C’è un oscuro silenzio di voci , nel deserto in cui sono naufragato , ancora vivo e lucido , da poterne respirare il sangue. Il silenzio e il sangue dei giorni già usati , abortiti nella memoria , sgranati in un rosario di tormenti , nelle notti senza sonno. Come notti senza luna. Il tormento di occhi affilati come spade , supplichevoli , collerici ,imploranti , straziati e mai , dopo tanti anni , indifferenti. E occhi come spine , lucenti della nuova vita , taglienti nel setaccio dei silenzi , e troppo stanchi per uccidersi nei miei. E altri occhi ancora , occhi di donna senza fine. Freddi come specchi di lago , e caldi nell’umore del pianto , in cui perdersi e annegare , nel fondo di una malinconia senza futuro. Donna senza fine. Oceano di donna. Gelida come il mare che non conosce tempesta , senza barriera di vento . Tenera come il respiro della notte. Il tormento di notti insonni , come cane alla catena , agitate da pensieri che fanno paura , e mi bruciano il letto. Angosce di occhi , all’orlo delle sue fiamme. Non ci sono mani , in queste notti. Non ci sono parole o respiri. Solo rantoli di creature senza forma. Se solo uno di questi dèmoni potesse portarmi via , a nuova vita ! Nuova vita senza orma di sangue , prima che il chiarore del giorno giunga ad uccidere la notte , prima che il sole di questa primavera venga a straziarmi la carne. Che stagione infame ! Non ha pudore né pietà , nell’affondare il suo coltello , a violentarmi l’anima ! Se solo fosse inverno ! A celare nel sudario del suo pudore , il lato osceno della vita : la morte.
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Non ha polvere di luce , questo scialbo mattino. Solo polvere di uomini. Cenere. Frammenti di vite , bruciate nel fuoco del nulla , evaporate nel fumo greve delle ciminiere . Fumo nero. Anima nera di questa città. I tuoi occhi verranno ancora , un’altra volta , come polvere dei tuoi silenzi , fiori di sabbia del mio deserto , bruciati al fuoco dell’infinita dolcezza , evaporati nel sorriso , lieve , della notte. Anima libera del deserto . Mio dolcissimo umore del sangue. Quante cose , tenera amica , le mie parole non hanno saputo raccontarti : non dell’amore profondo , che scivola dalle dita , fra le pieghe dei tuoi capelli , accarezza l’ombra del tuo sorriso , e volge lo sguardo oltre le dune del suo dolore ; né dell’amore violento , che uccide i sogni in una mattanza di respiri . Anima tempestosa , come schiuma di sangue ai bordi delle mie notti. Parole come costellazioni di sabbia . Polvere . Scia del mio male. Particelle dell’anima , bruciate al fuoco della tua maschera di vento , evaporate nell’inutile attesa dei tuoi occhi di luna.
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A SONIA , PER IL SUO COMPLEANNO Ali di pietra costringono i sogni in un cerchio di paure. Tu sola vivi , dolce ansia , oltre il suo nero orizzonte , tu sola appari , silenzioso e tenero tumulto del cielo , in questa cintura di nebbia , che avvolge il mio tempo in fuga. Sapessi com’è difficile , e bello ,cercarti , trovarti e poi respirarti , in quest’immobilità sospesa , dove tutto , dalla polvere , è trascinato verso una triste riva. Solo percepire , allora , come un immenso frusciare d’ali , quello che il mio tempo arido non può abbracciare : la tua voce , perduto canto del mare , che l’amore colora del vento della tua stagione; la tua luce , di tremula ombra , che di lacrime di pietra lastrica la notte , e il giorno avvolge in piume di ghiaccio; il tuo odore di pioggia , da cui nasce sete infinita , e infinita tenerezza , nelle oscure feritoie , di questo mio tempo stanco. Io posso amarti , appena . Ali di foglie trasparenti , le tue braccia , come giovani radici della notte, che in te crescono , e accarezzano le ciglia di questa mia solitudine inquieta , che in te respirano , e inondano di nuovo sangue questo mio tempo dolente . E calici di foglie , le tue mani racchiuse , a stringere luce di fiori , e fuoco di rugiada fra le dita , a bagnarti lo sguardo con pioggia di luna , e disegnarti il volto con carezze di vento. Io posso amarti appena , con sguardo di vetro sulla tempesta del mio mare nero. Ali d’acqua limpida , i tuoi occhi gonfi di mare , marea spumeggiante , onde della tua quiete , ali di corallo del tuo sorriso. Qui tutti i fiumi vengono a finire , e riportano al mare il tuo tempo di giada . Vivi questo tuo tempo ostinato di pace , socchiudi gli occhi nell’abbraccio del crepuscolo , e trova il tuo sonno nell’improvviso frusciare della sera : sono le ali della notte , di dolce vento e sangue d’infinito. Io posso amarti solo con uragani alle mie spalle , senza canti di stagione e con parole bagnate dalla pioggia , e ti dico grazie.
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CANTO PER SONIA |
TERRA
NERA |