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Per piera dopo aver visto l’ora di religione. Dopo la morte di teresa d’avila

 

Per piera dopo aver visto l’ora di religione.

 

Devotamente stralunata

Laida misticamente

Geometria del delirio

Di mater dolorosa

Insinuante a cristo

La fuga nel peccato

Originale e perpetuo

Crocifisso nei tuoi

Zigomi di troppo donna

Per essere la donna

Che è condono e condanna.

Ti avrei parlato, quietamente

Come usavamo.

Ma di troppe nebbie

Stridevi sullo schermo.

E mi mancava l’odore

Del tuo corpo a fine scena

Sudato del tremore

Di fingere.la morte

Astuta; e la vita.

 

Giugno 2002-fausto

 

Non amanti di Lui, ma di persona umana

E della sua caduca piacenza e fuggitiva

 

Forse il profumo che in notti di pioggia

Quando il vento s’immischia alle pinete

Gioviali della solare anche di notte Ischia

Viene dai troni di pietra, dalla stanza

Delle monache assettate, insegnanti

Di morte alle novizie nel castello aragonese

Dove cantava e godeva oscena vita

Perché non vita e ascesi, il corpo di corpo

Di Vittoria Colonna. Donna anch’essa,

E domina, a Teresa sorella, ad ascesi

Com’essa adusa, e ad estasi diverse,

Eguali solo ad essere perverse

Per qualche troppo amore.

 

 

 

 

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Forse il profumo che in notti di pioggia

Quando il vento s’immischia alle pinete

Gioviali della solare anche di notte Ischia

Viene dai troni di pietra, dalla stanza

Delle monache assettate, insegnanti

Di morte alle novizie nel castello aragonese

Dove cantava e godeva oscena vita

Perché non vita e ascesi, il corpo di corpo

Di Vittoria Colonna. Donna anch’essa,

E domina, a Teresa sorella, ad ascesi

Com’essa adusa, e ad estasi diverse,

Eguali solo ad essere perverse

Per qualche troppo amore.

 

 

 

 

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