La bellezza è un dono, E non parlo solo degli occhi scuri ammalianti Che affiorano da un velo di seta Parlo della bellezza dei mestieri Della perizia dell’artigiano che modella la materia Per creare qualcosa che possiamo apprezzare, muti di meraviglia e di gioia. Parlo del rigore e dell’allenamento dell’impresa sportiva , Del volto paonazzo del campione che taglia il traguardo O che, madido di sudore, scatta in salita sulla sua bicicletta sfidando la gravità Parlo della voce che, tremula, rincorre le note del canto E colpisce il nostro cuore di un’emozione profonda. Parlo dei maestri pittori che ci hanno regalato immagini Davanti a cui mediteremo per i secoli addivenire Parlo del nostro cuore e dei nostri sentimenti Che, afflitti dai pensieri, desiderano solo la bellezza per sperare nel domani. Che sia Dio a ispirarla o sia l’armonia o chissà cosa E’ l’unica arma che possediamo E’ la condizione dell’amore e della passione per cui viviamo E’la foglia del platano che sospinta dal vento Volteggia nell’aria leggera Senza che tu sappia il perché.
Roma. 23 marzo 2004
|
NOI CHE SOGNAVAMO
Noi ………….che avevamo sognato di cambiare il mondo con la forza dell’immaginazione! Con l’amore per la giustizia! Con la disponibilità ad ascoltare ! Noi………. Impietriti, assistiamo al dilagare della barbarie! E’ cresciuta pian piano, come un’erba innocua , per le strade dell’avidità e dei consumi, Ha rifiutato ogni richiamo ai valori definendoli obsoleti e superati Ha deriso l’impegno e la gentilezza scambiandoli per debolezza e seriosità. I nostri figli, moderni gladiatori, si mostrano nelle nuove arene televisive. Guerrieri mediatici per la nostra soddisfazione. Poi, è nato l’imbroglio! La prima menzogna è stata ripetuta tante di quelle volte che alla fine è diventata verità. Viviamo momenti bui che, giorno dopo giorno, diventano neri….. lentamente….. senza che nessuno di noi cambi le proprie abitudini, o si aspetti che qualcosa succeda davvero! Prendi il cappuccino al bar, mentre, qualche chilometro più in là, una testa viene lentamente staccata dal collo di un ragazzo con un coltellaccio assassino. Qualcuno muore tra le macerie di una torre sventrata da un aereo, un altro viene ucciso in una rappresaglia di militari ebrei in Palestina, salta in aria qualche vagone della metro di Madrid E tu entri al lavoro in orario e pensi agli impegni con gli amici per il fine settimana. Dove andiamo in vacanza quest’anno? No!… in Tunisia è meglio evitare… non si sa mai! Parliamo , parliamo, moriamo, gridiamo, piangiamo, sogniamo . A volte restiamo muti perché le parole sono inadeguate ad esprimere il dispiacere che ci lacera il cuore Sognavamo di cambiare il mondo e il mondo è maledettamente uguale, .. come sempre. Per sperare ancora nel futuro dobbiamo con pazienza osservare il passato. Studiare con attenzione chi, precedendoci, ha messo dei punti fermi a cui aggrapparci per ricominciare. Il livello di civiltà di ogni epoca È sempre stato il risultato Dell’ intensa lotta morale . Di uomini che ci indicano, dal passato, le strade della dignità e dell’onore. Quello che ci porta a superare i nostri limiti per creare ciò che chiamiamo scienza. cultura .. arte . Preghiera dei popoli davanti all’eternità rincorrendo un Dio che si fa desiderare e che appare con parsimonia In cambio della nostra libertà. Basta alla barbarie ! Gridiamolo con forza se ancora possiamo farlo . I tempi bui sono fuori e dentro di noi, in agguato con il volto del compagno e dell’amico Basta con la barbarie! Noi…….sognavamo di cambiare il mondo!.
Roma, 12/5/2004
|
Gemme sfavillanti d’oriente scolpite nel mio destino. Tende percosse dalla sabbia del deserto, notti silenziose e limpide illuminate dalle stelle, Il controllo del nostro tempo è la missione, ma il tempo scivola via come l’acqua dalla stretta della mia mano!
