David Pedrani Cristian

Nella gioia e nel dolore 

Dalla riva del lago

Dalla lacrima di un dio

NEL MIO MONDO

 


Accuso il dolore degli anni,
delle stagioni silenziose
che ci facevano ridere e piangere,
che donavano pochi pensieri,
disperati abbandoni.

 

Sopra l'altare del tempo,
pongo tra noi le mie mani,
intonando un canto di ghospel
adagiato sulle case e nell'aria,
tinto di azzurro e di viola.

 

Nella gioia e nel dolore,
il mio cuore é il tuo riparo,
sul petto un enorme giaciglio,
tra le braccia un lenzuolo di fiori,
sulla fronte un umile bacio.

 

Freme la carne,
profondo sospiro sfuggente,
toccarti per sempre e capire
che non cercheremo tempeste,
fragili sogni.

 

Nella gioia reale,
nel dolore violento,
in cima all'altare del tempo,
attenderemo la vita,
plasmeremo il destino.

 

Dalla lacrima di un dio

 

Nel mondo da cui vengo,

tutto è così grande, così strano,

che appena vedo le piccole cose

ne ho come paura.

……………….

Dalla lacrima di un dio,

tempo fa ho perso mia nonna,

era morta davanti ai miei occhi,

alla mia infinita impotenza.

Dalla lacrima di un dio,

ora sto aspettando l’addio di mio nonno,

che aspetta nel coma di un freddo ospedale,

la legge di Dio e dei suoi assurdi voleri,

perché così è stato scritto.

Distruggerei tutto in questo istante,

bestemmierei al cielo la mia rabbia,

in nome di ognuno di quei ricordi,

che mi sta per essere sottratto

in una sofferenza cinica.

E se Dio vuole che sia così,

come dicono tanti altri attorno,

io maledico il suo volere,

non mi posso inchinare alla realtà

sempre viva , bastarda.

Ora ha forza solo l’abbandono,

così grande, così strano…

Ora ha legge solo quella lacrima,

che mia nonna liberò

appena prima di morire.

Ecco a cosa credo…

…all’amore di una lacrima…

e non alle lacrime di un dio,

che fanno così paura…

 

 

Dalla riva del lago

 

Vorrei restare sulla riva del lago,

assieme a lei e non pensare a nulla,

in un mucchio di parole e sguardi

con il sole che ti tiene caldo il volto

e rallenta il tempo.

Vorrei superare certe volte spente,

che fanno male e muoiono dentro,

addormentandomi distrutto e stanco

tra le sue fresche braccia di aria buona,

e dimenticare il mondo.

Vorrei saltare in macchina,

accellerare i battiti e correre,

ignorare i limiti di ciò che ha senso,

frantumare i miei discorsi e ridere,

e impazzire di certezze.

Vorrei ingannare le mie paure,

che fanno male e scavano dentro,

scordarmi del bambino che restava solo

e tornare nel passato per tenerlo un po’ per mano,

e ripetergli all’orecchio le esperienze.

Esiste che tutti i minuti del giorno,

sono minuti in cui il mio pianto

ed il mio sorriso fragile,

si alternano come in un ballo stretti,

tra un sospiro ed un pensiero.

Esiste che mi sembra quasi

di dover sopravvivere a stento e lento

in un continuo mutamento di stagioni,

instabile e in un precario acuto

spezzato e ripreso di continuo.

Vorrei odiare consapevole,

oppure anche solo amare senza dubbi gli altri,

ma troppo spesso non controllo le emozioni,

troppo spesso non mi importa più di credere,

né di trascinarmi dentro tutte quelle cose

che ho gridato al muro, al cielo.

Esiste che vorrei superare tutto,

la mia solitudine e le perdite,

la leggerezza di me stesso in un gruppo,

lo strano fastidio di vederla lontana,

il voler restare da sempre in disparte.

Dalla riva del lago

vedo l’infinito che rincorro ogni giorno,

che sfioro e non riesco a trattenere,

mentre la luce riposa i miei anni,

con i ricordi e con le ragioni

più intense che mai.

 

  

Nel mio mondo,
dentro i miei occhi dipinti,
c'é un volo d'angelo veloce,
capace di salire e cadere paziente
e poi nella tela appoggiare le ali,
abbracciare se stesso.

 

Nel mio mondo,
dentro ogni preghiera perfetta,
c'é un vuoto d'eterne illusioni,
dimensione di folli utopie
e ricordi che violentano il corpo,
flessioni che spezzano.

 

Nel mio mondo,
dentro ogni singola lacrima,
c'é una schifosa speranza di luce,
condizione di impotenti pensieri
e soffocare la rabbia dei limiti,
immobilità precaria.

 

Nel mio mondo,
dentro i vestiti e nelle mani,
c'é un'assenza di umano calore,
voglia di svegliarmi come umile cane
e credere di essere amato,
fedeltà assoluta.

 

Nel mio mondo,
dentro ogni gioia sottratta da lei,
c'é una ragione di pace impossibile,
cura che fugge per sempre lontana
e nei silenzi si ammala di tempo,
morire da spettatori.

 

Nel mio mondo,
dentro tutto ciò che mi resta,
c'é un mare mai stanco di onde,
inventarmi poeta e animale
e nei colpi di muso innocenti
cercare riparo.

 

Nel mio mondo,
dentro ogni promessa c'é orgoglio,
dentro ogni paura c'é istinto,
dentro ogni carezza c'é gioia,
dentro ogni parola...c'é amore,
e nell'amore c'é solamente il bisogno
di essere accettato,...
di essere abbracciato in un volo veloce
e poi nella tela sorridere.

 

 

 

(rivorrei indietro il mio vecchio mondo...ecco cosa vorrei...E per questo darei la mia vita...milioni di volte...)

 

-DAVID-

 

 

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