Aijace 

 

UN OSCURO SILENZIO A SONIA A SONIA , PER IL SUO COMPLEANNO CANTO PER SONIA  TERRA NERA

 

UN OSCURO SILENZIO

 

C’è un oscuro silenzio di voci ,

nel deserto in cui sono naufragato ,

ancora vivo e lucido ,

da poterne respirare il sangue.

Il silenzio e il sangue dei giorni già usati ,

abortiti nella memoria ,

sgranati in un rosario di tormenti ,

nelle notti senza sonno.

Come notti senza luna.

Il tormento di occhi

affilati come spade ,

supplichevoli , collerici ,imploranti ,

straziati e mai , dopo tanti anni , indifferenti.

E occhi come spine ,

lucenti della nuova vita ,

taglienti nel setaccio dei silenzi ,

e troppo stanchi per uccidersi nei miei.

E altri occhi ancora ,

occhi di donna senza fine.

Freddi come specchi di lago ,

e caldi nell’umore del pianto ,

in cui perdersi e annegare ,

nel fondo di una malinconia senza futuro.

Donna senza fine.

Oceano di donna.

Gelida come il mare che non conosce tempesta ,

senza barriera di vento .

Tenera come il respiro della notte.

 

Il tormento di notti insonni ,

come cane alla catena ,

agitate da pensieri che fanno paura ,

e mi bruciano il letto.

Angosce di occhi ,

all’orlo delle sue fiamme.

Non ci sono mani , in queste notti.

Non ci sono parole o respiri.

Solo rantoli di creature senza forma.

Se solo uno di questi dèmoni potesse portarmi via ,

a nuova vita !

Nuova vita senza orma di sangue ,

prima che il chiarore del giorno

giunga ad uccidere la notte ,

prima che il sole di questa primavera

venga a straziarmi la carne.

Che stagione infame !

Non ha pudore né pietà ,

nell’affondare il suo coltello ,

a violentarmi l’anima !

Se solo fosse inverno !

A celare

nel sudario del suo pudore ,

il lato osceno della vita : la morte.

 

 

 

A   SONIA

 

Non ha polvere di luce ,

questo scialbo mattino.

Solo polvere di uomini.

Cenere.

Frammenti di vite ,

bruciate nel fuoco del nulla ,

evaporate nel fumo greve delle ciminiere .

Fumo nero.

Anima nera di questa città.

 

I tuoi occhi verranno ancora ,

un’altra volta ,

come polvere dei tuoi silenzi ,

fiori di sabbia del mio deserto ,

bruciati al fuoco dell’infinita dolcezza ,

evaporati nel sorriso ,

lieve , della notte.

Anima libera del deserto .

Mio dolcissimo umore del sangue.

 

Quante cose , tenera amica ,

le mie parole non hanno saputo raccontarti :

non dell’amore profondo ,

che scivola dalle dita ,

fra le pieghe dei tuoi capelli ,

accarezza l’ombra del tuo sorriso ,

e volge lo sguardo

oltre le dune del suo dolore ;

né dell’amore violento ,

che uccide i sogni

in una mattanza di respiri .

Anima tempestosa ,

come schiuma di sangue

ai bordi delle mie notti.

 

Parole come costellazioni di sabbia .

Polvere .

Scia del mio male.

Particelle dell’anima ,

bruciate al fuoco

della tua maschera di vento ,

evaporate nell’inutile attesa

dei tuoi occhi di luna.

 

 

 

A  SONIA , PER IL SUO COMPLEANNO

 

Ali di pietra

costringono i sogni

in un cerchio di paure.

Tu sola vivi ,

dolce ansia ,

oltre il suo nero orizzonte ,

tu sola appari ,

silenzioso e tenero tumulto del cielo ,

in questa cintura di nebbia ,

che avvolge il mio tempo in fuga.

Sapessi com’è difficile ,

e bello ,cercarti ,

trovarti e poi respirarti ,

in quest’immobilità sospesa ,

dove tutto , dalla polvere ,

è trascinato verso una triste riva.

Solo percepire , allora ,

come un immenso frusciare d’ali ,

quello che il mio tempo arido

non può abbracciare :

la tua voce ,

perduto canto del mare ,

che l’amore colora

del vento della tua stagione;

la tua luce ,

di tremula ombra ,

che di lacrime di pietra

lastrica la notte ,

e il giorno avvolge

in piume di ghiaccio;

il tuo odore di pioggia ,

da cui nasce sete infinita ,

e infinita tenerezza ,

nelle oscure feritoie ,

di questo mio tempo stanco.

