Francesco Corrieri

 

Toscana SULLA STRADA  A CASO A TESTA ALTA Pensieri PROPIZIO TRANSIZIONE ERA UNA VOLTA
Rottura    E’ l’amore   RITRATTO          

 

 

Toscana

 

 

Infinite colline avvolgono la mia solitudine

                         e come ad un vetro appannato ci scorgo l?orizzonte

                         e vedo sempre la fine di qualcosa,di niente.

                           I gialli colori e i verdi tappeti,le rosse macchie

                         di terra lavorata mi salutano e fremono al vento

                         come petali caduti. Cipressi solitari,imponenti,

                         guardiani ormai stanchi e piegati, forse malati.

                          Ogni tanto vicino ad una casa,un sentiero,come

                         battuto dal tempo, in mezzo ai prati.

                          Il sole è al suo fine e la giornata si conclude

                         e il canto dei grilli inonda il mio cuore.

                          Vecchi e zappe tornano al ristoro

                          Grandi suoni intorno alle piccole luci.

                          La luna ci saluta,fa capolino

                         e conta bizzarra le stelle giù in basso.

La notte non tarderà toscana mia. Buona notte

 

 

Francesco Corrieri

 

SULLA STRADA

Giornata di pioggia che dura un inverno
I vetri dell?automobile, che scivola sulla strada diritta,
appannati. Dritta all?inferno.
Le luci dei fari racchiuse in specchi di gocce
Come un urlo negli occhi.
Le note prigioniere si consumano nel fumo che pesante vola
e offusca
e si perdono nella mente distratta.
Piove senza sosta,cade il cielo,si spengono i fuochi
e l?odore di erba tagliata invade le volontà
Le palpebre piombate come ali di farfalla
si abbandonano allo sforzo incontro all?epilogo
La musica si spegne piano piano come batterie scariche
sembra un sogno,i fari sono lucciole adesso,le gocce son lacrime
Un gran boato poi solo silenzio,solo il ricordo
Solo la pioggia forte,fredda. Solo lei,sola,si sveglia e ha paura,trema

               
     Francesco Corrieri


                         A CASO
Oggetti sparsi sul tavolo
in un armonioso disordine.
Ed io perso nella vita
in un labirinto di cristalli.
                           

             A TESTA ALTA

E come nel mare dopo la tempesta,tutto dorme;
gli scogli prima violentati dalle fracassose onde
adesso come accarezzati sulla schiuma galleggiano
E il cielo schiarito dalla luna illuminato parla
E noi,come cullati dal canto di stelle, ascoltiamo
    

Pensieri


  Pensieri:
 che bucano le montagne
 che agitano i mari
 che alzano i venti
  Pensieri:
 che innalzano i popoli
 che cambiano
 che distruggono
  Pensieri:
 che nascono
 che volano
 che muoiono
  Pensieri:
 che sono pensieri
 che allora muoiono
 che allora finiscono.

PROPIZIO
        
 Le mani cadevano sui tamburi
piano,un pò più forte,fortissimo.
 I corpi nudi in frenetiche danze
piano,in po? più forte,fortissimo.
 Le urla si alzavano nell'aria
piano,un pò più forte,fortissimo.
 Intorno solo il cielo scuro
 Intorno solo profumo di terra
 Intorno solo vento freddo
piano,un pò più forte,fortissimo.

 La pioggia inizia a cadere.
 Le urla si spengono nell'aria.
 I corpi nudi si riposano al giaciglio.
 I tamburi muti tacciono.
 Adesso solo l'eco,il ricordo.
 Poi neanche l'eco,neanche il ricordo.
 Il nulla. Piove.

TRANSIZIONE

 Nell'aria ci sono spine
e tira vento,ho il vento in faccia
 Come un cieco volo,inciampo
con il sudore che brucia nelle ferite
 Le lacrime tolgono il respiro
quando scivolano sulle guance
 Nell'aria ci sono spine
e fa freddo,ghiaccioli di spine

 La neve nera pesante cade
sul fiume di carne a brandelli

 Le spine volano nell'aria,volano
e ho il cuore libero.

ERA UNA VOLTA (e lo sarà sempre?)

 Le porte chiuse nelle stanze d'aria
sono come feriti nei campi delle guerre
 Si incontrano dove non credi
e ogni volta ti giri altrove
trovandone altre
 Scappi perché sei stanco
ma poi ti fermi perché vuoi aprirne una
vuoi curarne uno??
(ogni porta si apre su una porta,ogni ferita nasconde una persona,
un?anima, una morte)
 Impazzisci con la testa che rotola giù per la valle
e le gambe che corrono,corrono,corrono
 Le mani sanguinano la forza delle serrature
 Gli occhi bruciano al fuoco dei cannoni sui corpi spogli
 Piange un bambino,ha fame
 Convulsa la madre con quel mazzo di chiavi
per un pezzo di pane,per un avanzo di avanzi

 Le porte vecchie,le porte nuove
sempre più robuste,sempre più resistenti

 Le morti bianche,le morti nere
ovunque di tutti un traguardo
irraggiungibile...

 

 

Rottura


Un’ancora è il tuo sguardo
che viene lanciata contro lo scoglio 
del mio cuore scolpendolo
Solo piccole pietre, quasi sabbia,
ogni volta si sciolgono nel mare
di parole che non dico
Uno specchio strano di cristallo
in cui scoprire una bufera di dolori:
sono pietre i tuoi occhi
Spezzami il cuore
Perché ti amo.

E’ l’amore

 

                                   E’ quello che potremmo essere         E’ un fiore in bianco e nero

                                  E’ un sogno ad occhi aperti                E’ un temporale d’agosto

                                 E’ un paesaggio mai visto                   E’ una canzone triste

                                E’ un battito di cuore                           E’ un nodo alla gola

                               E’ la voglia di volare                            E’ una corda ai polsi

                              E’ una stella che cade                          E’ una luna inquinata                        

                             E’ un ballo agitato                                E’ un pensiero mai stato

                            E’ un abbraccio                                    E’ una storia mai scritta

                           E’ un desiderio                                                  

                                                               E’ un vulcano mai spento

                                                              E’ un pianto che non finisce

                                                             E’ un ritratto sfregiato

                                                            E’ una frana che seppellisce

                                                           E’ una bomba che ferisce

                                                          E’ un terremoto che sconvolge la terra

                                                         E’ un bambino che piange perché solo

                                                        E’ un gabbiano ferito

                                                       E’ un pesce all’amo

                                                      E’ una bugia.                                     

 

 RITRATTO
                                 
 Lo sguardo cupo,forse accigliato,cade a terra,
si frantuma in mille pezzi,come cristallo
e i pensieri occulti come mercurio sfuggono
senza lasciare impronte ne? ricordo.
  Le labbra sembrano volerli seguire
e si precipitano in una infinita malinconia
dimenticando il sorriso
la sua forma
e la sua impulsività.
 E le mani, non si vedono,
sono unite, raccolte ad affrontare quella pioggia
come ultimo tentativo, ultimo particolare
del mio ritratto

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