Fabrizio

25 poesie d'amore

Ti ha inghiottita il buio dell’oblio

Dopo il sole della memoria e della presenza.

Amore.

Odorosa di mare e burrasca tu sei.

 

Ogni onda di nuvola mi parla di te

E bagnandomi i piedi accarezza la mia anima.

 

Dovrei strapparmi il cuore per dimenticarti.

Uccidere i miei sentimenti con l’eutanasia del cinismo.

Non riesco, non riesco.

 

Le dolci catene di te

Tengono ancora prigioniere le mie mani vuote.

 

Sei la fiamma delle candele ed il profumo dei fiori

Sulla mia sepoltura.

 

Sei la febbre di neve invernale.

Sei l’ossessione profumata della primavera.

Sei il miraggio della calura estiva.

Sei la foglia caduta al sapore di mosto in autunno.

 

Ogni giorno ed ogni minuto che mi tengono lontano da te

Sono nuovi confini e nuove frontiere da attraversare.

 

Ogni secondo di silenzio tra me e te

sono nuovi oceani impenetrabili da viaggiare.

 

Non so ancora di preciso quale sia

il particolare di te che mi ha colpito.

 

Se i tuoi occhi,

i tuoi capelli,

o la tua bocca.

 

Forse è stato il tuo corpo,

o i tuoi piedi.

 

No, ecco cosa,

Il tuo modo di parlare,

oppure di camminare.

 

I tuoi silenzi,

i tuoi attimi di assenza.

 

Oppure la tua intelligenza.

 

Ancora adesso sei un mistero.

Ancora adesso ti amo.

 

  

Troppo è stato detto,

amore mio,

su di noi,

su di me,

su di te.

 

Troppe parole hanno cementato

Le vie della nostra lontananza.

 

Non mi spaventano.

 

Ho soltanto paura di quelle che verranno.

 

 

 

Lei il primo pensiero del mattino,

E l’ultimo della sera.

Questo è ciò che mi rimane di te.

 

Dovrò farmi bastare il tuo succedaneo.

 

  

Sono molte le cose che vorrei dirti,

quelle stesse cose che non ti ho mai detto.

Vorrei farti conoscere il mio mondo

E visitare il tuo.

Vorrei ascoltare il suono della tua voce

Fino ad addormentarmi,

e svegliarti la mattina con la mia.

Vorrei serbare la tua immagine

Per averti sempre vicino,

e scrivere il mio nome su tutti i muri

perché tu non possa scordarmi.

Sono tante le cose che vorrei dirti,

le stesse che ti ho detto.

 

  

 

La mia volontà non servirà a riscrivere la storia.

A cambiare i tuoi silenzi con un assenso.

A farti fare le tue scelte in maniera diversa.

Ho voluto giocare,

hai voluto giocare.

Siamo in attesa del risultato.

 

Ciò che so,

e che presto saprai anche tu,

è che la passione ha perso,

ed anche l’amicizia.

 

 

Il frullare delle ali di una libellula mi hanno riportato a te.

Alla tua vertigine, alla tua fede, alla tua ragione.

Come era scritto.

Ti amo come l’aria ho detto,

ti amo come l’acqua ho scritto.

Ti amo come un bambino e mi sono nascosto.

Ho fuggito la gioia dai denti bianchi e gli spensierati

Giochi di cioccolata.

Tanto tempo è passato,

tanti i castelli di sabbia sciolti dalla salsedine impietosa.

Il bambino è divenuto uomo.

Ti amo come l’aria mi viene da dirti,

ti amo come l’acqua mi viene da scriverti.

Ti amo come un uomo e mi nascondo.

Fuggo la gioia dei sorrisi ipocriti e l’angoscia

dei giorni da estratto conto.

Tanto tempo passerà?

L’uomo è maturato come il grano sotto la neve.

Ti amo come l’aria ti dirò,

ti  amo come l’acqua ti scriverò.

Ti amo come la prima volta che ti ha visto il bambino ed insieme l’uomo,

e non mi nascondo.

Fuggo ancora la gioia dei capelli innevati dell’ultimo inverno

E l’angoscia dei giorni da incenso e comunione.

Il tempo è passato.

 

 

 

Inizierò ad amarti. Ti amerò per iniziarti.

 Posso fare solo questo.

Ti scoverò sotto le foglie dell’autunno

Agognati la macerazione.

Ti troverò nelle zone d’ombra del sole.

M’inebrierò del profumo pesante del tuo mosto.

 

Inizierò ad amarti,

ti amerò per iniziare.

 

 

 

Ho preso la matita del vento

Ed ho disegnato sulla mia pelle

Il tuo profilo,

con tratti pesanti di terra e lievi di fuoco.

 

Ho imparato l’alfabeto delle nuvole

E ho pronunciato gli arcani suoni del tuo nome,

con onde irrespirabili di acqua.

 

Scoprirò le parole silenziose ed ancestrali

Il mistero di sentirti respirare accanto,

quando tornerai.

 

  

 

La tua assenza non mi pesa come il tuo silenzio.

Ti scoverò sotto la pietra, concubina del fiume.

Seguirò la lucertola sui muri per trovarti

E per portarti a casa.

Starò attento ai miei passi per non inciampare nella tua partenza

E correrò per riprenderti.

Stringerò talmente forte le tue mani

con le mie mani che comprimerò l’aria

tra noi.

 

  

  

Imparerò altri amori, ma non il tuo.

Bacerò altre labbra, ma non le tue.

Parlerò altre parole, ma non quelle che ho detto a te.

Scoprirò altri motivi per vivere, ma non quelli per cui vivevo per te.

Assaggerò altri sapori, ma non i tuoi.

Vivrò altre solitudini, non più la tua.

Sperimenterò nuove assenze, non più la tua.