|
Corri , corri nella giovinezza Butta la vecchia alle spalle Raccogli la bottiglia sulla spiaggia Butta la vecchia alle spalle Accendi il sigaro , Bacia le labbra della mulatta Accarezzale i fianchi Butta la vecchia alle spalle. La musica accarezza le onde dell’oceano E i piedi ballano fino a notte Mentre la mulatta ancheggia Coi piedi sulla sabbia vicino al fuoco. Butta la vecchia alle spalle Se passa Dio.. offrigli un Rum E pisciatevi dalle risate. Y. EAGLE
|
Lavoro artigiano è modellare la creta umida E sporcarsi le mani per una creatura, Che avrà vita, se tu ne avrai E spremere l’anima fino all’ultima goccia di sangue che ti porta il passato Per colorare d’arancio e d’azzurro I giardini del sentiero che hai percorso nei barlumi di veglia Incespicando nel sonno nero e rosso della profondità Dell’essere strano e infinito della Terra, Madre di ogni passione e di ogni fremito, Genitrice, musica nera di un rito ripetuto da secoli Sul cui fondo sei stato concepito e concepirai: ….Uomo! Venuto da un nulla che mai è stato così corposo come alla tua origine, Delirio di forme e suoni che squarciano il creato in un urlo di affermazione, Miracolo di trasformazione e di volontà di una specie che si cerca eterna. Uomo…. Creatore… Amante…Artigiano dell’anima, Che scava nei ricordi e nelle speranze della storia Per consegnare il frutto caldo e polposo irrorato di vita Alle fauci del figlio e di colui che vorrà mangiarne, Smussatore d’avversità, ricercatore di mari mai visti, Astronauta, vigliacco e temerario:….. la scelta di vita. Affascinato dalle sirene, perduto negli occhi di Sirio, Innamorato della luna, cantore della bruttezza e della nefandia, Pure sempre Uomo, artigiano dell’anima e della speranza.
|
Un cappotto rosso e dei capelli neri Sul suo viso da cerbiatto Parlava tesa e fremente tra i fumi di cento sigarette E già sapevo che un giorno l’avrei guardata negli occhi Per chiederle tutto. L’assemblea continuava Ed io l’avevo attesa per anni. L’aria sapeva di Pisa ,Bologna, di Trento. A Roma………………non si aspettava più. Il rosso delle bandiere era spiegato Al vento quel giorno di maggio, Che per la prima volta scendevo in piazza E ricordo il distintivo Che una faccia sconosciuta mi appuntò sul petto. Era facile cantare la rabbia e l’amore Aspettando insieme la risposta alle idee. Già il partito mi chiedeva tanto Quando nelle nostre riunioni Parlasti del mio sorriso e la storia appena Iniziata era impedita da un altro amore. Ma, quante volte eppure stringesti le mie mani Quando la paura ci prendeva e zitti si andava avanti E mi domando se qualche volta pensi a quei tempi ora che avrai dei bimbi E mi chiedo cosa dirai loro se , adulti, ti parleranno di ciò di cui Noi …parlavamo O avrai già dimenticato quando….. piangendo mi dicesti …. Resta! Facevo le smorfie agli elogi di Stalin Poi che te ne sei andata, quando qualcuno diceva che la rivoluzione era alle porte e invece la gente se ne andava via. Eppure , era vero che insieme la speranza era tanta E la sua forza tremenda. Tornò Milano a farci innamorare Quando Lei arrivò, parlava dei cattolici E sembrava sempre dentro una casa di vetro A perdersi nei suoi mille impegni. Ci ritrovammo a parlare , già stanchi E l’amicizia ci spinse a guardare gli anni vissuti, preconizzando il significato politico del privato. Oggi ne parlerei ancora Ora che gli anni sono passati e il lavoro ci tiene lontani da noi stessi. Eppure la forza è ancora intatta E la rabbia è lì , intera , terribile, presente E il dolore dell’abbandono è tanto Quando non posso fare a meno di considerare Quei giorni il nostro punto di riferimento.
|
VORREI Vorrei saper donare un fiore ad un bimbo di Kandahar Per spiegargli che può ricevere qualcosa di diverso da una bomba Vorrei saper chiudere con un bacio la bocca della madonna algerina Aperta in un muto urlo di dolore Vorrei saper cantare e suonare per dare gioia a chi mi ascolta Vorrei saper giocare innocente come un bimbo Vorrei saper raccontare le esperienze che giudico importanti Vorrei saper ascoltare le ragioni di chi mi parla Vorrei saper combattere per ciò che credo giusto Vorrei saper colpire con forza il ghigno del prepotente Vorrei saper ridere e scherzare leggero come l’aria Vorrei saper asciugare le lacrime del dolore Vorrei saper amare ed essere amato senza timore Vorrei saper cogliere tutte le possibilità Vorrei saper riconoscere e osservare la bellezza Vorrei saper volare trasportato dal vento Vorrei saper nuotare nel mare più azzurro Vorrei saper pregare e credere in Dio Vorrei saper essere una guida per te Vorrei……Vorrei sapere chi sono. Vorrei sapere chi sei.
|
La stanzaQuesta stanza! Il suo profumo! Il ricordo di una voce dolce E di una voce aspra, indifferente , stanca. Quanto pianto hanno sentito queste pareti a fiori Fiori… rosa e neri…..sullo sfondo bianco. Quante volte quella porta mi chiudeva al mondo E mi faceva restare solo con la tua voce. Quante volte la notte ci ha sorpresi assieme, paurosi che qualcuno ci scoprisse. Quante volte questa stanza ci ha visti Muti, restare senza aver niente da dire, senza aver più la forza di parlare, con un odio in noi che nasceva dall’amore, un amore che non è stato mai amato, un amore che ha vissuto perché doveva esistere, perché era in noi e non potevamo scacciarlo. Questa stanza mi vede ancora Mentre voglio continuare questa Inutile, crudele, triste, assurda Stupida storia, fatta forse solo per noi due In questa stanza che è nostra.
