Enzo/Ibn-Hamdis

"Hamdis è il nome di mio padre. Io sono Ibn-Hamdis. Dalla Persia in Sicilia da generazioni, seguace del Profeta. Sono vissuto nell' XI secolo, cacciato dai Normanni sono straniero in Spagna e muoio ogni giorno di nostalgia per la mia patria. Lì sono vissuto felice da fanciullo, ho amato e rallegrato il cuore col dorato colore dei frutti del sole. Ogni notte sogno di tornarvi, ma senza speranza..."
Enzo/Ibn-Hamdis
 

" LA BELLEZZA "

E..  " Onde lontane " " Attimo fuggente "  Enigmi  Non vedrò mai Aspettami  Gabbiani
 Aspettando Godot  La mia forza            

 

 
Una eco lontana
è la tua parola
calco della tua orma
è la traccia in me
del tuo passaggio.
Di nostalgia si alimenta
il  giorno vuoto
della tua assenza.
E' questo deserto
accende il mio desiderio.
Ma se  ti avessi
la cupidigia mi perderebbe:
la tua lontananza
              è  la mia forza
                                la mia fragilità.
 
E.        21 febbr.  2004

 

 

 

 

 
...l'universo dei personaggi di Becket si ricollega
al bisogno umano di possedere un rifugio, una prigione
di valori, di valori,
una realtà conoscibile e concreta, un proprio "Godot"...
 
 
Ti parlo
ma non so più
con chi sto parlando
Forse tu non ci sei più
 
Le Paure
bevono avide la tua vita
Chi ascolta le mie parole
sono le tue Paure
domani saranno altre
E tu dove sei?
Ma chi sei infine?
E io? In tutto questo?
 
La Notte
nasconde ogni cosa
nella pervadente sua oscurità
 
Aspettiamo che faccia giorno
 
E.     6 marzo 2004

 

 

 

 

 
Sì, aspettami anima mia.
Verrò nella notte
e turberò i tuoi sogni.
Entrerò nei labirinti
del tuo celato inconscio.
Mi tesserò
con le tue speranze
coi tuoi disincanti
coi tuoi più caldi desideri.
 
Come un mitico dio antico
solleverò il tuo cuore
dagli affanni d'ogni giorno,
dalle tue paure oscure.
 
 
Intreccerò la danza eterna
della vita lanciandola
nella realtà così precaria
nella quale vivi anima mia.
 
E sarai finalmente intera.
 
E.       gennaio 2002

 

 

 

 

 

" Gabbiani "


Guardo il volo libero
elegante dei gabbiani
che corrono sul mare
poi li vedo incedere
buffi sull'erba muoversi
come papere nell'acqua
e penso sia così anche di noi,
nella nostra vita
fra sogni meravigliosi
e cose buffe che facciamo
come quegli stupendi gabbiani
che volano liberi eleganti sul mare.

E. 28 dicembre 2003

 

" Enigmi "

 

 Oscure come enigmi

 figure gelide 

 bussano alla mia porta

 in queste  notti inquiete

 M'interrogano

 proprio ora che il tempo

 mi abbraccia così stretto

 il respiro è in affanno

 e  la bruma sale all'orizzonte

 

E.             10 dicem. 2003

 

" Non vedrò mai "

 

No certo  non vedrò mai

lo scorrere sul tuo viso

del tempo che non perdona

il tramonto dell'ardore

del fuoco del cuore

Bella di luce  tra la folla

illuminavi le  mie notti

ti perdo nel correre del tempo

 Ma ancora   ancora ti vedo

Forse sei solo  nei miei  sogni

ma i sogni respiro della vita

hanno casa

nel tempo che non scorre

 

E.    21  nov. 2003

 

 

 

 

 

 

 

La Bellezza quasi mi ferisce

col suo annuncio di riscatto.

M'attira fuori dal mio mondo

mi tesse con la sua immagine

mi fa trasparente, terso.

E' sparsa a piene mani

a volte ne sono sorpreso.

La vedo nel viso del bimbo

nella dignità del vegliardo

nei nostri corpi.

Nel filo d'erba e nella tigre

affamata e solitaria.

Nei suoni della natura

nell'armonia della musica.

Nella parola e nel silenzio.

Non esiste la bruttezza

forse è solo quella

dei nostri cuori feriti

degli abissi oscuri e profondi

dell'anima nostra persa.

 

 

E..     12  genn.. 2003    
 
...e devo "rileggermi", 

sentire in me verità nelle mie parole.

Se vedo bruttezza, 

le mie parole si perdono nel vento.

Sarà perchè sono un cuore ferito? 

Perso in quell'abisso oscuro? 

Ora se apro gli occhi non vedo nulla...

Mi sento molto stupido.

Mi sto consolando con parole?

A che serve la poesia? 

Meglio tacere.

Vivere nel silenzio.

 

 
 

Mare d'inverno freddo e ventoso.

Sul litorale biancheggiano onde lontane

il cielo ha il colore del piombo.

Il vento gelido spazza la strada

sfronda i pini già piegati da altre  stagioni.

Deserto il viale del lungomare.

Sbarrato  il mare da silenti costruzioni

la battigia solo s'indovina.

Tabarrato mi stringo accelerando il passo

carico di nostalgia  e penso

ai miei sogni deliranti di fanciullo.

Dove sei? Chi sei? Ma forse ho solo sognato.

     23 gen. 2002 - rev. 14 gen. 2003

 

 

" Attimo fuggente "
                                    
O notte ho placato la mia brama,
perchè l'ho fatta mia.
Sei l'angolo sereno della vita.
Potesse durare senza fine!
In te cacciai i miei affanni
che svanirono ai ripetuti assalti dei calici,
colmi di bianco e rosso.
Quella notte,
per la sua brevità,
quasi non appartiene al tempo,
le cui ore si rinnovano.

Ibn-hamdis

 

 

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