Fabio Martini 

 

La fonte Rosa P.  L’incanto Abbandono    Haikù Vola… Sonetto della luce
Paesaggio Barbara SIMPATIA

 

La fonte




Canta, sorgente di cristallo, il nuovo

motivo della gioia, ch’è nascosto

in te soltanto, con le fresche stille

di rugiada e il tuo murmure sommesso.



Un ruscello è là, sgorga argenteo presso

dirupi e forre, s’insinua fra pietre,

avanza, tacito sotterra scorre

e infine balza spumeggiando dietro

i ruderi di case diroccate.

E non diresti di trovarlo in luoghi

acerbi e ostili. Ma vicina senti

la sua voce sicura, che sussurra

il fremito di vita più profondo.

Eterna fonte d’armonia, che inonda

inesauribile di linfa il bosco,

è il canto che ora libero si scioglie

e dolcemente mi rinnova il cuore.


 

 


Rosa P.



Te ne sei andata

per sempre

e mi hai lasciato solo con me stesso.



Più non sono tornato

a rivedere i luoghi

ospitali d'un tempo,

perché non me la sento

di mummificare, vivo,

tra rovine polverose.



Non posso:

sono io il luogo in cui tu ora vivi.

L’incanto

 

L’incanto del sogno fu breve,

svanì quasi stella cadente;

      come il sole scioglie la neve,

      si dissolse rapidamente.

 

Oh rosa!, corolla perduta…

schiudesti i tuoi petali invano!

      Una voce udii; poi muta,

      come un rio che scorre lontano.

 

Fu solo un istante: scomparve

nel vuoto la voce, si spense…

      in un buio nulla comparve

      uno scuro d’ombre più dense.

 

Tu, immemore sonno, fuggito,

non lasci nell’anima pace,

      ché il ricordo vaga smarrito

      e non trova un fiore che giace.

 

Rimane un profondo rimpianto

nel cielo adombrato del cuore:

      è l’affetto, l’unico incanto

      che ritorna al mondo che muore.

 

 

 

Abbandono 





I giorni passano uguali da quando

volasti scomparendo all’orizzonte.

Un giorno è come l’altro, niente torna

e nulla aspetto dal passato tempo

né dal futuro. Solo nel presente

talvolta un abbandono mi sorprende,

ed è un fugace istante in cui la vita

destarsi sembra in un sussulto; dove

l’attimo si confonde con l’eterno

e l’affetto diventa primordiale

sorgente inestinguibile di gioia.



 

 


Haikù

 

Il greto sassoso del fiume

è arido pianto di pietra;

il cuore terreno, indurito, 

geme rugiada dal cielo.

 

Vola…


Vola alta la speranza,
messaggera del cielo,
tende la mano all’alba intorpidita;
di luce è la sua danza
e mostra tenue un velo
di trasparenti raggi della vita.
Ed è solerte e ardita:
soccorre senza posa,
non conosce timore,
ma soltanto l’amore
del quale è sorella generosa.
Se le si presta ascolto,
poco alla volta se ne scorge il volto.

Brucia incenso sull’ara
di tal suprema dea,
rendile omaggio semplice e devoto;
ti addolcirà l’amara
passione, con l’idea,
viva, d’un mondo che non seppe il vuoto;
avvertirai un moto
felice di sollievo
e di serenità,
tepore e libertà,
ed ogni cosa avrà maggior rilievo.
Solo l’ala tenace
della speranza condurrà la pace.

Per il viandante, questo buon consiglio
il cuore sente vero;
s’uno lo ascolta, viaggerà leggero.

 

 

 

 

 

 

Sonetto della luce
 


Se avverte il cuore, nel profondo, un vivo
desiderio di spazi senza fine
e in sé supreme libertà divine
sospira, da esso sgorga quieto un rivo.

Fiume del sogno, che conduce, privo
di passioni funeste, a cristalline
prode e a celesti vette adamantine,
su eterne fonti d’un ghiacciato clivo.

Ov’è il dominio della pura luce:
là, terso, il cielo di virtù riveste
le sue notti, nei lumi delle stelle;

ed ogni stella del color riluce
che le è proprio; e fra danze manifeste
di gioia arde uno sciame di facelle.
 

Paesaggio
 
 
Con passo allegro me ne vado al sole,
all’aria aperta, solo, in mezzo al prato
profumato di fiori, sotto il cielo
ove mutevoli son luci e nubi,
vagando tra i sentieri del mio colle;
e cerco assorto il sogno della luna.
 
E tante volte rimirai la luna,
presto raccesa allo sparir del sole,
lentamente assopito dietro il colle;
a poco a poco abbrunano col prato
tutte le forme, spente dalle nubi
che silenziose salgono nel cielo.
 
L’essere mio riflette il terso cielo,
e attende la comparsa della luna;
ed è felice se lontane nubi
all’orizzonte dissipa il suo sole
caldo e l’erbe fa crescere sul prato
e d’un vestito verde veste il colle.
 
La natura è signora e dona al colle
il fascino e mistero, insieme al cielo
e al secco tufo giallo, cuor del prato;
e il cuor risplende al lume della luna
del pari suo colore, insieme al sole
che dorato rifulge tra le nubi.
 
E quando pioggia riversò da nubi
oscure l’aere e turbinò sul colle
forte il vento, riapparve infine il sole
e la speranza assise in trono e in cielo;
e uscì, sereno, il viso della luna,
rosa d’argento, a illuminare il prato.
 
L’erbe e i fiori che nascono nel prato
sono gli affetti intatti dalle nubi
avverse, accarezzati dalla luna
che, calma e chiara, attende assieme al colle
il sorgere dell’alba, mentre il cielo
s’appresta a vivere il tepor del sole.
 
Così vado nel sole, lungo il prato:
se velo fanno spente nubi al cielo,
splende la luna sopra il vasto colle.

 

 


 

Barbara


Non dentro carte gialle, fra polvere spessa due dita,
aridi fogli sparsi presto dispersi al vento,

nasce la vera gioia, l’annunzio solare di vita;
ma dentro un cuore umano, fatto di fibre e luce,

sgorga una fonte eterna, che genera l’umile amore,
dona serena pace e dolce i sensi inonda.

Il sentimento vale, spontanea sorgente feconda,
quando zampilla e spegne d’acqua l’ardente sete;

acqua di fresca vita, che blandi misteri rivela,
regge lo stanco passo lungo la via deserta.

Barbara torna e porge la ciotola colma, ristora
stanco il viatore solo, che il lungo errare strema.

Freme improvviso un brivido nell’animo colto da gioia,
vibra l’intensa nota di musicale essenza;

intorno il mondo tace, ma un palpito vive nel cuore,
schiude una fresca rosa che di rugiada brilla.


 

SIMPATIA

Sento subitanea simpatia
se sollazzevoli sermoni stimolano
salvifiche suggestioni solari.
Spontanei sussulti sonorizzati
salgono solerti su se stessi,
superano sicuri stupefacenti scalinate,
sollecitando serene sensazioni.
Serafiche serpi scivolano solitarie,
svolgono spire sinuose su sentieri senza sassi,
sovrastano solenni struggimenti,
sogni silenziosi, sensibili solecismi,
solipsismi spirituali, spassionati soliloqui,
serie sentenze, sublimi stupidaggini.
Salutari simboli sacroasclepiadei,
separano sistri, sinistri, sole, sale
senza sminuire sentimenti.
Sensato sostegno sanitario,
sono suoni scherzosi scelti,
severamente selezionati,
strani, sorprendenti, singolari.

(Allitterazione)  Fabio

 

 

 

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