Antonella Faverzani

Undici settembre. Amore, per sempre. Dove Ieri, oggi, domani. Il passeggero.
Il poeta. Io e te. La casa. Lacrime L’amore che ci univa.
Volando Il lago dorato. La sconfitta. L’amico. L’esperienza.

 

Undici settembre.

 

Uomini e donne che, in un’ordinaria mattina di settembre,

vi siete recati, come sempre, a compiere il vostro dovere,

avete visto crollare su di voi la follia

di chi ha voluto dimostrare al mondo di essere un Dio

che poteva disporre delle vostre vite normali e abitudinarie.

 

Uomini e donne che, in una soleggiata giornata di fine estate,

vi siete recati a svolgere il vostro gioioso o ripetitivo lavoro,

cosa avete pensato quando il mondo è caduto su di voi?

Cosa avete provato quando avete intuito

che quella normale giornata di lavoro sarebbe stata senza ritorno?

Cosa avete gridato quando le vostre vite sono state orrendamente distrutte?

 

Il vostro atroce dolore è stato il dolore di chi,

come me, ha visto la morte cadere su di voi.

 

10 settembre 2002

 

 

Amore, per sempre.

  

Mi parlavi di un amore grande, unico, inarrestabile.

 

Mi dicevi che mai avresti potuto non amarmi.

 

Mi chiedevi di credere nuovamente in te.

 

Mi volevi amare senza chiedere nulla in cambio.

 

Eccomi, sono qui.

 

Ma tu dove sei?

  

1 ottobre 2002

 

Dove.

  

Dov’è finito il coraggio che mi ha sempre contraddistinta?

 

Dove si è rintanata quella leonessa agguerrita,

con i suoi artigli pronti a difendere se stessa dalla giungla della vita?

 

Dove se n’è andata la voglia di superare me stessa,

il desiderio di vincere tutte le sfide che la vita mi ha proposto?

 

Dove è fuggita la ragazza battagliera che non si voleva arrendere mai?

 

Dove, se non dietro alla paura di non saper affrontare nuovi dolori?

 

Dove, se non dietro al dolore che anche solo le parole possono dare?

 

Dove, se non dietro a parole che vogliono nascondere un desiderio di amore?

 

   1 ottobre 2002

 

 

Ieri, oggi, domani.

 

Nello sfogliare l’album dei ricordi

ho fatto tesoro di tutto ciò

che lo ha reso luminoso ed offuscato

e nell’andare incontro

all’alba di ogni nuovo giorno

non dimentico di pensare

che ogni istante di ogni ora

può essere speciale.

 

E se ieri non sono riuscita

a cogliere pienamente la bellezza di ogni mio respiro,

oggi voglio ricordarmi di assaporare ogni attimo di vita,

per rendere più dolce il mio andare incontro al domani.

 

 

6 ottobre 2002

 

Il passeggero. 

Io e te,

due pianeti lontani,

due mondi diversi,

due strade parallele,

che per un breve momento si sono incrociate,

per poi perdersi,

per poi rimpiangersi.

 

Io e te,

due sentieri che anelano di riunirsi

e che temono di perdersi, per sempre.

 

 10 settembre 2002

 

La casa.

 

Ti vedo, solo, in quella casa desolata, che ha preso il posto di un nido mai costruito.

Nel deserto della tua vita annaspi alla ricerca di una nuova identità.

Ti guardi indietro e vedi solo il rimpianto per cose non fatte.

Non eri pronto a vivere la tua vita con me, non fartene una colpa.

 

E nel tuo presente, quando le lacrime si placheranno,

guarda con occhi nuovi al tuo futuro, per non ripetere vecchi errori.

La vita è nelle piccole cose di tutti i giorni,

quelle piccole cose che tu non riuscivi a vedere.

 

Ora guardale, apprezzale, godi della gioia che ti sanno dare.

E impara che la vita è sapersi costruire,

è crescere con se stessi e con gli altri,

è trovare la propria dimensione.

 

E quando lo capirai,

la tua casa, ora così vuota e malinconica,

diverrà ricca di suoni ed immagini,

perché sarà il riflesso di ciò che tu sarai divenuto.

 

5 ottobre 2002

 

 

Lacrime.

 

Non piangere per l’amore tuo che non è con te,

non versare lacrime che non hai più

per un amore impossibile che non hai saputo tenere con te,

perché l’amore che hai perso è in ogni sorriso che regali,

è nei tuoi occhi ridenti,

è sulle tue labbra che sussurrano, parlano,

gridano tutto l’amore che è sempre stato in te.

 

Non piangere, ma ascolta il battito del tuo cuore

che ti fa sentire quanto è grande l’amore tuo che è in te.

 

2 settembre 2002

 

L’amore che ci univa.