 

 

Ci vorrà una vita per smettere di cantare l’amore,

il tuo amore.

Scinderò il suo raggio attraverso il prisma della memoria

E fisserò sul bianco dei fogli tutti i suoi colori.

 

Ci vorrà una vita per finire di raccontare l’amore,

il tuo amore.

Lo narrerò, ogni sera, a tutti i figli del mondo

prima di sognare te.

 

Ci vorrà una vita per dimenticare l’amore.

Il tuo amore.

Un giorno lo perderò insieme alle chiavi di casa.

In due saremo randagi.

 

 

 

Ti canterò con fresche parole

Fragranti di grano e fatica.

 

Ti intonerò con insolite similitudini

Prelibate come il succo degli dei.

 

Ti narrerò di me e di te

Toccando le corde dell’anima impaziente e fremente.

 

Ti farò viaggiare nei miei universi

Con la mia fantasia e la musica del mio amore.

 

Ti sfamerò con l’immaginazione

E ti farò bere l’opera delle mie parole.

 

Ti metterò a riposare sui cuscini del mio cuore e della mia voce,

quando nella notte approderai nelle mie braccia.

 

 

 

Mi sono confuso seguendo il volo dell’airone

Ed ho perso il filo della conoscenza.

 

Immobile nel vento

È il pensiero di te.

 

 

Vuota è la strada del tuo ritorno

Ed il silenzio è il suo unico viandante.

Il fiume del sole tremula sul suo letto d’asfalto.

Mi unirò ai lamenti dei gatti

E pregherò tutti gli dei del mondo.

 

Dicono che tornerai,

so già che non lo farai.

È l’orgoglio la nostra colpa.

 

L’amore è addebitabile solo a me.

 

 

Ti auguro ogni felicità.

Che siano sempre d’oro i tuoi giorni

E le tue notti sempre azzurre.

Siano verdi i tuoi mattini

E diventino rosa a mezzogiorno.

 

Ti auguro ogni bene.

Che sappiano di miele le tue ore.

Ed i secondi siano ogni granello di zucchero

Destinato al tuo caffè.

 

Ti auguro ogni fortuna.

Che il tuo cuore sia sempre tu

A comandarlo.

E che ogni suo battito sia

Veramente tuo.

 

Ti auguro ogni ricchezza.

Ma fai in modo che i tuoi denari

Non offuschino i tuoi pensieri.

 

Ti auguro ogni amore.

Che sia sempre e soltanto il mio.

 

 

 

Ogni mia lettera è una preghiera

per il tuo ritorno.

Ogni mio pensiero ha te come sfondo.

Ogni mio respiro ha senso solo se ci sei tu.

 

Mi sono specchiato nel fondo del tuo pozzo

Ed hai rubato la mia anima.

 

 

 

Ritornerò insieme alle rondini dei fiori.

Quando uscirà il sole da questa nevosa eclisse.

Sarò quella presenza che non c’è,

quel bagliore al lato del tuo campo visivo.

Mi ritroverai nei tuoi specchi.

 

Aspetterò insieme alle api

Il miele dell’estate aprica.

Sarò la diga per tuoi campi

In attesa di divenire provviste per l’inverno.

Sarò il nascondiglio invisibile per quando ti sentirai sola.

Sarò come il grido notturno dell’upupa e la pelle ignifuga

Della salamandra.

Mi comporterò come il riccio in pericolo,

ma basterà un tuo bacio per ferirmi.

 

Mi ritroverai nei tuoi specchi, anche se voltandoti

non mi vedrai,

bacia la mia immagine,

e baciala ancora.

 

Non ti risponderò,

i miei baci te li ho già mandati

e spero che tu sia stata capace di conservarli.

 

 

 

Non mi oriento con le stelle che usano tutti

E non uso i punti cardinali convenzionali.

Le mie stelle sono i tuoi occhi,

i miei punti cardinali sono le cifre del tuo nome.

 

Mi sono perso per il mondo,

ma non per te ed il tuo inconscio.

 

 

Quando nevicherà sui miei capelli

Ed il sole si farà rado sui tuoi,

forse penserai a me.

Allungherai le tue mani per cercarmi,

mi girerò nel letto per guardarti.

Troveremo altre mani ed altri visi.

 

Penserai a me, penserò a te.

La vita, poi, ci chiamerà all’appello.

Finirà l’intervallo anche per noi.

 

 

Ho seguito la mia anima

In un gorgo da lavandino

Per trovarti.

 

Sperduto tra ghirlande di fiori

E danze di polline

Mi sono aggirato,

scrutando visi fossili d’argilla

per guardare l’universo nei tuoi occhi.

 

Ho respirato i mattini dell’assenza

E domeniche troppo piene,

sopportando sorrisi e ipocrisie

per portare il tuo dolce peso sul cuore.

 

 

 

Gialla di grano e rossa di tramonto

È la tua ombra.

Bianco di neve e cristalli è il tuo sorriso.

Immobile mi guardi

Da una fotografia,

un secondo che ho rubato alla tua vita.

 

La nasconderò sotto la polvere del tempo

Per conservarti così bella per sempre.

 

 

 

Se vorrai cercarmi,

mi troverai tra le cose che non ci sono più.

In compagnia di tutto ciò che non hai mai avuto.

 

Insieme ai tuoi capricci da bambina, bagnati di pianto.

Insieme ai tuoi desideri, che non hai appagato.

Insieme ai tuoi sogni, che hai dimenticato.

Insieme ai tuoi progetti, che non hai realizzato.

Insieme alle tue promesse, che non hai mantenuto.

 

Potrai chiamarmi,

io verrò come il vento che ieri accarezzava i tuoi capelli.

Potrai anche venirmi a cercare, se vuoi,

basta ritrovare le cose che non hai più.

 

 

 

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