola
=
si, lo so che sei una nuvola ma il tuo nome qual è?
-
io sono solo una nuvola, una nuvola non ha un nome, una nuvola è
una nuvola QUALUNQUE in mezzo ad
ALTRE nuvole qualunque.
=
Beh, forse in effetti il nome non è così importante...
-
Ho sentito che anche tu vorresti essere una nuvola, vorresti venire qui su con
noi.
=
Oh si, mi piacerebbe molto, io vivo una vita noiosa, sono sempre qui da sola...
non mi sto proprio divertendo!!
-
Ah, ho capito, ma pensi che qui in cielo si stia meglio?
=
Beh... penso proprio di si, tu per esempio dove stai andando?
...e
quanti luoghi hai già visto? ...e quante cose ancora ti aspettano?
-
Sai Marta, io non ho ancora visto niente del mondo, sono nata già da diverso
tempo ma HO CONTINUATO A GIRARE SEMPRE IN QUESTA VALLE e adesso avrei anche
timore di uscirne, NON SO COSA C'E` AL DI FUORI... ti garantisco che non è poi
così bello essere una nuvola!
Nella
mia vita credo di aver capito tante cose, ho già visto molte ragazze come te
che sognano in riva al fiume ma non si rendono conto della fortuna che loro
hanno nel poter prendere le proprie decisioni stando CON I PIEDI PER TERRA.
=
Beh nuvola.. non capisco.
-
Vedi Marta, tu sei invidiosa della mia condizione di nuvola ma non riesci a
capire
che quassù` io non ci sto tanto bene... voglio scendere!!!
...SEGUIRE
LA CORRENTE, lasciarsi portate dal vento e ASPETTARE che sia qualcun altro a
decidere quando muoversi e` davvero tremendo.
Tu
stando con i piedi per terra puoi andare nella DIREZIONE che più` ti piace,
PUOI
SCEGLIERE QUANDO e DOVE ANDARE senza dover per forza ASPETTARE
E DIPENDERE.
Noi
nuvole affrontiamo la vita IN DIFESA, siamo sfuggevoli e non prendiamo mai di
petto i problemi perché questi ci distruggono, non li affrontiamo mai ma
sempre
cerchiamo di aggirarli, non prendiamo decisioni, ci lasciamo semplicemente
portare dagli EVENTI CHE CI CIRCONDANO.
Penso
che tutti abbiano un modello a cui, dopo essersi ispirati, vorrebbero arrivare e
anche io sai, anche io ho il mio modello.
=
Davvero nuvola, io ancora non riesco a credere!
...quale sarebbe il tuo modello?
-
Il nostro amico FIUME... così io voglio diventare, così io voglio vivere, lo
voglio e so che un giorno ci riuscirò!
=
Ma nuvola, il fiume percorre da secoli sempre la stessa strada, farà` una vita
anche più noiosa della tua.
-
No Marta, al contrario!
Il
Fiume e` sempre stato per gli uomini simbolo di vita, di forza, di autorità`.
il
fiume e` imprevedibile, tutti lo rispettano e lo temono perchè è potente e
tenace;
quando decide di bucare una montagna insiste, continua e continua fino a
raggiungere
il suo scopo.
Al
fiume non importa se gli uomini cercano di metterlo in difficoltà sbarrandogli
la strada, lui piano piano si insinua occupando tutto lo spazio che è a sua
disposizione e al momento buono, senza preavviso esplode nella sua piena forza
per raggiungere il suo obiettivo.
Capisci
adesso?
IL
FIUME, SE VUOLE, PUO` CAMBIARE LA VITA DELLE PERSONE CHE GLI STANNO VICINO SENZA
CHE LORO RIESCANO A SOTTOMETTERLO, può esprimere tutta la sua forza ma anche
tutta la sua dolcezza, la sua acqua può dare la vita, può dare gioia e
divertimento, è utile agli uomini per lavorare ma E` BUONO CON LORO SOLO SE
LORO HANNO RISPETTO DI LUI altrimenti lui si arrabbia e sa essere veramente
cattivo.
