Andrea 

 

Addio Saffo Ricordo Poesiola d’amor fanciullo Lungo le strade Callimacheo

Persa

 

Addio

 

L'albero dai petali di neve

cominciava a perdere i suoi frutti rossi

ed il vento fischiando annunciava

che l'estate era partita,

rifugiata dietro due lacrime

che scendevano ad annacquare il suo rancore

borbottava un addio;

lui capì che aveva perso i fiori più rari,

lui capì che aveva perso i suoi occhi chiari,

più profondi della notte,

quei due occhi che capivano

le sue paure, che annullavano

i suoi dolori,

ma quei suoi occhi ormai eran perduti,

erano fiori per lui appassiti,

occhi di sconosciuta.

Camminava per la sera,

cielo e mare cominciavano a confondersi

perché il buio li univa in una cosa sola,

“come l’amore aveva unito le nostre anime”

pensò lui,

“sii felice mia piccola stella,

forse non capivi quanto t’amavo,

o forse io non ho mai capito te,

ma che importa adesso?”

Guardò le stelle che continuavano a sorridergli

Gli ricordarono gli occhi di lei

ormai muti,

una goccia di dolore bagnò il suo cuore

ma riprese a camminare fino a confondersi

tra terra e cielo.

  

 

Saffo

 

Rinchiusa in una misera cella

La sua anima strattonava le catene

Amori e gioie

Straziavano il suo cuore,

guardava la vita passare

come d’in riva al fiume,

senza volersi bagnare,

in questa sofferenza

“se solo il mio corpo mi volesse somigliare”

 

Ricordo

 

Riemerge il ricordo

Tela senza colori

Che non ti da luci ed ombre

Attenua gioie e dolori,

perché il tempo sbiadisce il mio ieri

come la candida neve cancella i sentieri;

tra frasi e immagini cristallizzate

proseguo un po’ perplesso

quasi fosse capitato a un altro io

ormai non più me stesso.

 

 

 

Poesiola d’amor fanciullo

 

Se le donne fossero stelle

Tu cara saresti la Luna

Che brillando come nessuna

Le faresti sembrar men belle.

 

Lungo le strade

 

Lungo le strade dagli dei dimenticate,

lungo quelle dai “perbene” evitate

dove la vita, dicon, sia degenerata

e la virtù lontano sia scappata,

quanto è strano fratello questa sera

girare qui, tra spazzatura e fiori,

dove ogni uomo pare una candela

con la testa infiammata da dolori.

Qui il dio denaro non v’è entrato

a cancellar violentemente i colori,

qui di un arte strana si fa mercato,

l’arte di non divenir concime ai fiori;

girano uomini come aquiloni

portati dal vento di qua e di là

non hanno stipendi ne padroni

ma quanta responsabilità in ogni libertà!

Se passaste di qui voi, gente perbene,

trovereste tra sporcizia e pene

bellissimi fiori di lillà,

e capireste che siete voi che vivete in povertà.

Lungo queste strade di notte affollate,

negli occhi limpidi di un bambino slavo,

nel viso stanco di una donna di colore,

riconos>

andasti via senza nemmeno volerlo,

e di noi due

rimane solo un ricordo,

un attimo cristallizzato,

solo breve e freddo passato.

 

 

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piccolo e purissimo fiore

che zampilla da sacra sorgente.

Persa

 

Persa seguendo un filo di grano

nella notte scura,

nera come gli occhi di una sconosciuta,

rapita dall'effluvio di un tulipano,

tu,

indomita bellezza,

palpitante leccornia,

fulgida come l'ebbrezza

che con la brezza ti porta via

per spiagge sconosciute e desolate

dove si ferma il  viandante estenuato

a cercar un bucaneve da lui immaginato,

tu

forse il caso lo volle,

forse un mero destino,

e il tempo scorre senza fretta

e senza fretta non ci aspetta

e ogni attimo è infinito

e la vita è una carezza

di una giovane madre al suo bimbo,

tu

andasti via senza nemmeno volerlo,

e di noi due

rimane solo un ricordo,

un attimo cristallizzato,

solo breve e freddo passato.

 

 

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