|
Come i capelli di una ragazza Dalle gote tinte e dalle labbra rosse Bruna Roma di sera Brulicante di luci nel Tevere Come gli occhi infuocati di una donna Bruna Roma di sera Colta e stravagante, serena e abbuffona, Che lanci in cielo risate odorose di vino E copri col tuo velo gli amanti nella notte Bruna Roma di sera Sdraiata nel buio ad ascoltare il tempo Che scorre negli occhi dell’amato
|
Due strisce folte di nero e di bianco sormontano gli occhi, fessure sottili di luce nella roccia del volto. Protetto dal vocio tutt’intorno, il vecchio siede assorto nella notte sulla sedia accanto all’uscio di casa. Di fronte….. pezzi di nero inchiostro stellato si confondono con la sagoma della ringhiera e di Salamina che chiude l’orizzonte. Ferro e fuoco d’Occidente e d’Oriente! Quanti morti su quell’acqua che, adesso, riflessi di luna grande, rossastra, incombente, striano di colore. Mare, succo nero di seppia, Mare, vita perenne di giovinezza ,di maturità,di vecchiaia. Mare che hai portato i sogni di un ragazzo oltre l’orizzonte, restituiscine uno a chi ti guarda sul finire del tempo.
|
Fiammelle luccicanti nella notte iridi rilucenti incontrano negli occhi che le guardano i sogni del tempo che viene
|
E ritorno sui passi dell’amore, Come una leggera brezza sul mare In un pomeriggio caldo d’inverno. Nel silenzio e nella pace Di un’aria improvvisamente tersa e luminosa. Insieme ancora…rischiarati dall’arcobaleno che abbiamo visto, improvviso sull’uscio di casa, tingere di mille colori il cielo del mattino dopo una notte intera di pioggia. Ti accarezzerò leggero Per non disturbare il tuo riposo E guarderò di nascosto il tuo amore, mio segreto pudore. Sentirò il calore delle tue mani E la morbidezza delle tue labbra E seguirò i tuoi pensieri Che mi portano a casa. Veglierò su di te e su di me E sui nostri figli…………. Su quello che amiamo e in cui crediamo Con tutta la forza della mia debolezza Come una vela leggera gonfiata Dal vento nell’azzurro del mare, Nel blu del cielo di una giornata di sole.
|
Ciao, Ciao America Mille bandiere gonfiate dal vento Con i colori dell’arcobaleno Ed i sorrisi dipinti sui volti Di tanti ragazzi baciati dal sole Ciao , Ciao Bambina Mi risuonano in testa i versi Di un melodico Modugno, (canterebbe Carmen Consoli), Mentre cammino emozionato Gridando il mio no alla guerra Ciao Ciao Bambina Ed è mia figlia per la prima volta Accanto ai miei passi guerrieri, Per le strade romane. Risuonano accanto le grida cattive Di arabi circondati da Occidente. Trasportano a spalla un loro compagno Che si finge morto! Non c’è gioia nel loro no alla guerra. Non è come il ballo di quei ragazzi che sono passati prima, a Colle Oppio Ci portano il dolore e la cattiveria della lotta. Non c’è speranza , non c’è salvezza nella guerra. Non si fanno prigionieri. Ciao Ciao Bambina E leggo il saluto di un marine Alla figlia prima di partire. Non te ne andare , papà ! Quante volte, America, dovrai sentire La chitarra di Jimmy suonare Il tuo inno come rombo di aeroplani Ed esplosione di bombe ? Quante volte dovrà cadere nel vento La risposta alle mie domande? America orgogliosa e dolente Che piangi i morti delle due torri Oggi sei la capitale del nostro mondo, Ma mi fa paura la tua paura.
|
Ricostruiamo con pazienza i fili spezzati, Mettiamo insieme con attenzione i pezzi sparsi nel tempo, Ho comprato la carta velina di diversi colori …. Pastello! La coccoina per incollarla alle canne leggere. Ho preparato anelli per adornare l’aquilone E aspetto il vento che lo farà volare. Vorrei incontrarvi sul balcone di “ Scalazza” Seduti attorno al tavolo, sospeso nella notte Fra le stelle ed il mare, per ritrovarci amanti, Se non è troppo tardi per tornare a casa. Abbiamo camminato come abbiamo saputo Per il tempo che abbiamo avuto E che non abbiamo stabilito. Abbiamo cercato la nostra strada mentre Venivamo trasportati altrove. Abbiamo donato tutto quello che avevamo E abbiamo costruito quello che potevamo Adesso cerchiamo Un sogno da accarezzare Un’occasione per amare.
|
RAGAZZI
Cantano insieme una vecchia canzone Complici e amici d’amore e di pene
E lui le parla!… Le parla !… Le parla Di tutto quello di cui ti parlavo. E Lei lo ascolta !… Lo ascolta!…. Lo ascolta Persa negli occhi della sua gioventù.
Sono ….ragazzi! .Bellissimi fiori sbocciati nel tempo dei teneri ardori.
Roma 18/10/2003
|
Home
page
| L'autrice
del sito
| Le pagine del sito