- Sei in ritardo, ma arrivi? -
Non importa
ti avrei aspettata qui fino a stasera.
- Oggi non puoi venire? -
Non importa,
per me è già domani.
- Non mi ami più, hai un altro? -
Non importa,
accenderò i miei giorni nel ricordo.
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Occhi spalancati
nel buio
a cercare il limite
orecchie tese
nel silenzio
a percepire il suono
mani incerte
nel vuoto
a dar volto all'emozione
profumi e sapori
nel nulla
a colorare l'attesa,
non bastano.
Acqua fredda mi penetra
tra le ferite dell'anima
e mi unisce al suo mare.
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Trasformato da un
pomeriggio afoso,
cullato da una
musica in sottofondo,
galleggio in
superficie,
quasi assente a me
stesso.
Sul fondo li vedo,
tutti i miei
fantasmi,
sono lontani,
per ora non mi
raggiungono.
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I Pensieri sono sempre lì, abbarbicati alle fibre dell'Essere, nascosti nelle screpolature del tempo, a volte così manifesti da fare paura.
Le Parole non escono più o escono distorte, incomprensibili, mutilate o ridotte a eco dalle smisurate edificazioni dell'Io
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Una stanza spoglia, una pagina bianca, parlano lo stesso di te.
Una tromba mai suonata, una foto non scattata, parlano ancora di te.
Una frase non detta, un desiderio trattenuto, continueranno sempre a parlare di te.
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Mi
sono stretto addosso la giacca dei ricordi, quando
ho visto svanire la coscienza dagli occhi di mia madre. Il
piccolo difetto fisico, vissuto male, cui
dare tutte le colpe, tu
che dalla foto, col dito, mi fai no, ma
con gli occhi mi dici si, la
figlia diversa, che, come cera calda, mi
cosparge la pelle e mi entra dentro, il
tradimento, più di me stesso, che
mi ha reso intransigente; mentre
la vita, incurante, prosegue.
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Rincorro l'amore e mi nascondo a guardarlo, quando lo trovo, nel sorriso di un bimbo, nella carezza di una madre, nell'abbraccio di un innamorato e in attesa di quel bacio, del mio bacio, lascio che il tempo scorra, fino alla fine del tempo. Tu, che possiedi la chiave per la parte tenera di me, prova ad usarla.
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In quell'angolo isolato del giardino il sole arriva a stento, nodosi rampicanti attorcigliati e pallidi fiori selvatici vi crescono. Lì il vento non si avventura impetuoso, ma lenti mulinelli mettono a dormire scomposti detriti. C'è vita in quel letto marcito di foglie, piccole coccinelle colorate, ragni dalle lunghe zampe e un vecchio gatto solitario, innamorato dell'amore, grida al mondo il suo verso roco. |