 

Io posso amarti , appena .

 

Ali di foglie trasparenti ,

le tue braccia ,

come giovani radici della notte,

che in te crescono ,

e accarezzano le ciglia

di questa mia solitudine inquieta ,

che in te respirano ,

e inondano di nuovo sangue

questo mio tempo dolente .

E calici di foglie ,

le tue mani racchiuse ,

a stringere luce di fiori ,

e fuoco di rugiada fra le dita ,

a bagnarti lo sguardo

con pioggia di luna ,

e disegnarti il volto

con carezze di vento.

 

Io posso amarti appena ,

con sguardo di vetro

sulla tempesta del mio mare nero.

 

Ali d’acqua limpida ,

i tuoi occhi gonfi di mare ,

marea spumeggiante ,

onde della tua quiete ,

ali di corallo

del tuo sorriso.

Qui tutti i fiumi vengono a finire ,

e riportano al mare

il tuo tempo di giada .

Vivi questo tuo tempo ostinato

di pace ,

socchiudi gli occhi

nell’abbraccio del crepuscolo ,

e trova il tuo sonno

nell’improvviso frusciare della sera :

sono le ali della notte ,

di dolce vento

e sangue d’infinito.

 

Io posso amarti 

solo con uragani alle mie spalle ,

senza canti di stagione

e con parole bagnate dalla pioggia ,

e ti dico grazie.

 

                                                              

 

CANTO PER SONIA 


Posso seppellire ,
come armenti di Aiace ,
occhi e cuore di lupo
in cimiteri di neve ,
ch'immoti e perenni ,
sotto la coltre,
del predatore
solitario e fiero
custodiscano lo spirito.
Posso seppellire ,
con un lamento indiano ,
bocca e capelli da zingaro
in un guado dell'est ,
ch'al fresco bacio
della corrente affidino
le ghirlande e le ceneri
della mia anima illusa.
Posso squarciare tombe ,
e fra ossa polverose ,
sfilar mani e faccia da uomo ,
e lurido cuore
di viscida terra ,
che all'umana idiozia
conducano
il mio senso morale.
Ma non ho più  nome ,
nè età ,
nè ombra di passo ,
e posso confondere
la pioggia
con un sollievo di lacrime ,
e la morte
con un sospiro della terra.
Posso uccidere la notte ,
fra latrati di cani,
e abortire , con gemito caldo ,
l'ultimo soffio d'amore
e ,insieme ,
il suono della chitarra ,
che la malinconia di Neruda ,
brezza dell'anima ,
accompagna
a gonfiar le vele
di cimiteri andini ,
o la pace del deserto ,
quando il vento
accarezza il tramonto
fra le dune .

Ma tutto questo
io non voglio ,
e semplicemente ,non posso.
Perchè non posso non amare
tutto ciò che in me sgorga
dalle sorgenti
della tua statuaria bellezza .
Statua d'ametista ,
imponente come la spada
di antichi guerrieri
che la notte squarcia
con lampi di fuoco
e sussulti di sangue.
Perchè voglio ancora baciare
la tua fronte dolce d'uva ,
e rubare ai tuoi occhi
il sogno di un attimo di luce ,
chè scintille di stelle fuse
nel tuo sguardo nascondi ,
come diamanti
nascosti nel fiume.
Perchè voglio ancora abbracciarti
e sentire il profumo caldo
dei tuoi capelli di lava.
Perchè io sono quì ,
nè uomo nè  lupo ,
e quì nasco
turbine di vento ,
che ti avvolge
come i fianchi d'un placido vulcano ,
e quì ritorno ,
a placarti la sete ,
con la pioggia e il pianto
di mille aurore ,
e ad alleviarti i fianchi ,
con soffio fresco ,
dai raggi più infuocati .
E quì tornerò ,
nelle notti più belle ,
a portarti canti di terre lontane
e accarezzarti il sonno
con chitarre andaluse ,
e le nuvole più rosse
ti porterò al mattino ,
come rose fra i tuoi capelli ,
a stagliar contro il cielo
il tuo splendore
nell'attimo infinito
di un'alba antica.
E quì vorrò tornare
a morire ,
perchè tu sei il vulcano
ed io sono solo vento.

TERRA NERA

 Vesti di lutto
come dannazione del cielo,
osceno vessillo del nulla
sulla mia sponda nera ,
assistono al parto
al mercato di bare.
Ventre di fango ,
che partorisci dolore ,
e i tuoi figli nascondi
in congressi di morte ,
uccidi i tuoi cani vogliosi
e sprofonda i tuoi anfratti
in abissi di luce.

 

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