Matteo De Vita

DIVINA Colori stinti PALLORE NOTTURNO SUONI LA TUA LETIZIA INCUBI LEGGERI VOLI Attimi Tremula luna
Solitudine Tormento MI TEMO SOLITUDINE IMMENSI SOGNI VORREI, VORREI, VORREI AMORE INFINITO AMORE!      

 

 

NEI TUOI SGUARDI, NEI GESTI

NELL'ATTEGGIAMENTO DEL TUO CORPO

SCORGO L'ANIMA TUA TERSA, NON INQUINATA.

TU, QUALE IMMAGINARIO E IMMAGINIFICO PRISMA

ESPANDI LA LUCE, CHE INVADE E AVVOLGE

LA MIA SEMPRE RIEMERGENTE

E NON MAI APPAGATA PASSIONE.

DI TE, SOGNI E ROSEE VISIONI,

SI CALANO NELL'ANIMA MIA,

ED ORA RIASCOLTO

FRAMMENTI DELLE TUE DOLCI PAROLE

CHE HANNO L'ESSENZA

E I COLORI DELL'ALBA.

DELLA MIA VITA, E' TRASCORSA

PER SEMPRE L'AURORA,

E SUL TUO VOLTO BELLISSIMO

COME UN IMMENSO LAGO DI DELIZIE,

SI SPECCHIA IL MIO MERIGGIO

CHE HA LE SEMBIANZE

DI PALLIDA LUNA.-

 

Colori stinti

 

SULLA TUA TAVOLOZZA

MACCHIE DI COLORI STINTI,

TU PER ME DIPINGI QUADRI

CHE HAN DI VENTO LE CORNICI,

LE FIGURE SON PAROLE

CHE LA PRIMA ESTATE ABBOZZA

COL SUO CALDO ALITARE.

SEPPUR PRESTASSI ORECCHIO

AL TUO DESUETO CANTO,

ASCOLTEREI VAGHEZZE

NON SENTIREI IL PIANTO.

EPPUR TI IMMAGINAVO,

TRA SELVE E PINI AGUZZI

UN RAMOSCELLO IMBERBE

DI FRUTTI A MATURAR.

LE GEMME TUE PREZIOSE,

LE HAI DONATE AL VENTO

ORA IL TUO PENNELLO SPENTO

CONTINUI AD AGITAR

 

 

 

 

QUANTE VOLTE

COL TUO SGUARDO,

SEMBRAVI ROMPERE L'INCANTO

NEI MIEI PENSIERI

DELLE MIE COMPIACENTI

E VUOTE ILLUSIONI.

QUASI RIPOSASSERO IMMOBILI I TUOI OCCHI

SUL MIO VISO DI PALLIDA ROCCIA.

SU DI TE, POCHE NOTE ABBOZZATE

E SPARSE SUI SEMPLICI

FOGLI DEL DESIDERIO,

PAROLE FUGACI E VUOTE,

ALITATE MUOVENDO LE LABBRA.

VIVO SMARRITO,

MA TU ACCOMPAGNAMI

INVISIBILE AMICA,

TRAPUNTA IL MIO SILENZIO,

MI BASTANO DI TE, VOCI MOZZATE E LAMENTI,

CHE ARRIVINO FLUTTUANTI

ALLA MIA ANIMA INSTABILE,

AFFINCHE',  NON ASSUMA

L'IMMAGINE DI COSE MORTE.-

 

 

STARTI VICINO GIA' MI BASTA.

MI PARLA IL TUO SILENZIO

E M'AGGRADA L'ARMONIA

DELLE TUE MOVENZE.

NON ORRIDE MANI

PIU' MI STRINGONO

E DALLE OMBRE

NON PENDONO CAPESTRI.

L'ALBA E' ORMAI VICINA

COME VENA D'ACQUA GIA' RILUCE

E SE TI GUARDO GLI OCCHI

L'OMBRE SON DI IERI.

 

 

A chi la dai? a chi la dai?

la tua letizia?

Di te io non ho  nulla

nulla aspetto

e nemmeno l'ombra calzo.

Amore mio!

Affetto mio!

Angelo mio!

S'alza,s'inarca

il desiderio fluttua

e non si placa,

si posa come la nebbia

sugli oscuri monti

che attendono

dall'alba il ristoro.

