mi lascia umido di te, dei tuoi pensieri, dei tuoi ultimi sguardi, sguardi tristi, sguardi malinconici, sguardi raggianti, sguardi luminosi carichi di miele e di mare di fiori e di profumi, sguardi d'intensi aromi orientali. Hanno i riflessi dell'onda, argento sulla pelle e spicchi di luna negli occhi. Nuda e liscia e fredda quasi uno stagno d'inverno; Calda, fieno in estate al vento la tua risata. Dolci, piogge notturne di marzo, lacrime sulle guancie. Nauseante e irresistibile: sangue è il tuo odore. Perso e delicato, rosa appassita d'autunno lo sguardo profondo.
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Ormai hai dimenticato quello scoglio sul lago, divorato dal vento e sciolto dall'acqua. Hai dimenticato quel filo che taglia cielo e terra che ormai è invisibile: scolorito dalla nebbia d'Ottobre. La pioggia ha lavato anche il tuo sangue, il suo odore nauseante e dolce è già scomparso |
Logoro, stanco: trovo riparo Divorato dai miraggi, scalfito da quei venti, prosciugato dalla sabbia. Rami secchi ho rubato all'orizzonte, Laghi salati ho avuto davanti, ma il riparo l'ho trovato: un letto, acqua e calore umano. Resterò: solo se questa tenda sarà spazzata via dal vento tornerò fra il cielo e il deserto.
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Prati di foglie e rugiade gelate, Ritorna il Passato
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A Istambul, in autunno arriva il vento: l'ultimo caldo respiro di una stagione appena morta, affogata in quel piccolo sentiero di acqua che tu chiami mare. Nei ricordi tuoi ingialliti, di romani e arabi, si è formato il tuo carattere: nostalgica di giorno, magico all'imbrunire, fino alla notte dove un soffio d'argento ti ricopre, rendendoti un unico castello incantato. Poi t'addormenti, in un sonno turbato e pieno di incubi; Ma la mattina arriva presto fra le tue vie e solo in quelle ore si sentono le onde, le onde di un mare che ti odia. Istambul, sei malinconica nel tuo profumo d'Oriente; lo si capisce guardandoti, visitando i tuoi bazar, rilassandosi nei tuoi hamam e scoprendo la tua identità, nascosta dentro le finestre chiuse dei palazzi, chiuse strette per paura dei ladri, non sapendo che tu stessa sei una ladra: Ladra di un passato non tuo.
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A
una amica |
E' stupendo ascoltare il silenzio nella nostra stanza di notte, sentirne il vuoto fra i muri ingialli e sciolti dal tempo; aspettarti ancora su quella sedia, mentre il buio avvolge l'onda che s'infrange ululando sulla scogliera; lasciando solo la schiuma. e un po' di vento che graffia i cortili di questa mia casa. Profumi e sapori lontani rimangono sulla lingua e un vecchio lamento dall'orizzonte nella mente: il pianto di un uomo, solo nella sua casa, confusa nella tempesta
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Spiagge
Una goccia d’acqua piccola, indifesa, che forma sul tuo corpo sentieri di luna. Una lacrima ferma sul viso, su una guancia: perla di sole che cade sul sorriso. Nuda e triste: sabbia nei capelli, vento tra le mani, cielo negli occhi, sale sulle labbra come l’estate di una spiaggia. L’inverno non dovrebbe mai arrivare, ma il tempo è tempesta che arriva all’improvviso. E non si può prevedere, né fermare.
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Origami
Leggere figure di carta che si formano fra le mani fragili, innocenti creature:
volano nel vento fra i petali di ciliegio colorando di bianco l’aria. Per poi cadere: in un lago, o in mare; per non rimanere in un sentiero: delusi, calpestati, dimenticati.
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