io
vorrei che tu mi amassi per sempre. Così,
senza motivo, non perché io sia una persona meravigliosa o speciale, io
vorrei che tu mi amassi follemente come in quei bei libri
dell’Ottocento, ove l’eroe romantico si uccide per la bella donna
dalla carnagione pallida e perfetta. Io
vorrei essere una di quelle donne, sentirmi oggetto di passioni fatali,
sentirmi desiderata, amata fino all’ultimo. Vorrei
una vita di passione. Vorrei
essere una donna coltissima, elegante ed abile in tutto, sicura di me,
ed avere un portamento fiero ed austero, quasi da regina, piacerti e
compiacerti sempre. Sogno
di essere felice e di amare corrisposta, di vivere per me stessa e per
chi amo. Di
vivere per te. Sogno
di passeggiare in un bosco fatato come quello di quel giorno
di fine Novembre, nella macchia incantata ove mi pareva di
sognare, avvinta alle tue mani e alle tue braccia. Il
profumo della terra che m’invadeva il cuore è ancora con me; il tuo
sguardo limpido ed antico accompagna i miei giorni stanchi e
malinconici. E
quasi ci sembra a volte di vivere in un grande acquario, ove il tempo
non è altro che conosciuta, solita acqua che ci avvolge tutt’intorno. Tu
con me, muto e pallido come ti ho visto un giorno d’aprile sul bel sofà,
antico e remoto
com’è oggi l’amore di quel giorno. Ti
ho visto sorridere di pudori malcelati, languidi come il tuo cuore
tenero e molle. Ho
sognato d’abbracciarti, quel giorno, e giurato di non ridere di
sguardi goffi ed amorosi. E
volevo abbandonare anche perverse crudeltà d’adolescente ,
abbandonare
frasi e
gesti stolti come i miei pochi,
quasi vent’anni……..
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Ladro di sogni Non saccheggi di notte Rubi a piene mani in pieno giorno! Parole taglienti come rasoi distruggono sogni! Dolci bon bons non vi divorerò più! Il maestro cattivo ordina comanda S’arrabbia pesta i piedi. (i miei non i suoi!). Obbedisci remissivo angioletto. Cedi i tuoi sogni al ladro di turno. Destino crudele di ch’incontra sol ladri di sogni! Ahi!
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Spesso quand’ero fanciulla M’era amico un ramoscello d’albero fiorito Tanto sorpreso nel divenire bacchetta magica Nelle mie piccole mani bianche! Malia che alzava un vento forte e libeccioso Annuncio di furenti temporali estivi. E quante volte mi fingevo Signora del Vento! Dio benefico e distruttivo il vento nella mia ingenuità consapevole. Ed è così che sono cresciuta, Con l’amore per il vento, nel cuore e nei capelli.
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MALIA IN UNA STANZA (semiprosa per te)
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Amore
sincero, già
assaporo l’amarezza dei
tuoi “non ti amo più”. Non
un oscuro presagio di donna tradita Non
funesta veggenza di un cuore battuto Certezza
ben radicata in petto è la mia. Con
me vedrai il nostro amore Cadere
nel fango. Nitido,
sì, già ti vedo nel tuo negarti a me, sordo
Amore. E
grido, ti invoco, mi struggo Mi
perdo per il tuo sì. Romanzetto
d’appendice di cui Ben
conosco l’epilogo È il nostro. Sai
che diverremo noi? Amanti
scaduti da aborrire Anime
disunite nell’incanto perduto Amore
tutto sbiadito Sarà
così. O non sarà affatto.
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Giovanni,
ho
fatto un sogno. Ho
sognato di baciare le tue mani fresche come fiori appena colti, di
sfiorare la tua bocca foriera di delizie e salute. Giovanni,
io nel dolore sogno e desidero. Vivo
di speranze pazze e d’attese febbrili. Stanotte
ho teso le braccia, nel buio sono incespicata e mi sono ferita. L’amore
non era con me ed il buio della notte ha lasciato il posto ad un mattino
ricolmo di luce, solo
per chi ha gioia e vita vera però. Giovanni,
so che potrei perderti perché questa vita è mendace quasi come
l’amore di una fanciulla oscena e birichina. E
sento di perderti ora perché il vuoto dell’anima diventa un abisso e
getta il mio corpo nel limbo del nulla ove vivrò credimi
Giovanni in
eterno senza il tuo bel viso.
Luglio 2002
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