IL PRIVILEGIO | LA CHIMERA |
Simone Furlani |
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Come
fuco di alveare
Mi
illudo
E
assaporo, godendo, tutti i privilegi del mio essere tale,
Ingenuamente
convinto della mia individualità,
Mentre
appena oltre quei confini che non oso varcare ,
In
mille altri alveari
Mille
altri gonfi e goffi personaggi come me
Si
illudono,
Piccoli
sovrani della porzione di universo a cui appartengono,
Ma
che non gli appartiene.
Non
solo il ruolo che l'ironico destino ci ha assegnato
Ci
accomuna ,
Non
solo la nostra stupida presunzione,
Ma
l' angosciosa consapevole attesa
Del
tradimento,
Consci
di soccombere,
Vittime
nemmeno illustri,
Dei
nostri stessi privilegi.
Ti
vorrei come nuvola bianca in un cielo tempestoso,
Come
primula tra i girasoli
Ti
vorrei,
Per
poter gustare in mezzo alla disfatta
Il
sapore della purezza e del coraggio.
Ma
non appena mi illudo di poterti carpire
Mi
appari soffione in balia del vento,
Splendida
chimera del mio turbinoso vagare.
La
mente spazia per lontani paradisi artificiali,
Fiera
protagonista di un uragano di passione e fantasia.
E
i tuoi petali, così fragili e preziosi, mi sfuggono dalle dita,
Stringerle
di più non posso...
Ti
farei male.
GIRASOLI
(di Simone Furlani)
Se
rinascesssi girasole,
Sputerei
in faccia
Al
fottuto sole,
E
mi girerei
Dall'
altra parte.
La
notte,
Giace
qui il tutto
Bramo
il giorno,
Ma
è lei la regina.
Il
buio e l' ombra
Nascondono
Ciò
che non voglio vedere.
Io
sono,
Ma
preferisco sembrare.
E
quando
Io
e la notte parliamo,
Parliamo
d' amore
E
di piccole cose.
Albe
tropicali,
Librarsi
di gabbiani,
L'
amore.
I don't believe it.
Guinness,Gauloises
E
la mia solitudine,
Sono
i paradisi artificiali
In
cui gradisco
Si
perdano
Gli
amabili neuroni.
LA
LUCERTOLA
(Barcellona, 22 marzo 1995)
Navigo
nel vuoto
Del
mio cuore,
Speranzoso
di incontrare
Un
barlume di amore.
Tutto
intorno è arido,
Il
deserto invade
Il
mio petto.
Una
lucertola sorniona
Si
guarda attorno
Con
disprezzo,
Aspettando
la morte
Che
tarda.
L'
amicizia è una vuota Babele
Che
si veste a festa per l' occasione.
Il
caso gioca le sue carte,
Illude
con i suoi fantasmi,
Ma
un amico rimane tale
Solo
il tempo del ricevimento,
Poi
riprende a parlare
La
sua fottutissima lingua,
Che
non è la mia.
L'alba
che filtra nella mia stanza
È
un alba fredda, che illumina il deserto
Senza
trasmettere calore.
Fuori
la vita riprende lentamente.
L'azzurro
invade cielo,
I
caffè si sprecano.
Ma
qui l'alba che fatica ad entrare,
Marca
con il suo arrivo l'ennesimo passaggio,
Da
una notte in cui non riesco a dormire
Ad
un giorno in cui non riesco a sognare.
Padova:
i portici, le piazze,
Sono
i fottuti anni della mia vita
Che
non potrò dimenticare.
Sono
poesia, riflessione
Amicizia
e amore.
Quando
a Padova albeggia,
Il
sole dietro la ciminiera
Osserva
un altro giorno che nasce.
E
si lascia alle spalle,
In
uno sbadiglio,
Tutti
quei sentimenti
Che
solo in qualche momento
Di
futura solitudine
Potrò
comprendere.
Amore
è un tiepido calore
Che
scalda da dentro.
È
un brivido,
Un'
idea che non vuole nascere
Ma
che con violenta fatica
Offusca
la mente,
Un
fiato ed una candela che si spegne
Diviene
la porta verso l’oblio
Un
fiato dopo l’amore
Non
vuole parole al suo seguito
Gioisce
e piange in silenzio.
Un
fiato stanco infine
Ci
accompagna alla morte,
Ma
non è che l’ultimo.
Odio
la gente felice,
Con
quel fottuto sorriso
Spalmato
sul viso,
Come
una paresi.
Con
quella perenne espressione
Da
“ tutto bene, che culo...”
Odio
la gente felice,
Che
pensa poco e ringrazia molto.
Pensa
poco ed è felice,
Mentre
io vivo di cozze,
E
non ci trovo
Un
fottuto cazzo da ridere.
Sesso
e amore...
Distinzione
difficile, e sottile.
In
entrambi mi muovo con impaccio,
Come
brancolando nel buio.
Le
mani vagano sulla mia compagna,
In
un caso tra le morbide curve del corpo,
Nell’altro
tra gli intricati meandri del cuore.
In
entrambi combatto fantasie
e
realizzo desideri.
Forse
la distinzione non esiste
O
forse sta tutta in quello
Strano,
stupido sorriso.
La
prima neve d’inverno
Seduce
la città
Con
cortese invadenza.
Con
i suoi fiocchi sornioni
La
scioglie in un tiepido abbraccio
Mentre
una volta a terra
Provvede
ad attutire ogni caduta
Ovattando
con il suo soffice manto
il
sordo ruggito
di
una città
che muore.
Alla mattina lo specchio
Che
incrocia il tuo sguardo
Ti
suggerisce chi sei,
Alla
sera te lo sbatte in faccia.
Mai
inimicarsi gli specchi.
Guarda
che cazzo è successo
A
Biancaneve...
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