Federica

DALLA CINTURA  MARE  LA FESTA DELLA LUNA 

 

DALLA CINTURA


Vorrei quella cintura,
intrecciata di medaglioni
di legno affumicato,
giunta con fili di cuoio
estremità di pelle di bue.

C'è un profumo penetrante,
fa girare la testa
e vedo,
vedo mandrie di bufali,
sudore acido,
muscoli caldi,
contratti,
tesi.
Accovacciata la donna
vedo,
bruciata da questo dardo
di sole,
dall'odore acre.
Sento il profumo
dei suoi occhi ardenti,
quello del caffè
fragrante,
croccante
che ti spruzzi al risveglio
fra i seni.

 

LA FESTA DELLA LUNA


Ho partecipato alla festa della luna.

Guardavo in alto,
Lo sguardo perso nel vuoto,
Smarrito.
Ho visto una stella cadente
E ho chiuso gli occhi,
Felice.
Risucchiato, le tempie pulsanti, sudando,
Sono entrato il quel giardino.
Ho visto cose che ridire non posso,
Oh no!
Non a orecchie umane,
Ma anche se mi definissero pazzo,
Sarei finalmente sereno.

Uomini e donne!
In quel giardino ho visto alberi,
Sequoie, querce, olmi, castagni
E i loro frutti,
i loro frutti, sì, erano piccole, tonde
Lune succose,
Quasi trasparenti,
Un po' opache, appannate.
Le chiome degli alberi erano illuminate,
Non so come,
Quasi di luce riflessa da stelle,
Astri invisibili.
C'erano donne e cavalieri
Ed erano tutti galanti,
Popoli di tutti i tempi,
Con vesti bianche
E perle bianche,
Come la luna,
Con contorni sfumati,
Quasi trasparenti, che sfioravano
I corpi diafani.
E l'erba era bagnata, fradicia,
Di rugiada perlacea,
Lattiginosa.
E c'erano succhi.
Oh quanto bevvi di quel nettare!
Latte e champagne sembrava,
Ma bene non so che fosse...
E infine ero ebbro,
Ubriaco
Dell'oscurità un po' gassosa della notte,
Ero fuori di me dalla gioia,
Ma malinconica,
Per quell'amore ora triste,
Ora felice
Come attrazione e repulsione di acque,
Spumeggianti.
E mi facevo tutt'uno con la notte,
Amante dolente e rifiutata,
Perché da millenni,
Dalla prima notte
Che sorsi e poi mi coricai,
Sono innamorata di Lui.
Sole.
Ma per eterna
E perfida maledizione,
Il suo caldo e violento amore
E' destinato a cacciarmi nell'ombra,
In quell'umida soffitta
Con un tetto di stelle.
Ogni anno verso una lacrima,
Per il mio amore.
E così anche quest'anno.

Apro gli occhi.
La festa della luna è finita.
Sono stato luna x un attimo
Eterno.
E come tutti gli anni ho visto una stella cadente.

Ora so perchè.

MARE


Gocce di rugiada
luccichissime,
code di stelle comete
si sciolgono sul damasco,
intessuto di
seni fianchi natiche,
morbide curve femminili
e di calici di champagne
spumeggiante,
versati fino all'orlo,
insieme a collane
di perle ridenti.

Le verdi colline toscane,
zaffiri e smeraldi
brillantissimi,
stille di pece
colano su questa veste
leggera,
pesante,
tenera,
di granito come l'acciaio,
questa veste
della Madre Terra.

Macchie bianche
vestito
della sposa ridente
che danza
su ocra e mattoni
millenari,
ebbra di carezze fusioni
col suo tappeto
volante,
turchino.
Azzurrato.

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que,
Spumeggianti.
E mi facevo tutt'uno con la notte,
Amante dolente e rifiutata,
Perché da millenni,
Dalla prima notte
Che sorsi e poi mi coricai,
Sono innamorata di Lui.
Sole.
Ma per eterna
E perfida maledizione,
Il suo caldo e violento amore
E' destinato a cacciarmi nell'ombra,
In quell'umida soffitta
Con un tetto di stelle.
Ogni anno verso una lacrima,
Per il mio amore.
E così anche quest'anno.

Apro gli occhi.
La festa della luna è finita.
Sono stato luna x un attimo
Eterno.
E come tutti gli anni ho visto una stella cadente.

Ora so perchè.

MARE


Gocce di rugiada
luccichissime,
code di stelle comete
si sciolgono sul damasco,
intessuto di
seni fianchi natiche,
morbide curve femminili
e di calici di champagne
spumeggiante,
versati fino all'orlo,
insieme a collane
di perle ridenti.

Le verdi colline toscane,
zaffiri e smeraldi
brillantissimi,
stille di pece
colano su questa veste
leggera,
pesante,
tenera,
di granito come l'acciaio,
questa veste
della Madre Terra.

Macchie bianche
vestito
della sposa ridente
che danza
su ocra e mattoni
millenari,
ebbra di carezze fusioni
col suo tappeto
volante,
turchino.
Azzurrato.

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