Ahimè! devastanti occhi

labbra di fiordaliso

aguzze cime nere

e sul tuo niveo candore

oscura foresta.

Disfatte notti

e venti forti e tesi,

taglienti le mie voglie

sbattute come le foglie.

Occhi vuoti come gusci,

fissi su puntini luminosi.

L'onda viene a riva,

lontano il mare

bianco,canuto

sembra di neve.

Forse arriva il giorno

e avrò un pò di tregua.

Maledetta! Maledetta!

T'amo, t'amo, t'amo.

Dove sei?

Il falco cerca il nido.

Il sole rosso colora i fiori.

Vorrei vederti nascere

ogni mattina, come una rosa

purpurea,vermiglia.

Maledetta! Maledetta!

T'amo,t'amo, t'amo.

In un campo incolto

mentre scoppia primavera

dalla mia casa senza tetto

osservo i resti della luna.

Danzi nella tua veste bianca

mentre chiudo gli occhi,

danzi,danzi e canti armonie.

Ma ora riposa, ti prego.

Riposa sù una zolla del mio cuore

quella più in alto,

più sù, un pò più sù

vicino all'anima.-

                               

 

SUONO DI VIOLINO

FILO PENDULO DELL'ANIMA

STRAZIANTE MIAGOLIO.

FUORI DALLA FINESTRA

IL CHIASSO DELLA STRADA,

L'ODORE DELLA PIOGGIA.

SCRIVO SOPRA I VETRI

MESSAGGI PER NESSUNO.

 

 

 

OMBRE DENSE DAL BIECO SORRISO

COME VISCIDE SERPI,

STRISCIANDO SI INERPICANO.

PALMATE MANI,

COME ALI DI PIPISTRELLO VOLTEGGIANO.

PARETI PIENE D'OCCHI

FISSANO IL VUOTO.

DELLA MIA STANZA,

SCOPRO LA VOLTA,

E COME UN FOLLE TORNADO

ALTI NELL'ARIA VOLANO

INCUBI ALATI E IMMAGINI FOSCHE.

DAL GIARDINO FIORITO

DOVE PASCOLA LA LUNA,

ODO CANTI LIBRARSI NEL CIELO,

SUONI D'ARPA ASCOLTO DAL VENTO.

NELL'IMMENSA TAVOLA NERA

FASCI DI STELLE GIOCANO

CON LE ALI DI BIANCHE COMETE.

ED IO, SOLO IO ORA VEDO GLI ANGELI

CHE SI APPRESTANO A SCENDERE.-

 

 

VOLI

 

Sei composta nel volo

leggera e sicura.

Vorrei tradurli i tuoi voli,

in sogni di felicità

velati e tralucenti

nel brivido

di quanto io umano

possa carpire.

Vorrei provarmi

a tracciare la tua fisionomia

schiva e fuggevole

per poterti rivedere presente

anche quando non ci sei.

Eppure, quando è arduo richiamarti!

farti posare.

Voli sicura, ma non nel mio cielo

e, nello smarrimento del mio cuore,

l'ambascia del tuo ultimo canto.

Resta l'urlo mozzato

nella  mia gola,

come inconscio preludio

al mio sogno perduto.-

 

Attimi

  

Senza sosta

attimi di mesi

e mesi d'anni

la vita corre.

Sento nell'anima

un languore, un'ansia

come se non respirassi.

In lontananza

fino a che

lo sguardo muore

le stelle, e poi altre

altre stelle

ed altre ancora.-

 

 

Si stempera la luna

in mille acque

tremula si dibatte

e s'allunga sulle onde.

Par sia di fiamma

negli occhi tuoi.

Tiepida è la luna

mi scalda i sensi

e il cuor m'incendia.

Sulla tua veste

rende i fiori di velluto

pallore da ai tuoi seni

dalle brune punte.

Mentre ora dormi

il respiro t'alza il petto,

intorno il silenzio

avanza desolante.

Solo io ti guardo

e il cielo

pieno di stelle.-

 E tu dormi ignara!

la luce fioca e fine

ti tinge le ciglia.

vorrei chiamarti,

sono scivolato ancora

sulla buccia della solitudine.