 

Ricordi quanto era forte l’amore che ci univa?

 

Quel sentimento così intenso e profondo che ci legava l’una all’altro

ci ha permesso di valicare montagne insormontabili,

di navigare in acque tempestose,

di sopportare il dolore per l’impossibilità di appartenerci completamente,

così come avremmo voluto.

 

Quell’amore che abbiamo visto nascere così meravigliosamente nei nostri cuori impauriti

ci ha dato la possibilità di iniziare a percorrere insieme una strada

che avremmo voluto non finisse mai.

 

Quell’amore così grande che ci ha consentito di essere un’unica entità

ci ha visti poi inciampare l’uno nei passi dell’altra sul sentiero della vita,

ci ha visti cadere miseramente

e non una mano si è levata verso quella dell’altro,

nel faticoso tentativo di rialzarsi insieme,

per continuare il nostro cammino.

 

Era davvero forte l’amore che ci univa?

  

4 settembre 2002

 

Volando.

  

Non posso smettere di amare

colui che più ho amato

nella mia vita,

anche se è lui a chiedermelo.

 

Posso solo tentare

di ricominciare a volare

e ad amare me stessa,

se chi me lo chiede

è colui che più ho amato

nella mia vita.

 

E, volando,

sentirò le mie ali

ricongiungersi con le sue.

 

Solo allora i nostri cuori

troveranno la pace.

   

16 novembre 2002

 

 

Il lago dorato.

 

 

Nel riflesso di un lago dorato si specchiano i miei sogni.

 Li vedo, ma non riesco a prenderli.

Sono lì, ma il vento li sta portando via.

Corrono lontano da me.

Li ho inseguiti a lungo.

Ora non ho più la forza di rincorrerli.

 Li lascio andare, trasportati dalla corrente.

Aspetto, in silenzio, che le tenebre della notte ne cancellino ogni traccia.

  11 novembre 2002

 

La sconfitta.

 

La sconfitta arriva

quando ti accorgi

di non saper più

a cosa aggrapparti

per sentirti ancora viva.

 

La sconfitta arriva

quando non c’è niente e nessuno

che possa dare sollievo

alle tue angosce.

 

La sconfitta arriva

quando senti

di non poter più sopportare

il peso e la fatica della tua vita.

 

La sconfitta arriva

quando ti svegli al mattino

e non vorresti più doverlo fare.

 

La sconfitta arriva

quando nelle tenebre della notte

senti solo il rumore del tuo pianto

e ti accorgi che nessuno

è disposto ad ascoltarlo.

 

La sconfitta arriva

quando neppure

il sorriso di tuo figlio

riesce a dare sollievo alla tua anima.

 

La sconfitta arriva

quando capisci

di non aver più la forza per sorridere

e di voler solo piangere, piangere, piangere,

fino a sfinirti.

 

La sconfitta arriva

quando senti

l’ansia appropriarsi del tuo essere

e non trovi il modo per potertene liberare.

 

La sconfitta arriva

quando neppure

una parola è sufficiente

per aiutarti a non sentirti così sconfitta.

 11 novembre 2002

 

L’amico.

 

Ho letto tra le righe del tuo cuore

parole che credevo di non poter più leggere.

 

Ti conosco appena,

eppure ti conosco da sempre.

 

Mi commuove il sapere

di averti commosso.

 

Mi da gioia il capire che,

per un attimo, ti ho reso felice.

 

La tua mente lontana

si è unita alla mia

in un abbraccio

che ci ha lasciati increduli.

 

Sei il pensiero che si mescola con il mio.

 

Sei la parola che io posso sentire,

anche se non viene pronunciata.

  

 

29 ottobre 2002

 

L’esperienza.

 

L’esperienza mi aveva insegnato

a non voltarmi indietro

quando un macigno cade

sulla strada che stai percorrendo,

impedendone la prosecuzione.

 

L’esperienza mi aveva insegnato

a non riaprire porte chiuse da altri

perché ciò che avrei potuto trovare

avrebbe acuito ulteriormente

la mia penosa sofferenza.

 

L’esperienza mi aveva insegnato

a rialzarmi dopo ogni caduta

e a curarmi da sola le ferite provocate

da speranze trasformate in illusioni.

 

L’esperienza mi aveva insegnato

a difendermi da vane e dure parole

di uomini che mettevano il loro muto egoismo

al di sopra di ogni cosa,

tralasciando con noncuranza di pensare ai sentimenti altrui.

 

L’esperienza mi aveva insegnato

ad accettare dolorosamente ogni sconfitta

inflitta da guerrieri che vanno

di battaglia in battaglia

a seminare morte e desolazione.

 

L’esperienza non mi aveva insegnato a non ascoltare il mio cuore.

 

  

24 ottobre 2002

 

 

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