Un
giorno il Signor Latte cercava degli amici. Dopo
aver fatto tanti viaggi, trovò due amici che erano il Pane ed il
Pomodoro. Essi lo presero in giro perché dicevano che il Signor Latte
era nato alla mucca pazza. Poco
dopo fecero pace. Ognuno
era famoso per una cosa:il Pane era il mangiare dei poveri, il Pomodoro
per la sua dolcezza, il Latte perché dava zuccheri e molta energia.
Allora fecero un piano per diventare ancora più famosi. Poco dopo il
Latte diventò mozzarella, poi si unì il Pomodoro ed il Pane li teneva
su. Ed
alla fine divenne focaccia e con il passare del tempo diventò Pizza.
III elementare
Alessandro |
Se
potessi passare una giornata a modo mio. Di
solito la mattina ci alziamo, ci laviamo, ci vestiamo, mangiamo ed
andiamo a scuola. Una vera noia eh? Come si varia il cibo
ogni giorno, perchè non si dovrebbe variare la solita noiosa
giornata? Se
potessi passare “una”, non chiedo molto, solo un giorno che potessi
passare a modo mio lo farei così. Inizio
giornata: Colazione
con super-mega panino a 4 strati, 1 ora e mezza di gioco al computer e
niente lavoro per mamma in casa(cosa quasi impossibile da fare). Pomeriggio: uscire
con i miei cugini ed andare a giocare a palla nel cortile di mia nonna. Dopo
questo batti e ribatti di giochi , ci sediamo al computer a divertirci
con dei cd. Ronf, ronf un po’ di riposo ci vuole: ronf, ronf, fiuu. Sera: dopo
il pomeriggio giunge la sera . Cosa né dite di una bella pizza con
patate rucola e mozzarella e poi un gelato tanto per rinfrescarci?
Notte: un
altro riposo nel nostro amato lettino. Ronf,ronf, fiuu. Mezzanotte: è
la prima volta che lo faccio:è lo spuntino di mezzanotte! E
dopo? Beh? Vi ricordate ho chiesto solo un giorno, quindi sarò
costretto a fare la solita noiosa giornata! Cosi è la vita ma tutto
sommato ci siamo divertiti. Invece
di fine giornata
è il momento di
dire:fine testo. 03.g:justify;line-height:150%">
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Fantasmino
era un piccolo fantasma che abitava, nella torre di un castello. Il
giorno sonnecchiava tranquillo nel cassetto di un vecchio mobile, ma
quando scendeva la notte, si dirigeva verso il suo laboratorio per fare
un’invenzione che nessun essere vivente aveva mai inventato. Questa
invenzione era il cisburgher a
sette strati. Beh,
sì lui non era molto cattivo, infatti, le sue invenzioni erano
mangerecce. Il
suo laboratorio era la cucina. Lui si chiamava: fantasmino Formaggino. Un
giorno scese in laboratorio “guai a chi lo chiama cucina”e finì la
sua ultima invenzione. La
sua invenzione era: le chiacchiere al “sesamo”. Questo dolce lo
chiamò così perché mangiandone molto gli venne voglia di
chiacchierare. E
perché al sesamo? Perché al forno quando ha fame dice:”Apriti
sesamo”. 04 febbraio 2002 “IV elementare”.
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Il
personaggio che mi piacerebbe interpretare a teatro. Il
personaggio che vorrei interpretare a teatro, ve lo mostrerò ora. Sarà
un condottiero valoroso dotato d’armatura pesante, con un grande elmo
chiuso. Avrà scarpe di ferro a punta, un’arma “in più”
contro il nemico. Sarà
molto coraggioso armato di spada
e di scudo. Apparterrà
alla popolazione degli “atici” (IV A) ed avrà come suoi alleati i
“biatici “(IV B) e i “ciatici”(IV C). Con
un cavallo molto potente si spingerà in conquiste valorose. Alla
fine avrà compiuto la sua impresa:conquistare tutto il possibile. Avrà
creato un grande impero insieme ai biatici e ciatici. Lo
chiamerò Aticus Atican. Febbraio
2002 (IV elementare)
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Fare
una maschera per il teatro non è una cosa facile ma con l’uso della
fantasia si può fare di tutto. Innanzitutto
deve essere simpatica con colori allegri (cioè con colori maluma). Il
vestito pieno di colori, il cappello con una forma buffa. Ora
che sappiamo com’è il corpo dobbiamo vedere come fare la faccia:sarà
con un nasone a patata, due grosse guance e due occhi grandi. Ora
che abbiamo gli elementi necessari manca solo il nome. Lo
chiamerò Allegria. Non c’è miglior nome per uno che deve far ridere!
Il
cognome sarà Milito. Le qualità:mangione, pasticcione, generoso e
simpaticone. 11febbraio
2002 (IV elementare).
