Cristiano Sormani Valli

Il cielo al mare. davvero del secchio morire di niente. il cane.

Cristiano Sormani Valli. agosto 1972.

Gestisce diversi laboratori di teatro. di cui cura la regia e l’elaborazione dei testi.

nel 1995 fonda la compagnia teatrale Arambagio formata da attori disabili e non, dai 18 ai 30 anni. Passo di cometa, primo lavoro del gruppo, è replicato con critiche favorevoli nei circuiti di Milano. Mattine, il lavoro successivo, è tutt’ora replicato su territorio nazionale.

è del giugno del 1999, invece, lo spettacolo A doppie mani con Nicola Castelli. tentativo di dar veste teatrale alla parola poetica. loro la messinscena e l’elaborazione dei testi.

viene presentato a Santarcangelo dei Teatri, luglio 1999, ed in numerose altre occasioni.

del giugno 2000 lo spettacolo raccordi: parole, musica, azione. (ideale prosecuzione del precedente lavoro) suoi e di Nicola Castelli, i testi. il lavoro viene presentato in diverse rassegne teatrali, bar, taverne e piazze.

Connessioni, improvvisazioni elettronico vocali è la nuova ricerca sonora e musicale intorno alla parola poetica, viene presentato nel marzo di quest’anno presso il Circolo poetico Correnti di Crema.

in corso di preparazione lo spettacolo teatrale Il Secchio con il gruppo ilinx, suoi i testi e la messinscena.  Segnalato e premiato in diverse occasioni per l’attività poetica.

da ricordare il quarto posto del premio Sulle orme di Ada Negri edizione 1997. premio internazionale presieduto da Mario Luzi.

vincitore del premio nazionale di poesia giovane “Fara” del gruppo stabile di poesia di Bergamo. edizione 1998.

Viene, inoltre, pubblicato sull’antologia “E il naufragar m’è dolce in questa radio…” (aletti editore, 2001), accanto a diversi autori della poesia italiana.

 Collabora alla gestione del laboratorio di pittura e ceramica Paul Klee. nella cooperativa sociale Punto D’Incontro, per l’inserimento di persone disabili.

Qui i primi tentativi pittorici, esperimenti osservando il lavoro degli altri. e l’aiuto di Stefano Crippa, pittore e maestro d’arte.

Sue diverse mostre personali e collettive sul territorio. dal 1996 ad oggi.

Suona il pianoforte e alcuni tipi di percussioni africane.

 per contatti:

 Cristiano Sormani Valli

Via A. De Gasperi 1

20060 Bettola di Pozzo d’Adda (Milano)

Tel: 02/90968765.

Cell: 347/0562686.

 

 

Il cielo al mare.

 

ho sciolto tutto,

tutta l’ombra,

nel buco fuori la

strada dove nascondo

il mostro che ho nell’orecchio.

nella pancia.

rumore forte come di qualcosa

che si spezza.

non ho che migliaia d’anni

ed un soffio per distrarmi.

o allontanare.

e sguardi dal finestrino

dei tuoi occhi.

facce di case

mai mutate d’espressione.

mentre tu cambi

e riempi.

mentre tu sospiri

e scavi.

mentre t’attrezzi un mondo

staccando il cielo, al mare.

 

davvero

 e lui sapeva solo che di porte voleva i muri alla sua casa. porte d’aprire più che da chiudere. da osservare poi con cura, attraverso lo spioncino, l’inganno fantasmatico del mondo. cercava di non scambiare serpenti per corde. s’inginocchiava, a volte. la testa a toccare il terreno e gli veniva difficile, poi, l’alzarsi come se fosse l’unica posizione possibile in questo tempo di asce e derisioni. ma amava, nei lunghi pomeriggi di sole che scurivano il volto, il salto e la sua conseguenza. quel rinforzare gambe e giunture nel continuo staccarsi da terra. nel variare della visione del pettirosso. quando il ticchettio infilava i minuti perfetti alle dita e la danza portava il vento alle labbra. allora e solo allora sentiva che era sempre giusto il cielo e che mai poteva, girando gli occhi, osservarsi la schiena. ma che immaginarla era possibile come fidarsi delle carte che occorrono al gran gioco.

altre volte, p

 

si attacca con le unghie a quel che ha. a quel poco. eterno distratto. amante della vanità. vanità del mondo. scomposto in sempre più piccoli cubi. vetri in cui guardare e guardarsi.

inciampa in continui buchi che lasciano il fuoco scoperto. il calore non lo brucia ma lo spegne. come un mozzicone in un posacenere di marmo.

la carne si fa grido troppo forte e tace. non è niente. niente più ai tuoi occhi colore alle colline. è tutto così normale. fino all’asfissia.

morire di niente, la parodia. per ogni giorno uguale.

 

il cane.

 

in lui abitano mille voci. ognuna un corpo diverso. cercano la strada fra la carne. cercano il cielo attraverso gli occhi. in lui sono molti esseri. stature e desideri differenti. lo chiamano. lo invitano. lo illudono. se il mondo cancella loro la voce,  si arrabbiano. picchiano i pugni sul tavolo. chiedono attenzione. si schiarsicono la  voce. fiutano l’uscita che anche lui fiuta. libertà del dimenticarsi, per una volta, della gabbia. così li aiuta , quando la porta è aperta, a ritrovare la distesa. e nel farlo ferma il pensiero. gli cede il posto. da sotto le unghie, la voce. lascia libero il cane, soddisfatto. è fuori dalla casa.

per un momento, nessuno.

 

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si attacca con le unghie a quel che ha. a quel poco. eterno distratto. amante della vanità. vanità del mondo. scomposto in sempre più piccoli cubi. vetri in cui guardare e guardarsi.

inciampa in continui buchi che lasciano il fuoco scoperto. il calore non lo brucia ma lo spegne. come un mozzicone in un posacenere di marmo.

la carne si fa grido troppo forte e tace. non è niente. niente più ai tuoi occhi colore alle colline. è tutto così normale. fino all’asfissia.

morire di niente, la parodia. per ogni giorno uguale.

 

il cane.

 

in lui abitano mille voci. ognuna un corpo diverso. cercano la strada fra la carne. cercano il cielo attraverso gli occhi. in lui sono molti esseri. stature e desideri differenti. lo chiamano. lo invitano. lo illudono. se il mondo cancella loro la voce,  si arrabbiano. picchiano i pugni sul tavolo. chiedono attenzione. si schiarsicono la  voce. fiutano l’uscita che anche lui fiuta. libertà del dimenticarsi, per una volta, della gabbia. così li aiuta , quando la porta è aperta, a ritrovare la distesa. e nel farlo ferma il pensiero. gli cede il posto. da sotto le unghie, la voce. lascia libero il cane, soddisfatto. è fuori dalla casa.

per un momento, nessuno.

 

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