Quando muore un sogno è un pezzo della tua vita che se ne va.
Quando muore un sogno è una foto che sbiadisce e con essa il sorriso ritratto.
Quando muore un sogno è un pianto che offusca la mente, un dolore che cresce lento nell'anima.
Quando muore un sogno è un ricordo che nascondi per paura di sentirlo ancora vicino.
Quando muore un sogno con esso muore l'ultimo sorriso che la speranza concede.
Ho preso un sogno dal mio cuore e l'ho scagliato, in alto, nel cielo, perché diventi stella, e come stella il giorno sembrerà non esserci... la notte tornerà ad illuminare la mia solitudine.
Quando muore un sogno... un po', muori anche tu.
FULVIO (venerd' 6 ottobre
2000)
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Ancora vago alla ricerca della mia Itaca. Solitario arranco tra gli spruzzi nervosi di questo mare sconfinato. Navigo da giorni, percorro miglia e più, senza ch'io veda il limite del mio errare. Odo il canto di un gabbiano, che sfiora la mia solitudine e veloce ritorna a danzare tra le nuvole, lontano dalla mia speranza. L'indolenza è padrona del mio pensare, la tristezza del mio sentire. Poi una riva all'orizzonte, d'arancio dipinta, ed allora con foga riprendo a remare. Con tutte le forze mi spingo verso di essa, fino a quando l'arancio sbiadisce, ed il sogno torna miraggio, e di nuovo riparto alla ricerca di Itaca. martedì 20 febbraio 2001
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Serenata triste, questa sera accompagna un cielo bigio. La confusione destabilizza le mie ambizioni ed ancora m'affatico sul selciato di questo sentiero che dalle tribolazioni porta alla serenità. M'appello al destino, cui chiediamo un miracolo ogni volta che ci sentiamo soli, un miracolo che affranchi la mia quotidianità. Sibilano, mescolate, le sensazioni, senza ch'io possa afferrarne una, per capire. C'è un posto nel mio cuore dove fa sempre freddo, c'è n'è un altro dove regna il rancore, ed infine c'è n'è uno dove la speranza è ancora bambina e la fiducia s'attarda a mostrarsi nuovamente, timorosa di un ulteriore tradimento. Attendo che lo sciabordio delle acque s'arresti, perché possa finalmente baciare la mia riva, per ricominciare da questa, un nuovo percorso. domenica 25 febbraio 2001
Riscopro in me la voglia d'amore, nel tempo dispersa. Gli occhi si riaccendono di luce infinita, ed il cuore, a lungo in letargo, timoroso riprende a battere. domenica 4 giugno 2000
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T'ho incontrata nella passione di un ballo. T'ho cercata alle soglie della mia follia, per poi trovarti finalmente nella quiete del mio risorgere. Nei tuoi occhi si annidano le mie paure e nella tua dolcezza si ancorano i miei tormenti. Li dove la luna nicchia tra deboli nubi e l'alba rosata tinge questo cielo estivo, ho lasciato tra le tue braccia la mia pace ed ho raccolto tra le mie il tuo respiro. Tu sei la mia debole utopia, il riscatto del mio dolore, la speranza del prossimo addivenire. Lù, mio piccolo angelo, i iei occhi ti sono grati per aver dato loro nuova luce; la mia anima ti è debitrice, perché tra la fuliggine del mio passato e la tremola luce del mio futuro, ci sei tu che mi tieni per mano. Ti cerco ogni giorno tra i sotterfugi adolescenziali, che tra gli sbuffi della stagione, ridestano la passione e scandiscono, di fanciulla attesa, il tempo che separa al sogno notturno. La notte coccola il tepore del nostro unirsi e le maree, ferite d'arancio, dondolano nel golfo tra legni di mestiere. In fondo, il monte chiude sereno l'immagine addormentando all'orizzonte i nostri sospiri. sabato 25 agosto 2001
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Schizzano i pensieri come girini nell’acqua. Prendono
una direzione poi voltano e di nuovo indietro. Si
accavallano l’un sull’altro ad accecarne ogni interpretazione. La
vita è un continuo battito di ciglia e
segue un suo cammino frastagliato di momenti, dove
un sogno diventa idea e un attimo dopo ricordo, senza
che si possa far nulla se non esserne spettatore incredulo. Il
vento soffia sui capelli ed accarezza il rimorso che
tamburella perpetuo nell’inconscio sino a quando il
passato muore nella rinnovazione dell’approccio. Le
lacrime si asciugano, il dolore s’addormenta nell’indifferenza ed
un tremito accompagna l’ultima fantasia che la mente concede. Bianco
come la neve, scende inesorabile il silenzio ed
ogni chicco copre un sentimento. Prima
la sofferenza, poi il rimorso e il rimpianto. Affonda
la speranza, poi la passione e l’amore. È
docile il danzare dei chicchi che s’apprestano lentamente. Coprono
l’estro, la fantasia e la pazienza. Breve
è l’agonia dell’orgoglio, poi la dolcezza e l’altruismo. E
quando anche il credere s’accartoccia sconfitto, per
ultima cede la fiducia. S’accinge
adesso la mano a tracciare le ultime parole, mentre
volge l’ora del poeta e
nel momento del suo commiato il
cerchio si completa con la sua fine. Dei suoi versi non rimane che un pallido ricordo.
martedì
9 aprile 2002
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