Francesca Alfonzo

T'amo.  Ad Emanuele

 

T'amo.



T'amo, e a chi lo dico che t'amo? 

Potrei sussurrarlo al vento,

ma correrebbe troppo veloce perché qualcuno ascoltasse la sua parola.

T'amo, e a chi dico che t'amo?

Potrei gridarlo al calore

Ma troppo presto anch'esso si disperderebbe nel gelo

di un mondo ghiacciato d'indifferenza. 

T'amo, e a chi lo dico che t'amo?

Forse dovrei parlarne ad un fiore

ma questo troppo lestamente invecchierebbe

in quest'aria stancante di smog e cattiveria.

T'amo, e a chi dico che t'amo?

Ad un raggio di sole forse?

Ma anch'esso sarebbe oscurato dalle nuvole,

quei nembi ricolmi di pioggia e dolore.

T'amo, e a chi lo dico che t'amo?



A te amore mio,

a te, anche se non sei lo specchio dei miei sguardi,

anche se ti sei dileguato in oblii di nebbia e paura.

Confiderei che t'amo

ad un gabbiano

perché voli alto e ti riveli questo dolce sussurro,

colonna sonora di una vita.



Ti penso e ti cerco

perché t'amo.

T'aspetto e mi perdo fra le strade dei sogni 

perché t'amo.

T'amo anche se non puoi ascoltare la mia voce,

t'amo anche se non sfoglierai queste parole.

T'amo,

perché so che quest'essenza chiamata anima

continua a vivere in quella vita che gli occhi non sanno vedere,

ma il cuore può sentire.



Amore mio,

t'amo

senza sapere quanto e come.

Io ti amo.

Ad Emanuele

Suadente anima mia,

non so parlare lemmi, non so esprimere emozioni

So solo cosa darei per guardarti ancora una volta,

per scrutare la luce dei tuoi occhi,

per tenerti la mano.

So solo cosa offrirei  per restituirti un bacio,

per dirti ancora che t'amo.

 

Io consegnerei tutto,

offrirei ogni battito del mio cuore appartenente a questo principio immateriale,

affiderei ogni piccola apparenza,

senza pudore,

tutto per te,

farei tutto, per regalarci queste tenerezze;

ma non posso niente,

non posso far altro che arrestarmi incatenata in questi chiarori del giorno

e in questi far della notte, che mi sorprendono derelitta,

sola coi pensieri che fuggono per ghermirti,

sino a pervenirti dove lo sguardo non penetra,

dove le parole non si odono,

dove le lacrime non s' addensano,

dove traspare unico, quel barlume d'amore che prende forma,

quell' immenso calore

che si perde in un baratro d'illusione,

perché amore e morte hanno valore d'esistere

isolati nella follia della loro coesistenza.

 

Ma tu mia anima,

Tu,

prominenza dei miei pensieri,

trepidazione del mio vivere,

tu, che ti sei dissolto come la rugiada al chiarore dell'alba,

indugi  nei vertici spenti del mio cuore,

coi rintocchi del tuo seguitare a vivere,

perché  quest' essenza chiamata anima,

non conosce altri spiriti, al di là della  vita,

non ha coercizioni,

solo autarchie che si tessono con i raggi del sole

ed il soffio prorompente del vento,

perché tutto sosterà lacerato tra cosmo e mondo,

tutto annegherà nei brividi di questi pensieri 

sino a quando l' essere dei nostri respiri

si unirà all' abisso di quell'amore che qui non è vissuto!

 

                           Francesca   Alfonzo

 

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