Insomma
Marta, è così che io voglio diventare ma finché non mi trasformerò in
una
goccia d'acqua non potrò mai essere come lui, non potrò scavare le valli e le
montagne, non potrò dissetare la terra e nemmeno sarò in grado di generare la
vita, non attraverserò i laghi e mai vedrò il mare...
Noi
nuvole siamo belle ma siamo deboli, effimere e sfuggevoli...
Il
nostro amico Fiume invece anche con il fragore a volte fastidioso del suo
passaggio è sempre rispettato e riesce ad ottenere ciò che vuole.
Capisci
Marta, io sono bella ma sono solo una semplice nuvola?!
...e
dimmi adesso... tu, cosa vorresti diventare nella vita?
...una nuvola o un fiume?
<<<<<<<<<<
Il
cielo si era completamente coperto, il vento soffiava più forte e aveva reso
l'aria
carica e frizzante, Marta si era svegliata con le prime gocce di pioggia
sul
viso.
La
sua nuvola non c'era più ma Marta adesso sapeva che poteva affrontare il
futuro
con una nuova idea scegliendo la strada che più le piaceva e vivendo la
sua
vita... come un fiume o una nuvola.
C’era
un volta, in un luogo lontano dell'Asia meridionale chiamato Siam, un Re di nome
Khrongsak che con l'amata Regina Thaashwe al
suo fianco, era sovrano del Suo mondo.
Il
Re possedeva immense fortune e ricchezze incalcolabili, era padrone
incontrastato di sterminati territori, di laghi e foreste, di mari e montagne;
nel suo regno tutti i popoli vivevano sottomessi al suo volere perchè il Re non
sapeva amare altri che la sua Regina e le sue ricchezze, il mondo che lo
circondava serviva soltanto a fornirgli il continuo benessere.
Una
mattina di Settembre come tante altre il Re fu svegliato da un incubo che pareva
una maledizione, si alzò e guardò fuori dalla finestra, il cielo diventava
nero, il vento aumentava e cominciò la pioggia, in un momento fu vera tempesta,
la Natura si accaniva contro il Re con tutta la sua forza , distrusse case e
palazzi e devastò la reggia di Khrongsak tanto che il Re dovette fuggire dal
palazzo e cercare salvezza in un altro rifugio.
Quell'inferno
durò solo pochi minuti e così come era venuto se ne andò lasciandosi dietro
soltanto distruzione.
Khrongsak
si rese conto che la tempesta aveva colpito solo lui distruggendo i sontuosi
palazzi con i loro eleganti giardini, la Foresta ne trasse giovamento e i
contadini, al sicuro sulle scarne palafitte, gioirono per le loro terre
finalmente dissetate.
Khrongsak
pianse le
sue ricchezze perdute ma più di ogni ricchezza pianse la sua Regina,
Thaashwe era stata rapita dalla Tempesta e il Re non sapeva se la Natura
l'avrebbe mai restituita.
Il
sovrano, con l'immenso potere che poteva esercitare nel suo regno, questa volta
non poteva fare niente altro che piangere, piangere fino ad impazzire dalla
collera per aver trovato un nemico così forte ed invincibile che era riuscito
in pochi istanti a cambiare la sua vita in modo tanto doloroso.
Da
quel giorno di Settembre Khrongsak non fu più felice, non riusciva a darsi pace
e la sua tristezza si trasformò in crudeltà verso i suoi sudditi.
Senza
la Regina il cielo sopra il Siam non era più limpido e il Re non riusciva più
a vedere cosa il futuro avesse riservato per lui, così, al culmine della sua
ira decise di convocare a palazzo tutti i suoi sudditi e uno ad uno avrebbero
dovuto farlo divertire e far tornare sul suo viso quel sorriso che solo Thaashwe
era in grado di provocare; chi non vi fosse riuscito sarebbe stato ucciso.