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Le avventure di un ragazzo in Inghilterra. Era pomeriggio, quando Giovanni stava per andare dai nonni che lo avevano invitato ad un tè. Sapete, in Inghilterra alle cinque è ormai una tradizione bere qualcosa di pomeriggio. La casa dei nonni di Giovanni si trovava in campagna, vicina all’allevamento abbandonato di galline. Giovanni aveva perso da anni la sua mamma, morta in un incidente stradale ed il padre lavorava sempre per guadagnare qualcosa, cosicché il ragazzo andava sempre a trovare i nonni. Il nonno di Giovanni era un uomo alto con i baffi e la barba grigia, amava raccontare storie avventurose a suo nipote, più di ogni altra cosa. Quel giorno raccontò una storia sull’allevamento abbandonato di galline, ormai distrutto ed abbandonato da anni. Si dice che nel 1943 l’aviazione tedesca distrusse il terreno e la casa del vecchio Federic, che aiutò l’esercito inglese a formare nel suo terreno una piccola stazione di comunicazione. Giovanni e la sua famiglia erano emigrati dall’Italia nel 1963 e fortunatamente in quegli anni la guerra era finita. La mattina dopo il ragazzo usci’ con i suoi amici, destinazione l’allevamento di galline abbandonato. Il nonno, il pomeriggio precedente, aveva detto che le galline del vecchio Federic servirono come viveri per i soldati. Giovanni voleva sapere di più su questa storia e quindi si decise a fare una piccola scampagnata.. Nell’allevamento c’erano i resti di radio (servite per la comunicazione) e di qualche arma ormai tutta malridotta. Giovanni ed i suoi amici si avventurarono tra pezzi di legno rotti, mattoni che cadevano e mobili distrutti. Il tetto, ormai quasi tutto distrutto, stava per cadere, il giardino e la fattoria erano soltanto macerie, si sentiva uno strano rumore ed i ragazzi già impauriti se ne andarono di corsa. Poco dopo videro che sotto un pezzo di legno si trovava un cappello. Era il cappello di un ufficiale. Era sera ed i ragazzi se ne tornarono a casa. Giovanni aveva il cappello sotto al braccio. La mattina seguente Giovanni trovò sotto la fodera del cappello un messaggio: “Le mappe, i viveri e le informazioni si trovano ….” . Giovanni non credeva ai suoi occhi, quello che c’era scritto corrispondeva alla sua casa: perché bisogna sapere che una volta la sua abitazione non esisteva, era solo un terreno libero. Con il nonno andò nella cantina della sua casa e scavando trovarono tutte queste informazioni, mappe e varie cartacce. Tutte queste cose valevano storicamente molto e Giovanni, grazie al loro ritrovamento, ricevette come ricompensa dal Governo tanti soldi per far vivere la sua famiglia senza l’incessante fatica di suo padre al lavoro. Alessandro, 6 novembre 2003
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Un viaggio con la mia famiglia. Mi chiamo Alessandro e di viaggi con la mia famiglia ne ho fatti veramente tanti che non so quale raccontare in queste righe. Questa volta racconterò il primo viaggio con la mia famiglia. La mia prima destinazione oltre alle strade di Crotone fu Roma. A Roma capitai per un motivo molto curioso, dovevo fare una visita medica. Era un motivo insolito per il mio viaggio. Nella capitale avevo una zia ed uno zio che fortunatamente mi avrebbero sicuramente ospitato. Ed ecco il giorno della partenza. A quel tempo la mia nuova auto come me, non aveva mai avuto altre destinazioni che le strade di Crotone. Tutti mi parlavano bene di Roma ed io a dirla tutta mi aspettavo solo una città piena di ospedali e punture. Sei ore in macchina non erano una cosa da niente per un bambino piccolo. Passò il tempo ed io nella mia mente pensavo :”Cosa mi aspetterà a Roma? Un dottore pazzo?” e piano a piano mi addormentai. Mi svegliai nei pressi di Napoli, ma sfortunatamente non vidi niente. Alla fine arrivai a Roma. Rimasi impressionato dai palazzi, dai negozi, dalle strade insomma da tutto. Ero sbalordito dalla quantità di merci e dei negozi che erano il doppio di quelli di Crotone. Andai a casa di mia zia per riposarmi. Ore dopo mi trovavo in un ospedale enorme e pieno di altri ragazzi. Dopo circa un’ora di attesa al posto di un perfido dottore trovai una simpatica dottoressa. Tutto andò per il meglio. Finalmente potevo visitare la città. Per un bambino abituato alle “stradine di Crotone quella metropoli era un vero e proprio paradiso. C’eravamo infilati nella metropolitana”un vero “regno oscuro” di treni. Eravamo in piazza ed io potei comprarmi il mio primo souvenir. Il cielo era sereno senza nuvole ed il sole splendeva forte. Arrivò sera e sfortunatamente me ne dovetti andare da quella città dei sogni ( e di balocchi!). Per ingannare le sei ore di ritorno giocai con il mio souvenir nuovo di zecca. Era stata un’esperienza magnifica che presto si sarebbe ripetuta. Non vedevo l’ora! Però per essere stata una visita medica non è stata niente male!
17.10.2003 Alessandro
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