C’era un fruscio tenue, di foglie d’albero. Da un brillare lontano, di vivide stelle un fluire infinito di limpidi versi.
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Pioggia che cade leggera, luci spente ogni sera. Voci, delicate nei sogni, che lasciano i loro segni per infiniti giorni di nebbia e di sole e di tramonti sul mare.
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Vorrei smarrirmi su arcobaleni di puri pensieri, e nell’abisso profondo dell’anima obliare il mondo.
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In ogni goccia di pioggia che cade, vedo il tuo viso e lentamente mi perdo.
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Ti ho
sognata ? Ti ho
sognata ?. Sei un dono
di luce, mio angelo. Invidio
l’alba che ti abbraccia di sole. Ho sognato
il tuo viso. Ho sognato
il tuo viso, mio angelo.
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Cerco la
parola che come un
soffio di vento scompiglia
le chiome degli alberi. La parola
simile al suono, di un rivo fluttuante. Una parola,
per scolpire pensieri, con
scalpelli di luce e farne
poesia.
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Ricordo…. Muri vecchi
di secoli, ed esili
fiammelle. Un
Crocifisso, scolpito
nel legno. Fuori, il
rumore della pioggia e un frullio rapido d’ali.
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Non c’č poesia senza luce e luce non c’č, se tu non ci sei.
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In una
nuvola di fumo al
tramonto, si stende, come un
manto di sogni una coperta di stelle |