Il
tuo sguardo
So
dove sei, immagine sorella. Il
tuo sguardo mi sfiora lieve il viso; sulle
labbra si posa e cauto attende che
si schiudano, donandogli un sorriso. Sollevo
il capo, lo vedo e mi confonde: supplice
e fiero, inerme ma spietato, dal
ciglio d’un abisso di tristezza intona
il canto dell’amor negato. Mi
specchio in te, anima sorella. lotto
indifeso, cedo con vigore. M’immergo
nel profondo del tuo sguardo e,
all’improvviso, non c’è piú dolore.
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Triste
umanità spoglia
ed inerme, su
rugginosi giacigli riversa. Membra
scarne, straziate
e consunte, una
pietosa morte invocate. Un
gemito cosmico squarcia
l’aria fetida. Piange
l’anima del
mondo. E,
poi, il silenzio.
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La testa fra le mani
Mi affaccio sul vuoto della mia vita. Là, dove sorgevano le mie speranze imputridiscono brandelli d’ottimismo. Mia madre è morta.
Un grido mi muore in gola, diventa gemito, rantolo, vomito, schegge di parole, suoni laceranti. Mia madre è morta.
La tristezza mi sommerge. Scivolo all’indietro, verso il nulla, urlando la mia disperazione. Mia madre è morta.
Precipito, scalciando, ma, poi, mi abbandono alla dolcezza del volo. A che serve lottare?
Mia madre è morta.
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Attimo eterno
Attimo eterno. Solo tu ed io: il mondo inghiottito dall’Averno, il tempo sprofondato nell’oblio.
Parli, domandi e, ancora, parli e ridi. Squilli sonori d’effervescente argento, musica angelica di celestiali lidi, vibranti note d’un nuovo sentimento.
Le tue parole accarezzano il mio viso col tocco alato di lieve melodia. Labbra vermiglie mi donano un sorriso. Attimo eterno. Mirabile magia.
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