Dopo
aver fatto uccidere 100 umili contadini il Re si vide presentare d’innanzi un
piccolo e colorato galletto fiero soltanto della sua piccola cresta e
disse:" Come può questo insignificante animale rallegrare un potente
sovrano?!"
Il
gallo rispose:" Maestà, io mi chiamo Kay e sono un galletto magico,
possiedo un potere che Voi non avete e posso ridare al Siam la gioia
perduta".
Il
Re sentendosi offeso e raggirato dal galletto gli intimò:" Cosa potrà mai
avere un animale tanto insignificante che possa stupire un potente sovrano? Bada
galletto, ti darò solo una possibilità, se non riuscirai nel tuo compito ti
porterò di persona nelle mie cucine!"
Il
gallo, per nulla spaventato dalla minacce del sovrano, cominciò a camminare per
il salone e avvicinatosi ad una finestra saltò sul davanzale, diede una scossa
alla sue penne, rizzò la cresta e la coda e dopo aver gonfiato il petto iniziò
a cantare verso il cielo con tutta la sua stridula voce mentre il sovrano
incuriosito si domandava dove fosse tutta la magia ed il misterioso potere del
presuntuoso animale.
Appena
il gallo smise di cantare scese dalla finestra e si avvicinò al sovrano.
In
un attimo lo stesso Vento che a Settembre portò la tempesta ricominciò a
soffiare ma questa volta, con un fiato delicato spostò l'ombra nera delle
nuvole che oscuravano la triste vita del re.
Brillanti
raggi di Sole entravano dalla finestra e illuminavano il trono di Khrongsak che
chiuse gli occhi con un’espressione piacevole e una smorfia di sorriso e di
stupore mentre il Sole restava lì a fissare quel piccolo uomo insignificante
dall'alto di un infinito cielo limpido che era magicamente tornato a coprire le
terre del Siam.
Il
sovrano si alzò dal suo trono ormai solitario e andò alla finestra per
ammirare la bellezza degli orizzonti del suo regno che ora sembrava rinato e,
meravigliato dagli stupendi paesaggi illuminati, si voltò sorridente verso il
galletto che con aria superba se ne stava in piedi sul trono e gli disse con
aria benevola:" Bene galletto, tu sei riuscito a ridarmi il sorriso e per
questa volta avrai salva la vita" e poi minaccioso..." ma potrai
continuare a vivere solo se canterai per me tutte le volte che il cielo si farà
scuro".
Il
galletto allora gli rispose:" Maestà, se io non canto per voi mi
toglierete la vita ma questo non vi ridarà il sorriso e non vi ridarà la
vostra regina, quindi che cosa ne guadagnereste?
Io sono un piccolo animale insignificante e se mi ucciderete nessuno se
ne dispiacerà ma voi perdereste l'unico sorriso che vi rimane.
Vi
propongo un accordo; io resterò per sempre qui con voi e ogni mattina canterò
per svegliare il Sole affinchè possa carezzarvi con i suoi raggi ma voi, Maestà,
dovete donare il Cuore al vostro popolo e dargli l'amore che un padre buono deve
ai suoi figlioli..... se questo non vi aggrada uccidetemi pure!".
Il
Re comprese che la risposta a quella sfida non era nelle armi o nelle sue
ricchezze ma era semplicemente dentro di lui, Lui aveva nascosta nel suo cuore
una forza che nessun evento e nessun divertimento avrebbe potuto conferirgli,
doveva soltanto liberarla.
Khrongsak
era diventato un uomo buono e imparò ad apprezzare la bellezza degli Elementi
nella loro naturale semplicità, così, come la Natura con un semplice soffio può
cambiare il destino di un uomo, anche il cuore semplice di un uomo può cambiare
il destino di un popolo.
Alberto
Pensata
e scritta per Sibilla
ispirato
da un'antica
leggenda Thailandese
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