La donna abbandonata | Candele | Saturno dream | Giuramento d’amore | COMETA | Il regno del tè |
PREVISIONI DEL TEMPO | Cubica tentazione | L’Assenza | Non ero pronta | L’amica delle tartarughe |
Dolente
e raffinata Camminava, esilmente
ondeggiante tra
la gente. Ricamava Col
filo del pensiero Le
palpebre azzurrate Dalla
pioggia. “o
dolce madre della
grande forza, o
mirabile ancella del dolore” a
fior di labbra un’umida
preghiera luminosa
nel caos si
perdeva. Un
profumo Di
ardente esitazione Accompagnava Gli
armoniosi passi, specchiati
da vetrine e
dagli sguardi di
sconosciuti e muti ammiratori.
La morte
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Che
la debole luce del mio io Tra
inverno e primavera Scelga
il giorno. Abbandonati
inutili carteggi, del
rimpianto si appanni la
memoria, Evanescente
livida candela Che illumina le notti di
delirio. Speranza
tatuata su una rosa, fuggevole
difesa di
un’aiuola. Questo
confine di una vita avara Si
rinnovi nei bordi A
Candelora. Le stelle
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Lieta
potrei cantare Le
stelle solitarie di Saturno E
danzare la neve a piedi nudi Coi
fiori rossi E
venne il giorno del pesce volante, tenue
viaggio su fiori d’ulivo. Tintinnavano
scaglie inargentate Nel
fendere la dolce primavera. Ed
il tuo cuore mi diceva giuro, giuro
di amare il volo della trota ed
il frutto succoso dell’ortensia. E
mi dicevi : sei una scimmia bianca Che
vive eternamente in fondo al mare, volteggiando
tra rami di corallo, per
questo giuro che amerò le onde. “sussurra
il vento come quella sera, vento
d’aprile,di primavera”, come
allora rintocca la campana, ripete
all’infinito che l’amore non
domina ma interpreta gli arcani. |
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1 mar 2003 Colta
e fiera è la cometa, convergente
e appassionata. Si
dispiega all’infinito Con
l’orgoglio di una rosa. Dall’origine
dei tempi, laureata
in solitudine, colonizza
estrema audacia nel
trasverso suo cammino. La
papessa
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Contemplo
il tempo In
cui regnava il tè, quando
l’arcata della
tenerezza univa
il dipanarsi delle ore. Erano
pomeriggi di alabastro E
mattine odorose Di
velluto. Correva
il tempo Della
non partenza E
della quieta attesa del destino. Fiorivano
le pagine dei libri Nel
pulviscolo d’oro Alla
finestra, mentre
speziati aromi evanescenti accoglievano
l’orma della sera. Meditavano
i rami tremolanti Dell’eucalipto Dall’incerta
chioma; suggeriva
visioni del futuro il
sorgere cremoso della luna. La temperanza
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28
feb 2003 Neve
su Marte, annuncia
il colonnello. Abbronzatevi
invece Su
Mercurio: un
fine settimana incandescente tra
le scoscese spiagge e
gli irti colli. Pioggia
scrosciante Al
centro della terra, turbinio
di cristalli sul
Vesuvio. Prudenza
nella guida Se
dovrete La
Via Lattea Percorrere
di notte.
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Cubica tentazione Torna
la tentazione condivisa Di
porre orizzontale la clessidra: Ordine
e Verità, dimenticare
quanto
stretto ed astratto sia
il presente. Le
virtù cardinali liberate del
sangue mestruale e
del
sudore, come
bianche lenzuola alla finestra profumate
di ruta e di verbena. Ma
il ridente fanciullo del mio cuore Non
smette di giocare E
non ti cede, Cubica
simmetria Dell’aureo
trono, Dove
siede maestosa la Certezza.
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L’Assenza
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Improvvisa Ebbi
tra le mani La
più profonda Oscurità. Non
ero pronta A
quella solitaria Sofferenza: non
ero pronta. Pensavo
di cantare, ma
la voce era
stridula e
inquieta. Pensavo
di volare, ma
non vi era più
cielo. Un
liscio Muro
di bronzo Era
sorto Sul
ciglio della strada. Al
posto Del
rovo di more Si
ergeva: e
non aveva colore. Impervia
Era
la pena Delle
mie sere: ed
io, come sai, non
ero pronta.
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L’amica delle tartarugheLatte,biscotti
e fragole, un
momento: sul
ponte curvo è
apparsa una bambina, una
astratta creatura appassionata, di
bianco e blu vestita e
di domande. Amata
e amica Delle
tartarughe Guarda
le luci Semplici
e lontane Di
un paese Che
brilla nella sera E
forse un giorno Ne
saprà la storia. Conduce
tra le nuvole Una
danza Di
silenziosi e lenti Desideri: ogni
parola udita è
piuma d’ali per
volare sul mare ad
occidente. Il
piccolo giardino È
profumato Di
corolle che s’aprono Alla
notte, rito
d’estate lindo e naturale come
un argenteo sogno di bambina.
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