Fulvia Perillo 

La donna abbandonata Candele Saturno dream Giuramento d’amore COMETA Il regno del tè 
PREVISIONI DEL TEMPO Cubica tentazione L’Assenza  Non ero pronta L’amica delle tartarughe

 

La donna abbandonata

 

Dolente e raffinata

Camminava,

esilmente ondeggiante

 tra la gente.

Ricamava

Col filo del pensiero

Le palpebre azzurrate

Dalla pioggia.

“o dolce madre

della grande forza,

o mirabile ancella del dolore”

a fior di labbra

un’umida preghiera

luminosa nel caos

si perdeva.

Un profumo

Di ardente esitazione

Accompagnava

Gli armoniosi passi,

specchiati da vetrine

e dagli sguardi

di sconosciuti e muti

ammiratori.

 

 

La morte

 

 

Candele

 

Che la debole luce del mio io

Tra inverno e primavera

Scelga il giorno.

 

Abbandonati inutili carteggi,

del rimpianto si appanni

la memoria,

 

Evanescente  livida candela

Che illumina le notti

di delirio.

 

Speranza tatuata su una rosa,

fuggevole difesa

di un’aiuola.

 

Questo confine di una vita avara

Si rinnovi nei bordi

A Candelora.

 

 

 

Le stelle

 

 

Saturno dream

 

 

Lieta potrei cantare

Le stelle solitarie di Saturno

E danzare la neve a piedi nudi

Coi fiori rossi  

 

E venne il giorno del pesce volante,

tenue viaggio su fiori d’ulivo.

Tintinnavano scaglie inargentate

Nel fendere la dolce primavera.

Ed il tuo cuore mi diceva  giuro,

giuro di amare il volo della trota

ed il frutto succoso dell’ortensia.

E mi dicevi : sei una scimmia bianca

Che vive eternamente in fondo al mare,

volteggiando tra rami di corallo,

per questo giuro che amerò le onde.

“sussurra il vento come quella sera,

vento d’aprile,di primavera”,

come allora rintocca la campana,

ripete all’infinito che l’amore

non domina ma interpreta gli arcani.

 

Gli innamorati

 

1 mar 2003                                   

COMETA

 

Colta e fiera è la cometa,

convergente e appassionata.

Si dispiega all’infinito

Con l’orgoglio di una rosa.

Dall’origine dei tempi,

laureata in solitudine,

colonizza estrema audacia

nel trasverso suo cammino.

 

 

La papessa

 

Il regno del tè

 

Contemplo il tempo

In cui regnava il tè,

quando l’arcata

della tenerezza

univa il dipanarsi  delle ore.

Erano pomeriggi di alabastro

E mattine odorose

Di velluto.

Correva il tempo

Della non partenza

E della quieta attesa del destino.

Fiorivano le pagine dei libri

Nel pulviscolo d’oro

Alla finestra,

mentre speziati aromi evanescenti

accoglievano l’orma della sera.

Meditavano i rami tremolanti

Dell’eucalipto

Dall’incerta chioma;

suggeriva visioni del futuro

il sorgere cremoso della luna.

 

La temperanza

 

28 feb 2003

       PREVISIONI DEL TEMPO

Neve su Marte,

annuncia il colonnello.

Abbronzatevi invece

Su Mercurio:

un fine settimana

incandescente

tra le scoscese spiagge

e gli irti colli.

Pioggia scrosciante

Al centro della terra,

turbinio di cristalli

sul Vesuvio.

Prudenza nella guida

Se dovrete

La Via Lattea

Percorrere di notte.

                                  

 

                                            Cubica tentazione

 

Torna la tentazione condivisa

Di porre orizzontale la clessidra:

Ordine e Verità,

dimenticare

quanto stretto ed astratto

sia il presente.

Le virtù cardinali liberate

del sangue mestruale

e  del sudore,

come bianche lenzuola alla finestra

profumate di ruta e di verbena.

Ma il ridente fanciullo del mio cuore

Non smette di giocare

E non ti cede,

Cubica simmetria

Dell’aureo trono,

Dove siede maestosa la Certezza.

 

 

 

        L’Assenza 


Notti di assenza e d’oro,
come antichi monili,
seguono il corso
del mio fiume d’ombre.
Oracolo prezioso,
attendo il sogno,
consuetudine e fiore
mai sbocciato.
Quali coerenti ancelle,
le Sirene 
proteggono gli spettri
addormentati:
ai naviganti mostrano
una stella
ambigua e solitaria
di passione.
E’ una timida acacia
la Dolcezza,
nata per caso 
sulla sabbia nera,
gioiello delicato d’ossidiana,
reminescenza antica
di un amore.

                     

Non ero pronta

 

Improvvisa

Ebbi tra le mani

La più profonda

Oscurità.

Non ero pronta

A quella solitaria

Sofferenza:

non ero pronta.

Pensavo di cantare,

ma la voce

era stridula

e inquieta.

Pensavo di volare,

ma non vi era

più cielo.

Un liscio

Muro di bronzo

Era sorto

Sul ciglio della strada.

Al posto

Del rovo di more

Si ergeva:

e non aveva colore.

Impervia

Era la pena

Delle mie sere:

ed io, come sai,

non ero pronta.

 

 

 

L’amica delle tartarughe

Latte,biscotti e fragole,

un momento:

sul ponte curvo

è apparsa una bambina,

una astratta creatura

appassionata,

di bianco e blu vestita

e di domande.

Amata e amica

Delle tartarughe

Guarda le luci

Semplici e lontane

Di un paese

Che brilla nella sera

E forse un giorno

Ne saprà la storia.

Conduce tra le nuvole

Una danza

Di silenziosi e lenti

Desideri:

ogni parola udita

è piuma d’ali

per volare sul mare

ad occidente.

Il piccolo giardino

È profumato

Di corolle che s’aprono

Alla notte,

rito d’estate lindo e naturale

come un argenteo sogno

di bambina.

 

 

 

Home page  |  L'autrice del sito  Le pagine del sito     

          | 

/font>

per volare sul mare

ad occidente.

Il piccolo giardino

È profumato

Di corolle che s’aprono

Alla notte,

rito d’estate lindo e naturale

come un argenteo sogno

di bambina.

 

 

 

Home page  |  L'autrice del sito  Le pagine del sito     

          |