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della canzone e della piuma- Ti
nascondi da te nella
stupenda casa dai
cuscini tintinnanti... Ogni
volta, ogni
volta che
il volto appoggiato dorme
riflesso, sento
campane mosse
dal battito delle
tue ciglia. Nella
mia stanza che
mai hai incontrato, come
te ha
sonno un fiore: ricordo
essicato, sa
di tutto e
di tutto... invano
è cresciuto.
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La
gente si
affaccia alle finestre laccate
aurore, per
salutare... L'odore
di fumo fra
i libri intenerisce
coperte ruvide
e appisolate, coi
pesanti lembi al
pavimento ghiacciato. E
una figura ride, ride
sull'uscio fra
il cortile accartocciato. "Guardami
nell'ora velata. Il
tramonto non
è ancora venuto... che
l'alba non
sia mai spuntata? Questa
è l'ora velata. L'ora
che nel mezzo veglia
anziana." 9
gennaio 2002
|
Ti
vedo camminare fra
le calle incerte. Hai
paura del
giorno venturo come
dell'abbandono, e
per questo farai
morire in pianto tutti
i tuoi amori. Essere
triste, i
bambini hanno in mano matite
bagnate; disegnano
la strada del
ritorno, chini sulle
piastrelle sfatte... per
non perdersi, per
non perderti. Ti
facevano padre d'una
bellezza splendente; ora,
disegnano case, azzurre
e gialli castelli. Ma
tu... tu di chi
sarai casa? Chi
ti farà sorridere? Non
più loro i
bambini preziosi, né
i loro dipinti. 11
febbraio 2002
|
La
chiamerai come destino, mentre
la vita s'ubriaca fra
cesti di vimini; si
crederà libera, sporgendosi su
di te, dal balcone guardando
fin giu, al marciapiede. La
pioggia bagnerà a
perfezione celeste: nessuna
goccia disuguale, sulle
labbra... "Dicono,
una
sola bambina qualcuno
ha accompagnato a
morire… e
che un canto, come
sbattere d'ali nella
notte fonda, dalle
spire del pozzo s'esali..." Sento... una
voce come il destino: io
le vado incontro. "…Le
sue mani un tempo erano
tenere." 26 novembre 2002 |