Gerardo....

Gerardo Sorrentino, nato a Cava dei Tirreni (SA) il 07/03/74.

      Residente a Cava dei Tirreni.

Terra e Cielo 

Dimmi che lo vedi anche tu. 

Col tuo nome

“Ho un sogno”

IO nell’ombra

Sabbia d'amore 

Non osate

“Vorrei”

MI FATE RIDERE

Uccideresti Dio?

Terra e Cielo

 Fragile cristallo dalle mani palmate

cigno delle mie aurore desiderate

strascico fra terra e cielo

d’ogni mio desiderio sei nuovo velo

ama, ama, con tutto ciò che hai

ama, ama, e dopo non lasciar mai

la Terra con una mano ben tesa

il Cielo con desideri senza resa.

 

Dimmi che lo vedi anche tu.

 Dimmi che lo vedi anche tu

quest’orizzonte

dove le lacrime dei sogni

e dei desideri

possono confluire

in glorioso unire,

lo senti, è il mio cuore,

che ad ogni alito di speranza vibra

e sa amare anche una voce sconosciuta

e ora il silenzio che allontana

che compie il misfatto del dubbio

…parlare …tacere,

ma stasera le stelle fanno da falò

per le nostre divinità

sono dipinte sull’anima

che hai intagliato come una tela

per la mia fantasia,

per il tuo silenzio,

e ho cercato demoni e beffe della vita

per darmi una ragione,

una ragione per cui sempre sul più bello

è un miraggio,

e ora dimmi che la stella del desiderio

che è calata nei cristalli dei miei occhi

ha incrociato anche i tuoi.

 

 

Col tuo nome

  Io che sono stupido come un secchio d’acqua,

bucato da tutte le parti,

raccolgo polvere di luna

e col tuo nome ne faccio coreografia

e tutti col naso in su a guardare il cielo,

perché ogni volta che è poesia,

ogni volta che succede,

è come rubare un pezzo di cielo a Dio.

 

 

“Ho un sogno”

  Ho un sogno

Un sogno filtrato da una lacrima di Dio

Grandine di pensieri

Granite per l’anima

Uragano fra le nuvole

Fra i cirri delle speranze sole,

il sogno è fiorire poesia fuori stagione

quella di un mondo di fratelli

dove i colori non siano fardelli.

 

IO nell’ombra

  IO nell’ombra

L’anima sgombra

Dubbi e ricordi

Sono dolori sordi

Potrei incorniciare un’esistenza

Con parole leggere di penitenza

Ma non s’inganna il cuore

ma sarebbe solo un modo per sfuggire

dalle proprie responsabilità,

ed è proprio in queste notti che rivedo la tua immagine

mentre la lama affilata della memoria

incide i lineamenti del tuo viso sullo schermo della dignità,

fin troppe volte ho sondato con le mie labbra

sulla tua pelle il battito del tuo cuore,

e così un sipario di stelle scende

sul palcoscenico della sera,

mentre la mia coscienza è affondata

dagli artigli della tua anima,

mentre la sagoma del tuo corpo

fa da ombra sul muro del desiderio…

ma ora i tuoi occhi son solo frecce avvelenate

contro il bersaglio del mio cuore,

e allora non intralciare più la mia corsa,

non saprei più fermarmi,

        ormai questa mia vita è troppo lontana

        dal tuo modo di sperare.

 

Non osate

  Non amo la vita

più di quanto non ami già la morte:

è una questione di equilibrio,

e se la Temide dalla mano destra armata

un giorno mi chiamerà lungo le oscure strade dell’infinito

potrò fare di un timido sospiro

la più violenta vendetta che un uomo possa immaginare,

ma non osate voi,

che dell’udito sperate solo,

di poter conservare in memoria

l’ultimo rantolo del ribelle,

sarebbe troppo pericoloso concedervi tale onore,

potreste comprendere un minimo di dignità

che dall’inferno vi sputerò contro,

oh no, restate dietro al vostro pastore,

che vi protegge per quel che siete,

non cambiate la vostra indole,

un giorno lo faranno i vostri figli,

e allora un’immensa e tragica risata

vi sommergerà da valli lontane

e da tempi da troppo andati.

 

  Dedicata al poeta Alekos Panagulis

       

                                     

“Vorrei”

  Vorrei illuminare le mille stelle del cielo

per strapparti la purezza di un sorriso,

e furtiva la luna cattura una lacrima di gioia

che appartiene solo ai migliori momenti,

vorrei far delle mie parole tempi per scandire

gli aliti delle giuste emozioni,

vorrei costruirti un pensiero libero e sereno

come i cirri nel cielo

si fanno governare con serenità dal vento,

vorrei che il vento di queste parole

fosse speranza

fosse serenità

fosse amore.

 

 

MI FATE RIDERE

  Ciò che più si teme potrà mai esser salvezza?

Chi potrà mai esser il Salvatore?

Chi c’incatena potrà mai salvarci?

Mi fate ridere!

E il mio riso v’inghiotte

E vi vomita come foste merda,

siete la mia continua scoperta

di quanto sia buio il fondo,

di quanto sia ridicolo il senso profondo

della vostra giustizia,

e le vostre sicurezze

sono l’appendice delle vostre paure.

Ho un solo desiderio:

vedervi accanto al vostro “miglior peccato”

e poi giudicarvi secondo il vostro buon senso.

 

Uccideresti Dio?

Estasianti bufere di vento

liberano l’anima dai dubbi:

Uccideresti Dio?

Potresti mai essere libero

quanto l’egemonia dell’eternità?

Vuoi fare della tua vita una scommessa?

L’astio è tramontato per nuovi giorni.

Non è la vita la risoluzione dell’infinito

ma può l’infinito tramutarsi in vita?

Non donerei la mia più pallida certezza al mio migliore amico,

ma ho per tutti voi solo un dono :

la mia Pietà!

Chi ha inventato Dio?

L’uomo ha inventato il suo servo

Ma soprattutto ha inventato il suo padrone.

Siamo la massima essenza dell’ironia.

       

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ma può l’infinito tramutarsi in vita?

Non donerei la mia più pallida certezza al mio migliore amico,

ma ho per tutti voi solo un dono :

la mia Pietà!

Chi ha inventato Dio?

L’uomo ha inventato il suo servo

Ma soprattutto ha inventato il suo padrone.

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