Il tempo passa

ci trasforma e ci inganna.

vorrei parlarti

ma tu dormi ignara,

e il mio dramma si consuma.

Piangere già? Forse è presto,

Camminerò ancora.

Resto muto

mentre i battiti del mio cuore

ad uno ad uno

corrono veloci.-

 

 

 

Io sono più

sono troppo

sono assai

sono meno

sono uguale

sono molto

sono poco

sono giusto

io chi sono?

 

T O R M E N TO!

 

 

Temo me stesso

e temendomi

ho paura di affrontarmi.

Cercherò chi mi somiglia

e a lui narrerò le mie pene.

Ma non c'è su questa terra

chi sia come me stesso,

mi toccherà parlarmi

evitando di mentirmi.

Dirò alla luna di essere solerte

ad illuminare il triste fiume

che mi scorre dentro.

Scorri fiume!

saremo sulle tue rive

ad aspettarti spero,

io e il mio me stesso rinnovati.-

                              

 

 

E tu dormi ignara!

la luce fioca e fine

ti tinge le ciglia.

Vorrei svegliarti,

son scivolato ancora

sulla buccia della solitudine.

Il tempo passa,

sul tuo volto e sul mio

ci trasforma e ci inganna.

Vorrei parlarti

ma tu dormi,

e il mio dramma si consuma.

Piangere già? Forse è presto,

camminerò ancora.

Resto muto,

mantre i battiti del mio cuore

ad uno, ad uno

corrono veloci.

 
                               
 

Su bianche spiagge

pacate onde parlano alla sabbia,

s'imbiancano le tenebre

come sempre, danza il sole,

il giorno nasce.

Nasci tu leggera

tra i bianchi sassi

del ruscello di cristallo,

t'avvolge il velo azzurro del mattino.

Mormori parole

che han l'armonia dei vagiti.

Da ogni tua connettitura

si sprigionano barbagli e luminosità

che invadono, le immensità

del mio mondo interiore.

Sprazzi improvvisi,

come getti di sorgenti refrigeranti,

per l'arsura delle passioni dell'anima,

frammenti di sole, per rischiarare

tutti i miei orizzonti.

oh sogno! non destarmi

io ora ascolto i battiti

del cuore che lei ha in petto

bacio la sua bocca.

e ancor mi fa tremare

l'eco della sua voce.

 

 

Le vie del cielo

vorrei percorrere,

per vedere

dove cadono le stelle,

che all'Eden misterioso

non ritornano.

Da gabbiano vestirmi

e lanciare volando dal cielo,

stridule grida.

Planare su picchi,

tracciare  sentieri,

imparare canzoni

scritte dalla vita.

se potessi farei tutto,

ma, troppe vite dovrei vivere.

Mi basteranno i tuoi occhi,

dove zampillano acque

e scorrono rivoli di luna.

la mia anima ti condurrà il vento,

e orme lievi lascerò

sul cammino che

a te mi porta.

I miei occhi socchiuderò

che sul tuo viso

si chiuderanno.

Col tuo nome

il mio labbro schiuderò.

Tanto amore avrò per te

donna mia.

 

 

Nei miei occhi,

se c'è una fiamma spegnila,

tu sei un angelo

le ali bruceresti.

La mia voce,

non ascoltarla,

ha la lusinga del serpente,

e suona come l'arpa

nella notte.

La mia mano

non afferrarla

ti stringerebbe, come il gelo

nella sua morsa

fa rinsecchire i rami.

Se il pianto levo,

ed ululo all'amore

e strazianti le parole,

ti giungono all'orecchio,

non tramutarle in fiori

non gettartele nel petto,

non fartele arrivare al cuore.

Dolce donna, mio amore!

bella cosa, tenera e amabile,

come mento, con te d'avanti!

Io ti sento addosso,

come l'erba alle pareti,

come il muschio alla corteccia.

Tu alba e tramonto,

tu nuvola e cielo terso.

Mento, mento per difendermi.

Ascolta! Ora ti parla il cuore.

Nei miei occhi,

se c'è una fiamma alimentala,

col tuo alito

provoca l'incendio.

La mia voce, ascoltala

è sincera e lieve

come un palpito morente,

poichè, ora se mi apri il cuore

dentro c'è il tuo nome.-

 

 

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