La Meta E' la vita che ci conduce al pensiero, inesorabile ci porta al confronto e alla ricerca. Nell'illusione di una lucente riuscita plasmiamo noi stessi, come lo scultore modella la pietra, lentamente e faticosamente. Spesso timorosi di non riuscire, di non cambiare, di perdere. A volte fiduciosi, scorgiamo una meta, che in verità non esiste. Il desiderio di completezza, di felicità interiore, quasi di oscura ed egoistica vittoria, ingannevole come la notte, cresce in noi. Un obiettivo da raggiungere, quasi lo sfioriamo, lo desideriamo, e poi svanisce nel nulla, nell'infinito senza senso, per divenire realtà, come un intensa candida luce proveniente dal profondo dell'oceano, senza traccia di egoismo, purificata dall'imperfetto pensiero umano, solamente alla fine dei nostri giorni. |
E' LI NEL CIELO . Il poveretto si avvicinò al ciglio della strada con fare stravolto, scrutando a destra e sinistra come se attendesse un miracolo, attraversò la strada e si fermò nel bel mezzo di una piazzola tramutata in un verde giardino. Prima un lamento, poi un grido straziante, come se la felicità l'avesse abbandonato da lungo tempo. Molti passanti non gli rivolsero nemmeno uno sguardo, le macchine sfrecciavano sull'asfalto con evidente frenesia, qualcuno suonava evidenziando la propria fretta, altri maledicevano il traffico per il tempo che rubava loro.... un uomo, piccolo di statura, vecchio nel volto solcato dagli anni e dalla fatica lo notò, non disse nulla, rimase li per qualche secondo scuotendo il capo, afflitto in volto, rassegnato, come se avesse veduto più volte la stessa scena, incapace di mutare il finale, se ne andò . Il poveretto guardava il cielo ora, come se aspettasse un segno, come se attendesse la morte. Un'altro lamento, poi un'altro grido, i suoi bianchi peli e il suo volto stravolto davano segno dei molti gelidi inverni che aveva trascorso, la tristezza dei suoi occhi era cosi' straziante che non fui capace di dir nulla, la mia persona era completamente intenta a "capire"..... D'un tratto il suo corpo fu testimone di una forte scossa che lo percorse per intero, rabbrividii, si accasciò da un lato, e non potè far altro che continuare a osservare quel limpido cielo che testimonia l'estate. Un altro lamento, questa volta soffocato, come se l'unico modo per chiedere aiuto gli fosse negato anch'esso. Il suo viso ora era più calmo, sembrava fosse tranquillo, intuiva, che tra non molto, avrebbe finito di soffrire. In mezzo a quella piazzola, squallida e grigia, "falsa", tra fiori di mille colori e cespugli, che poco ricordano delle vecchie foreste e dei verdi boschi, il povero vecchio cane esalò l'ultimo respiro. Come un ciottolo nel profondo dell'oceano, ignorato da tutto e da tutti, alla mercè del destino beffardo, trovando la morte scopri' la pace, li dove non ne aveva mai avuta, li dove molto aveva sofferto, li dove forse non si sarebbe mai aspettato...... Tra i suoi grandi occhi tristi, vidi l'indifferenza che l'aveva ucciso e capii, che quella fragile carcassa, scrutando il cielo, cercava qualcosa che non si può vedere, e non si può pagare, cercava qualcosa che non si può udire, e non si può annusare, cercava qualcosa che in tutti i suoi lunghi anni non aveva trovato sulla terra, e allora lo cercava altrove, il povero vecchio cane scrutava il cielo e cercava amore ! |